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Via con me
by Elisa

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"Akagi, verresti alla lavagna a risolvere questo limite?"

"Sì, professore."

Akagi si alza sforzandosi di mantenere un'espressione tranquilla, e prende in mano il gesso corto. Se lo rigira tra le dita sudate, che si impiastricciano di bianco. Sono pochi secondi, ma gli sembrano una vita. Guarda con la coda dell'occhio il professore, che pare non si sia accorto della sua temporanea esitazione. Akagi si rende conto che la sua testa, oggi, è completamente su un altro pianeta, e per quanto si sforzi non riesce a farla tornare sulla terra. Sospira in maniera impercettibile e scrive:

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--->0

Il professore lo guarda incredulo.

"Akagi, non tende a zero, tende a meno infinito. Sei sicuro di stare bene?"

"Mi dispiace."

"Vai pure a sederti. E' evidente che non sei del tutto in forma." Akagi affronta gli sguardi allibiti dei compagni di classe e con gesti meccanici si risiede al suo posto. Solo Kogure sembra avere intuito qualcosa.

Akagi resta immobile, lo sguardo fisso sulla lavagna senza vederla, senza nemmeno sforzarsi di ascoltare. Non ha visto Yoko oggi e pensa che in fondo sia un bene. E' più avanti nella mattinata che lo assalgono i pensieri più funesti, gli tornano in mente quelle voci che ha sempre provato a non sentire. Si immagina un discreto numero di ragazzi senza un volto preciso ma che tendono a sembrargli tutti più belli, intelligenti e bravi a letto di lui. Ma soprattutto gli viene in mente Tetsuo, e questo scatena fantasticherie ancora più negative. Akagi fa un riepilogo di ciò che sa di Tetsuo: non è certo più bello di lui, né tantomeno più intelligente. Ma a Takenori crolla tutto sul punto 3. Tetsuo è quello che ha sverginato Yoko, ed è stato la sua relazione più duratura finora. Ricorda bene quando lui e Mitsui erano venuti a fare casino in palestra, ricorda un Tetsuo strafottente, volgare e minaccioso, e si chiede come Yoko abbia potuto stare con lui.

Consuma la grafite del portamine scarabocchiando sull'angolo del quaderno. Lo inquieta che Mitsui e Yoko abbiano cominciato a parlarsi, soprattutto lo inquieta che lei sia diventata più esitante nei suoi confronti, più lontana.

 

Si decide a confidarsi con Kogure prima degli allenamenti.

"Ma Mitsui a te non dice niente? Di che parlano con Yoko?"

"Non lo so, e non credi che dovresti chiederlo a lui?Anzi, parlare direttamente con lei?"

"La fai facile. Finiremmo per litigare…"

Kogure scuote la testa, in segno di disapprovazione.

"Avanti di questo passo non uscirai mai da questa situazione, lo sai, vero?"

Agli allenamenti, Akagi trova già Mitsui che parla con Yoko, la quale ostenta disinvoltura, lo saluta come l'ha sempre salutato, col solito sorriso. Eppure Akagi percepisce una distanza che non c'è quando Yoko torna a rivolgersi a Mitsui.

"Mitsui, guarda che cominciano gli allenamenti, non mi sembra il caso che tu stia a perdere tempo con la mia ragazza."

Mitsui obbedisce. In panchina, un'Ayako notevolmente rabbuiata sistema i suoi appunti. Stranamente, solo Anzai si rende conto del suo stato d'animo.

"Ayako, è tutto a posto?"

"Eh?" la ragazza cade dalle nuvole, assorta com'era in pensieri evidentemente poco piacevoli.

"Mi sembri un po' giù di morale, scusa se mi intrometto." Anzai le parla con dolcezza da nonno, e per un attimo Ayako ha l'idea temeraria di confidare tutto proprio a lui, ma subito le sembra una follia.

"Grazie, non ho niente, sono solo un po' sovrappensiero."

"Va bene così, allora" conclude Anzai in tono comprensivo, anche se non le crede minimamente. Lo deduce soprattutto dalle occhiate torve che Ayako indirizza a Yoko; la quale, invece, sembra presa da tutt'altro, da qualcosa che non ha niente a che fare con quello che accade in palestra.

 

Sucker love, a box I choose.
No other box I choose to use.
Another love I would abuse,
No circumstances could excuse.

In the shape of things to come.
Too much poison come undone.
Cuz there's nothing else to do,
Every me and every you.

"Cos'hai che non va?"

E' come essersi lanciati nel vuoto. Ancora accaldato dopo l'allenamento, Akagi sbatte in faccia questa domanda a Yoko mentre tornano a casa.

"Eh? Cosa?"

"Sei strana. Sei troppo strana." Mugugna Akagi, senza la forza di guardarla in faccia.

"Può darsi che io sia sotto pressione. Ci sono gli esami di fine trimestre" dice Yoko senza crederci "e magari anche tu sei un po' così. Dopotutto ti sei qualificato per il campionato nazionale."

"No, no, sei proprio tu." Akagi adesso ha acquisito sicurezza, è deciso a portare il suo interrogatorio fino in fondo.

"Non credo di pretendere troppo se ti chiedo chiarezza, no? Dopotutto, stiamo insieme."

"Ti prego" dice Yoko, messa alle strette "io… sto solo passando un brutto periodo, ma credimi, non dipende da te." Yoko ha le lacrime agli occhi. Da una parte Akagi prova compassione per lei, ma dall'altra comincia a ribollire.

"Non dipende da me? E allora dipende da qualcun altro, vero?" Yoko sbarra gli occhi, atterrita. Non si aspettava un'aggressione del genere da parte di Akagi, che continua:

"Chi è? Mitsui? No, non credo. Ma vorrei sentirlo da te." Yoko invece è ammutolita, i nervi sul punto di cedere. Akagi non si capacita della sua stessa crudeltà quando la accusa:

"Lo so io chi è. E' quel Tetsuo… Cielo, Yoko, se c'è qualcuno che disprezzo sono le persone come lui."

Yoko non ne può più e scoppia in lacrime lì, in mezzo alla strada deserta che attraversa la zona residenziale.

"Tu non lo conosci! Tu non sai chi è Tetsuo. Non merita il tuo disprezzo."

"So solo" dice freddo Akagi "che ti stai allontanando da me, e ora ho la conferma che la causa è lui."

Yoko non smette di singhiozzare quando gli dice:

"E io che credevo che tu ti fidassi di me. Io per te avevo trovato la forza di cambiare, nessun altro me ne aveva mai dato motivo…"

"Forse sono io che sono cambiato" taglia corto Akagi, una risposta vuota, di comodo, giusto per troncare questo discorso insostenibile. Si rende conto della propria vigliaccheria pochi passi più avanti, ma Yoko ha già preso la scorciatoia per casa propria.

 

Like the naked leads the blind.
I know I'm selfish, I'm unkind.
Sucker love I always find,
Someone to bruise and leave behind.

All alone in space and time.
There's nothing here but what here's here's mine.
Something borrowed, something blue.
Every me and every you.

***

Yoko rientra a casa accaldata, è un'estate particolarmente torrida. Arranca fino alla cucina per appoggiare le borse della spesa, e nota sul tavolo qualcosa di insolito. E' il depliant che riporta le date del tour di un famoso pianista classico, ed è in tedesco.

"Kozue!"

"Sì? Yoko? Oh! Sei tornata!"

Dalla stanza attigua appare Kozue, la sorella maggiore di Yoko. Si abbracciano.

"Non pensavo arrivaste così presto."

"Abbiamo dovuto cambiare volo. Tu, piuttosto, come stai?"

Le due sorelle si spostano in sala e parlano del più e del meno. A un certo punto Yoko dice:

"Dov'è… uhm.. tuo marito?"

"Friedrich" puntualizza Kozue "è andato un attimo in ditta. Tornerà tra un'oretta, lo sai, vero, che stasera mangiamo con gli zii, no? Tu, piuttosto, hai ancora quel ragazzo orribile con cui stavi l'anno scorso?"

"No" risponde seccamente Yoko.

"Con chi stai?" Kozue è abituata all'idea di veder ronzare qualche ragazzo intorno a Yoko, che si morde le labbra e dice:

"Con nessuno. Cioè, più o meno… Preferirei spiegarti un'altra volta." Kozue rispetta la richiesta della sorella - che ora va a farsi una doccia - e ripensa al loro rapporto. Si è sposata più di un anno fa e dallo scorso settembre abita in Germania. Lei e Yoko hanno dieci anni di differenza, e ripensando ai suoi sedici anni Kozue non può fare a meno di pensare di aver lasciato sola Yoko nel momento in cui una presenza amica le sarebbe più utile. Guardando indietro, sa che è un'età in cui si può essere tremendamente soli. E a volte anche stupidi.

 

"Kogure? Sei qui?"

Kogure si stupisce di sentire Ayako bussare alla sua porta. Le dice di entrare e lei si accomoda accanto a lui sul tatami.

"Sei qui da solo? Non c'è Akagi?"

"No, è uscito al bar con Yasuda e Mitsui. Come mai sei qui?"

"Ho bisogno di parlare" sospira Ayako, coprendosi la faccia con le mani. Kogure ridacchia con fare un po' stanco.

"chissà perché la gente quando è in vena di confidenze viene sempre dal vecchio Kiminobu."

"Scusa… se non hai voglia di ascoltarmi non fa niente."

Kogure le sorride con dolcezza.

"Per te, Ayako, qualsiasi cosa. Parla, su."

E Ayako vuota il sacco.

 

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HAHAHAHAHAH!!! In sospeso, in sospeso! Questo capitolo è più corto degli altri perché ho preferito isolarne gli eventi, anche perché rappresenta un po' il fondo della disperazione in cui cadono i personaggi - non se la passeranno molto meglio nell'immediato futuro, comunque… D'altra parte, da una come me che si fa le pere di Kentaro Miura e Riyoko Ikeda un po' di sadismo ogni tanto bisogna aspettarselo… Dimenticavo: la canzone citata è Every you every me da Without you I'm nothing dei Placebo, riascoltandola dopo aver scritto quella scena ho pensato che calzasse a pennello…

Parte 06

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