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Via con me
by Elisa

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Akagi finisce il suo frappè con un leggero risucchio. Davanti a lui Kogure sbocconcella un tramezzino, e commenta:

"Mi pare vada sempre meglio tra te e Yoko dal… vostro weekend." Akagi annuisce pensieroso, e Kogure si sorprende.

"Non mi dire che c'è qualcosa che non funziona."

Akagi esita, poi sospira.

"E' proprio questo il punto. Va troppo bene. Da quando abbiamo incominciato a… ad essere intimi, ho cominciato a pensare… credevo che sarei riuscito a non far caso ai ragazzi che ha avuto prima di me, e potevo riuscirci fino a qualche tempo fa, ma ora… l'idea che qualcun altro l'abbia accarezzata come ho fatto io… è insopportabile. Lo so che è tremendamente stupido essere gelosi del passato altrui, ma non riesco a non pensarci. Cielo" dice, con le mani sulla fronte e i gomiti appoggiati al tavolo "ieri sera i suoi non c'erano e sono stato a casa sua. Alla fine le sono venute le lacrime agli occhi e mi ha detto: Take, ti voglio bene. Scena sdolcinatissima, no? Ma sul momento stava venendo da piangere anche a me. Era troppo bella, e so che era sincera. E allora spiegami, se ho tutto questo, perché mi angoscio per le cose che non esistono più?"

Kogure non sa che rispondere. E' stato depositario anche delle confidenze di Mitsui e quindi sa molto dei precedenti di Yoko. Ha sentore che anche Akagi ne sappia abbastanza, probabilmente più di quanti gli altri pensino. Sospeso e non detto, il nome di Tetsuo incombe sui loro pensieri.

Interludio: un'estate fa

La festa di quartiere è cominciata da solo un giorno e continuerà fino al fine settimana, ma Yoko e le sue amiche sono ben determinate a non perderne nemmeno una serata. Tra l'altro, c'è un luna park vicino, e da lì alla fiera è un percorso continuo di luci colorate, musica, voci che si sovrappongono. Sono appena le nove e mezza e ci sono già ubriachi in giro. Yoko e le altre fanno la spola da una bancarella all'altra, fino alle giostre, e ritorno. C'è una domanda che aspetta di essere formulata da quasi un'ora e finalmente Suzue, una del gruppetto, le dice:

"Che fine ha fatto Soichiro?"

Soichiro è il ragazzo di Yoko, e quest'ultima fa una smorfia.

"Usciva coi suoi amici. Che vada, che vada."

Yoko, Suzue e le altre - Ai e Yukari - si fermano ad un chiosco per prendere dei dolci; si siedono su un muretto e si mettono a guardare la gente che passa, facendo commenti sui ragazzi. Il nome di Soichiro non viene più nominato e, dopo qualche minuto passato un po' adombrata, Yoko pare rianimarsi, e dice:

"Guardate quelli."

"Teppisti?" inorridisce Ai, ma Yoko cataloga diversamente:

"Le più belle chiappe sulla più bella moto che abbia mai visto in quindici anni."

Mitsui e gli altri bivaccano su moto e motorini, un po' svogliati. E' solo una festa di quartiere, e i soldi per le birre stanno già per finire.

"E' presto. E' pieno di bambini e di vecchi" si lamenta Ryu, ottiene mugugni di approvazione.

"Proponi tu un altro posto dove andare, allora" dice Mitsui, acido. E' stato lui a tirar fuori l'idea della fiera e si sente in imbarazzo perché effettivamente la serata si sta rivelando di una noia letale.

Tetsuo non dice nulla, e serafico inizia un nuovo pacchetto di Lucky Strike. Aspira profondamente, guarda dietro di sé per un po', e infine torna a guardare i suoi compagni, con un ghigno stampato in volto.

"si va a fare un giro in giostra, gente."

Si alza dalla moto su cui era appoggiato e si dirige dall'altra parte della strada, sempre più densa di passanti. Gli atri sulle prime non capiscono: poi vedono Yoko e il suo seguito e si fiondano a dare man forte a Tetsuo.

"Ciao, belle."

"Ciao", risponde Yoko, con sicurezza, mentre le sue amiche faticano a reprimere il timore che le pervade. Tetsuo fa ombra a Yoko, che è ancora seduta e lo guarda da sotto in su. Valuta che forse anche Kaede, col tempo, diventerà altrettanto alto. Ma non spreca molto tempo a pensare al cugino.

Tetsuo è oltre la metà della sigaretta.

"Sei qui da sola?"

"Sto con loro."

"Allora non sei qui col tuo ragazzo."

"Non ho il ragazzo, infatti."

La risposta è spontanea e nel momento stesso in cui viene pronunciata diventa verità. Soichiro è già un ricordo remoto, ma Tetsuo coglie gli sguardi eloquenti che si lanciano le amiche di Yoko. Sorride tra sé e sé. Finisce la sigaretta, ne accende un'altra e ne offre una a Yoko, che accetta. Fuma solo di tanto in tanto e mai niente di così forte; la prima boccata le intorpidisce la lingua, ma fuori lei rimane imperturbabile. E' quasi una sfida tra Yoko e Tetsuo, con i rispettivi seguiti a fare da pubblico. C'è tensione nell'aria, in pochi secondi di silenzio i due si studiano: Yoko è vestita in modo quasi banale, con una canottiera colorata e pantaloni aderenti neri, i sandali con un po' di tacco. Tetsuo ha la solita mise e questo offre a Yoko una discreta panoramica delle sue doti come lui l'ha di lei. Mentre metabolizzata la boccata, Yoko lancia uno sguardo anche alla compagnia di Tetsuo; niente di che, teppistelli che la guardano tra il perplesso e l'allupato. Quello coi capelli lunghi è più carino degli altri. Yoko si rivolge di nuovo a Tetsuo.

"E' tua la moto lì in fondo?"

"Sicuro. Ti piacerebbe farci un giro?"

"Può darsi. Magari tra un po'. Dai, mettiti comodo." Dice Yoko spostandosi, e fa sedere Tetsuo tra lei e Ai, per niente tranquillizzata, anche a causa dell'occhiata invadente che Tetsuo le lancia prima di mettersi vicino a Yoko. Il resto del gruppo un po' parlotta, un po' importuna le ragazze.

"Come ti chiami?"

"Tetsuo. Tu?"

"Yoko. Tu e i tuoi amici non siete di questa zona della città, vero? Non vi ho mai visti."

"Infatti siamo solo venuti a farci un giretto, ma dimmi, è sempre così da queste parti? Sembra un cimitero."

"E' vero" ammette Yoko. Si parlano molto vicini, anche perché la musica è alta. Non ha pretesti invece, la mano di Tetsuo che percorre lenta la schiena di Yoko. Lei lo lascia fare, si sente sciogliere, dice:

"Però è l'unica cosa che si può fare, quando si è a piedi."

"Capisco" sogghigna Tetsuo "fai il liceo?"

"Il primo anno."

"Sei piccola, allora. Una bella bambolina" dice Tetsuo, scostandole una ciocca di capelli dal viso "se vuoi ti porto in un posto migliore."

"Mi faresti davvero un piacere."

Tetsuo allarga il ghigno in una risatina; si alza e annuncia:

"Ragazzi, mostro la moto alla signorina, qui. Voi fate i bravi."

A Yoko arrivano tonnellate di maledizioni silenziose dalle amiche assediate da Mitsui e gli altri, che si mescolano a loro. Tetsuo la fa salire in moto.

"Reggiti forte."

"Dove mi porti?"

"A fare il bagno di mezzanotte" ridacchia Tetsuo, e parte accelerando al massimo. In pochi attimi, dopo aver seminato il panico, lui, Yoko e la sua moto sono fuori della festa, e a meno di un chilometro dal buio del lungomare.

La barba di Tetsuo graffia il viso di Yoko, e la sua lingua la sta mandando fuori di testa. Non è il caso di farsi dei problemi, non ora che Tetsuo le sta alzando la canottiera per slacciarle il reggiseno - l'unico pensiero coerente che attraversa la mente di Yoko è che non ha mai baciato un ragazzo stando a cavalcioni di una moto. Più precisamente, ora è a cavalcioni di Tetsuo che è a cavalcioni della moto. Hanno parcheggiato dietro a un chiosco ormai in disuso. In quella zona del lungomare non c'è pericolo che qualcuno arrivi a rompere i coglioni.

E' passata quasi un'ora quando Yoko e Tetsuo riappaiono alla fiera e il paesaggio non è cambiato di molto, non fosse per Mitsui che si è addentrato nel parchetto a scambiare un po' di saliva con Yukari. Spendere le ultime monete che aveva in tasca per offrirle una birra si è rivelato un investimento fruttuoso. Le altre invece temporeggiano (*) e Ai continua ad essere lucidissima e irritante.

Yoko sente che stasera le odia.

"Ehi" sibila Ai "te lo sarai mica sc…"

"Non del tutto", si limita a rispondere Yoko, e lascia immaginare ad Ai ciò che, una volta divisesi le compagnie, Tetsuo invece descrive con dovizia di particolari a Mitsui. La stessa dovizia con cui, pochi giorni dopo, gli racconterà di come ha sverginato Yoko grazie alla generosità di un comune amico che gli ha prestato la sua scassatissima Mazda. Quella è la svolta: può finire tutto lì, o Yoko e Tetsuo continueranno a vedersi.

Kogure finisce di ripercorrere i suoi ricordi di seconda mano, e tenta di tranquillizzare Akagi.

"Guarda, Akagi, sinceramente… dovresti metterti il cuore in pace. Io credo che Yoko sia molto cambiata, da quando ti ha conosciuto. E' vero, nemmeno io la conoscevo prima, però per quanto ne so… hai sortito un certo effetto su di lei. Si potrebbe dire quanto" sorride "ne ha sortito lei su di te."

"Tu dici? Sono cambiato?"

"Certo, che tu ci creda o no" risponde Kogure, impassibile "siete belli da vedere, tu e Yoko. Sembrate molto diversi, eppure l'impressioni è come se vi foste… sintonizzati l'uno sull'altra. Ci vedo giusto?"

"Può darsi" ridacchia Akagi "ma a me non sembra di assomigliare a una radio."

"PERCHE' NON ME L'HAI DETTO?"

"Che cosa?"

"Di Tetsuo, imbecille."

Yoko pare sia pronta a sbranare Mitsui, che tenta di correre ai ripari.

"Ehi. Mi sembra che fossi stata tu a lasciarlo così, giusto perché ti eri stancata. Non davi certo l'impressione che ti interessasse molto."

"Non capisci proprio niente!" dice Yoko stizzita. Si torce le mani, continua:

"Devo assolutamente vederlo. Mito mi ha detto in quale ospedale l'hanno portato."

"Ah, è stato Mito a dirti tutto."

"Certo che è stato lui, e ha fatto bene. Ci ha visto più giusto lui di te che pretendi di conoscermi. Sei mai andato a vedere Tetsuo come sta? No, vero?"

"Non venire a dirmi come mi devo comportare!" sbotta Mitsui "Io non ho tradito l'amicizia di Tetsuo, non ho fatto come te. Quando uscivi con noi, Yoko, tu mi piacevi da morire. Ma puoi confermarmi che non ti ho mai, dico mai sfiorata, e questo per rispetto nei confronti di Tetsuo. Capisci il significato di 'rispetto'?"

"E tu sai che vuol dire 'fiducia'? Mitsui, fidati di me una buona volta. Sono… sono cresciuta da quando ci siamo conosciuti. Tenta di non essere prevenuto nei miei confronti." Yoko sospira forte, è quasi senza fiato.

"Ti sto chiedendo… Hisashi… accompagnami a trovarlo."

"Sei sicura di volerci andare proprio con me?" chiede Mitsui, sulla difensiva. Yoko si sforza di sorridere.

"E con chi se no? E poi… credo che gli farà piacere."

"Sono desolata. E' stato dimesso l'altro ieri."

"Ma come stava? Gli hanno trovato qualcosa?" chiede Yoko, quasi aggrappata al banco della reception dell'ospedale; ma l'infermiera, per quanto giovane carina cortese è inamovibile.

"Mi dispiace. Ma se non siete parenti, non posso fornire questo tipo di informazioni. E' la legge sulla privacy."

Yoko esce imprecando e Mitsui si ritrova a tranquillizzarla:

"Dai, non fare così. Se è rimasto dentro così poco vuol dire che non era gravissimo."

"Tre giorni non sono pochi" mugugna Yoko. Mitsui si sforza:

"Ma dai! Lo conosci. E' un toro, ha un fisico massiccio. Ne ha passate di ben peggio."

"Già. Peggio" e a Mitsui balena l'idea che Yoko - proprio lei - stia finendo col sentirsi in colpa per ciò che è successo a Tetsuo, che pensi di essere in qualche modo alla base della sua cattiva fortuna. Il brutto, pensa Mitsui, è che probabilmente è proprio così.

"Che sia a casa?" ipotizza Mitsui senza convinzione. Conoscono entrambi abbastanza Tetsuo da sapere che, se è un minimo in forze, è di sicuro in giro. Non resta loro che tornare indietro, e Yoko devia per casa Akagi.

"Ciao Take. Disturbo? Stavi mangiando?"

Akagi guarda Yoko, sorpreso.

"No… no. Entra pure."

Yoko saluta Haruko, beve un succo di pompelmo che le offrono, poi sale in camera con Akagi. Si puntella sulla scrivania.

"Scusa se sono arrivata all'improvviso, Take. Avevo voglia di vederti."

"Pensi che mi dispiaccia?" dice Akagi, prendendola per le spalle e scrutandole il volto. C'è chiaramente qualcosa che la turba. Si abbassa fino a guardarla negli occhi:

"Ehi. Cosa c'è che non va?"

"Niente. E' una cosa mia" sussurra Yoko "Tu… mi starai sempre vicino, vero?"

Akagi annuisce.

"E mi dirai se mi comporto male con te?"

"Perché dovrei pensare che ti comporteresti male con me?"

"Perché mi capita sempre" singhiozza lei "finisco col ferire le persone."

Akagi rimane per un attimo interdetto, poi la abbraccia. Non l'ha mai vista così fragile e vulnerabile. Yoko gli si avvinghia, lo bacia dove è alla sua portata, ne chiama le labbra piene e familiari. Lui le sente in bocca sapore del pianto.

"Non preoccuparti" le dice "Qui nessuno farà niente di male…né io, né tu."

In realtà, Akagi è rimasto turbato dall'atteggiamento di Yoko. Non l'ha mai vista così depressa e insicura. Perché tutto questo mi mette in allarme?, si chiede. Perché non le ha chiesto il motivo del suo cambiamento d'umore? Forse perché non lo voleva sapere. Non lo voleva sapere perché lo immagina con una certa esattezza.

Io non posso fare finta di niente, per Akagi diventa impossibile negare di essere in ansia riguardo al passato di Yoko. E si odia per una tale mancanza di fiducia nei confronti della ragazza, perché l'ha appena vista emotivamente nuda, priva di difese, e sa che lei quella fiducia la merita. Non ci si mostra così a persone verso cui si provano sentimenti superficiali. Questo si ripete Akagi, seduto sul letto a tamburellare coi piedi, e nonostante l'opera di autoconvincimento più il tempo passa più ha i nervi a fior di pelle, e un senso di impotenza lo assale.

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(*)…bevendo spuma… ops, scusate ma "Tapparella" di Elio e le Storie Tese resta un capolavoro della canzone italiana…

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La storia si avvia alla conclusione, ma prima scivolerà ancora più nel melodramma… Conti in sospeso, sospetti inquietanti e antichi rancori sono gli ostacoli che si frappongono tra Yoko e Takenori! Alla prossima puntata della telenovela…

Parte 05

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