Il documento più antico su S. Ruffino di Cerendero è datato 25 novembre 1248; ebbe cura d'anime fino al 18 gennaio 1475, quando per rinuncia del rettore, ad istanza degli Spinola, venne incorporata alla plebana di Mongiardino; ad essa rimase unita fino al 14 novembre 1647; quindi ridivenne parrocchia indipendente.

In data 14 novembre 1647 si legge che la chiesa di S. Rufino "de Cerenderio" sita nel territorio della parrocchia di S. Giovanni Battista di Carranza "loci Mongiardino" fatta parrocchia dal card. Durazzo (non è detta la data né il nome del cancelliere), separata dalla chiesa di Carranza, è assegnata come a suo primo rettore al prete tortonese Tomaso Morando l'unico che si presento al concorso.
Nel 1915 don Agostino Tambutto parroco di Cerendero ringraziava i benefattori, perchè la sua povera chiesa "si impegno nella fabbricazione totalmente nuova e della chiesa parrocchiale, e del campanile e della canonica". Diede il progetto l'ing. Balbi; impresario-capomastro fu Giovanni Battista Maffeo detto "O Baccin" di Arezzo....



Storie da raccontare





    San Ruffino: la chiesa di Canarie


Attraverso i documenti rimasti ripercorriamo la dolorosa storia di San Ruffino.



È opinione che la chiesa fu costruita dalla famiglia patrizia Crosa di Vergagni di Genova all’inizio del 1500 e affidata alla conduzione dei padri carmelitani scalzi. Fu eretta a parrocchia nel 1611 e dedicata a San Ruffino.


La storia di questo edificio è quanto di più tribolato si possa immaginare.


Costruita, riparata, ricostruita più volte, oggi è giunta all’epilogo del suo dramma.



Dai documenti dell’archivio parrocchiale risulta che la chiesa fu riparata più volte a partire dal 1790. Nel primo ventennio del 1800 l’arciprete di Mongiardino chiede all’intendente generale della provincia di Genova gli aiuti necessari a riparare la chiesa rovinata nel tetto, dal momento che la popolazione non era in grado di sostenere le spese e che mancavano anche i soldi per tenere accesa la lampada davanti al santissimo sacramento. Alla fine degli anni ’20 c’è la registrazione delle spese per la ristrutturazione.

Chiusa e dichiarata inagibile, sta precipitando poco a poco dal momento che sono venuti a mancare gli stimoli per porre rimedio ai suoi guai. Praticamente abbandonato, il paese di Cerendero, solo la frazione di Gordena, collocata più in basso e su terreno meno instabile, resiste al totale abbandono e di pochi abitanti si raccolgono intorno alla vecchia cappella di San Bernardo, risalente ai primi decenni del sec. XVII.






Nel 1890 si era già deciso di abbattere la vecchia chiesa e di costruirne una nuova.

Dai registri parrocchiali i primi documenti che riguardano la nuova chiesa risalgono al registro datato 1886.Si tratta del contratto tra la fabbriceria di S.Ruffino e Giovanni Battista Maffeo (di Vobbia) per la costruzione di una nuova chiesa. La cifra pattuita è di lire 5900 e il progetto è dell’ingegnere Luigi Balbi, la costruzione della facciata non è compresa nel prezzo, e a carico di S.Ruffino è anche la demolizione della vecchia chiesa e lo scavo per le fondamenta della nuova.Il contratto è firmato dal parroco Agostino Tambutto,il presidente della fabbriceria Giacomo Ratto, altri fabbriceri e l’appaltatore Giovanni Battista Maffeo nel 1898.

     

 




Questo terreno venne spianato a valle per formare davanti alla chiesa un piccolo piazzale, ma non venne sostenuto il terreno di riporto con alcuna costruzione, sia pure con mura di pietra messe a secco. Il terreno che non aveva appoggi resistenti sui fianchi della stretta conca dove si fermò la frana antica, essendo come fu già detto in forte pendio, così caricato dal terreno di riporto dello spiazzale dal peso delle murature della chiesa, del campanile e della canonica, col progresso del tempo si determinò lo slittamento verso la sottostante valle di tutta la zona così caricata dalle costruzioni, causando delle rilevanti lesioni nei muri delle costruzioni medesime.


“…essendo che nella chiesa si era manifestato un movimento molto sensibile, la chiesa sopradetta fu costruita su un versante di montagna a forte pendio impiegandovi dei materiali di cattiva qualità. La fondazioni dei muri di perimetro non furono spinte alla necessaria profondità, non essendosi tenuto conto che il terreno su cui fu eretta la chiesa apparteneva a una frana, che in tempi remoti si venne a staccare dalla montagna sul cui versante fu costruita insieme al piccolo paese.


Di fatti accertato da un’ispezione geologica, che la causa del movimento della chiesa era da ricercarsi presumibilmente nell’acqua defluente dalla montagna, acqua che infiltrandosi attraverso il terreno franato, andava a scorrere tra il terreno stesso e la sottoposta roccia…”


La relazione di perizia sulla stabilità della chiesa redatta da Luigi Balbi  e datata 1900, recita:






“… di fronte a un complesso di cose tanto gravi e tanto pericolose, massime se si tiene conto che all’epoca della visita fatta dal sottoscritto il movimento del terreno, su cui era la chiesa, non accennava a scomparire, perché appena pochi giorni prima si rompeva la soglia della porta della chiesa e i lembi della frattura si allargavano in poche ore di alcuni centimetri… A scanso di disgrazie irreparabili, consigliai ai sigg. componenti della fabbriceria di non lasciare più officiare in quella chiesa…”
La vecchia chiesa presentava  crepe e lesioni sul lato sinistro manifestando movimenti.

Nel 1947 viene chiamato un ingegnere, Maurizio Bruzzo per esaminare le crepe sempre più ampie verificatesi nei fabbricati della chiesa. Sono i primi sintomi di un decadimento prematuro.





Nonostante gli sforzi fatti, il tempo e la montagna hanno avuto ragione sulla volontà dell’uomo e della chiesa che resta visibile da gran parte della vallata del Gordenella e che ormai è inaccessibile non solo per le sue condizioni ma anche per le numerose e profonde voragini nel terreno che la circonda.

A seguito di questo intervento, si decide di porre delle chiavi nella facciata della chiesa, tra canonica e campanile, e di costruire un sistema per convogliare via le acque delle fondamenta in un tombino costruito attorno a chiesa e canonica.

Per quanto riguarda i materiali, parte della calce era stata preparata gratuitamente dalla popolazione e fu usata per intonacare l’esterno della chiesa.

Nel 1929 si comincia a parlare della decorazione dell’interno che fu affidata a Francesco Ponsetti, un pittore torinese a cui vengono corrisposte £ 30.000.

Nel 1936 erano completati la pavimentazione e la posa dei marmi della balaustra.

Nel 1945 viene ordinata la costruzione del pulpito.





Testi di Stefania & Carlo
Foto (tranne la prima) di Stefania (2006)

 Fonte: “Relazione di ricerca nell’archivio parrocchiale di San Ruffino di Cerendero di Arrigo Boccioni”


Il preventivo delle spese totali ammontava a circa £14.000.

La prima pietra della chiesa venne messa il 26 giugno 1898, quella del campanile, il 15 luglio 1901; le spese totali, già fatte e ancora da fare, ammontavano alla cifra di £ 59.000 circa.

San Ruffino viene consacrata il 17 luglio 1904.




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