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A strange story
by Eleonora

Note dell'autore: Spero vi piaccia...mi raccomando inviatemi i vostri commenti!!!
Ricordo che la maggior parte dei personaggi (purtroppo, SIGH… ) non sono di mia invenzione.Sono stati creati da un signore di nome Inoue Takehiko che ammiro & riverisco… E ringrazio per averci regalato Sakuragi & co. !!!!!!
Le parole tra *** asterischi sono i pensieri! Grazie e divertitevi! ^__^

mailto: elemistery@libero.it

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 CONOSCENZA

Si riscosse dai suoi pensieri con rapidità sorprendente, come se avesse fatto una doccia fredda…ma non era stato a causa dell’acqua.

Rukawa si era avvicinato da dietro e con voce seria, ma ancora un po’ affannata le aveva detto: - Sei davvero in gamba.

E quindi se ne era andato verso gli spogliatoi con un nugolo di ragazze al seguito che gareggiavano per congratularsi, offrirgli un asciugamano o una bibita. Questo era bastato. Si era ridestata come la bella addormentata, tutto ad un tratto, senza un motivo preciso.

Ma forse il motivo c’era.

- Sembrano un nugolo di mosche fastidiose …- aveva commentato acido Hanamichi.

- Sei solo geloso perché Haruko è fra loro e non si comportata diversamente da tutte le altre…-aveva aggiunto Miyagi

- NON DIRE SCEMENZE !!!! Haruko ama solo me !!! Non offendere la MIA Harukuccia !!!!!- e stava per sottolineare le sue parole con qualche pugno, quando Akagi si era levato minacciosamente alle sue spalle assestandogli un sonoro pugno sulla testa rossa.

- Ma ce l’avete tutti con me oggi ????

- Smettila di parlare così di mia sorella!!!! O te la vedrai con me….

- GRRR….- Hanamichi era visibilmente irritato dalle parole del capitano ma dava l’impressione di non essere intenzionato a desistere.

Il capitano intanto si era rivolto alla giovane, la scrutava e soppesava ogni sua parola con attenzione : Sei molto dotata, non si può negare. Per cui ti chiedo, se vorrai, di assistere ai nostri allenamenti, ogni tanto, sempre se ne avrai voglia…    La squadra ha bisogno di alcuni miglioramenti e penso tu sia abbastanza esperta da consigliarci.

- E magari aiuterai anche Ayako…- aveva aggiunto Kogure.

- La mia Aya-chan non ha bisogno di aiuto !!!!- si era subito agitato Miyagi

- Taci Ryota. Sarei molto contenta di avere un’assistente. Almeno mi aiuterai a tenere a bada Hanamichi…-

- E io cosa centro adesso ???- aveva piagnucolato quest’ultimo

- Beh, se la mettete così sarò felice di darvi una mano per quel che posso…- e esibì un sorriso un po’ stentato, ma che alla maggior parte di loro apparì più che mai sincero.

- E ora tutti in palestra !!! Dobbiamo dedicarci ad un allenamento !!! Marsh !!!!!

E all’ordine perentorio di Akagi, tutti, seppur di malavoglia si diressero verso la palestra. Quella giornata era stata per tutti piena di sorprese.

- Bene! Ora tutti in fila !!! Dovete fare le presentazioni…- aveva urlato Akagi alla squadra.

Tutti si erano disposti come quando, il primo giorno si erano presentati, richiedendo di entrare nel club. Hanako si era sorpresa a fissare Rukawa, che con lo sguardo    addormentato si era piazzato proprio di fronte a lei. Ma si obbligò a distogliere lo sguardo ***non vorrai finire come quelle stupide del suo fans- club !!!! ragiona Hanako, ragiona !!!!!! Lo ammiri semplicemente perché ti ha battuta…quasi non ci hai mai parlato…E poi guarda !!! Qui è pieno di ragazzi carini !!!!*** ma ormai era sempre più convinta di stare mentendo a se stessa.

***Mai più lo stesso sbaglio…Ricorda Hanako…MAI PIU’ ***

Intanto erano cominciate le presentazioni:

Hanako si era posta davanti ai giocatori e con un profondo inchino aveva detto il suo nome e la classe che frequentava. Poi era tornata a sedere vicino alla manager del club.

- Avanti ragazzi, presentatevi! Comincia tu Mitsui!

un giovane dai corti capelli neri aveva fatto un passo avanti:

- Piacere di conoscerti. Il mio nome è Hisashi Mitsui e frequento il terzo anno.

- Piacere di conoscerti. In che ruolo giochi?

- Nel ruolo di guardia.

Ed era ritornato al suo posto, con un passo indietro. Si era subito portato sulla falsariga un ragazzo dalla strana pettinatura, un orecchino al lobo sinistro (mi pare…NdA), non molto alto, a dire il vero. Era lo stesso, Hanako lo notò subito, che quella mattinata era in compagnia di Ayako.

- Ryota Miyagi, secondo anno, playmaker.

Contemporaneamente al suo fianco Ayako sbuffò e sibilò qualche invettiva contro il poverino, per la sua maleducazione…

- Piacere Ryota.  aveva detto lei con un sorriso

Intanto, ad uno ad uno i componenti dello Shohoku si facevano avanti per le presentazioni.

- Molto onorato di conoscerti. Io sono Kiminobu Kogure, frequento il terzo anno e gioco come ala. In questo momento sono prima riserva.

- L’onore è reciproco senpai *** cavolo che ragazzo educato !!!!***

- Sono Satoru Katuta, del secondo anno, sono riserva.

- Io invece mi chiamo Hanamichi Sakuragi, frequento il primo anno e gioco come ala grande e SONO UN TITOLARE

Aveva quasi alzato la voce, per rimarcare questa affermazione e Hanako non aveva potuto trattenere un risolino ***che tipo… E’ lo stesso che prima si è preso tutti quei pugni..***

Akagi intanto era quasi sul punto di dargli un bel pugno in testa, ma per buona educazione (non si nota, ma ci tiene a certe cose….) riuscì a trattenersi.

- Molto piacere Hanamichi.

Ormai era il turno di Rukawa che però sembrava essersi addormentato in piedi, con uno sguardo fisso nel vuoto. Siccome non si muoveva, Hanamichi non riuscì a trattenersi. E nel dargli una gomitata per farlo svegliare, ci mise in realtà molta più forza di quella necessaria, col bel risultato che Rukawa quasi cadde a terra.

- Teme do ‘hao !!! ( Tu, brutto sce*o !!!)- aveva sussurrato all indirizzo di Sakuragi, salvo poi fare un passo avanti, per presentarsi

- Il mio nome- biascicò con voce assonnata e quasi atona  è Kaede Rukawa, frequento il primo anno e gioco in posizione di ala piccola. Piacere di conoscerti.

Detto questo tornò al posto. Sembrava essersi finalmente svegliato. Quando anche gli altri si furono presentati, il capitano con aria solenne, ma che lo faceva assomigliare, a detta di tutti un gorilla che vuole atteggiarsi a grande saggio, si presentò a sua volta:

- Takenori Akagi, sono il capitano di questa squadra e frequento il terzo anno. Sono contento di avere, da oggi una componente così in gamba nel mio team ( al che tutti, o quasi si guardarono stupiti ).- E quindi, rivolto ai giocatori: Da oggi Hanako darà una mano ad Ayako come aiuto- manager della squadra. Portatele rispetto ***sottintendendo un   (- O ve la vedrete con me… Quindi non provateci nemmeno…)*** che stranamente venne percepito da tutti, pur non essendo stato espresso a parole. E  ora cominciamo pure ad allenarci !!!!

Quel giorno la maggior parte di loro diede il meglio di sé… forse, come suggerì Ayako ad Hanako pochi minuti dopo, - Per far colpo su di te….- Molti dei giocatori, infatti, sembravano averla notata, e si impegnavano più del solito per riuscire bene ai suoi occhi.

Fra questi perfino Sakuragi, nonostante Haruko non fosse presente all allenamento sembrava avere una marcia in più.

Akagi stesso se ne era accorto *** beh, almeno miglioreremo di sicuro…***e si era ritrovato a pensare che la presenza della ragazza sarebbe stata utile non solo dal punto di vista strettamente tecnico.

Ma lei non sembrava interessata ai giocatori in quanto ragazzi, ma invece coglieva i loro aspetti tecnici, i loro sbagli e registrava i loro punti forti. Sembrava impegnatissima. Annotava alcune cose su di un foglio, e quando Ayako sbirciò cosa stava scrivendo si trovò a fissare caratteri strani: la sua mente le disse che erano caratteri inglesi, ma nonostante la sua conoscenza delle parole inglesi non riusciva ad identificare nessuno dei termini usati, a parte i nomi dei giocatori.

- Che cosa scrivi?

- Sono delle valutazioni.

- E in che lingua le stai scrivendo?

- Oh…è italiano.

- Italiano?

- Una lingua europea (ma che ignorante sta qua…meno male che in Giappone sono istruiti…. NdA).

- E come mai la conosci ?

- Mia madre è italiana …o per meglio dire, lo era.

- Ha cambiato cittadinanza ?

- No…- disse lei, una nota triste nella voce e un sorriso un po’ incrinato sulle labbra, come per qualcosa di antico, una vecchia cicatrice rimarginata che però fa ancora male…- è morta sei anni fa.

- Mi dispiace  e era davvero dispiaciuta, ma cercò di sviare il discorso…la memoria di certe cose, intuiva, poteva fare molto male…- e come mai scrivi in italiano ?

- Così nessuno di loro- e indicò con un cenno del capo i giocatori impegnati in una partita di allenamento  saprà cosa penso di lui…

Ayako aveva già notato che in quella ragazza c’era qualcosa di occidentale, ma non avrebbe quasi sospettato si trattasse di una gaijin (straniera )…o quasi, visto che per metà era giapponese.

Forse erano stati quegli occhi, o forse il fatto che era così alta, ma non era di certo passata inosservata, anche a coloro che non conoscevano la sua storia.

- Hanako…senti, ho visto che i primi della tua lista sono Rukawa e Sakuragi…come mai ? Ti hanno colpito così tanto ?

- Beh…Hanamichi ha potenziale, ma è un po’…come dire… acerbo!!! Ha bisogno di migliorarsi parecchio…

***E dire che oggi è uno dei giorni in cui gioca meglio…***aveva pensato Ayako

- E Rukawa invece ? Di lui che idea ti sei fatta ?

- E’ troppo presto per dirlo, ma credo che abbia un buon gioco, nonostante un paio di difettucci da colmare.

- Difettucci ???

- Sì, proprio così…

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

Alla fine, dopo l’allenamento, i giocatori si erano precipitati a cambiarsi, per avere modo di parlare ( fare il terzo grado ) con la nuova componente dello Shohoku. Si erano subito accalcati intorno a lei, che, nel frattempo, aveva approfittato degli allenamenti in corso per fare una doccia e cambiarsi d’abito.

Ora, con indosso la gonna al ginocchio della divisa scolastica, appariva notevolmente più femminile. I vestiti sportivi erano scomparsi in una borsa piuttosto capiente, che la ragazza aveva appoggiato in un angolo.  E si era quindi lasciata sommergere dalle domande, alcune riguardanti il basket, alcune riguardo la sua vita privata:

- Ma giochi da molto a pallacanestro ?

- No solo un anno.

- Sei straniera ?

- Solo in parte.

- In che senso ?

- Per metà sono giapponese, e per metà sono di origini europee.( non si era sbilanciata troppo: ***potrebbero procurarsi un vocabolario giapponese- italiano, solo per vedere cosa penso…e cosa scrivo)

- Sei fidanzata ?

- No…- a questa domanda il suo sorriso s’incrinò e un dolore sordo le attanagliò il cuore; non un dolore fisico, reale, ma qualcosa di più profondo…

- HANAKOOOO !!!!!  una voce squillante aveva interrotto il corso dei suoi pensieri. Tutto un tratto le si parò davanti, e non senza sforzi per ricavare uno spazio fra tutti quei ragazzi  asserragliati attorno a lei, Akiha.

- Allora ? Come va ? Tutto ok ? Cavolo, mia madre non mi ha lasciato uscire di casa prima di aver finito tutti i compiti…è tutta colpa sua…cavolo !!! Avrei davvero voluto vederti !!!!- parlava come una mitragliatrice, senza nemmeno prendere fiato.- questo fece sorridere l’amica, che però, assunse poi un’espressione molto seria  Ho perso…-

- Come…???? Cosa….??? Dici davvero ??? Ma se sei un asso ?

- Devi assolutamente farmi conoscere il ragazzo che è riuscito nell’impresa-

Hanako si guardò velocemente intorno, ma Rukawa non era fra gli altri. Rukawa non c’è, ora. Sarà per un'altra volta…

Poi guardò l’orologio e trasalì:- Kami sama (Dio santo…) è tardissimo !!!!! Devo assolutamente sbrigarmi o non finirò i compiti…

- Non preoccuparti, posso darti una mano io  disse strizzando l’ occhio

- Intendi dire che me li passerai ??!!!

- Beh, di solito è il contrario, ma c’è sempre una prima volta per tutto….-  e aveva riso 

- In ogni caso devo scappare !!! Andiamo Akiha !!!! Sayonara a tutti !!!! A domani…

E recuperata la borsa si diresse in fretta verso l’uscita, seguita a ruota dall’amica

- Comunque vedo che non hai perso tempo…- e si girò ad osservare i ragazzi  ti guardavano come non avessero mai visto una ragazza…

- Sai benissimo che dopo quello che è successo non potrei mai stare con uno di loro. E nemmeno innamorarmi…- il suo volto aveva assunto un’espressione sofferente.

 ***Mai più lo stesso sbaglio…Ricorda Hanako…MAI PIU’ ***

Di nuovo quel dolore.

*** MAI PIU’ ***

- Andiamo. disse, e aveva di nuovo il sorriso sulle labbra.

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

Quella sera si era fermata a cena  a casa della sua amica Akiha, e si era quasi lasciata convincere a passare la notte da lei. Ma quella sera doveva per forza tornare a casa, perché suo padre rientrava da un viaggio d’affari e voleva che la trovasse in casa. Erano circa le 20:00, quando se ne andò dalla casa dell’amica e prese l’autobus che l’avrebbe riportata a scuola, dove, recuperata la bici, sarebbe tornata a casa.

Seduta sull’ autobus (ed è davvero raro trovare posti a sedere sugli autobus giapponesi),guardava fuori dal finestrino con aria persa nel nulla della notte. Alla sua mente si affacciavano mille pensieri, e molti scivolavano via senza essere presi in considerazione. Le luci della città erano affascinanti e ipnotiche. Si scosse quando venne annunciata la sua fermata:

ISTITUTO SHOHOKU aveva annunciato una fredda voce metallica, e lei si era affrettata a scendere. Il cancello, al solito, era aperto. Molti studenti, frequentavano corsi serali che si protraevano oltre le 20.00, per cui i cancelli non venivano mai chiusi prima delle 21.00. Si avviò a passo spedito verso le raggiere in cui gli alunni lasciavano le proprie biciclette. Ma prima, passando davanti alla palestra, si accorse, con stupore, che le luci all’interno erano accese …

***chi può mai esserci a questa ora di notte?***

si avvicinò al portone che dava a accesso all’edificio e lo aprì di quel tanto che bastava per guardare all’ interno.

Prima ancora di vedere chi fosse, udì distintamente il rimbalzo regolare di un pallone e il tipico rumore delle scarpe da tennis sul parquet.

Era Rukawa.

Il volto imperlato di sudore, la faccia accaldata e il fiato corto di chi si è allenato a lungo. Ma nonostante quello continuava a correre, scartando e dribblando avversari inesistenti, fino a raggiungere il canestro, infilando il pallone nel cesto come se fosse la cosa più naturale su questa terra.

Hanako aprì la porta. Era stata sul punto di andarsene, ma qualcosa in lei non sapeva resistere.

- Ho capito il tuo segreto.- aveva esordito- ti alleni in segreto…-

Rukawa si era girato, sorpreso, verso l “intrusa”, immaginando fosse una delle tante scocciatrici che gli ruotavano attorno come satelliti ad un pianeta.

Ma era solo Hanako. Una delle poche ragazze, aveva dovuto ammettere con se stesso, che non gli desse fastidio vedere.

***Oggi mi ha quasi battuto…forse è solo per questo…***ma qualcosa in lui gli diceva ***Solo questo ?***

- Konban wa (Buonasera) Rukawa!

- Konban wa…

***Sembra irritato…forse non avrei dovuto interromperlo.***

- Ho visto la luce accesa in palestra e volevo vedere chi era…

- Gomen nasai (scusa)…-

- Daijoubu ( è tutto a posto )…

- Posso fare anch’io due tiri ?

- Hai (sì), fai pure.

Così la ragazza aveva preso un pallone e si era posta  sulla linea dei 3 punti, eseguendo un tiro leggermente obliquo, che si infilò dritto a canestro.

- Bel tiro.-

Hanako non credeva alle sue orecchie…eppure quel ragazzo era famoso per non sprecarsi in complimenti…glielo aveva detto anche Sakuragi che quella “ volpe surgelata”, era meno espressiva di un frigorifero.

- Arigato gozaimasu (grazie).

Al che lui aveva recuperato il pallone e aveva eseguito un fantastico tiro. La palla era rimbalzata su un lato ed era finita in un angolo della palestra.

- Vado io a prenderla.- aveva detto Hanako

E correndo si era diretta verso la palla. Forse fu colpa del fatto che fosse scalza (non si può entrare in palestra con le normali scarpe) o forse fu colpa del lucido usato per pulire il pavimento…

Scivolò.

Rovinosamente, cadde.

Il dolore alla caviglia fu lancinante.

Un tutt’uno con quello del suo orgoglio.

Cadere così non era da lei.

Si lasciò sfuggire un gemito.

Le faceva davvero male.

Rukawa corse da lei.- Ti sei fatta male?

- Non è nulla…

- Ma non era vero.

La caviglia le pulsava dolorosamente.

Cercò di rialzarsi, ma si sbilanciò all’indietro…lui la sostenne.

- Non ce n’è bisogno…-era spaventosamente arrossita. Lo avrebbe fatto con qualsiasi ragazzo, ma fu la situazione che la fece ridere.

Era scivolata in modo ridicolo e si era fatta male, ed ora si faceva sostenere dal ragazzo che quel pomeriggio era stato il suo avversario per non cadere di nuovo….Rise finché il dolore non le raggelò il volto…Aveva appoggiato il piede a terra.

- Cosa c’è da ridere?

- Beh…il modo in cui sono caduta….credo.

Si girò verso di lui e vide quello che solo poche persone al mondo avevano visto; un sorriso sul volto solitamente impassibile del volpino… Ma durò un solo istante. E sul suo volto ricomparve fulmineamente la faccia di sempre.

- Devo andare a casa ora. Ero venuta a recuperare la bici e si sta facendo tardi.

Si spostò su un piede solo verso il muro, si appoggiò alla parete e procedette verso la porta, saltellando e zoppicando alternativamente.

Lui intanto era sparito. Quando si girò a guardare la palestra, non vide più nessuno. Era stata girata per più di due minuti, mentre tentava precariamente di raggiungere la più vicina uscita.

Improvvisamente le balenò in mente l’immagine di Rukawa a stregua di un angelo custode. Se lo figurava con tanto di tunica candida, alette e aureola. Ridacchiò. *** No, di sicuro non è il mio angelo custode. Se lui non fosse stato qui ora sarei già a casa. E poi si è dileguato, non si è nemmeno interessato della mia caviglia…***

Rimesse le scarpe, o per meglio dire la scarpa, perché una la teneva in mano. Il piede ammaccato non ne voleva davvero sapere di farsi imprigionare in una stretta scarpa !!!

Raggiunse le rastrelliere delle biciclette e vide la sua. Era una bici di quelle da città, di un anonimo color nero, con un cestino sul davanti e un portapacchi sulla parte posteriore. Al manubrio era attaccato un portafortuna a forma di gattino, che penzolava allegramente vicino al campanello.

Aprì la catena della bicicletta quasi senza problemi, ma quando venne il momento di tirarla fuori, si sbilanciò all’indietro e cadde sul duro asfalto del cortile, e la bici la seguì. Solo che trovò una superficie più morbida dove atterrare: le finì rovinosamente addosso. ***E ora come mi rialzo senza appoggiare un piede per terra??? ***.

Ma non le servì neanche un secondo per scoprire la risposta.

Si presentò semplicemente davanti a lei.

E indossava la divisa anonima dell’ istituto Shohoku.

Alzò lo sguardo e si stupì ( ma solo in parte) nel vedere la faccia inespressiva di Rukawa. Si era cambiato.

Si chinò, raccolse la bicicletta. La mise sul cavalletto e le porse una mano per aiutarla a rialzarsi.

Si rialzò faticosamente. Era tutta dolorante.

- Ce la fai a pedalare?- le aveva chiesto lui

- Spero di sì, oppure non credo che riuscirò a tornare a casa.

E per fargli vedere che se la poteva cavare ( ne aveva abbastanza di quello sguardo perso nel nulla, che sembrava volerla prendere in giro…), tentò di salire sulla sua bicicletta e di pedalare per un tratto. Per circa due metri ci riuscì, ma quando fu il momento di appoggiare sul pedale il piede dolorante, dovette fermarsi.

Lui le si avvicinò.

- Scendi

- Come ???  lei era incredula ***Cosa vuole fare sto qui ???***

- Sali dietro. Pedalo io.

- In che senso?

- Nel senso che ti porto a casa.

- Ma tu non sai dove abito !

- Se oltre che zoppa, non sei anche muta, me lo dirai tu…

***Che idiota maleducato….Se non fossi la mia unica speranza di tornare a casa intera le sentiresti!!!!!***

- Gira alla prima strada a sinistra. Costeggia il parco e poi al primo semaforo a destra. Quando arrivi in prossimità di un passaggio a livello, svolti ancora a destra e sei arrivato. Capito ?

- Hm.

Ed erano partiti. Lei si era seduta sul portapacchi dietro. Non stava certo comoda, ma almeno  il piede era in salvo. Era stretta alla divisa del suo accompagnatore. Non si sarebbe abbassata ad abbracciarlo manco morta. Non era come quelle tipe del fan- club.  Lei lo avrebbe dovuto giudicare in campo. E doveva rimanere distaccata.

Stavano percorrendo la strada che costeggiava il parco. All’ incrocio, però lui continuò dritto, senza svoltare a destra. Lei se ne accorse…

-   Guarda che stai sbagliando strada.

Nessuna risposta…

- RUKAWA !STAI SBAGLIANDO STRADA!!!

- Mh ?

- Cosa c’è ? Dormi ??!!!

- Sì

*** COOOSA ??? STO QUI SI STAVA ADDORMENTANDO…ANZI: MI CORREGGO, SI è ADDORMENTATO MENTRE ANDAVA IN BICI ????????

MA NON PUO’ ESSERE !!!!!! ***

Ma in realtà il suo tono fu molto più calmo…nonostante tutto, la stava aiutando…

- Hai sbagliato. Devi tornare indietro e svoltare a destra.

- Mh.

Alla fine non ci furono altri intoppi. Riuscirono ad arrivare sani e salvi nella via in cui abitava Hanako. Era una zona residenziale con  molte villette molto carine, dotate addirittura di un giardino piuttosto grande.

- Casa mia è la terza. Ha una cassetta delle lettere blu.

Raggiunsero subito la casa della ragazza. Spiccava fra le altre per non avere nemmeno una luce accesa. Dopo aver frugato brevemente nella sua borsa la giovane estrasse delle chiavi, appese ad un portachiavi a forma di gatto, diverso però da quello appeso alla bici.

- Ti piacciono i gatti ?

- Sì…Mia madre mi chiamava Neko (gattina).

Aprì il portoncino che dava accesso al vialetto che conduceva all’ ingresso. Si girò verso il ragazzo.

- Grazie….Davvero. gradiresti qualcosa da bere ? Almeno riuscirò a sdebitarmi…

- Va bene.

Lei si avviò verso la casa, appoggiandosi, anche se precariamente alla bicicletta.

- Allora ? Non vieni ?

E in quel momento le ricordò un vampiro. Nero nella notte. Che aspettava un invito per oltrepassare la soglia. Al pensiero sorrise, soprattutto ripensando a come lo aveva considerato poco prima : un angioletto custode. Questa veste, quella di creatura dell’oscurità, però, gli si addiceva di più…..

Lui intanto aveva fatto qualche passo ( che era bastato a colmare la distanza che li separava…lei procedeva di un cm alla volta !!! ). Appoggiata la bici al muro, aprì la porta d casa e accesa la luce, che illuminò un ingresso e un salotto piuttosto ampio.

Zoppicò fino in cucina, invitandolo a sedersi. Intanto lei aveva preso un po’ di ghiaccio dal freezer e l’aveva avvolto con uno strofinaccio.

- Preferisci una coca cola, una aranciata o della limonata ?

- Coca cola.

***La caffeina ti farà solo bene…Almeno starai un po’ sveglio...***    

Versò il contenuto della lattina in un bicchiere e lo portò zoppicando nell’altra stanza. Quasi  versò il contenuto del bicchiere sul suo ospite.

*** Manca solo che inciampi per concludere la giornata in bellezza.***

E si era seduta sul comodo divano. Una vera comodità “occidentale”… E si era applicata il ghiaccio sulla caviglia ormai gonfia.

Finita la bibita, si era alzato.

- Io vado. Buona notte.

- E come tornerai a casa ? Abiti qui vicino ?- ***Cavoli non ci avevo pensato !!! Come tornerà a casa senza bicicletta ? La sua l’ha lasciata a scuola !!!!***

- Tre km circa. Ma ora torno a scuola.

- Devi riprendere la bicicletta, vero??? Scusa…ti ho creato un sacco di problemi…

- Quando ti ho detto di salire in bici sapevo già che avrei dovuto farlo…

- Grazie ancora…Sei molto più gentile di come ti dipingono.

- Pretendono di conoscermi.

- Buonanotte, allora, “Kitsune” (volpe).

- Buonanotte “Neko”.

E se ne era andato, semplicemente.

*** E’ stato gentile…non avrei creduto che fosse capace di tanto.***

 

** continua **

 

< Il prossimo capitolo s’intitolerà “ Il ritiro ”….Spero che vi sia piaciuto almeno questo... fatemi sapere cosa ne pensate!!! ^__^
mailto:
elemistery@libero.it

Il ritiro - parte 1

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