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Voltaire

Francoise-Marie Arouet
detto
VOLTAIRE
(1694-1778)

 

 

Voltaire fu il simbolo dell'illuminismo francese. Nato a Parigi, fu più volte arrestato nei primi anni della sua carriera accademica e portato alla Bastiglia dopo essere stato denunciato da un gruppo di nobili infastiditi dalle "attenzioni" del filosofo, instancabile delatore delle loro prepotenze. Venne anche bastonato dai servi del barone di Rohan dopo il rifiuto di battersi a duello con il nobile: lui, un semplice borghese figlio di un ricco notaio parigino (allora il rifiuto opposto alla nobiltà da un borghese veniva vissuto come un affronto).

Nel 1724 venne costretto all'esilio a Londra, dove entrò in contatto con il circolo degli empiristi (in particolare con
Locke) e rimase folgorato dal lavoro di Newton, le cui teorie non si stancò mai di divulgare.

Nel 1746 venne richiamato a corte grazie all'intercessione della Pompadour e, riabilitato, fu ricevuto solennemente dall'Accadèmie e nominato storiografo ufficiale di Francia. Alla sua morte, Voltaire era ormai un'istituzione nazionale, compiendo così il percorso che lo vide, da semplice borghese vessato dalla prepotenza della nobiltà, a vera e propria "istituzione" nazionale.

L'opera di Voltaire è tesa a diffondere e comunicare a quanti più uomini possibili i "precetti" dell'illuminismo in modo da sconfiggere quell'intolleranza religiosa che nasce dalla chiusura alla ragione e al suo metodo. Se la ragione illumina ogni cosa con la sua luce e il metodo scientifico moderno è l'unico in grado di garantire la conoscenza e il miglioramento generale del benessere degli uomini, allora l'intolleranza della fede verso ogni forma di conoscenza scientifica va combattuta e sconfitta. Solo liberando la società dai pregiudizi religiosi che impediscono alla scienza di avanzare le proprie conclusioni in totale autonomia sarà possibile proseguire entro il cammino della ragione e della verità.

Opere filosofiche principali: Elementi della filosofia di Newton (1737); Micromega (1752); Candido o l'ottimismo (1759); Trattato sulla tolleranza (1762); Dizionario filosofico (1764); Questioni sull'Enciclopedia (1776).

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Sommario

1. Contro l'intolleranza

2. Esiste un rimedio al fanatismo?

3. La critica all'ottimismo metafisico di Leibniz

4. Deismo e nuova interpretazione storica

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1. Contro l'intolleranza

Tema centrale della filosofia di Voltaire è il problema dell'intolleranza, e di quella religiosa in particolare. Nel clima di generale entusiasmo per le capacità della ragione umana, l'illuminismo cominciò ad entrare in conflitto con le tendenze conservatrici della religione, la quale spesso intralciava il cammino della ragione opponendo la verità del dogma a qualsiasi altra considerazione (ad esempio, il caso di Galileo, scienziato vittima dall'intolleranza della Chiesa).

Per Voltaire, l'uomo parte dalla posizione di essere ignorante su molte cose, non vi è quindi motivo di perseguire fanaticamente l'intolleranza, e quindi l'imposizione di una fede anziché un'altra, quando ogni uomo condivide la stessa ignoranza. "Siamo tutti impastati di debolezze ed errori; perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze, ecco la prima legge della natura..." (Voltaire, dal Dizionario filosofico).

In quest'ottica vi sono da fare, secondo Voltaire, importanti considerazioni storiche: l'intolleranza è propria degli uomini e delle società di tutti i tempi, il Cristianesimo, ad esempio, ha imposto la sua verità cercando di spegnere ogni critica alla propria dottrina, sia all'esterno che al suo proprio interno (si vedano le lotte attorno alle eresie). L'intolleranza è presente sia a livello individuale che a livello politico: chiara è la tendenza dei potenti di essere intolleranti con i più deboli e tolleranti con i più forti, da considerare inoltre che ogni opinione repressa con la violentemente con la forza non può che generare altra violenza.

Come sconfiggere l'intolleranza? L'unico ambito in cui non può esistere intolleranza è quello delle scienze esatte (matematica, aritmetica, geometria), poiché non vi è modo di imporre alcuna considerazione arbitraria quando si tiene come punto di riferimento qualcosa che può essere precisamente determinato: impossibile discutere attorno al valore di un numero o di una lunghezza, una volta misurata oggettivamente. Ecco allora che anche nelle questioni morali, etiche e politiche, l'uomo deve affidarsi alla ragione e alla sua obiettività, solo in questo modo non vi potrà essere alcun disaccordo sostanziale attorno ai problemi considerati.


2. Esiste un rimedio al fanatismo?

Ma l'intolleranza può diventare assai pericolosa quando raggiunge il suo culmine nel fanatismo: il fanatismo non può essere combattuto in alcun modo dalla ragione perché si alimenta nella passione irrazionale. Inutile allora cercare di convincere un fanatico a desistere dai suoi errori con l'aiuto della sola razionalità, egli non starà ad ascoltare, anzi, la controversia lo ecciterà ancor di più.

"Le leggi e la religione non valgono nulla contro questa peste dell'anima [il fanatismo]; la religione, lungi dall'essere per loro [i fanatici] un cibo salutare, si trasforma in veleno per i cervelli infetti." (tratto dal Dizionario Filosofico).

Dunque, quale rimedio al fanatismo? Il fanatismo non può essere combattuto direttamente e per mezzo della sola ragione, esso potrà essere tutt'al più prevenuto mediante una corretta divulgazione dei precetti della ragionevolezza e della tolleranza, un vasto progetto di azione culturale e pedagogica che si sviluppa all'interno delle istituzioni di uno stato laico che non si occupa delle questioni morali inerenti ai singoli individui, ma, al contrario, garantisce comunque l'orizzonte civile entro cui i cittadini possono godere di una libertà sostanziale priva di fanatismo.

Ma vi è un'altra arma al fanatismo, un'arma ben ben più sottile: quest'arma è l'ironia, sempre che la controparte riesca a recepirla.


3. La critica all'ottimismo metafisico di Leibniz

Nel Candido, Voltaire immagina un giovane ingenuo e sprovveduto (Candido, appunto), passare per un'infinita serie di disgrazie senza comunque perdere il suo inguaribile ottimismo, il quale gli proviene dall'insegnamento di Pangloss (una satira di Leibniz), lo scienziato di corte che afferma che il mondo è il migliore dei mondi possibili e che tutto ha un suo fine e una sua utilità nel grande gioco dell'esistenza.

L'avversione di Voltaire all'ottimismo metafisico di Leibniz proviene dalla consapevolezza che non vi può essere alcun fine entro la contingenza della natura materiale, nessun senso ("Dio") si può prendere come fondamento certo della realtà. Il mondo non è ne buono ne cattivo, non vi è alcun ordine o priorità "qualitativa" in questo mondo rispetto ad un altro, il mondo è ciò che è, vincolato da quelle sole leggi naturali che il metodo della scienza sperimentale sarà in grado di decifrare.


4. Deismo e nuova interpretazione storica

L'illuminismo francese, tuttavia, non negò l'inesistenza assoluta di Dio, in particolare sviluppò una originale visione filosofica che giustificava l'esistenza di Dio. Tale visione è chiamata "deismo". Il deismo sostiene che per mezzo della ragione è possibile giustificare la presenza di Dio nell'universo come garante delle leggi fisiche, tuttavia considera la fede, la Chiesa e la religiosità come fatti accessori, proprio perché la ragione è bastevole a concepire Dio, mentre la fede risulta qualcosa di accidentale e di non necessario. Dio è il garante del mondo fisico, colui che garantisce le leggi fisiche entro cui ogni cosa accade ma che non si intromette in alcun modo nelle questioni morali e umane.
L'esistenza divina, secondo il movimento deista, è spiegabile quindi attraverso l'esperienza del mondo e la ragione umana, non occorre quindi una rivelazione storica di Dio agli uomini per essere consapevoli della sua esistenza, per ammettere l'esistenza di Dio è sufficiente la ragione.

Anche Voltaire abbracciò questa corrente di pensiero, come accolse la considerazione che è necessario cambiare il modo di interpretare i fatti storici: se prima dell'illuminismo la storia è resoconto della gloria dei singoli condottieri e dei fatti più eclatanti, l'illuminismo propone invece il recupero dello studio dei costumi delle diverse culture, delle loro usanze e del loro livello tecnologico, come del resto propone l'analisi dell'evoluzione dello spirito umano nel suo tentativo di affrancarsi dai pregiudizi e dalla superstizione.

Queste questioni saranno oggetto del progetto dell'Enciplopedia, alla quale non potè non partecipare lo stesso Voltaire: si ricordi che il sottotitolo dell'Enciplopedia era Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri, a ribadire l'attenzione per gli aspetti concreti e non epico-eroici della storia e dei suoi accadimenti.

 

 

Scheda di Synt - ultimo aggiornamento 28-10-2004

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