Picture
Picture

A strange story
by Eleonora

Note dell'autore: Spero non siate troppo annoiati dagli interventi nelle vesti di CUPIDO delle nostre Akiha e Hanako …perché continueranno a darsi da fare.
Non vi anticipo altro…ma vi avverto: nei prossimi capitoli vi sono scene
YAOI…. mi spiace per chi non ama questo genere ma cercate di capire anche chi invece stravede per questo tipo di storie (e che non si lamenta della coppia Sakuragi- Haruko anche se preferirebbe altri accoppiamenti!!!)…
Onde evitare reclami  vi consiglio di ovviare semplicemente al problema: SALTATE LA PARTE INCRIMINATA!!!! Vi prometto che non farò shockanti rivelazioni in quella parte della vicenda (a parte il segreto dell’eterna giovinezza, se c’è acqua oltre il sistema solare e cosa succederà alla terra fra 250 milioni di anni… =^v^= scherzo!!!) onde permettere a tutti di tenere il filo del racconto!!!! Buona lettura e se avete qualche suggerimento o commento vi esorto ancora a scrivermi!!!!!

mailto: elemistery@libero.it

Picture

Il gioco delle coppie - quinta parte

Nei corridoi del piano dello Shohoku c’era una strana agitazione. Le ragazze correvano da una stanza all’altra con nastri pettini e vestiti per decidere cosa mettersi… i ragazzi invece sembravano essere misteriosamente scomparsi, chiusi nelle loro camere…

Ayako come le altre era agitatissima. Continuava a sciogliere ed acconciare i lunghi capelli senza essere mai soddisfatta del risultato finale. Alla fine lasciò che fosse Hanako a farle una graziosa pettinatura con i capelli raccolti in una treccia. Si era truccata gli occhi con una matita nera  e un ombretto rosa che ricordava il  colore del kimono, di un rosso non molto acceso.

Ryota passò a prenderla alle otto meno cinque, leggermente in anticipo: probabilmente per la troppa impazienza. Alle otto e mezza non era rimasto quasi nessuno in albergo. Le camere erano praticamente deserte, ma Akiha stava ancora aspettando con Mito l’arrivo di Hanako.

*** Cavolo! E’ già dodici minuti in ritardo…Basta! Ora la vado a chiamare!!!*** e partì spedita, o almeno spedita per una ragazza costretta in un kimono molto stretto!  

-Aspetta qui Yohei, vado a chiamare la bella Addormentata!!!

-Fai pure, ti aspetto qui!- disse Mito sedendosi su una poltroncina lì accanto

Akiha raggiunse la porta della stanza e si mise a bussare come un indemoniata…

-ARRIVO!!! ARRIVO!!! UN ATTIMO!!!!!!- si sentì una voce dietro la porta…

Sulla soglia apparve Hanako. Akiha rimase senza parole. La immaginava già vestita di tutto punto e invece se la ritrovava in pigiama, spettinata e con l’aria addormentata…

-COSA FAI VESTITA COSI’ ?????!!!!!!!!!!

-Vado a dormire in pigiama di solito… Ma se preferisci vado a letto in muta da sub…

-NON FARE LA SPIRITOSA!!!! PERCHE’ NON TI SEI CAMBIATA???!!!- si mise a sbraitare

-Io non vengo…Non ho un cavaliere…

-E TI PARE UNA SCUSA SUFFICIENTE???????- le urlò in faccia con l’aria di una che non accetterebbe un tuo rifiuto nemmeno se fossi in punto di morte…

In quell’attimo la porta accanto si spalancò e apparve una imponente figura vestita di nero, con uno sguardo decisamente inquietante: Rukawa.

-Chi fa tutto questo casino?- disse con la voce di un morto vivente

-Niente! Non vai alla festa ?- chiese Aki-chan con la solita curiosità

-No. Non ho invitato nessuna.  rispose Kaede con un tono di voce particolarmente addormentato

Lo sguardo di Akiha si spostò rapidamente da Kaede ad Hanako e viceversa: la sua espressione era indefinibile… Poi fulmineamente prese le mani dei due giovani e le unì.

-Andrete alla festa insieme!

-Ma…- provò a ribattere Hanako, ma venne subito interrotta dall’amica  Niente ma!!!!- replicò Akiha senza possibilità d’appello.

-AVANTI CAMBIATEVI!!!!!!

-Mh?- Rukawa sembrava non capire…

-Ho detto CAMBIATEVI… E’ UNA FESTA IN COSTUME NON UN PIGIAMA PARTY!!!!!!!!  ora cominciava davvero ad arrabbiarsi

-Ho capito…calmati Aki-chan.

-Bene Hana- chan: ora io ti do una mano a vestirti ! E tu Rukawa fatti trovare qui fra dieci minuti, mentre io cerco di rendere presentabile questa ragazza.

Rukawa la guardò interdetto: nessuno aveva mai osato dargli ordini così palesemente, a parte forse Hanamichi in uno dei suoi attimi di megalomania… ma obbedì comunque, era troppo stanco per sentire ancora quella ragazza urlare… Esattamente dodici minuti più tardi era fuori dalla porta ad aspettare la ragazza che avrebbe dovuto accompagnare alla festa.

***Tutte a me succedono…***

Hanako era risultata trasformata: la versione brutto anatroccolo con capelli spettinati e pigiama era stata sostituita dalla versione cigno. Il kimono verde chiaro, i lunghi capelli neri raccolti con degli spilloni a parte due ciocche ondulate ai lati del viso la rendevano davvero carina. Anche Rukawa dovette ammettere dentro di sé che non sembrava nemmeno la stessa persona.

***anche se la divisa da basket è meglio….***

La festa era tutta luci e colori. La folla dai kimono colorati si affollava nei pressi delle bancarelle, dei giochi e delle giostre. In un ampio spiazzo era sistemato il palco e alcune coppie già ballavano una lenta melodia suonata dall’orchestrina nell’angolo. Lanterne pendevano dagli alberi fioriti e origami a forma di carpa erano regalati ai bimbi più piccoli. Tutti si stavano divertendo. Spesso si potevano notare delle teste più alte spiccare dalla massa: appartenevano ai giocatori delle varie squadre di basket e non passavano certo inosservate: soprattutto una certa testa rossa di nostra conoscenza …

Hanamichi quasi dava in escandescenze appena i bambini lo additavano ridendo, e se non fosse stato per la presenza di Haruko, si sarebbe incazzato nero coi bambinetti. Le varie coppiette di partecipanti si divertivano con un gioco che consiste nel catturare dei pesciolini con un retino di carta incredibilmente fragile!!!! Hanamichi aveva speso una barca di soldi per catturare quei pesci, dato che i retini si rompevano sempre per la troppa energia che metteva in questa attività. Alla fine fu ben misero il premio:uno stupido pesciolino rosso dallo sguardo poco rassicurante (come fa un pesce ad avere uno sguardo poco rassicurante?NdLettore). ***Lo chiamerò Rukawa*** pensò il rossino ***Hanno lo stesso sguardo antipatico!*** Eppure Haruko sembrò gradirlo.

Nel frattempo Rukawa si era messo d’impegno per procurare un premio ad Hanako (lui ed Hanamichi smetteranno mai di competere?) con un gioco che assomigliava vagamente al basket: bisognava centrare un cerchio con una palla e totalizzare un certo numero di punti. Per lui questo non fu per niente difficile.

Il proprietario era disperato: quel ragazzo non sbagliava un tiro! In quei giorni, con tutti quei giocatori di basket che partecipavano ai festeggiamenti e vincevano molti premi aveva segretamente pensato di abbandonare l’attività, ma se l’era sempre cavata insistendo per far tirare anche le ragazze che accompagnavano i giocatori: in quel modo il punteggio non risultava poi così alto.

E ci provò anche quella sera.

-Senti, giovanotto, perché non fai provare anche la tua ragazza?

-Non sono la sua ragazza!!- precisò Hanako- ma ci provo comunque.

Prese la palla, calcolò la distanza e tirò: perfettamente nel cesto.  Il proprietario era shockato ma credette si trattasse solo di fortuna…Ma, per sua sfortuna, non era quella la ragione: dovette dare ai ragazzi il premio più bello, un peluche gigante a forma di gatto. Non era proprio la giornata di quel pover’uomo… aveva incontrato due grandi cestisti in una volta sola.

Quel mondo di luci e colori incantava e rallegrava gli animi. Tutti in quella comitiva di giocatori di basket sembravano spassarsela un mondo… Soprattutto un ragazzo, col sorriso sulle labbra, procedeva allegro tra la folla con un sacchetto aperto pieno di dolci in una mano, mentre nell’altra stringeva un biscotto mangiucchiato.

Eppure quella sua spensieratezza era destinata a finire a breve.

A finire con un incontro.

Con una ragazza dai capelli scuri e gli occhi neri.

Una ragazza non molto alta, ma con davvero molta personalità…

*******
Akiha se ne stava tranquillamente appoggiata ad un muretto con Yohei a fianco. Hanamichi le stava davanti e parlava con Mito, mentre Haruko si era allontanata per cercare Ryota e Ayako, introvabili da almeno un’ora.

Anche l’altra coppia mancava all’appello.

 Di Kaede e Hanako, infatti, nessuna traccia: ma Hanamichi sembrava non sentire molto la mancanza di Rukawa. Akiha si spostò fino a portarsi al centro della piazzetta, per vedere se riusciva a scorgere l’amica tra la folla. Ma invece di vedere, fu in realtà vista.

-Akiha…. Cosa cavolo ci fai qui?- disse una voce che Akiha non riconobbe subito…ma mentre si girava ricordò improvvisamente: quella era la voce dell’ex ragazzo di Hanako: era la voce di Sendo.

-Allora,  mi spieghi cosa fai qui?- il ragazzo ora non sorrideva più.

Anche Akiha era davvero turbata, ma fece ricorso a tutta la faccia tosta di cui era capace.

-Sono venuta alla festa…Perché, non si può?- chiese con aria innocente

-Non fare la spiritosa. La cosa non mi pare così ovvia, dato che tu non vivi certo qui…

-Potrei farti la stessa domanda.  replicò lei

-Ho già capito…con te è impossibile parlare!

-Beh, allora ci vediamo!!! -*** L’ho scampata bella!!!! Per fortuna ora se ne va vi…***

-Akiha!!!! Cosa fai lì?- Hanamichi, inopportuno come al solito era intervenuto nel momento meno adatto.

-Sakuragi, tu la conosci?- disse Sendo insospettito.

-Sendo! Stai cercando di farti rivelare da lei i miei punti deboli? Ma ti avverto che è tempo perso, dato che non ne ho!!! Ha! Ha! Ha!

-Quindi voi due vi conoscete…- indagò l’asso del Ryonan

-Certo che ci conosciamo! Frequenta la nostra scuola e fa il tifo per noi…

-Sai Akiha, credo che tu non sia venuta qui da sola…Non sei mai stata una grande appassionata di basket. C’è anche Hanako con te, vero?- ormai Sendo aveva praticamente capito ogni cosa

-Hanako? Quale Hanako?- disse lei facendo la finta- ingenua.

-Ma come Akiha, hai perso la memoria? Sta parlando della nostra aiuto manager!!!!- intervenne di nuovo Hanamichi.

-Taci!!!!- disse lei, che gli avrebbe volentieri tappato la bocca con una mano, se solo fosse stata alta abbastanza…

-Thank you Sakuragi…- disse allora Sendo- Allora dov’è?- continuò guardandosi attorno.

-Non lo so e anche se lo sapessi non te lo direi mai! Non sarà di certo venuta, quindi è inutile che la cerchi…. - aggiunse Akiha sperando di allontanarlo prima che Hanako arrivasse davvero…

Ma era troppo tardi. Hanako era proprio dalla parte opposta della strada con in mano un peluche gigante… e non sembrava passare inosservata.

-Guardate quella che pupazzo enorme ha vinto!!!!- disse in quell’attimo un bambino lì vicino. Anche Akira si voltò…. e ciò che vide non gli piacque per nulla. 

-Hanako…- mormorò.

Hanako se ne stava accanto al suo rivale di sempre: Kaede Rukawa. E questo a Sendo non stava per niente bene, proprio per niente…

-Sendo aspetta…- disse Akiha sperando di trattenerlo

Ma ormai era partito in quarta… e nulla avrebbe più potuto fermarlo.  Akira si fermò davanti alla ragazza.

-Hanako…- disse.

La  giovane si girò, alzò gli occhi. Per un attimo i loro occhi si incrociarono. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che l’avevano fatto? Fu Hanako a interrompere quel contatto: si girò di scatto, la sorpresa e la paura si alternavano sul suo volto.

Rialzò la testa, fissando in faccia, ma senza guardare negli occhi, quello che per mesi era stato il suo ragazzo.

-Akira… Che cosa ci fai qui?

-Io devo giocare… sei tu quella fuori luogo.  disse lui con un aria seccata

-Fuori luogo… forse! Ma ormai sono qui. Ti prego, adesso lasciami in pace...

-No.  disse semplicemente, in un tono che faceva trasparire tutta la sua determinazione

-Perché?- la voce di Hanako era piena di dolore.

-Cosa ci fai con lui?  disse Akira e indicò Rukawa con un cenno del capo- E’ lui il tuo ragazzo adesso? Passi da un giocatore di basket all’altro per spirito di collezionismo o cosa?- la sua voce solitamente così calma era colma di gelosia.

-Smettila… Smettila di essere geloso di quello che faccio quando è tutta colpa tua… Smettila di perseguitarmi quando mi hai fatto soffrire… Smettila di accusarmi quando non conosci i fatti…- la sua voce era prossima al pianto. - Lui non è il mio ragazzo, ma se lo fosse non dovrei certo venire a chiedere il permesso a te!!!! Lo vuoi capire o no che per me tu non sei più nulla???!!!- due lacrime gemelle solcavano il suo viso.

Nonostante la rabbia che aveva ostentato, una ferita si era riaperta e aveva ricominciato a sanguinare… e lei non conosceva nessuna cura… Hanako cominciò a correre lungo la via, urtando numerose persone durante la sua fuga. Il kimono la rallentava, Akira avrebbe potuto raggiungerla, ma Rukawa si era messo fra lei e Sendo, impedendo a quest’ultimo di correrle dietro.

-Togliti. - aveva sibilato Sendo.

-No-

-Devo raggiungerla scemo! Lasciami passare…

-

Sendo scartò di lato, come per eludere una marcatura, ma Rukawa lo anticipò. Lo sguardo di Akira era colmo di risentimento. Ma per il momento preferì desistere.

-Rukawa, non sperare di averla vinta. Lei è mia. Tu non mi batterai né qui né sul campo…  poi si voltò e scomparve tra la folla.

Akiha raggiunse Rukawa. Aveva seguito parte della scena ma non aveva visto da che parte era andata l’amica.

-Cos’è successo?

-E’ Sendo il ragazzo di cui parlava Hanako?

-Non rispondermi con un’altra domanda!!!! In ogni modo, sì, è lui!

-Lo batterò…

*****
PENSIERI DI AKIRA SENDO…

L’ironia del destino vuole che
Io sia ancora qui a pensare a te.
E la mia mente flash ripetuti,
attimi vissuti con te.
E’ passato tanto tempo ma
Tutto è talmente nitido,
così chiaro e limpido, sembra ieri…

E’ strano, Hanako. Davvero. Pensavo di aver dimenticato questa storia. E invece non è così… Non ho mai voluto ammetterlo ma soffro ancora.

Ricordo perfettamente ogni cosa, il momento in cui ti ho vista la prima volta. L’attimo in cui mi hai chiesto di insegnarti a giocare a basket perché volevi la sufficienza in educazione fisica, e la prof. ti aveva imposto di giocare a pallacanestro perché eri alta.

E anche il momento in cui ho capito di amarti.

E quello in cui sono stato così stupido da dirti quelle sciocchezze.

Anche mentre ti dicevo che il basket era più importante, ti amavo.

Eppure ho detto quelle stupidaggini per convincermi che ero forte, e avrei potuto rinunciare a te quando volevo. Solo ora ho capito che l’amore non è debolezza.

Ieri avrei voluto leggere nei tuoi pensieri,
scrutarne ogni piccolo particolare
ed evitare di sbagliare…
Diventare ogni volta l’uomo ideale.

Se avessi saputo quanto era fragile e insicura nonostante quell’apparenza di forza. Se avessi saputo quanto temevi di perdermi… Sicuramente in quel caso non avrei detto niente. E ti avrei tenuta stretta tra le braccia dicendoti ciò che volevi sentire, ciò  che io pensavo veramente.

Ma non l’ho fatto. Il più grande rimpianto della mia vita. Il più grande rimorso. Ho infranto un sogno. Come uno specchio è andato in pezzi. In pezzi come il mio cuore… In pezzi come il tuo cuore…

Ma quel giorno che mai mi scorderò
Mi hai detto - Non so più se ti amo o no.
Domani partirò, sarà più facile dimenticare…
Dimenticare…
E adesso che farai?
Risposi  Io non so…
Quel tuo sguardo poi, lo interpretai
come un addio; senza chiedere perché,
da te mi allontanai…Ma ignoravo che,
in fondo non sarebbe mai finita…

Credevo fossi forte. Invece prima ti ho vista piangere. Non avevo mai visto le lacrime scendere dai tuoi occhi. Quegli occhi stranieri che potevano sembrare così gelidi… Prima mi hai stupito. Quando mi avevi lasciato sembravi semplicemente arrabbiata anche se percepivo la tua amarezza. Ho sempre ingannato me stesso pensando di averti dimenticata e di non amarti più. Anche quando mi tornavi in mente scacciavo il tuo ricordo con tutte le mie forze.

Eppure oggi quando ti ho vista così fragile avrei voluto abbracciarti e avvicinare la tua testa al mio petto per poi consolarti, nonostante queste cose sdolcinate non mi si addicano per niente.

Teso, ero a pezzi ma un sorriso
In superficie nascondeva
I segni di ogni cicatrice 
Nessun dettaglio che nel rivederti potesse
Svelare quanto c’ero stato male…
[…]

Il mio solito sorriso in superficie, ma nel profondo un dolore infinito. Il dolore in fondo è sempre causato da una perdita…. dalla fine di qualcosa di felice. Le cicatrici del mio cuore si possono ancora vedere. Anche se sembrava solo inutile gelosia, oggi nella mia reazione c’era anche un immenso dolore… Ma giuro che non smetterò di lottare.

*****

Le danze stavano per cominciare. Ed Hanako sembrava scomparsa Akiha la stava cercando insieme a Rukawa, che cercava di spiegare alla ragazza la strada che aveva visto fare all’amica.

Erano giunti nel cortile del tempio scintoista. I portali del tempio si stagliavano in tutta la loro imponenza nel limpido cielo primaverile, e i ciliegi in procinto di sbocciare adornavano le grandi piante del cortile. La costruzione principale era illuminata da lanterne che diffondevano un luce soffusa e dolce.

Appoggiata contro un muro, una figura ripiegata su se stessa sembrava riposare. Ma guardando meglio si poteva vedere la schiena sollevarsi irregolarmente a causa dei singhiozzi, mentre attorno al viso nascosto dalle mani le ciocche di capelli erano sparpagliate in modo disordinato.

-Hanako…

Una mano posata con delicatezza su una spalla la fece comunque sobbalzare… sollevando il viso rigato di pianto la ragazza si accorse che si trattava dell’amica e avendo notato anche Rukawa cercò di darsi un contegno, asciugando gli occhi con l’orlo di una manica.

-Come stai?

-N-non molto bene… ma me la caverò. - disse sorridendo lievemente.

-Certo che te la caverai… Te la senti di ballare o ti riaccompagno in camera?- chiese premurosamente

-No, ballerò. Non voglio che ti sacrifichi per me. Io sto bene.

-Sicura?

-Certo!

-Bene allora andiamo!

E si avviarono seguite da Rukawa, che nonostante tutto non aveva detto una parola. Questo ad Hanako era un po’ dispiaciuto *** Sempre così freddo!!! ***, ma in fondo si dimenticò presto di aver formulato quei pensieri.

Le danze erano incominciate. Le coppie ballavano sulla pista. La dolce melodia addolciva gli animi. Hanako danzava al ritmo di una canzone

Iro-wa nioedo chirinuru wo
Waga yo tare zo tsune naramu
Ui no oku-yama kyo koete
Asaki yume miji ei mo sezu
Il colore brillava, eppure i fiori sono caduti
In questo mondo chi mai può essere eterno
Varcando ogni limite profondo dell’esistenza
Io non vedrò più sogni leggeri, né sarò più incantato.

Per effetto di quella triste melodia di ricordi e rimpianti Hanako cominciò silenziosamente a piangere con il capo chino per non farsi scorgere. I singhiozzi facevano tremare le sue spalle e la sua mano si era stretta convulsamente a quella di Kaede, che le faceva da cavaliere.

Quel ragazzo così gelido e insensibile per una volta sembrò capire. Lui che non sapeva o non voleva esprimersi a parole cercò di consolare quella ragazza così forte eppure così fragile con cui il destino era stato crudele. La circondò con le braccia e la strinse a sé. Hanako sentì quel cambiamento perché fino ad allora quell’abbraccio era stato impercettibile: ora quella danza non era più solo qualcosa di meccanico, poteva sentire il calore e il conforto. Un profumo d’incenso e il battito di un cuore calmo e regolare, la tranquillità di un respiro profondo e rilassante. Tutte queste sensazioni le fecero ricordare la madre, nella sua mente si formò nitida la sua immagine, ricordo di felicità passate. In quell’abbraccio si sentiva protetta e sicura. Sentiva che fra quelle braccia avrebbe potuto addormentarsi, senza piangere per tutta una notte.

-Perché lo fai?- mormorò a mezza voce, aveva bisogno di sapere…

-Perché sei come un cristallo.

-Che risposta è?

-Sei fragile.

-Non è vero!!

-Cerca di non sbagliare i passi.

-Non li sto sbagliando! E non sono fragile!

-E’ il tuo cuore che sta per spezzarsi, e potresti spezzarti anche tu.

Quella frase le aveva fatto trattenere il fiato. Possibile che l’avesse capita così bene pur conoscendola così poco? In quel momento la musica finì e abbandonò il tepore e la sicurezza di quelle braccia senza aver potuto chiedere nulla a quel ragazzo che leggeva nella sua anima come in un libro aperto.  Le loro strade si divisero di nuovo e ognuno di loro tornò a giocare la sua partita…eppure in quel momento Hanako sentì che il suo cuore non sanguinava più .

******
Sendo vagava per i corridoi dell’albergo. Erano ormai dieci minuti che camminava davanti alla stanza in cui dormiva Hanako senza trovare il coraggio di bussare. Si decise ad un tratto e fece tutto velocemente, come per evitare ripensamenti improvvisi.

Bussò ma non venne nessuno ad aprire e nessuno rispose. Provò ad abbassare la maniglia, ormai convinto di trovarla chiusa, ma invece questa cedette sotto la pressione della sua mano e si spalancò. Akira restò qualche secondo sulla soglia come aspettandosi che qualcuno spuntasse fuori da un momento all’altro. Ma non successe nulla. La stanza era ferma e immobile.

Il ragazzo diede una rapida occhiata e vide il kimono che Hanako indossava la sera precedente ripiegato sul letto. Eppure fu qualcos’altro ad attirare la sua attenzione: un peluche appoggiato al cuscino e bene in vista. Preso il coraggio a due mani Sendo si avvicinò al letto e prese il pupazzetto da dove si trovava. Furono rabbia e sorpresa i sentimenti che si alternarono nel suo cuore: quel pupazzetto portava la maglia di Rukawa… Strinse quel simbolo della sua sconfitta e lo gettò con rabbia contro una parete. Poi uscì sbattendo la porta e mormorando un  Rukawa non  finisce certo qui!!!! Stai sicuro che sarò io a vincere…-

In quel momento Ayako uscì dalla doccia. - Hanako sei tu? Perché sbatti la porta?  disse affacciandosi in camera. Ma non vide nessuno E mentre raccoglieva il pupazzetto da terra non poté fare a meno di pensare che era strano che una ragazza così pacata avesse buttato le cose a terra in quel modo e avesse sbattuto la porta…

Qualcosa stava cambiando in quel gioco strano che è l’amore : le carte si stavano di nuovo mescolando.

*********************

Il gioco delle coppie sesta parte

Torna alla pagina di Slam Dunk

Torna all’indice delle Fanfiction

[Home] [English] [Italiano] [Links] [Collabora!] [Rings]