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Ray of light
di Aj

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Parte I.

Inverno 19**, tutto è magicamente coperto da uno strato candido e soffice di neve, finalmente è arrivata, l’aspettavo da tempo; amo questo periodo dell’anno, amo quei piccoli cristalli danzare nel vento, amo il suono che producono quando esausti dal loro ballare s’adagiano a terra…ah sì! È proprio bello camminare sotto la neve…beh sarebbe più bello se ci fosse qualcuno con me…ah l’amore!…Ma cosa accidenti vado a pensare?!… Questo non è il momento di perdersi in certe cretinate o farò tardi; dopo quell’idiota chi se lo sente!

“Ehi straniera! Ma quanto ti ci vuole ad arrivare?”

Parli del diavolo e spuntano le corna!

“Non ho voglia di studiare tutta la notte per colpa tua!”

“Se devi studiare tutta la notte per recuperare non è certo colpa mia, sei tu l’idiota che non fa mai i compiti!”quando fa così l’ammazzerei, ma cambio immediatamente idea appena esibisce i suoi occhietti da cagnolino bastonato.

“I compiti li faccio sempre!” ma a chi vuoi raccontarlo? Non certo a me, ti conosco troppo bene “È che non sono molto portato per le lingue tutto qui!” mugola.

Scuoto la testa, è irrecuperabile! Però, infondo, a me piace così com’è; gli voglio bene, troppo bene.

“A che pensi straniera?”

“Come mai sei venuto a prendermi?”

“Poi sono io, l’idiota! Nevica se non te ne fossi accorta!”

“Allora?”

“Mia madre ha pensato che potessi prendere freddo!” ovvio, un’idea del genere non poteva venirgli in mente.

“Allora andiamo straniera?”

“Uh!” abbozzo un sorriso

“Un miracolo! Un miracolo!”i nizia a saltellare per la strada, poi sono io quella strana tra i due “La mia straniera mi ha sorriso!”

“Cammina scemo! Oppure vuoi veramente trascorrere tutta la notte sul libro d’inglese?!”

“No!”corre come un pazzo verso casa; sospiro, sono rassegnata, non è cambiato per niente in questi anni!

Ricordo bene il nostro primo incontro, avevamo sì e no sei anni; frequentavamo la stessa scuola e nessun bambino voleva giocare o parlare con me, il motivo me lo sono sempre chiesto, probabilmente mi vedevano diversa da loro; io di giapponese ho ben poco, giusto un po’ gli occhi leggermente a mandola; ero triste, tanto triste, evitata da tutti e presa in giro; un giorno, che non scorderò mai, ormai al limite della sopportazione scoppiai a piangere in classe e tutti i miei compagni risero di me “invitandomi” a frignare più forte; ma lui no, s’alzò dal banco e pestò per bene il “capobanda” di fronte alla maestra scandalizzata; per colpa mia fu mandato addirittura dal preside, che analizzate le attenuanti, si limitò a rimproverarlo insieme a quei cretini che si prendevano gioco di me e mi alzavano la gonna. La mia pazza testa rossa! Picchiava chiunque mi s’avvicinasse più del dovuto! Che soggetto!

“Allora straniera! Entri o no?!”

Eccolo che ricomincia!

“Hanamichi!Guarda che io ho un nome e anche molto bello!” fingo di arrabbiarmi.

“Dai Luce! Muoviti ho fame!” così va decisamente meglio.

Entro in casa, sua madre è pronta per uscire.

“Tesoro io torno domani mattina, mi raccomando comportati bene!”

“Ok! Ciao mà!” sparisce in cucina, probabilmente va ad ingozzarsi.

“Arrivederci signora!” la saluto con un bacio.

“Ciao Luce! Mi dispiace di non poter restare, ma stasera ho il turno di notte! Domani pomeriggio, però, sono libera. Vuoi venire a prendere un tè con me?”

“Volentieri!” accetto sempre i suoi inviti, la mamma di Hanamichi è una persona grandiosa, non si direbbe dal figlio che si ritrova, a differenza della mia; una quarantenne che gioca a fare l’adolescente artista e che mi trascina in ogni parte dell’universo!

“Dovresti trattare meglio tua madre!” una paternale non fa mai male “Non ti rendi conto, quanto sei fortunato?”

“Non ricominciare!” sbuffa ingurgitando un panino.

“Che schifezza stai mangiando?”

“Panino con wurstel, tonno, pomodori, cetriolini…”

“Stop! Ho capito! Mi sono venute le forze di stomaco! Ma tua madre non ti ha preparato la cena?”

“Sì, ma oggi ho più famina del solito!”

“Fila in camera a prendere il libro, mentre io ti cucino due spaghetti!”

“Finisco il panino e arrivo!”

“Butta quella porcheria! Vuoi farti ricoverare per una bell’intossicazione alimentare?”

“Capito mammina!”

“Non chiamarmi mammina!”

“Va bene…” urla dalle scale “…straniera!”

Ci risiamo! Che fare? Oramai è diventata un’abitudine! Ripensandoci come si può dargli torto? Penso di essere la persona con il sangue più misto in assoluto: mamma italo- nipponica e papà francese …per la serie l’amore non ha confini, ma durata, visto quanto ha resistito il loro; tre miseri anni, tra litigate, tradimenti e urla. Che famiglia! Ma ora che ci penso, io una famiglia non sapevo neppure cosa fosse prima di conoscere quella della mia pazza testa rossa! Mio padre sempre in viaggio, quell’uomo è stato sempre un’entità astratta… è un direttore d’orchestra! Mia madre, beh che dire ancora della mia mamma? Pittrice- scultrice- ogni tanto anche fotografa, piuttosto famosa e di gran talento; l’amore per l’arte è l’unica cosa che mi ha trasmesso; trascorre gran parte del suo tempo tra tele e giovani artisti scapestrati, di cui potrebbe essere la madre! Ma si sa come sono questi geni creativi! Come sono?… EGOISTI!

Abbandono i pensieri e mi concentro unicamente su di lui.

“TESTA DI LEGNO!” gli urlo “CI VUOLE ARE NON IS!” oggi non è proprio giornata e mi dispiace che a rimetterci sia l’unico vero amico che ho “Hanamichi perché frigni?”

“Buaaa!!! Sei cattiva Luce! Non hai nemmeno un po’ di comprensione per un ragazzo appena uscito da un brutto infortunio!”

Lo sapevo! Deve sempre rinfacciarmi qualcosa! Ci mancava solo l’infortunio durante il campionato nazionale; la sua squadra perse senza di lui e blaterò per diverse settimane <Ti pareva?Quelli senza di me non concludono mai niente!> evitando però d’insultare il suo eterno rivale, nonché compagno di squadra, di cui io ignoro il nome, primo perché si è sempre riferito a lui chiamandolo <volpe > o <dannata volpe >, riflettendoci non posso certo lamentarmi del mio soprannome, con me si limita a <straniera >; secondo perché di basket non ci capisco nulla e non sono mai neanche andata a vederlo, di questo un po’ mi dispiace, ma sono sempre molto impegnata con la scuola, frequento uno dei più prestigiosi istituti d’arte del Giappone, e le attività pomeridiane, sono iscritta a un corso di grafica; per Hana ho pochissimo tempo! Però ho deciso di recuperare!

“Domani torni a scuola!” gli faccio notare “Commenti da fare?”

“Harukina! Come sei bella!”

Ti pareva! Appena può deve lodare la sua amata! Non si smentisce mai! Ha perso di nuovo la testa per una innamorata di un altro e poi toccherà di nuovo a me ricucire il suo tenero cuore. Non capisco, sul serio, come possano le ragazze rifiutarlo in questo modo! Hanamichi è un ragazzo sensibile, dolce, protettivo e spiritoso, lui sa sempre farmi ritrovare il sorriso; è la persona più importante della mia vita; le ucciderei tutte quelle sceme che si prendono gioco del mio Hana-chan!

“Ah!”sospiro “ Io la devo proprio conoscere questa dea!”

“Mi vuoi aiutare?” mi chiede con sguardo implorante; annuisco sorridente; splendido mi sono cacciata in un grosso guaio!

“Grazie Luce!” mi salta al collo e mi ricopre di baci “Sei la migliorissima in assoluto!” io sono la più cretina in assoluto!

“Ok! Ho capito! Smettila e ritorna a studiare!” gli ordino.

“Sì! Sì!… Come sono felice! Allora domani ti aspetto in palestra!” gli sorrido di nuovo, è così dolce ed amabile che non riesco mai a dirgli di no! Che casino! Mi serve un piano! Boh?! Ci penserò stanotte.

 

Fine prima parte.

 

Seconda parte

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