Picture
Picture

U know what’s up
by Aj

Picture

Parte VII.

 

Settembre, alla fine, era ritornato; l’estate stava per finire, tuttavia, le giornate erano sempre baciate da uno splendido sole; la scuola sarebbe ricominciata tra poco, ma non era questo il pensiero che martellava la testa della giovane donna dai lunghi capelli castani che si esercitava ai tiri liberi nel campetto vicino al parco.

Un mese, un mese intero, senza vederlo, senza poter parlare con lui, senza poter giocare con lui; gli mancava tremendamente, chissà quando l’avrebbe rincontrato?

La stava osservando da un po’ ben nascosto tra i cespugli, non era cambiata per niente; indossava sempre quegli striminziti pantaloncini neri e quella t-shirt bianca, madida di sudore, che lasciava ben poco all’immaginazione; sorrise, quando la vide arrabbiarsi per un tiro sbagliato e ricominciare daccapo la sua sequenza <<Sempre la solita perfezionista!>> pensò.

“Ciao dolcezza! Che ne diresti di lasciare il campo a dei veri giocatori?” esclamò un tipo alto e bruno che nel frattempo si era avvicinato.

La ragazza, come era sua abitudine fare, ignorò i due scocciatori che avevano avuto la pessima idea di disturbarla nel bel mezzo dei suoi esercizi e proseguì realizzando un canestro dietro l’altro.

“La signorina fa la difficile!” sentenziò l’altro più basso e dai capelli biondi” Dai su, fa la brava! Se ti comporti bene, poi due campioni come noi possono insegnarti qualcosa!”

Il moretto, sempre immerso nella “boscaglia”, si stava preparando a menar le mani.

“Io non vedo nessun campione all’infuori di me!” li sbeffeggiò la giovane, stanca del ciarlare dei due.

<<Modesta come sempre!>> disse tra sé il ragazzo dalla pelle candida, pronto a far il suo ingresso in scena.

“Che cosa hai detto?” il biondo sembrava furente.

“Sei sordo o idiota?” continuò la ragazza.

Quei due avevano scelto proprio la persona sbagliata da importunare; da quando non vedeva più Rukawa era diventata intrattabile; nevrotica, quando aveva saputo che il famigerato Ace Killer aveva tentato di metterlo fuorigioco; preoccupata, quando temeva che non riuscisse a reagire di fronte al gioco, nettamente superiore al suo, di Sawakita; disperata, quando lo Shohoku era stato sconfitto dall’Aiwa; felice, di nuovo per lui, perché convocato in nazionale; oramai Kaede Rukawa era diventato l’unico pensiero fisso nella sua testa: giocava e pensava a lui, mangiava e pensava a lui, dormiva e lo sognava… stava impazzendo!

“Calmati Toshi!” intervenne il bruno “È una ragazzina! Ora da brava bambina ubbidiente se n’andrà senza fare storie!”

“Altrimenti cosa mi farai?” lo stuzzicò Yukari, particolarmente acida quella mattina.

“Non mi sfidare!” l’avvertì.

“Sai l’ultima volta che ho sfidato qualcuno era decisamente più attraente di te!” gli si rivolse irriverente “E non era solo bello, ma anche bravo, dolce, gentile, timido… <<Oh mio Dio! Cosa sto dicendo? Il sole mi sta dando alla testa? Non può succedere a me, non deve succedere a me! Io non posso essere innamorata di quell’egoista, presuntuoso, dormiglione, testone…no! Assolutamente no! Lui è solo il mio compagno di giocate! Un bel respiro, su Yukari, abbandona questi pensieri e concentrati solo su questi due deficienti!>> …Cosa stavo dicendo?”

I due tipi la guardarono perplessi.

“Ah! La sfida! Si arriva a dieci, niente falli o tiri liberi, le regole sono così semplici che le capirebbero anche due imbecilli come voi!” commentò.

“Hai sentito Jiro? Ci vuole sfidare! Povera sciocca! Dai diamole una lezione!”

“Comincio io, amico, se non ti dispiace!”

“No! Tu sei troppo bravo per lei! Ci penso io!”

“Quando avete finito di fare le signorine complimentose io sarei pronta, avanti fatevi sotto bambocci!” era talmente furiosa che avrebbe spaccato il mondo.

“Eccomi!” le s’avvicinò il biondo.

“E il tuo amico che fa? Ha paura di spezzarsi le unghie? Non partecipa alla sfida?”

“Non ho capito…” affermò il suo avversario

<<C’era da aspettarselo da uno, la cui intelligenza fa a gara con i migliori attrezzi da giardino!>> constatò la ragazza.

“Non vorrai mica giocare da sola contro noi due?” intervenne l’altro.

“Non da sola!” una voce s’intromise nei loro discorsi “Noi due contro voi due!”

Stava sognando? Era un’allucinazione quella che aveva di fronte? Non poteva essere lui!Il cuore iniziò a batterle forte in petto, temeva scoppiasse da un momento all’altro.

“Sei tu?” domandò con un filo di voce.

“Uh!” annuì il giovane “Chi ti aspettavi?”

“Micheal Jordan?” ironizzò, ancora non molto convita di averlo realmente di fronte.

“…Giochiamo?” le chiese suadente.

“Umiliamoli!” proseguì Yukari “Che ne dici se gli diamo un vantaggio?”

“…Quanto?”

“Nove punti?”

“…”

“Allora vi sbrigate?!” urlò uno dei due malcapitati.

“Scocciatore!” l’apostrofò la ragazza “Oggi ci sentiamo gentili…” continuò “vi concediamo un piccolo vantaggio di nove punti…” disse lanciandogli la palla “cominciate voi!”

I due si scambiarono un’occhiata complice e diedero inizio alla partita.

“Jiro! Io marco la signorina!”

“E io mi prendo questo spilungone!”

Il biondo lanciò la sfera in direzione dell’amico, ma Yukari, intercettato il passaggio, consegnò la palla a Rukawa che realizzò il primo canestro.

“E uno!” li schernì la ragazza mentre i due, ancora ignari di chi stessero affrontando, definivano quel superbo gesto atletico solo fortuna.

Indifferenti alle insinuazioni degli avversari, Rukawa e Yukari cominciarono ad aumentare il ritmo della partita e in meno di dieci minuti agguantarono il pareggio; il loro gioco era perfettamente sincronizzato, in campo si trovavano perfettamente, merito, forse, delle tante sfide che avevano disputato.

“Ehi tu!” disse il bruno rivolgendosi a Rukawa “La tua ragazza picchia duro, dovresti dirle di calmarsi un po’, Toshi potrebbe arrabbiarsi…”

<<La tua ragazza?!>> sobbalzò il moretto <<Agli altri sembriamo una coppia?!>> questo pensiero, riflettendoci, non lo infastidiva affatto; stava bene con lei, era divertente stare con lei; con quel suo modo buffo di infuriarsi quando lui s’addormentava; o la sua grinta in campo, quando facevano un uno contro uno i suoi bellissimi occhi castani ardevano; oppure quando s’innervosiva o era insicura di qualcosa e s’attorcigliava il dito nei capelli; oh! Il dolce profumo dei suoi capelli, così inebriante, si sarebbe voluto immergere tra quelle ciocche ed inspirare tutta la loro fragranza; non era, però, il momento per quel genere di pensieri, Yukari, sottocanestro era pronta a segnare il punto della vittoria.

Eluse il marcatore aumentando prima il suo passo, poi fintando a sinistra e in seguito facendogli passare la palla tra le gambe; lanciò la sfera, Yukari spiccò un salto altissimo, stava per schiacciarla all’interno dell’anello, ma il suo avversario glielo impedì.

“YUKARI!”

Il suo nome, era stata l’ultima cosa che aveva sentito prima di perdere i sensi; lui aveva gridato il suo nome quando l’aveva vista accasciarsi a terra.

°°°continua°°°

Parte VIII

Torna alla pagina di Slam Dunk
Torna all’indice delle Fiction

[Home] [English] [Italiano] [Links] [Collabora!] [Rings]