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Pubblichiamo di seguito la straordinaria esperienza in Angola dell'amica Agnese, una prova di solidarietà e di coraggio che ci commuove e ci appassiona profondamente. Complimenti Agnese!

30 GIORNI IN ANGOLA 

di Agnese Bruni

   

Il nostro gruppo è formato da 6 persone : un padre salesiano, Marco, Eugenio,Silvia, Mariangela e io. Tutti insieme abbiamo seguito sei mesi di corso presso il VIS - VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO, ONG legata ai salesiani. Si occupa di sviluppo nei paesi poveri, privilegiando progetti di scolarizzazione, salute e costruzione di pozzi e infrastrutture.

 

Addis Abeba 28/07/2005

Siamo arrivati in Etiopia, abbiamo fatto il nostro scalo. Domani partiremo alla volta di Luanda, capitale dell’Angola.

Perla e Sibilla le due volontarie Vis ci sono venute a prendere per fare un giro e vedere un po’ anche questa città. L’impatto è stato quello classico di ogni città africana, anche se mi è sembrata, nella “caoticità”, organizzata. Le persone, o meglio, i bambini che ho visto in giro non mi sembrano denutriti e le due volontarie ci spiegano che qui in città il problema è la malnutrizione, mentre nelle campagne la denutrizione, dovuta alla siccità … siamo andati prima al centro Don Bosco dove ci sono i bambini e poi nel loro quartier generale dei volontari che è casa e ufficio… come le ammiro, sole in un posto come questo …sono coraggiose e leggo nei loro visi un’estrema serenità.

Nel centro Don Bosco ho trovato una realtà drammatica ma festosa, i bimbi passano qui tutta la giornata studiano, pranzano, fanno merenda e giocano fino alle 17.30.  Al nostro arrivo c’è stata una “cagnara” infinita, eravamo la novità… tutti ci chiedevano il nome, da dove arrivavamo, ci toccavano, volevano le foto. Belli a dir poco, i loro sorrisi conquistano e fanno soffrire … quando sono arrivata pensavo di non avere il coraggio di toccarli, invece non ho resistito… è stato più forte di me e stringere le loro manine è stata la mia prima vera emozione.

Le loro mani nelle mie, i loro occhi neri  profondi e ridenti…sono stupendi!

La loro età varia da 8 a 18 ma quelli di 8 sembrano molto più piccoli.

Quello che mi ha colpito e ferito è stato sentire che molti di loro o non hanno famiglia o sono stati mandati via e dormono in strada o nei prati, purtroppo qui la notte è dura fa freddo e piove spessissimo… spero che presto possano costruire un ricovero per loro.

Non so quanti erano forse centinaia, le loro urla festose mi sono rimaste dentro e mi hanno accompagnato verso la seconda tappa: Luanda.

 

Luanda 29/07/2005

Oggi comincia la nostra avventura qui in Angola paese martoriato prima dalla colonizzazione portoghese e poi da decenni di guerra civile finita solo 3 anni fa. Le ferite che questo paese porta  credo non si possano rimarginare facilmente.

Ci siamo svegliati verso le 7 colazione e poi…. Poi centro salesiano di Lisceira (credo si scriva così), Lisceira è uno dei quartieri più poveri significa Immondezzaio proprio perché sorge su cumuli di immondizie di ogni tipo e genere… appena scendiamo un odore forte ci invade ed è stata molto dura abituarci noi capaci solo di sentire profumi.

Qui ci accoglie Don Stefano un salesiano di 33 anni, lui si che è un sacerdote !!! …prima di diventare prete faceva il fioraio e poi… sta qui da un po’ di tempo lavora con i ragazzi del quartiere tutti i giorni e a sentire lui Lisceira è il Paradiso …ha detto che questa è casa sua e non  vuole più andare via….

Dopo la visita alla scuola e ai centri professionali abbiamo fatto un giro nel quartiere…Don Stefano ci ha invitato a non portare macchine fotografiche o telecamere per la nostra sicurezza.

Non l’avrei mai fatto…non voglio immortalare scena drammatiche che mancano di rispetto e dignità…perché ho visto gente che vive solo di questa.

La situazione che ho visto non lascia molto all’immaginazione, non è drammatica ma molto di più… case di fango l’una attaccata all’altra, vie che sono cunicoli stretti … fatti di terra …e gli stessi sono anche fogne, bagni pubblici, e discariche di immondizia… piccoli rivoli di acqua e liquame scorrevano ovunque…e il mio piede è andato proprio a finire in uno di questi…ma non sono riuscita a fermare la mia voglia di conoscere e rendermi conto della realtà.

Non ho mai visto una cosa del genere, la situazione igienico sanitari è veramente disastrosa, se solo penso che i bambini giocano, mangiano e si relazionano in questi posti.

I bambini che ho visto sono uno più bello dell’altro, sono sporchissimi, scalzi, nudi ma con dei sorrisi che ti conquistano, che ti fanno male ti trafiggono perché sai che tu oltre ad un abbraccio ad un sorriso puoi far poco, con un mese non puoi cambiare in nessun senso la loro vita…e allora ti senti inutile .

Mi piace accarezzarli abbracciarli giocare con loro… danno tanto e io cosa ho dato loro? Forse niente e questo fa male… tanto male.

Quello che mi fa rabbia e non capisco è perché l’occidente .. tutti noi non facciamo nulla, perché continuiamo a mantenere viva e attiva questa situazione… e pensare che da loro avremmo tanto da imparare, tanto da crescere perché vedendo i loro sorrisi, la loro voglia di vivere e sopravvivere  potrebbe insegnarci tanto.

Il gruppo sta reagendo in modo diverso c’è chi piange, chi si chiude nel mutismo, chi cerca di sdrammatizzare per non cadere nella disperazione….

E quello di cui avevo paura si è manifestato davanti a me…il senso della vista mi ha distrutto il cuore e il non potersi voltare per non vedere mi ha fatto sbattere contro una realtà troppo dura da accettare .

 

Lwena 2/08/2005

Siamo arrivati finalmente a destinazione.

In questa cittadina passeremo un intero mese… abbiamo cominciato con un giro di ricognizione per prendere un po’ coscienza della realtà circostante… i luoghi sono molto suggestivi ..belli… terra rossa …case di fango…molta vegetazione e infiniti campi…

Ci siamo fermati in questa prima escursione in un villaggio… e qui ho preso in braccio un bimbo di 3 mesi…è in quel momento che mi sono sentita pronta per questa avventura.

Nel pomeriggio, dopo una prima riunione con il direttore padre Martin per un minimo di organizzazione, abbiamo fatto oratorio nel cortile della casa salesiana…centinaia di bambini festosi che guardavano con curiosità la novità del mese…un gruppo di Cindeli “di bianchi”…che gironzolavano ancora un po’ spaesati nel loro oratorio.

Mi si è attaccata una bambina di 11 anni, mi ha preso la mano ed è stata con me tutto il giorno … è bellissima si chiama Miver.

Quello che mi ha colpito e preoccupato allo stesso tempo è che stava con me e non andava a giocare con gli altri bambini.

Il mio impegno qui sarà prettamente scolastico, la mattina insieme con i professori e il pomeriggio con il supporto scolastico ai bambini di prima e di terza elementare.

Lwena 6/08/2005

Le cose qui non so ancora se vanno bene o male. Ieri sono stata male con lo stomaco e ho dormito per quasi 2 giorni…

La casa dove dormiamo è molto bella e pulita Cinzia e Gabriele la coppia Vis che ci ospita è estremamente gentile…il problema è casa salesiani dove diciamo che l’igiene non fa parte dell’arredo… questo è comprensibile vedendo la loro vita…la loro dedizione è rivolta verso i bambini e i loro genitori cercando di migliorare la situazione in tutti i modi…

Con i ragazzi del gruppo abbiamo cercato di dare una rassettata alla casa… ma è dura… non abbiamo i mezzi per poterlo fare in modo decente e quindi continuiamo a vedere insetti di ogni genere che circolano in cucina o nel salone…ma anche questo credo faccia parte di questa esperienza e dobbiamo a tutti i costi adattarci.

Ieri sono stata a scuola dai bimbi ..sono la fine del mondo, bellissimi con i loro occhi grandi e sorridenti, sono festosi e attivi più dei nostri bambini e pensare che qui il cibo è poco e sempre uguale.

A scuola sono un disastro, quelli di prima non riescono ancora a prendere la penna in mano e quelli di terza non sanno leggere… ma cosa ci si aspetta ? qui i bombardamenti hanno distrutto tutto fino a 3 anni fa …questi bimbi hanno conosciuto la guerra vera …Lwena era uno dei punti più caldi dell’Angola…

Ieri mattina mi ha colpito un bambino a cui avevano rubato dei libri, l’ho visto rotolarsi nella sabbia piangere e urlare …mi sono avvicina l’ho sollevato ho cercato di calmarlo ma non ci sono riuscita… capivo poco quello che mi diceva per quanto urlava…mi ha fatto tanta tenerezza e quando ho capito mi sono sentita malissimo al pensiero che potesse piangere per un libro…ma qui i libri sono oro non è facile trovarli e costano 4 volte rispetto all’Italia…

Qualche soddisfazione comincio ad averla, un bimbo della 1, Bartolomeo mi è riuscito a scrivere una pagina in modo ordinato e leggibile. Sempre in questa classe c’è una bimba di nome Domingas è una peste ma è bellissima sembra portare il trucco sugl’occhi …è molto minuta ma estremamente vivace …quando mi vede mi urla “ Professora Agnesa” che bella…ma non riesco proprio a farla scrivere in modo corretto…speriamo bene.

Nel pomeriggio, prima di andare a scuola sono scesa in oratorio e c’era Miver mi è venuta incontro e mi ha abbracciato…si era fatta bella per me aveva messo sulla fronte una treccia finta, qui si usa molto farle per abbellirsi, quando le ho detto che sarei andata a scuola e non potevo rimanere lì è rimasta delusissima e credo sia andata via subito dopo perché non l’ho più vista nel cortile.

Ieri sera sono stata felicissima mi ha chiamato mamma e sono riuscita anche a parlare con Matteo e Chiara …le due pesti mi mancano da morire, le loro vocine sono veramente speciali … gli voglio un mondo di bene.

Lwena 8/08/2005

 Le avventure cominciano a prendere piede, sabato 6/08 siamo andati nel villaggio di Cisuli, un’aldeja bellissima… è un villaggio sperduto nella savana africa…qui come al solito abbiamo fatto un po’ di animazione e abbiamo accompagnato i bimbi a fare il bagno in un vicino fiume.

Qui i bambini sono particolarmente sporchi ma il villaggio è molto ordinato e pulito.

Quando stavamo per andar via, verso le 16.30, qui fa buoi alle 17.30, Eugenio mi è venuto incontro dicendomi che la macchina si era rotta dopo un secondo di panico mi sono rassegnata e ci siamo avviati dove avevano cominciato ad accendere i fuochi… siamo stati li fino alle 21.30 …

C’erano tre fuochi uno per le donne, uno per i bambini e uno per gli uomini… le donne stavano cucinando il Fungi una specie di polenta fatta con farina di manioca…

Gli uomini ci hanno invitato a sedere con loro, ero l’unica donna ma in quanto ospite ero privilegiata, abbiamo conversato con loro e abbiamo scoperto che stavano festeggiando “L’oboe” un anniversario di morte… a questa famiglia la guerra aveva ucciso 10 componenti qualche anno prima… ero sconvolta festeggiare la morte… poi ho capito qui tutto fa parte del ciclo della vita e in quanto tale è tutto naturale e bello, anche la morte..

Ieri 7/08 ho visitato un’altra aldeja Muazimbo, mi sono divertita molto, provo un’ infinito piacere a rotolarmi nella sabbia con i bambini ad abbracciarli prenderli in braccio farli sorridere… ho preso una bimba di circa due anni che mi si è aggrappata come un Koala, qui sono abituati a stare in una specie di marsupio dietro la schiena delle mamme e devono stare ben saldi per non cadere. È stato bellissimo averla in braccio mi guardava con serietà e curiosità forse sono troppo bianca per loro e come i nostri bimbi hanno paura dell’uomo nero loro hanno paura dell’uomo bianco.

 

Lwena 09/08/2005

 Ieri sono stata in un’aldeja di nome Ngombe è bellissima. È situata a più di 1400 m ., il  panorama fantastico, davanti a me una grande vallata e poi le montagne. Siamo andati lì per portare un muratore che doveva seguire i lavori del posto di salute. Era l’ora della siesta quindi non c’era nessuno in giro …l’atmosfera era surreale…soffiava un forte vento e il silenzio era assordante…sensazioni forti che fanno riflettere su tanto e tutto.

Oggi sono stata con gli altri ragazzi del gruppo in un villaggio di nome Cicala siamo venuti per intraprendere una campagna di vaccinazioni promossa dall’Unicef … per questa occasione c’erano tantissimi bimbi tutti molto piccoli.

Anche questo villaggio è molto caratteristico, case di paglia e fango, la savana, la vita quotidiana che scorre lenta ..ci raccontano che per andare a prendere l’acqua le donne camminano per circa 7 ore…cose da pazzi!

Come al solito i bambini ci travolgono con urla e sorrisi.

Abbiamo visto bimbi sorridenti e felici prima del vaccino e urlanti dopo le 5 punture previste …qui si fanno tutti insieme a causa delle difficoltà di spostamento. Sono rimasta molto colpita dal fatto  che i bambini che piangevano non venivano consolati dalle loro mamme, forse perché le stesse avevano altri figli più piccoli da accudire. Qui le donne hanno in media 7/8 figli ma sono loro stesse delle bambine. Rispetto al mio stato d’animo devo dire che sto molto bene e ho provato tanta felicità nel far ridere un bimbo molto piccolo, qui di solito i piccoli hanno paura  dei cindele, invece, lui rideva con i soliti “ghe ghe” che avevo solo con i bimbi italiani…è bello far ridere qualcuno con una smorfia o una pernacchietta.

 

Gita del 12,13,14/08/2005

 Ieri è cominciata la seconda avventura.

Siamo partiti da Lwena nella tarda mattinata e tra strade sterrate , fatte di sabbia, paesaggi lunari e savana siamo arrivati a Canconga, un’aldeja distante solo 60km ma in ore un’intera giornata di viaggio…

Riflettevo sul fatto che qui anche il solo spostarsi diventa difficoltoso e pieno di insidie…dalla macchina che rimane insabbiata alle mine che costeggiano la strada…qui i terreni sono tutti minati e l’opera di bonifica ha coinvolto ad oggi solo il percorso stradale e 5 metri a destra e sinistra del margine stradale… basta fare un passo al di là dei 5 metri…e….

Dunque siamo arrivati al villaggio che era già buio, e dal buoi sono comparsi gli abitanti di Canconga che ci hanno accolto con canti festosi e canti… mi sembrava di essere in un film …gente dagli abiti colorati, felici e festosi per l’arrivo di questi stranieri…il loro canto iniziava con “Italiano Bemvindo” “Italiano benvenuto”… i canti sono continuati davanti a un falò acceso per noi e dove noi siamo rimasti seduti ad ascoltare e a parlare con loro fino a molto tardi..

Questa per me è stata una notte speciale, per la prima volta ho dormito in sacco a pelo per terra sul cemento…è stato bello ed emozionante dovermi adattare anche a questo…

La mattina seguente è ripreso il nostro viaggio la meta finale è un’aldeja di nome Sacingamba dove i salesiani stanno cercando di concludere un accordo per far sviluppare delle cooperative agricole e dare una mano nello sviluppo di questa zona molto rurale.

Anche questa volta il viaggio è stato avventuroso perché in questo caso non esisteva una “strada” ma solo un sentiero in mezzo ad una foltissima vegetazione… abbiamo viaggiato per non so quanti chilometri salendo su per colline abbastanza alte…quando sotto di noi è apparso un altro villaggio …bellissimo fatto di case circolari fatte interamente di paglia …il villaggio era abbastanza grande ma molto ben organizzato , pulito e soprattutto dignitoso dove le persone ci hanno accolto come se fossimo delle star…

Questa è una cosa che mi sconvolge sempre un po’ la bellezza d’animo di queste persone, sono gentili, cordiali, sempre sorridenti …e allora mi chiedo spesso come mai si sono fatti la guerra per 50 anni cosa li ha resi ora in questo modo e prima violenti e sanguinari? È forse colpa nostra che abbiamo alimentato gli odi etnici tra queste popolazioni, data la colonizzazione portoghese che ha distrutto la loro identità?

Anche qui l’invasione dei bimbi ci ha travolto e anche in questo sono rimasta molto stupita…non volevano caramelle, oggetti o soldi ma carezze, abbracci e la nostra attenzione per giocare un po’ con loro.

Il viaggio è continuato sempre tra paesaggi spettacolari con vallate fiorite e alberi, tra ruscelli e fiumi …che dire l’Angola a li vello naturalisti non ha nulla da invidiare a nessuno… è come se fossi la protagonista di un documentario di Piero Angela…

Nel primo pomeriggio arriviamo a destinazione, aldeja di Sacingamba…anche qui la popolazione ci accoglie con canti e balli …dovrei essermi abituata a tutto questo e invece mi emoziono sempre tanto…sono una sentimentale!!!

Come in tutte le aldeje l’ordine e la pulizia mi colpiscono molto…credo che il problema della disorganizzazione appartenga solo alle piccole e grandi città dove i profughi della guerra ritornano con il loro bagaglio di disperazione per aver perso tutto e nella speranza di trovare qualcosa per andare avanti.

Qui i bambini mi sembrano in ordine e ben puliti…e soprattutto mi sembrano più paffutelli,  questo mi rende molto felice perché significa che non c’è il problema della malnutrizione causa di gravi malattie che portano alla morte numerosi bimbi al di sotto dei 5 anni.

All’ora di pranzo siamo rimasti sconvolti, ancora una volta, da queste persone… prima perché non avendo le posate per mangiare ce le hanno portate, poi perché ci hanno regalato una pentola con del pollo cotto…e infine perché al momento della partenza ci hanno caricato di regali tra cui manioca, canna da zucchero e una gallina!!!

Io non so se è normale e mi domando se anche noi ci saremmo comportati così, loro hanno rinunciato al loro cibo per darlo a noi…

E sempre più capisco cosa mi spinge a tornare da queste parti… è proprio questa loro capacità di accogliere l’ospite, la loro gentilezza, la loro generosità e la loro allegria .

L’accordo per le cooperative agricole, motivo della nostra vista, si è concluso bene… si comincerà a lavorare per questo, migliorare i sentieri per gli spostamenti di queste persone, costruzione di ponti per mettere in comunicazione aldeje vicine per lo scambio di sementi e prodotti, aiuto nella formazione delle persone per migliorare la tecnica di coltivazione.

Questo viaggio mi è servito tanto, non solo per conoscere queste realtà così diverse dalle nostre, per stare con i bimbi, per vivere in modo avventuroso, ma anche per parlare con i volontari che stanno qui ormai da due o tre anni… parlare con loro è veramente formativo …il loro coraggio e il loro altruismo mi fanno sperare che qualcosa qui può cambiare ma soprattutto che nel mondo c’è gente veramente speciale.

È grazie a loro che oggi i bambini hanno una scuola, che le persone malate hanno centri di salute, che i ragazzi di strada hanno un appoggio e un esempio di come si vive, che le persone adulte hanno scuole di formazione per diventare più operativi sul lavoro..

Loro stanno sacrificando parte della loro vita per qualcosa a cui credono, hanno lasciato tutte le comodità per qualcosa di molto scomodo e pericoloso…e in cambio cosa hanno…forse tanto o forse niente… perché tutto scorre lentamente e i cambiamenti sono lenti e faticosi…ma come disse Galileo “e pur si muove” si questa gente si sta muovendo verso un miglioramento.

Il viaggio di ritorno è stato molto faticoso dalle 3 del pomeriggio alle 10 della sera… strade di sabbia infinite, macchina che stentava a camminare, la sete e la polvere che stringevano la gola, la fatica che toglieva le forze … ma …rifarei tutto perché quello che ho visto e provato è stato talmente emozionante che ripartirei di nuovo, perché credo che il viaggio è conoscenza e il relazionarsi con queste persone è crescita.

 

Lwena 17/08/2005

 Oggi è stata una giornata molto dura per me… c’è stato quello che temevo di più …il pianto per l’approssimarsi della mia partenza e il distacco che avrò da questi bimbi.

In realtà non è successo nessun evento particolare, ho fatto oratorio come al solito e come al solito siamo entrati in chiesa per  assistere alle magie di don Piero…

I bambini sono stati incredibilmente vivaci , sgusciavano via da ogni parte mi hanno fatto impazzire ma nel momento in cui stavano andando via mi è preso un groppo alla gola …li vedevo sfilare davanti a me tutti mi salutavano e mi davano pacche sulla spalle o mi stringevano la mano…in quel momento sono morta dentro sapendo con tutta la consapevolezza del mondo che mi sarebbero mancati da morire … mi sarebbero mancati quei musetti neri e sporchi, quegli abbracci calorosi, quei sorrisi coinvolgenti, quel chiasso assordante, quei canti allegri…

Oggi poi c’era anche Miver, era un po’ che mancava, mi ha abbracciato e io l’ho fatto con le, in chiesa mi è stata vicino e mi ha cominciato a fare le treccine …mi tirava i capelli e io la lasciavo fare …in quel momento sono stata veramente felice… mi mancherà tanto …mi mancheranno tanto…

Quello che spero è di continuare a lavorare per loro anche dall’Italia …è il mio impegno verso chi mi ha dato tanto e che credo abbia cambiato il mio cuore…amo questo paese, con tutte le sue contraddizioni, le difficoltà ma anche la sua allegria, cordialità e disponibilità…

Prego il Signore che mi dia la forza di andare avanti per questa strada, di continuare a fare qualcosa per loro, prego il Signore che mi dia fede e speranza nel credere che la vita di ogni bambino possa essere consacra e santa perché la purezza che ho visto nei loro occhi merita grandi regali.

 

Lwena 20/08/05

 Ultimo giorno di scuola e di oratorio…

Abbiamo salutato i bambini…che brutto non l’avrei mai immaginato il primo giorno…tutti noi siamo rimasti colpiti e feriti da questo saluto e chi più chi meno ha pensato che un giorno in più ci avrebbe fatto piacere..

I bambini mentre ci salutavano ci chiedevano: “ ma quando tornate?”, “ ma perché andate via”, “ Ma dove andate?” o semplicemente “Buon viaggio”… quanto ti possono ferire? Domande taglienti che mi hanno fatto sentire piccola e cattiva perché non ho saputo rispondere, perché so che forse non tornerò qui, perché anche se tornerò non so se avrò la fortuna di ritrovare gli stessi bambini perché qui molti non ce la faranno…

C’è stata una bambina che mi stringeva forte non mi lasciava …allora l’ho presa in braccio mi accarezzava la testa e appoggiava la sua sulla mia spalla …non so descrivere quello che ho provato stentavo a lasciarla a dirle di andare a casa, ma Silvia mi ha ricordato che sarebbe stato peggio non lasciarla andare, allora le ho dato un bacio e l’ho salutata…

Sono un po’ arrabbiata con me …avrei voluto avere il coraggio di restare…ma i miei affetti mi hanno fatto voltare le spalle a questi bambini… ma parto con un bagaglio pesante pieno di emozioni, di consapevolezza di fare ancora molto e chi sa che presto non tornerò qui.

 

 

 

 

 

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Webwriter: Giandrea Cipolla
Aggiornato il: 06 ottobre 2005