Correggere i guasti dell'ultimi 20 anni- 20-02-03 - Vittorio Pagliarulo

 

 

Grazie Giuseppe,

grazie per il tuo intervento del 16 febbraio u.s..

Mi sento invitato a dire anche la mia giacché quel clicca qui inserito nel tuo scritto riferito al grafico rappresentativo degli spazi verdi attrezzati sul territorio, sito per sito, consente  a me di intervenire per formulare alcune proposte. Ma andiamo con ordine.

Ho avuto già modo di fare riferimenti storici sulla Telese di mia conoscenza, quella rappresentata da poco meno di cinquant’anni a poco meno di vent’anni fa e quella che è diventata da vent’anni ai giorni nostri: per carità! Hai perfettamente ragione. In un mio intervento sul sito di qualche tempo fa, ebbi a definirla ridente e di gran vivibilità la nostra Telese.

Ora come ora, di vivibilità non se ne parla neppure e di ridente ci rimane solo il sarcastico atteggiamento delle labbra a riso di scherno.

Tu fai vedere delle belle cartoline, il viale di platani trivialmente sostituiti dai liriodentri; il pioppeto che ha lasciato il posto alla megapiscina incompiuta e che forse mai si avrà almeno la consolazione di sapere  in galera i fautori delle ruberie a suo carico perpetrate prima, durante e dopo lo sperpero di una considerevole quantità di miliardi di vecchie lire. E così per l’ingresso alle terme e tanto altro ancora.

Sappiamo bene che il confronto non regge con la Telese di un tempo.

Sono due realtà completamente diverse sul piano politico  paesaggistico e morale:

Ø      la prima è stata quell’autentica, vivibile, confortevole;

Ø      la seconda è artefatta, faraonica per essere posizionata su di un fazzoletto di terreno, innaturale per le problematiche che si sono affacciate prepotentemente, allorquando si è fatto scempio dell’ambiente e si continua imperterriti nella stessa direzione sino a percepire quasi segnali di vero e proprio collasso. S’immagini solo che un’altissima percentuale di nuovi edifici affonda le sue fondamenta nella m… per l’assenza di fognature. Il nostro è il paese delle doline carsiche e dei pozzi neri. (perché si progettano piazze e piste ciclabili e non si ritiene prioritario razionalizzare la rete fognaria esistente e completarla a servizio delle nuove e innumerevoli utenze?)

Solo chi non conosce la Telese di qualche decennio scorso può avere la sensazione di vivere un ambiente ancora “sano”, in tutti i sensi!

Posto come ipotesi che qualcuno, provenendo da “Forcella” o da “Scampìa” o da un quartiere di Portici o di qualunque altra realtà Campana ad alta densità abitativa, giunto a Telese per risiedervi, gli si può perdonare di esclamare “oh come si vive bene in questo paese!”

Se vogliamo avere un’idea più appropriata della realtà in cui viviamo, analizziamo insieme il prospetto sinottico identificativo del distretto sanitario di cui facciamo parte: 

Comuni

N° abitanti

Estensione in Km2

Amorosi

2.806

11,03

Castelvenere

2.581

15,40

Cerreto Sannita

4.365

33.26

Cusano Mutri

4.480

58,86

Faicchio

4.027

43,88

Guardia Saframondi

5.750

21,00

Paupisi

1.600

09,00

Pietraroja

686

35,06

Puglianello

1.130

08,27

S. Lorenzo Maggiore

2.134

16,10

S.Lorenzello

2.344

13,88

San Salvatore Telesino

3.653

18,14

Solopaca

4.312

31,03

Telese Terme

5.202

09,83

 

            Premesso che il dato di Telese riferito al numero d’abitanti, a mio parere, non rispecchia la realtà per la presenza, presumibilmente, di domiciliati senza residenza (è una mia sensazione prefigurabile dalla spropositata presenza di automobili, rispetto alla popolazione), raffrontate il numero d’abitanti con l’estensione territoriale: il dato riguardante la nostra cittadina è di 529 abitanti per km2; Guardia Sanframondi, il più grande come numero d’abitanti, ha una densità pari a 273 persone per Km2; Paupisi (lo prendiamo in considerazione perché ha un’estensione territoriale quasi uguale a Telese, ha una densità pari a 177 abitanti per Km2; Pietraroja, infine, paese più piccolo dell’intera Provincia per numero d’abitanti, ha una densità pari a 19 abitanti per Km2. Si tenga altresì conto che la gran parte dei 529 abitanti telesini per Km2, sono concentrati su una superficie di appena 300 ettari.

            Ciò premesso, possiamo considerare Telese paese a misura d’uomo, quasi come un’isola felice?

            Di paesi a misura d’uomo, per rimanere nell’ambito di quelli elencati nel prospetto avanti esposto ve ne sono ma vi prego, però, di non  annoverare anche Telese perché non avreste commesso errore più grossolano.

            Non voglio assolutamente fare colpo sui fruitori di ViviTelese più apprensivi, ma immaginate solo per un momento che la proposta-provocazione del geografo napoletano Ugo Leone di “alleggerire” la zona vesuviana al fine di porre quegli abitanti al riparo dal “risveglio del vulcano” si materializzi, consentendo così il trasferimento di intere popolazioni anche nel Sannio, con Telese in prima linea (il geografo ha citato per primo il nostro paese insieme a Cerreto e San Lorenzello, forse perché a Telese non vi è mai stato) grazie al rilevante numero di appartamenti liberi nelle varie decine di “dormitori” già pronti per l’uso, di quelli da completare e di quelli ancora gia provvisti di concessione edilizia nell’attesa di posare la prima pietra!

Vi ricordate quando in un’altra occasione ho scritto dell’esperimento di quello scienziato americano che ha sistemato una coppia di ratti in un determinato sito ben delimitato, ben alimentati e liberi di riprodursi a volontà, che nel giro di appena qualche anno si sono estinti per autodistruzione? E’ esattamente quello che accade nel regno animale quando viene a mancare lo spazio vitale, quello spazio che, insieme altri parametri, conferisce la vivibilità del paese. 

            Il Presidente della Provincia, Carmine Nardone, in un suo intervento in merito, è stato fin troppo esplicito nel dichiarare che se ne può parlare a condizioni che non si ripeta l’orrore di Monteruscello, insediamento dormitorio a nord di Napoli.

            Vi prego di non volermene ma noi quella posizione, grazie alla dissennatezza di chi ci sta amministrando da quasi un ventennio, l’abbiamo quasi raggiunta. Altro che “isola felice e paese a misura d’uomo”.

            Scusami la digressione, Giuseppe, ma, come si dice…la lingua batte dove il dente duole.

            Ma andiamo alle proposte. Non ho avuto ancora l’opportunità di visitare il sito del Comune; suppongo però, anzi ne sono certo, non sono riportati prospetti sinottici che espongano con stessa dovizia di particolari, ad esempio, il numero di appartamenti realizzati nell’ultimo ventennio e quali e quanti sono rispettosi della normativa antisismica e dei parametri imposti dalle norme di attuazione del PRG; quanti sono i chilometri della viabilità cittadina e qual è lo stato della medesima viabilità. Possibile che solo su pochi marciapiedi o strade di questa nostra (sic) “isola felice” si possa camminare tranquillamente durante o dopo una pioggia, se non provvisti delle ormai in disuso soprascarpe impermeabili? Alcune zone – vedi la parte iniziale di Viale Minieri verso la stazione ferroviaria – sono vere e proprie lagune completamente inagibili dopo la pioggia. Cosa dire poi di quella parte di Via Roma che va dalla stazione di servizio Agip alla chiesa parrocchiale: da qualche tempo mette a dura prova pneumatici ed ammortizzatori delle macchine che si ritrovano a percorrere quella tratta.

            Potremmo continuare a perdifiato: è sufficiente guardasi intorno per rendersi conto che in questo paese vi è molto da ri-fare; è bene però che si accheti facendosi finalmente da parte colui che, sinora, ha fatto e strafatto. Chi verrà dopo dovrà permanere all’amministrazione del paese almeno per due sindacature. La prima dovrà servire a correggere i guasti di quasi un ventennio.

            Vittorio Pagliarulo