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FORUM 2005

Mauro Cipolla - 23 dicembre 2005

Ai futuri Consiglieri Comunali

Il Consigliere Comunale eletto direttamente dal popolo (diventa consigliere solo chi nella lista vincente o in quella/e perdente/i raggiunge la soglia prevista dal quorum per entrare in Consiglio Comunale) una volta eletto acquisisce un diritto soggettivo, diritto  che nessuno gli può togliere, solo lui può decidere della delega che il popolo gli ha affidato.

Il Sindaco, eletto direttamente dal popolo nomina gli assessori, li revoca a suo piacimento senza fornire la minima spiegazione spesso nascondendosi dietro un concetto “di fiducia”. Nulla invece  può contro il Consigliere Comunale, perché un potere più forte: il voto libero e democratico del popolo, ha conferito al Consigliere Comunale un mandato inattaccabile.

Diversamente il Consigliere Comunale non da solo, ma insieme ad altri Consiglieri, può sfiduciare un Sindaco.

Il Sindaco, forte della maggioranza consiliare, non deve ironizzare su qualche consigliere comunale, se costui non riesce a trovare le parole giuste per esprimere il proprio dissenso  rispetto ad un tema amministrativo, o se il Consigliere Comunale sia  in una posizione di minoranza in Consiglio. Le cose nel tempo possono cambiare!

Il Consigliere Comunale ha una propria dignità, derivatagli da quel rapporto diretto con il corpo elettorale ed il Capolista diventa Sindaco se la sommatoria dei voti di lista più i voti di preferenza dei singoli candidati alla carica di Consigliere Comunale è superiore di almeno 1 voto a quella delle altre liste.

Il candidato che prende i voti di preferenza, li prende sia perché l’elettore condivide il programma elettorale della lista e il capolista, ma in primis perché l’elettore con il singolo voto di preferenza ripone fiducia in quel candidato, affida un  ”mandato esclusivo ad un unico candidato alla carica di Consigliere Comunale”.

Il Consigliere Comunale, se non è convinto di una scelta amministrativa, non deve avere paura di dissentire dalla sua maggioranza, bisogna sempre e comunque salvaguardare la libertà di pensiero di ogni individuo.

Concludo con una frase di Voltaire molto in voga recentemente: ''Io non sono d'accordo con quello che tu dici ma darei la vita affinché tu lo possa dire''.

 

23 dicembre 2005                                                                   Mauro Cipolla

 

Michele  Bruni (Castellini) - 21 febbraio 2005 

 PIU’ MORTO CHE MORIBONDO

Nell’ormai lontano 1984, all’età di 16 anni, lasciai per la prima volta Vallecorsa per finire i miei studi altrove. Lasciai un paese “moribondo”, lo definivamo così noi sedicenni di quegl’anni, ma non per l’età media dei Vallecorsani, ma per le limitate possibilità che i giovani avevano a disposizione. 

Se si esclude una piccola comunità di ragazzi che avevano la possibilità e la capacità di giocare a calcio, il resto oziava mestamente in diverse parti del paese, attendendo la fine della giornata come liberazione da un’agonia sempre crescente. Tuttavia c’era ancora qualcosa che faceva vivere il paese, c’era il campanilismo (quello sano e quello esagerato), c’era la voglia di vivere le sante feste, si attendeva e ci si divertiva insieme nelle serate della festa della Madonna della Sanità, di San Michele, nelle serate dell’agosto vallecorsano dove spesso veniva chiamato in prima persona il cittadino ad esibirsi; indimenticabili sono stati i tornei di calcetto in piazza Plebiscito (veramente il vero calcetto ancora doveva nascere), i giochi popolari in piazza Sant’Angelo con l’albero della cuccagna. A carnevale ci si vestiva tutti e si girava per il paese cercando di non farsi riconoscere.  

Vallecorsa raddoppiava la sua popolazione d’estate e durante le feste. Sono passati venti anni … ma che cosa è successo …

Quando torno, in inverno circa tre fine settimana al mese, trovo il vuoto, ma non soltanto un vuoto numerico, la cosa peggiore è che trovo un vuoto umano. Non c’è più la voglia di tenere in vita questo paese, lo stiamo lasciando morire.

Troppi errori sono stati commessi, troppe iniziative sono state bocciate prima ancora di nascere, troppe ali sono state tarpate. Vallecorsa a volte sembra un paese di professoroni a cui tutto si deve, i quali sono capaci di dire tutto ed il contrario di tutto nel giro di un giorno o nel giro di una tornata amministrativa. Volete un esempio:

cosa dicevano i principali esponenti dell’attuale maggioranza prima delle ultime elezioni nei confronti di Floriana Sacchetti e del dott. Gabriele Lauretti? Lodi, lodi ed ancora lodi per il loro operato nei precedenti 5 anni di amministrazione. Provate a chiedere le stesse cose adesso. Ma, meglio ancora, potevate chiederlo venti giorni dopo la rielezione dell’attuale giunta. Se ne sono sentite e se ne sentirebbero di tutti i colori.

Poi penso che tutti saranno stufi (io per lo meno lo sono) di tutti coloro che pretendono di darti lezioni di economia, di politica internazionale, di buon governo e di educazione civica, magari davanti ad un bar, senza aver aperto mai un libro o senza aver mai letto un approfondimento su un quotidiano, basta parlar male del governante di turno, tanto così non ci si sbaglia mai, ma si fa bella figura e si ottiene consenso. Se si chiama Berlusconi o Tullio non fa differenza.

Ma lo sport più amato dal cittadino vallecorsano è lo smontare i buoni propositi e le iniziative. Si potrebbe aprire un intero corso di laurea. Le materie potrebbero essere: Smontaggio delle iniziative, Boigottaggio delle imprese vallecorsane, Critica all’iniziativa personale, Invidiare ed evitare le altrui fortune, etc.

Ma adesso è ora di guardare e di sviscerare quello che il vallecorsano è diventato.

Il vallecorsano è stato da sempre un lavoratore testardo ma capace, un genitore buono ma duro, un uomo umile ma orgoglioso. Ma ora dov’è finito?

Ora a trent’anni si pretende il posto di lavoro comodo (al comune, alla provincia, al ministero), di un certo livello (e magari non si sono neanche finite le scuole superiori), con un certo stipendio … oppure si sta a casa con mamma e papà tanto i soldi in tasca non mancano.

Ora i figli sfrecciano con moto o con auto nuove dentro il paese mettendo a repentaglio la vita delle persone e i genitori prendono le difese dei figli invece di redarguirli adeguatamente, poi se distruggono le auto a quel punto se ne regala loro una nuova (perché è stato sfortunato, perchè la colpa è sicuramente di qualcun altro).

Ora invece di festeggiare in piazza è molto meglio darsi appuntamento per riempirsi di botte, così per rallegrare la festa, magari meglio dopo aver scolato una bella bottiglia di liquore tutti insieme appassionatamente.

Ed i genitori? E’ colpa degli altri. Che cosa ci posso fare io? Sono le cattive compagnie.

Ancora qualcosa si può e si deve fare, perché questo paese, il più sviluppato dei paesi del circondario fino a trent’anni fa, è stato superato e perfino doppiato da Amaseno, Lenola, Castro dei Volsci. E se continua così fra cinquant’anni sarà un cumulo di case abbandonate o abitate da anziani e vecchi. E’ ora che il futuro si costruisca prima e non si rimpianga per averlo mancato. Le piccole e medie industrie del nostro paese dove sono? Chi le ha costrette ad “emigrare”?

Alcuni esempi:

Mauri (Castro dei Volsci)

Valplastic (Castro dei Volsci)

Nardoni (Frosinone)

Scau (Frosinone)

Tullio (Fondi)

Chi è rimasto? Ma se cercate il colpevole di questa “emigrazione” di aziende e di posti di lavoro è sicuramente qualcun altro.

E’ ora che chi ha da investire per questo paese lo faccia e chi ha il potere di far investire agevoli queste persone. Gli appalti e le concessioni date dal comune sono state un fallimento semplicemente perché “comunali”. Nessuno le ha mai sentite proprie e quindi nessuno le ha mai fatte funzionare come se fossero proprie.

La vicenda poi di questa estate ha veramente del comico.

Ne parlo perché in qualche modo ne sono stato coinvolto.

Il Vallecorsa calcio va in promozione, ma il campo non è adatto a poter ospitare tale categoria. Attenzione, non ne è adatto il campo e neanche gli spogliatoi. Ora il presidente dell’AS Vallecorsa trova una soluzione (opinabile come tutte le soluzioni, ma una soluzione). Fare un nuovo campo nei pressi del centro sportivo (ormai inutilizzato da anni) dei Pezzanti. Soluzione perfetta per rivalorizzare una struttura ormai abbandonata, soprattutto in considerazione del fatto che le intenzioni erano quelle di poter creare un centro sportivo a 360 gradi creando una struttura ricettiva per le squadre che in promozione di solito effettuano lunghe trasferte e spesso si fermano a mangiare in quei posti. Quindi si sarebbe potuto costruire un ristorante e perché no una base di partenza per un ulteriore sviluppo. Se solo pensiamo che a Vallecorsa non c’è un ristorante di livello e che sono tante le persone che utilizzano come possono i Pezzanti come base di appoggio per il podismo a fondo valle, questa poteva e doveva essere la soluzione ottimale.

Invece già dai primi incontri tra le parti in causa ho avuto quella strana sensazione di cui parlavo prima: proviamo a criticare il progetto, cerchiamo di mettere i bastoni fra le ruote, vediamo se riusciamo a smontare anche questa iniziativa. Per di più il presidente avrebbe anticipato buona parte della spesa pur di riuscire a far giocare il Vallecorsa  a Vallecorsa. Di sicuro non avrebbe regalato poi il campo al comune, ma avrebbe comunque anticipato un bel po’ di euro.

Io sono sicuro che se questo fosse avvenuto in un qualsiasi degli altri nostri paesi confinanti, la cosa sarebbe andata in porto, nel nostro invece si è ottenuto:

1)      Un’altra squadra di calcio (il Real Vallecorsa)

2)      L’AS Vallecorsa che gioca le partite casalinghe a Castro dei Volsci per tutto il campionato (incredibile)

3)      La ristrutturazione del vecchio campo di calcio con l’abbattimento degli spalti per poterlo allargare, il probabile esproprio di terreni annessi per ricostruire le tribune, la modifica degli spogliatoi per consentire il raddoppio dei vani adibiti alla terna arbitrale.

4)      L’inutilizzabilità del centro sportivo dei Pezzanti per di più con il campo di calcetto sistemato con l’erba sintetica.

5)      La spesa che supererà sicuramente quella prevista per l’altro progetto visto che solo la regione lazio ha già stanziato 60 mila euro per la ristrutturazione del vecchio campo, non voglio pensare a quanti ne spenderà il comune, e quindi i cittadini, e quanti ne ha già spesi per permettere all’AS Vallecorsa di poter giocare le partite casalinghe a Castro dei Volsci, Lenola o Ceccano

6)      Un solo campo dove poter far litigare le due squadre sui turni da rispettare per gli allenamenti settimanali    

Sono convinto che ad Amaseno se vengono a sapere queste cose ridono di gusto, e come dargli torto.

Ma il calcio non è tutto direte. Certo, ma intanto i ragazzi che fanno sport di solito non si drogano e non si ubriacano. Il che è già un buon inizio.

Tuttavia se vogliamo parlare del resto.

Come dice un mio caro vecchio amico:

“Vallecorsa è l’unico paese dove si rimpiange sempre chi c’era prima”.

Questa amministrazione aveva delle buone possibilità per non far rimpiangere le precedenti, l’inizio non era stato dei migliori, ma poi sembrava aver ingranato bene. Una buona coalizione, abbastanza eterogenea, per questo vincente. Così vincente da avere 555 voti di scarto alle ultime elezioni. Poi il baratro, litigi all’interno della coalizione, cambiamenti radicali negli assessorati, vecchi assessori che vanno a far parte dell’opposizione, politicizzazione di uno schieramento civico. Il risultato è per l’ennesima volta avvilente dal punto di vista del cittadino, del contribuente e soprattutto da parte del sostenitore di questa amministrazione. Si continuano a commettere gli stessi errori, lavori infiniti, a volte da rifare, a volte solo iniziati, a volte solo per far vedere che si sono fatti, ma che non piacciono o non servono a nessuno. Stiamo cominciando a rimpiangere i precedenti, che a loro volta ci hanno fatto rimpiangere gli altri ancora.

Se vogliamo che la gente resti a Vallecorsa, che i giovani trovino la voglia di costruirci una famiglia, che coloro i quali sono andati a vivere fuori possano ritornare (soprattutto adesso che c’è una riscoperta dei piccoli paesi rispetto alle metropoli piene di traffico e di smog), questo è il momento di cambiare e di lavorare tutti insieme per il paese che noi tutti amiamo, io per primo.

Questa lettera non vuole essere una lezione per nessuno, anche perché non ne sarei in grado, ma vuole dare una speranza e spronare tutti coloro che credono di poter fare di Vallecorsa un paese migliore di quello che oggi è. Non penso ci voglia molto … basta guardarsi intorno … oltre i nostri monti che non sono poi così alti.

Nessun riferimento a persone non specificate è voluto.

Per Vallecorsa.

Michele.

 
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Webwriter: Giandrea Cipolla
Aggiornato il: 30 dicembre 2005