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Tous les garçonnes et les filles
by Ottavia

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Capitolo 2: confessioni ed emozioni.

Era passata qualche settimana senza che nessuno dei due toccasse l’argomento Rukawa. Erano stati sotto pressione per via degli esami di fine trimestre. La scuola era diventato l’argomento principale nelle loro conversazioni. Entrambi avevano un professore e una materia che trovavano particolarmente antipatica..

Ogni volta che s’incontravano la scena era sempre la stessa. Prima era Sendoh a dover ascoltare Ayako che malediceva il suo insegnante di economia.

“Quanto odio quell’uomo, non fa altro che vantarsi del suo studio, delle sue signorine quando in realtà l’unica cosa che sa fare è parlare. Lui e il suo metodo all’americana, il problem solving, anche se io lo ribattezzerei vi do le fotocopie e poi sono cavoli vostri. Come se non bastasse lui, mi tocca anche studiare matematica. Chi cavolo se ne frega di sapere come si calcola il limite di una funzione, piuttosto che la sua derivata prima. Io mica voglio andare a lavorare alla Nasa !”

Poi toccava ad Ayako stare a sentire le lamentele dell’amico.

“L’inglese che lingua idiota, perché una parola deve significare 2300 cose? Non potevano scegliere una lingua più intelligente come standard mondiale ? E poi se proprio bisogna studiarla, scegliessero almeno qualcuno che lo sappia l’inglese per insegnarlo. Non uno che passa metà della lezione parlare delle galline che alleva sua sorella e che dice happy new yaaaaaaaar

(Questi due brillanti esempi di insegnati esistono sul serio. Anzi nella realtà il prof d’inglese era pure peggio. Non a caso era soprannominato Mister Garlic. N.D. Ottavia)

Alla fine nonostante l’intenzione, più volte espressa da entrambi, di buttare i libri dalla finestra e bruciare le varie fotocopie, erano riusciti a passare gli esami senza insufficienze. Finiti i suoi esami però Ayako aveva dovuto anche partecipare a un campus scolastico organizzato da Akagi per permettere ai componenti della squadra, di recuperare. Infatti, solo Kogure e lo stesso Akagi avevano passato gli esami senza insufficienze.

Sendoh aveva trovato la cosa molto divertente, quando Ayako glielo aveva raccontato.

“Ah, ah, ah. Me l’immagino proprio la scena. Sakuragi che va in giro per la casa blaterando che lui è un genio e non ha bisogno di ripetizioni, Rukawa che dorme, Miyagi che anziché studiare passa il tempo a guardare te.”

“Guarda che non è stato per niente divertente e comunque per una volta Ryota si è applicato. Meno male che alla fine i nostri sforzi sono stati ripagati e quei quattro hanno passato gli esami. “ 

“Anche i miracoli accadono.”

“Cambiando discorso mio caro, quando pensi di dichiararti al tuo amato? “

“Ma Aya sei pazza? “

“Parlo sul serio, secondo me dovresti dirglielo, in fondo cos’ hai da perdere? Nella peggiore delle ipotesi ti dirà di no.  Dopotutto Aki  chan, non sei mai stato un vigliacco.”

Così alla fine si era deciso. L’occasione si era presentata qualche giorno prima, quando aveva incontrato Rukawa che si allenava in un campetto vicino al parco.

Solo che le cose non erano andate esattamente come lui pensava.

Così ora si trovava seduto a quel bar e aspettava Aya per raccontarle com’era andata.

“Ciao scusa il ritardo. “

Sendoh sorrise, uno di quei sorrisi che mandavano in brodo di giuggiole le sue numerose ammiratrici.

“Non fa nulla, di solito sono io quello fa tardi, per una volta ci siamo invertiti i ruoli. Sei uno splendore oggi, lo sai Aya-chan? “

“ E tu sei un adulatore; ma bando alle ciance, io voglio sapere com’è andata con Ru “

“Per farla breve, io l’ ho baciato e gli ho detto quello che provavo. Lui mi ha guardato e mi ha detto che non provava lo stesso per me. Poi ha aggiunto che avrei dovuto baciare solo chi amavo sul serio e che quella persona non era certamente lui. “

“Mi dispiace Tanto Aki, però mi sembra che tu l’abbia presa piuttosto bene. “

“Non so cosa dirti, in questi giorni ci ho pensato e credo che abbia ragione lui. Sai quando l’ ho baciato, non è stato come mi aspettavo. Non dico che pensassi di sentire le campane, i cori degli angeli o cose simili, però baciare la persona che ami dovrebbe quantomeno piacerti. A me, invece, non è piaciuto per niente.”

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A casa Ayako cercava di analizzare il suo comportamento. Perché quando Akira le aveva detto di essere stato respinto si era sentita quasi sollevata? Non era certo il genere di emozione giusta da provare. Cosa diamine andava a pensare? Era meglio se evitava di lasciar vagabondare i suoi pensieri.  Salì sul letto e afferrò un cd dalla mensola. Accese lo stereo e pochi secondi dopo Françoise Hardy iniziò a cantare.

* Tous les garçons et les filles de mon âge
se promènent dans la rue deux par deux

Pochi minuti dopo però i pensieri tornarono alla carica. Avrebbe dovuto essere dispiaciuta per lui, a nessuno piace essere respinto. Era forse diventata gelosa tutta d’un tratto?

Tous les garçons et les filles de mon âge
savent bien ce que c'est d'être heureux

Ma si poteva essere gelosi di un amico?

Et les yeux dans les yeux et la main dans la main
Ils s'en vont amoureux sans peur du lendemain

Ma forse non era gelosia, era solo che per un po’ aveva temuto di perdere il suo migliore amico, il suo confidente, colui cui poteva raccontare ogni più piccolo dettaglio della sua vita.

Oui mais moi, je vais seule par les rues, l'âme en peine
Oui mais moi, je vais seule, car personne ne m'aime

Se si fosse fidanzato le cose sarebbero indubbiamente cambiate tra loro.

Mes jours comme mes nuits
sont en tous points pareils

Lui avrebbe avuto meno tempo da dedicarle.

Sans joies et pleins d'ennuis,
personne ne murmure "Je t'aime" à mon oreille

Sì, sì doveva essere così.

Tous les garçons et les filles de mon âge
font ensemble des projets d'avenir

Ma allora perché quella soluzione non la convinceva?

Tous les garçons et les filles de mon âge
savent très bien ce qu'aimer veut dire

Ayako scosse la testa. Era meglio se iniziava a fare qualcosa di utile. Per esempio poteva iniziare a cercare i documenti necessari per rinnovare il passaporto. Certo suo padre prima di partire aveva detto che se ne sarebbe occupato, ma poi non aveva fatto in tempo. Aveva pensato di aspettare il suo ritorno ma poteva benissimo iniziare con il portare i documenti. Poi i suoi sarebbero andati a firmare quando fossero ritornati. Almeno avrebbe guadagnato del tempo.

E avrebbe evitato alla sua mente di incamminarsi lungo sentieri non voluti.

 Dopo un quarto d’ora circa aveva trovato tutto, mancava solo il certificato di nascita. Era strano che non fosse nel suo dossier, assieme a tutti gli altri documenti. Si mise a cercare negli altri dossier, da qualche parte doveva pur essere.  Alla fine s’imbatté in qualcosa di assolutamente sconvolgente.

Quello che aveva davanti non era un certificato di nascita, bensì un certificato d’adozione.

Quel pezzo di carta attestava che due mesi dopo la sua nascita era stata adottata da quelli che aveva sempre creduto suo padre e sua madre.

Posò il documento insieme agli altri sulla scrivania, afferrò la giacca e uscì di corsa. Camminava senza meta, guardava la gente davanti a sé ma non vedeva nessuno. Nella sua mente un pensiero si ripeteva ossessivo: sono stata adottata e nessuno me l’ ha mai detto!

Era ormai buio quando si fermò.

Si accorse con stupore di essersi fermata davanti alla casa di Akira.

Stava per andarsene, ma poi decise di suonare.

Appena Sendoh vide la sua espressione, capì che era successo qualcosa di grave.

La fece entrare senza chiederle niente.

Quando finalmente riuscì a calmarsi, Ayako gli raccontò quello che era successo.

“Capisci Akira è come se tutto il mio mondo fosse andato a pezzi. Fino a qualche ora fa sapevo benissimo chi ero, da dove venivo e dove stavo andando, mentre ora non so più nulla. Tutte le mie certezze sono state spazzate via. Come possono avermi nascosto una cosa simile? Quante altre volte mi hanno mentito? Sono tutti delle persone orrende, la mia vera madre che si è liberata di me e i miei genitori che mi hanno sempre mentito!”

“PINATALA DI DIRE SCEMENZE.! Certo i tuoi genitori hanno sbagliato a tenerti nascosta la tua adozione ma questo non fa di loro delle persone orrende. Loro ti hanno cresciuto e amato per 17 anni. Quanto alla tua vera madre non puoi sapere cosa l’ ha spinta a darti in adozione. Ma devi esserle grata per averti fatto nascere, se lei avesse deciso di abortire tu non saresti mai nata.”

Ayako si asciugò gli occhi.

“Hai ragione tu, ho detto delle cose stupide. Non importa se loro non sono le persone che mi hanno messo al mondo, se tra noi non ci sono legami di sangue. Loro sono comunque i miei genitori, “

“Ora torna a casa, saranno preoccupati per te”

“Non c’è nessuno a casa, i miei sono fuori per il weekend “

“Allora stai a dormire da me, non è il caso che tu resti da sola stasera.”

Prima di andare a dormire decisero di guardare la tv.

“Aki passami il telecomando, questo film fa schifo.”

“Guarda che non ce l’ho io”

“Sì che ce l’ hai tu, dai dammelo “

Dammelo?! Interessante invito Aya però sul divano è un po’ scomodo, meglio il letto.”

Ayako arrossì fino alla radice dei capelli.

“Sei un pervertito! Perché devi sempre fraintendere quello che dico? Come l’altro giorno in pizzeria, per colpa tua ci hanno guardato male tutti.”

Akira ridacchiò.

“Non è colpa mia, sei tu che hai detto lo tengo in mano

“Sì certo però io intendevo il tuo telefono. E tu potevi benissimo evitare di ripeterlo a voce alta, con quel tono poi….”

“Be’ ma tu te ne vieni fuori con prendila, dammelo, tiralo fuori, le battute vengono da sole.”

“È impossibile parlare con te, negli ultimi tempi, sei troppo infuoiato”

Poco dopo però la stanchezza e le emozioni di quella giornata ebbero il sopravvento, ed entrambi decisero di andare a dormire.

continua...

* La canzone è Tous les garçons et les filles di Françoise Hardy. È una canzone piuttosto vecchia, credo sia degli anni ‘60, visto che il testo era nell’unità del mio libro di francese che parlava degli anni ’60, però è molto carina.

Ne esiste anche una versione italiana “i ragazzi della mia età” o qualcosa del genere, però io preferisco la versione originale.

 

Capitolo 3

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