“Gordena” è una
parola che non ha alcun significato, spesso chi la sente pronunciare
per la prima volta ci chiede di ripeterla, ma
“Gordena” per noi che ne abbiamo fatto parte
è stata una delle prime parole imparate nella culla, subito
dopo “mamma” e
“papà”. Da allora ad oggi questa parola
senza significato ha riempito di significati la nostra vita.
Quando eravamo bambini Gordena è stata
la nostra balia affidabile. Spesso ci trovavamo le ginocchia sbucciate,
ma quelle sbucciature ci hanno insegnato molto, tanto che ancora oggi
ne portiamo fieri le cicatrici.
Gordena ci ha insegnato a divertirci davvero ma
ci ha insegnato anche il rispetto perfino per ciò che non si
capisce.
Gordena è stata ed è
tuttora un grande punto di riferimento che ci portiamo ovunque andiamo.
Questa mostra fotografica rappresenta un grazie a
tutte quelle persone che con il loro esempio, con la loro
genuinità che solo la terra ti può dare, con il
loro affetto, con il loro lavorare continuamente come piccole formiche,
con il loro vivere in maniera così scomoda, essenziale e
pura, con i loro spesso burberi atteggiamenti hanno reso Gordena
così preziosa per noi.
In queste immagini più o
meno datate si nasconde tra gli sguardi e le rughe sul volto
di queste persone, tutto questo.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato a
realizzare questa raccolta, fornendo le vecchie fotografie,
nel datarle e nel dare un nome alla maggior parte dei volti,
in particolare la zia Driana, la Giovanna, Papà, lo zio
Rino, lo zio Gianni, la Stefania, la Gloria, Alfredo, la Lice, Giovanni.
Spero in futuro questa raccolta si possa
arricchire di altre immagini che testimonino, attraverso i volti di
coloro che hanno fatto la storia di Gordena, ai futuri
abitanti di questo paese il valore della parola
“Gordena”.