Origini degli uomini 

Dopo aver creato tutto questo, andarono sulla riva del mare a farsi un bagno.....no, scherzavo. Andarono sulla riva del mare e trovarono due tronchi d'albero. Odino diede loro spirito e vita; Vili saggezza e movimento; Vé forma, parola, udito e vista. Furono così creati i progenitori della stirpe umana. Lui si chiamò Askr e lei Embla. 

Il nome nella mitologia nordica

Il nome viene visto come l'essenza delle cose, quello che dà la vita. Dare un nome significava ammettere qualcuno nella società, renderlo un individuo. L'usanza di dare il nome di un antenato ad un nuovo nato presupponeva la convinzione che la forza del defunto avrebbe pervaso l'infante aiutandolo nel duro percorso della vita.
L'atto di dare un nome è detto nafnestr ed è generalmente accomnpagnato da un dono.
Sigurðr nascose il proprio nome, perchè si credeva nel tempo antico che la parola di un uomo morente avesse gran potere, se egli avesse maledetto il suo nemico.
Questo è quello che viene raccontato nelle saghe dopo che Sgurðr ebbe ucciso il serpente Fáfnir. Infatti si pensava che conoscere il nome di un uomo desse grande potere sull'uomo stesso. Perfino Odino nascose il suo nome a Thor quando si presentò sotto le mentite spoglie di Hárbrðr, ma venne così apostrofato: 'Perchè devi nascondere il nome, se non hai commesso qualche colpa?'.

I giganti

Si narra che un gigante antico detto Fornjótr (forse lo stesso Ymir) ebbe una progenie potente e famosa. I suoi figli si chiamavano Hlér (mare), Logi (fiamma) e Kari (vento).
Hlér è il signore del mare. La sua sposa si chiama Rán e possiede una rete con cui raccoglie tutti i cadaveri del mare e li porta a casa. Le onde sono le figlie dei due giganti.
Logi è un gigante del fuoco che nell'ultimo giorno incendierà la terra.
Kari è il vento. Ebbe un figlio che chiamò Frosti o Jökull (ghiaccio) che ebbe il potere sul ghiaccio. Il figlio di Frosti si chiamò Snær (neve).
La stirpe dei giganti ricoprì anche il compito di generare il vento con il discendente chiamato Hræsvelgr con l'aspetto di aquila. Generava il vento battendo le ali. 

 

Ordinamento dell'universo

La rugiada


La rugiada che tutte le mattine bagna l'erba ha un derivazione non proprio romantica. Infatti non è altro che la bava del cavallo di Nott (notte) chiamato Hrimfaxi (criniera brinata). 


Gli astri

Gli dei nordici erano alquanto permalosi. Pensate che sulla terra vennero alla luce due stupendi bambini. Il loro padre, un certo Mundilfori (colui che si muove secondo tempi e ritmi precisi), li chiamò Máni (Luna) e Sól (Sole). Gli dei, adirati per tanta insolenza, presero i due bimbi e li scagliarono nella volta celeste. A Sól fu affidata la guoida del carro solare, trainato dai cavalli Árvakr (quello che si desta presto) e Alsviðr (velocissimo), mentre a Máni toccò il ruolo di sorella Luna. Non contenti di tutto ciò misero un demone, con le sembianze di un lupo, di nome Skoll che lo insegue perennemente, costringendo il poveretto a correre intorno al mondo. Skoll, alla fine del mondo, divorerà Sól.
Anche Máni è inseguita da un lupo chiamato Mánagarmr (cane della luna) che alla fine del mondo la divorerà.
I due lupi-demoni appartengono ad un stirpe malvagia che trova dimora nella Járnviðr (foresta di ferro). I due lupi fanno parte della nefasta prole di Fenrir, mostro nefasto dall'aspetto di lupo, generata da una gigantessa accoppiatasi con il lupo.

La dimora degli dei




Gli dei, naturalmente, non potevano abitare in un bilocale come facciamo noi poveri italiani ammazzati dalle tasse, quindi si costruirono una stupenda dimora al centro del mondo chiamata Ásgarðr (recinto degli Asi). Era talmente grande che al suo interno conteneva una pianura chiamata Iðavöllrz nella quale tenevano consiglio e decidevano tutte le sorti del mondo. Affinaro fin da subito il senso per gli affari, costruendosi tutto da sè senza dover importare niente dall'esterno. I poverini costruivano tutto con l'oro, talmente era abbondante (da questo trasse il nome l'età dell'oro).
Se ciò non bastasse per convincervi della sua grandezza, in Ásgarðr c'erano pure due templi: uno era Glaðsheimr (dimora di gioia) e apparteneva ad Odino; l'altro si chiamava Víngólf (stanza degli amici) ed apparteneva alle dee.
Dentro Glaðsheimr tutto era d'oro zecchino (anche il tempio) e vi risiedevano i dodici scranni degli dei insieme al trono supremo di Odino. Là vi era anche il Valhalla, il paradiso dei guerrieri morti in battaglia.
Víngólf fu importante alla fine del mondo, infatti quui trovarono riparo gli uomini buoni e giusti. In quel luogo dimorarono gli elfi luminosi: costoro furono esseri ancor più luminosi del Sole. La loro dimora era Álfheimr appartenente al dio Freyr. La metà oscura di questi elfi erano neri come pece e vivevano nella terra insieme ai nani. 

continua...

L'albero cosmico


Io conosco un frassino, che si chiama Yggdrasill,
alto albero irrorato bianco d'argilla;
di là provengono le goccie di rugiada, che cadono nelle valli,
sta sempre verde, sulla fonte di Urðr.


Questo è l'albero presso cui, ogni giorno, gli dei tengono consiglio. E' l'albero più importante del mondo mitologico nordico. Le sue fronde si estendono e ricoprono tutta la volta celeste. Le sue tre radici si spingono in tre direzioni: une va nel mondo degli Asi; una fra i giganti; l'ultima (e più sfigata) in Niflheimr. Sotto quest'ultima si trova il pozzoHvergelmir. La fonte di Mímir, in cui si trova la scienza di tutte le cose, si trova sotto la radice nel mondo dei giganti.
Mímir, il possessore della fonte, è sapientissimo perchè ogni giorno beve dal corno di Gjallarhorn. Anche Odino un giorno bevve la preziosa bevanda, ma dovette cedere un occhio in cambio della conoscenza (e poi ci si lamenta dei prezzi nei locali milanesi!). Nella fonte sono celati l'occhio di Odino, il corno di Heimdallr e le monete che ci lanciano quelli che passano di là!
La terza radice ricopre un ruolo altrettanto importante. Infatti qua si trova la fonte di Urðr (destino). Vicino a questa fonte si trova una splendida dimora (e te pareva) dove tre splendide fanciulle prendono appuntamenti per stupende nottate in grup....ops, stavo dicendo: qui vi si trovano tre stupende fanciulle chiamate 'norne'. Costoro sono le fautrici del destino degli uomini. Ogni volta che un uomo nasce, loro si recano al giaciglio per assegnargli il suo destino. Naturalmente la cattiva di turno c'è anche tra loro, questa è la spiegazione che davano i vichinghi a destini tanto diversi (è bello sapere sempre con chi prendersela!). Queste tre fanciulle si chiamano Urðr, Verðandi e Skuld. Oltre a tessere il destino, sono incaricate di innafiare l'albero sacro. Ogni giorno attingono acqua alla fonte sacra e irrorano le radici di Yggdrasill.
Quest'albero è talmente bello che gli dei vi tengono consiglio ogni giorno (sotto le frische frasche). Vi giungono attraversando il ponte Bifröst, che noi poveri mortali conosciamo come 'arcobaleno' (altro che la pentola d'oro, alla fine dell'arcobaleno ci troviamo i resti del loro ultimo pic-nic...ops del loro ultimo consiglio).
Yggdrasill è frequentato anche da molti animali. Sulla sua chioma risiede un'aquila che tra gli occhi ha un falco (ce ne vogliono di canne per dire queste cose) che si chiama Veðrfölnir. La radice sfigata è, invece, tormentata dalle serpi. Come in ogni buon condominio, abbiamo anche il portinaio, uno scoiattolo di nome Ratatoskr (dente che perfora), che corre incessantemente su e giù per il tronco per riportare le cattive parole scambiate fra l'aquila e un serpe odioso di nome Niðhöggr.