Cosmogonia 


Era l'inizio dei tempi,
quando nulla esisteva,
non c'era sabbia né mare,
né fresche onde;
non c'era la terra
né il cielo lassù
c'era il baratro degli abissi,
ma non c'era l'erba.

Parte così l'avventurosa creazione del mondo per i vichinghi. Secondo questo grande popolo, il mondo primordiale era diviso in due da un baratro chianato Ginnungagap in cui era contenuto il nulla. A nord fu creato Niflheimr(paese dell'oscurità) la dimora dell'oscurità del freddo e del buio; a sud fu creato Muspell(fine del mondo), un mondo lucente, asciutto e torrido in cui nessuno può sopravvivere almeno che non vi sia nato. Al centro di Niflheimr vi si trovava Hvergelmir, un pozzo gelido da cui molti fiumi cosmici hanno origine (fiumi chiamati Elivágar), mentre in Muspell risiedeva Surtr che sorvegliava i confini di Muspell. 
Si narra che gli Elivágar giunsero così lontano dalla loro sorgente che il veleno che li accompagnava in superficie si indurì e divenne ghiaccio. Da questo si formò una pioggerellina che cadde su Ginnugagap e si congelò stratificandosi in brina. Così il baratro si trovò ad avere a nord il ghiaccio e a sud il sole cocente. Inevitabilmente la brina del nord si incontrò con il vento caldo proveniente dal sud, così si sciolse e cominciò a gocciolare. Da quelle primordiali goccie ebbe origine la vita. Il primo essere era un gigante di nome Ymir. Si dice che mentre dormiva stillò gocce di sudore (e che schifo!) e gli crebbero sotto una mano un uomo e una donna. Uno dei suoi piedi (si continua con gli odori) generò con l'altro un figlio dotato di sei teste (doveva avere un sacco di sporco tra le dita!). Ymir traeva nutrimento dalla mucca Auðhumla, anche lei nata dalla brina, che a sua volta si nutriva leccando le pietre ghiacciate. Lecca lecca la prima sera tirò fuori dalle pietre i capelli di un uomo, il secondo la testa e il terzo tutto il resto del corpo. Costui fu il primo uomo sulla terra e si chiamò Buri(colui che procrea; abitatore del mondo; colui che rumoreggia(e su quest'ultima traduzione non mi esprimo)). Naturalmente costui era alto bello e forte (e come poteva essere altrimenti?) ed era talmente 'tanto' che decise di riprodursi da solo (non voglio immaginare cosa facesse nelle nottate piovose a casa da solo), ma neanche così ottenne una donna; suo figlio lo chiamò Borr(figlio; perforatore). Costui fu più fortunato e trovò Bestla, la bella figlia del gigante BölÞorn, che trasse grande vantaggio dal nome del marito e generò tre figli: Odino, Vili e Vé, i tre primi dei. 
Purtroppo in famiglia non correva buon sangue. Fu così che i tre dei andarono e uccisero Ymir e tutta la stirpe dei giganti del ghiaccio. Allo 'stirpicidio' sfuggì Bergelmir che si allontanò su un'imbarcazione e riuscì, in un secondo tempo, a rimettere in piedi la stirpe dei giganti (prolifica!). Intanto i tre fratelli divini giocarono al piccolo chirurgo con il corpo del bis nonno:

con la carne fecero la terra; 
con il sangue ci fecero il mare e l'acqua; 
con le ossa le montagne; 
con i denti anteriori, con i molari e con le scheggie d'osso ci fecero le pietre e i massi; 
con il cranio ci fecero la volta celeste. 
Per putrefazione o perchè già ci vivevano, nella carne del gigante si vennero a formare dei vermi. I tre gli diedero forma e intelletto umano, dando vita ai nani. I quattro più fortunati furono posti ai confini del mondo a sorreggere la volta celeste. Costoro furono chiamati Austri, Vestri, Norðri e Suðri (rispettivamente est, ovest, nord e sud). Non contenti del casino combinato, cinsero la terra con l'oceano. Poi presero delle scintille da Muspell e le scagliarono in cielo creando gli astri. Alcuni li fecero fissi, mentre ad altri fecero percorrere una rotta, dando il via allo scorrere del tempo. Dato che erano antipatici, puzzolenti e troppo prolifici (vedi Bergelmir), i giganti furono isolati al limite della terra, sulle spiagge del mare, in quel luogo freddo e oscuro chiamato Útgarðr (recinto esterno) o più comunemente Jötunheimr (paese dei giganti).
Contenti, ma non abbastanza, sfruttarono anche le sopracciglia del bis nonno, costruendon un recinto al centro del mondo chiamato Miðgarðr (recinto di mezzo) che divenne la casa della stirpe umana. L'ultimo sforzo consistè nel lanciare il cervello del gigante nel cielo per fare le nuvole.

continua...