Michele
Bruni (Castellini) - 21 febbraio 2005
PIU’ MORTO CHE MORIBONDO
Nell’ormai
lontano 1984, all’età di 16 anni, lasciai per la prima volta Vallecorsa
per finire i miei studi altrove. Lasciai un paese “moribondo”, lo
definivamo così noi sedicenni di quegl’anni, ma non per l’età media
dei Vallecorsani, ma per le limitate possibilità che i giovani avevano a
disposizione.
Se
si esclude una piccola comunità di ragazzi che avevano la possibilità e
la capacità di giocare a calcio, il resto oziava mestamente in diverse
parti del paese, attendendo la fine della giornata come liberazione da
un’agonia sempre crescente. Tuttavia c’era ancora qualcosa che faceva
vivere il paese, c’era il campanilismo (quello sano e quello esagerato),
c’era la voglia di vivere le sante feste, si attendeva e ci si divertiva
insieme nelle serate della festa della Madonna della Sanità, di San
Michele, nelle serate dell’agosto vallecorsano dove spesso veniva
chiamato in prima persona il cittadino ad esibirsi; indimenticabili sono
stati i tornei di calcetto in piazza Plebiscito (veramente il vero
calcetto ancora doveva nascere), i giochi popolari in piazza Sant’Angelo
con l’albero della cuccagna. A carnevale ci si vestiva tutti e si girava
per il paese cercando di non farsi riconoscere.
Vallecorsa
raddoppiava la sua popolazione d’estate e durante le feste.
Sono passati venti anni … ma che cosa è successo …
Quando
torno, in inverno circa tre fine settimana al mese, trovo il vuoto, ma non
soltanto un vuoto numerico, la cosa peggiore è che trovo un vuoto umano.
Non c’è più la voglia di tenere in vita questo paese, lo stiamo
lasciando morire.
Troppi
errori sono stati commessi, troppe iniziative sono state bocciate prima
ancora di nascere, troppe ali sono state tarpate. Vallecorsa a volte
sembra un paese di professoroni a cui tutto si deve, i quali sono capaci
di dire tutto ed il contrario di tutto nel giro di un giorno o nel giro di
una tornata amministrativa. Volete un esempio:
cosa
dicevano i principali esponenti dell’attuale maggioranza prima delle
ultime elezioni nei confronti di Floriana Sacchetti e del dott. Gabriele
Lauretti? Lodi, lodi ed ancora lodi per il loro operato nei precedenti 5
anni di amministrazione. Provate a chiedere le stesse cose adesso. Ma,
meglio ancora, potevate chiederlo venti giorni dopo la rielezione
dell’attuale giunta. Se ne sono sentite e se ne sentirebbero di tutti i
colori.
Poi
penso che tutti saranno stufi (io per lo meno lo sono) di tutti coloro che
pretendono di darti lezioni di economia, di politica internazionale, di
buon governo e di educazione civica, magari davanti ad un bar, senza aver
aperto mai un libro o senza aver mai letto un approfondimento su un
quotidiano, basta parlar male del governante di turno, tanto così non ci
si sbaglia mai, ma si fa bella figura e si ottiene consenso. Se si chiama
Berlusconi o Tullio non fa differenza.
Ma
lo sport più amato dal cittadino vallecorsano è lo smontare i buoni
propositi e le iniziative. Si potrebbe aprire un intero corso di laurea.
Le materie potrebbero essere: Smontaggio delle iniziative, Boigottaggio
delle imprese vallecorsane, Critica all’iniziativa personale, Invidiare
ed evitare le altrui fortune, etc.
Ma
adesso è ora di guardare e di sviscerare quello che il vallecorsano è
diventato.
Il
vallecorsano è stato da sempre un lavoratore testardo ma capace, un
genitore buono ma duro, un uomo umile ma orgoglioso. Ma ora dov’è
finito?
Ora
a trent’anni si pretende il posto di lavoro comodo (al comune, alla
provincia, al ministero), di un certo livello (e magari non si sono
neanche finite le scuole superiori), con un certo stipendio … oppure si
sta a casa con mamma e papà tanto i soldi in tasca non mancano.
Ora
i figli sfrecciano con moto o con auto nuove dentro il paese mettendo a
repentaglio la vita delle persone e i genitori prendono le difese dei
figli invece di redarguirli adeguatamente, poi se distruggono le auto a
quel punto se ne regala loro una nuova (perché è stato sfortunato, perchè
la colpa è sicuramente di qualcun altro).
Ora
invece di festeggiare in piazza è molto meglio darsi appuntamento per
riempirsi di botte, così per rallegrare la festa, magari meglio dopo aver
scolato una bella bottiglia di liquore tutti insieme appassionatamente.
Ed
i genitori? E’ colpa degli altri. Che cosa ci posso fare io? Sono le
cattive compagnie.
Ancora
qualcosa si può e si deve fare, perché questo paese, il più sviluppato
dei paesi del circondario fino a trent’anni fa, è stato superato e
perfino doppiato da Amaseno, Lenola, Castro dei Volsci. E se continua così
fra cinquant’anni sarà un cumulo di case abbandonate o abitate da
anziani e vecchi. E’ ora che il futuro si costruisca prima e non si
rimpianga per averlo mancato. Le piccole e medie industrie del nostro
paese dove sono? Chi le ha costrette ad “emigrare”?
Alcuni
esempi:
Mauri
(Castro dei Volsci)
Valplastic
(Castro dei Volsci)
Nardoni
(Frosinone)
Scau
(Frosinone)
Tullio
(Fondi)
Chi
è rimasto? Ma se cercate il colpevole di questa “emigrazione” di
aziende e di posti di lavoro è sicuramente qualcun altro.
E’
ora che chi ha da investire per questo paese lo faccia e chi ha il potere
di far investire agevoli queste persone. Gli appalti e le concessioni date
dal comune sono state un fallimento semplicemente perché “comunali”.
Nessuno le ha mai sentite proprie e quindi nessuno le ha mai fatte
funzionare come se fossero proprie.
La
vicenda poi di questa estate ha veramente del comico.
Ne
parlo perché in qualche modo ne sono stato coinvolto.
Il
Vallecorsa calcio va in promozione, ma il campo non è adatto a poter
ospitare tale categoria. Attenzione, non ne è adatto il campo e neanche
gli spogliatoi. Ora il presidente dell’AS Vallecorsa trova una soluzione
(opinabile come tutte le soluzioni, ma una soluzione). Fare un nuovo campo
nei pressi del centro sportivo (ormai inutilizzato da anni) dei Pezzanti.
Soluzione perfetta per rivalorizzare una struttura ormai abbandonata,
soprattutto in considerazione del fatto che le intenzioni erano quelle di
poter creare un centro sportivo a 360 gradi creando una struttura
ricettiva per le squadre che in promozione di solito effettuano lunghe
trasferte e spesso si fermano a mangiare in quei posti. Quindi si sarebbe
potuto costruire un ristorante e perché no una base di partenza per un
ulteriore sviluppo. Se solo pensiamo che a Vallecorsa non c’è un
ristorante di livello e che sono tante le persone che utilizzano come
possono i Pezzanti come base di appoggio per il podismo a fondo valle,
questa poteva e doveva essere la soluzione ottimale.
Invece
già dai primi incontri tra le parti in causa ho avuto quella strana
sensazione di cui parlavo prima: proviamo a criticare il progetto,
cerchiamo di mettere i bastoni fra le ruote, vediamo se riusciamo a
smontare anche questa iniziativa. Per di più il presidente avrebbe
anticipato buona parte della spesa pur di riuscire a far giocare il
Vallecorsa a Vallecorsa. Di
sicuro non avrebbe regalato poi il campo al comune, ma avrebbe comunque
anticipato un bel po’ di euro.
Io
sono sicuro che se questo fosse avvenuto in un qualsiasi degli altri
nostri paesi confinanti, la cosa sarebbe andata in porto, nel nostro
invece si è ottenuto:
1)
Un’altra squadra di calcio (il
Real Vallecorsa)
2)
L’AS Vallecorsa che gioca le
partite casalinghe a Castro dei Volsci per tutto il campionato
(incredibile)
3)
La ristrutturazione del vecchio
campo di calcio con l’abbattimento degli spalti per poterlo allargare,
il probabile esproprio di terreni annessi per ricostruire le tribune, la
modifica degli spogliatoi per consentire il raddoppio dei vani adibiti
alla terna arbitrale.
4)
L’inutilizzabilità del centro
sportivo dei Pezzanti per di più con il campo di calcetto sistemato con
l’erba sintetica.
5)
La spesa che supererà
sicuramente quella prevista per l’altro progetto visto che solo la
regione lazio ha già stanziato 60 mila euro per la ristrutturazione del
vecchio campo, non voglio pensare a quanti ne spenderà il comune, e
quindi i cittadini, e quanti ne ha già spesi per permettere all’AS
Vallecorsa di poter giocare le partite casalinghe a Castro dei Volsci,
Lenola o Ceccano
6)
Un solo campo dove poter far
litigare le due squadre sui turni da rispettare per gli allenamenti
settimanali
Sono
convinto che ad Amaseno se vengono a sapere queste cose ridono di gusto, e
come dargli torto.
Ma
il calcio non è tutto direte. Certo, ma intanto i ragazzi che fanno sport
di solito non si drogano e non si ubriacano. Il che è già un buon
inizio.
Tuttavia
se vogliamo parlare del resto.
Come
dice un mio caro vecchio amico:
“Vallecorsa
è l’unico paese dove si rimpiange sempre chi c’era prima”.
Questa
amministrazione aveva delle buone possibilità per non far rimpiangere le
precedenti, l’inizio non era stato dei migliori, ma poi sembrava aver
ingranato bene. Una buona coalizione, abbastanza eterogenea, per questo
vincente. Così vincente da avere 555 voti di scarto alle ultime elezioni.
Poi il baratro, litigi all’interno della coalizione, cambiamenti
radicali negli assessorati, vecchi assessori che vanno a far parte
dell’opposizione, politicizzazione di uno schieramento civico. Il
risultato è per l’ennesima volta avvilente dal punto di vista del
cittadino, del contribuente e soprattutto da parte del sostenitore di
questa amministrazione. Si continuano a commettere gli stessi errori,
lavori infiniti, a volte da rifare, a volte solo iniziati, a volte solo
per far vedere che si sono fatti, ma che non piacciono o non servono a
nessuno. Stiamo cominciando a rimpiangere i precedenti, che a loro volta
ci hanno fatto rimpiangere gli altri ancora.
Se
vogliamo che la gente resti a Vallecorsa, che i giovani trovino la voglia
di costruirci una famiglia, che coloro i quali sono andati a vivere fuori
possano ritornare (soprattutto adesso che c’è una riscoperta dei
piccoli paesi rispetto alle metropoli piene di traffico e di smog), questo
è il momento di cambiare e di lavorare tutti insieme per il paese che noi
tutti amiamo, io per primo.
Questa
lettera non vuole essere una lezione per nessuno, anche perché non ne
sarei in grado, ma vuole dare una speranza e spronare tutti coloro che
credono di poter fare di Vallecorsa un paese migliore di quello che oggi
è. Non penso ci voglia molto … basta guardarsi intorno … oltre i
nostri monti che non sono poi così alti.
Nessun
riferimento a persone non specificate è voluto.
Per
Vallecorsa.
Michele.
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