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Quando cadono le stelle
by Enry

 

CAP.5: L’INIZIO DELLA TEMPESTA

 

L’oscurità della stanza era quasi completa. Entrando dentro di essa dopo aver percorso i corridoi luminosissimi di Cristal Palace si impiegava qualche minuto ad abituare gli occhi e iniziare a vedere qualche sagoma non ben definita.

Heles e Milena restarono sulla soglia, per non disturbare troppo. La porta semiaperta mandava un fascio di luce che si stagliava nettamente nelle tenebre. Per il resto tutto era buio.

L’unica fioca luce, a tratti viola chiaro, a tratti tanto scuro da sembrare blu, era emanata dalla sfera sullo scettro di Sailor Pluto.

La Guerriera era concentratissima, gli occhi chiusi, la fonte un po’ corrugata e le labbra leggermente tirate in un’espressione tanto tesa quanto determinata. Tendeva le braccia alla sfera che mandava quei bagliori: essa, come animata di vita propria, si era alzata di qualche centimetro rispetto al bastone che di solito la sorreggeva, e che ora stava rigidamente in piedi da solo come per magia. La sfera quindi sembrava volare e volteggiava leggermente con dei piccolissimi movimenti circolari, simili a quelli della testolina di un serpente incantatore.

Heles e Milena non dissero una sola parola, ma si vedeva che erano tese quanto l’amica. Serravano le mascelle come se, col loro sforzo, potessero alleviare quello di Sailor Pluto.

Ad un tratto, la sfera smise improvvisamente di emanare la luce colorata, ricadde sullo scettro che a sua volta cadde a terra provocando un rumore quasi assordante nel silenzio perfetto che si era mantenuto fino a poco prima.

Immediatamente dopo, anche Sailor Pluto cadde a terra oppressa dall’eccessiva fatica.

Heles corse subito a sorreggerla e Milena riaccese la luce battendo due volte le mani.

 

    -Basta.  disse Heles  Per oggi basta cercare Serenity. Ti sei stancata troppo.

    -No, devo continuare  rispose debolmente Sailor Pluto aprendo gli occhi  è l’unica speranza per la regina…

    -Se continui così ne morirai. Adesso decido io. Basta così.  Heles parlò con un tono di voce e un’espressione che avrebbe fatto desistere chiunque.

    -Heles ha ragione  concordò Milena  Questa ricerca mentale nelle varie dimensioni ti sta stremando. Ormai sono due mesi che ogni giorno trascorri in questo modo ore intere.

 

Heles toccò leggermente la spilla rotonda del fiocco sul petto di Sailor Pluto: il costume da guerriera lasciò immediatamente il posto agli abiti normali.

- Ora devi riposare.  disse Heles  Ti accompagno nella tua stanza.

 

Seya attraversò velocemente il porticato di marmo che si affacciava sul magnifico parco della reggia. Gli archi a tutto sesto, candidi, scintillavano alla luce del sole quasi fossero stati ricoperti da un sottile velo d’acqua. Sotto ogni arco era posto un vaso molto grande di terracotta decorata in cui erano state piantate magnifiche palme in miniatura, che gettavano le proprie foglie verdi e allungate tutt’intorno. Immediatamente fuori dal porticato c’era invece il Cortile delle Rose, fortemente voluto dalla regina Serenity, formato da una specie di piccolo e intricato labirinto di aiuole di rosai in cui le rose, splendide, sbocciavano tutto l’anno, dando colore ed allegria a tutta quella parte di parco. Al centro del labirinto c’era una fontana di marmo a forma di fauno che suonava il grande corno rivolto verso l’alto, e da cui usciva il getto d’acqua principale. Intorno al fauno, disposti in cerchio, altre sei fontane più piccole a forma di delfini che, saltando fuori dall’acqua, mandavano il getto dalla bocca.

Era un luogo di fiaba, dove la regina aveva accolto spesso i bambini di Cristal City a giocare e a organizzare cacce al tesoro.

Seya si fermò un momento a contemplare quello spettacolo, ma subito dopo si riscosse e si guardò attorno. Vide chi stava cercando poco più avanti del Cortile delle Rose, dove iniziava il Bosco degli Usignoli, una piccola riserva naturale prima adibita alla caccia, poi trasformata in luogo di gite ed escursioni.

Il Cavaliere uscì dal porticato e si avviò correndo verso quella persona: se fosse entrata nel bosco, sarebbe stato più difficile ritrovarla.

- Endymion!  chiamò  Endymion, aspettami!

Il sovrano si voltò e lo attese. Quando fu al suo fianco, si addentrarono insieme nel Bosco degli Usignoli.

    -Sei uscito dalla tua stanza  disse Seya, venendo subito al sodo  Non accadeva dalla battaglia contro… Endymion.

    -È vero. Ho pensato che a Bunny non farebbe piacere questo mio comportamento.

    -Finalmente ci sei arrivato, era ora!  esclamò il Cavaliere, sollevato dalla notizia  Tornerai alla normalità, allora?

    -No. Cioè, non come pensi tu.

    -Cosa… cosa significa?

    -Non riuscirei più a regnare come prima. I miei sudditi non avrebbero più lo stesso re. Abdicherò.

 

Seya ammutolì. Il re aveva intenzione di abdicare?!

 

    -A favore di chi? Non hai figli, né parenti stretti. A chi lascerai la corona?

    -Hai ragione. Io e Serenity non abbiamo ancora avuto figli. Penso che lascerò il regno nelle mani di una delle Sailor. Oppure, a tutte quante. Credo che sarebbero in grado di governare anche meglio di quanto non potrei fare io.

    -Non sono affatto d’accordo con questa tua decisione. È avventata e sconsiderata. La verità è che non vuoi prenderti le tue responsabilità, e dovresti vergognarti per questo.

 

Endymion si fermò e lo guardò intensamente negli occhi.

 

    -Che ne sai di me? Come puoi sapere quello che provo? Ho perso la donna che amavo. Senza di lei, niente più ha un senso, compreso il trono su cui siedo. Tu non puoi capire.

    -No? Dici che non posso capire? Beh, allora sappi che capisco, eccome!

    -Come puoi? Tu non…

    -Non ho perduto la donna di cui ero innamorato? Ah, come ti sbagli! E quanto devi essere cieco, per non essertene accorto!

    -Non essermi accorto di COSA?

    -IO SONO INNAMORATO DI BUNNY!

 

Calò il silenzio più pesante. Persino i numerosissimi usignoli del bosco avevano smesso di cantare. Seya ed Endymion si guardarono negli occhi, ma nessuno dei due abbassò lo sguardo.

 

    -Mi sono dichiarato a lei tanto tempo fa, quando era ancora una ragazza come tante altre, ma con quel qualcosa che la distingueva. L’allegria, la spontaneità, l’ingenuità che mi hanno fatto innamorare di lei. Che, penso, hanno fatto innamorare anche te. Ma io ho avuto più sfortuna, perché lei aveva già il suo amore. Mi sono fatto da parte, senza più una parola, infatti tu non te ne sei nemmeno accorto. Ma continuo ad amarla. E nonostante questo, anzi, forse proprio perché l’amo, non mi sono abbattuto come hai fatto tu, quando lei è scomparsa.

 

Endymion non replicò. Le ultime immagini della sua Bunny gli ritornarono prepotenti alla mente.

 

    -Io capisco il tuo dolore, ma dovresti avere più fiducia.  continuò Seya - Eppure te l’ha insegnato lei stessa, no? O forse te lo sei già dimenticato?

    -Non l’ho dimenticato. Ma tutta la mia vita se n’è andata con lei.

    -DIO MIO, LO VUOI CAPIRE CHE NON è MORTA?! Ne parli come se fosse nella tomba. Lei è VIVA. Sailor Pluto sta cercando di rintracciarla e sono sicurissimo che…

 

Una voce lo interruppe: Morea. Correva verso di loro agitando un braccio, con un’espressione di gioia che da un paio di mesi nessuno aveva più avuto, lì a Cristal Palace.

- Morea  disse Endymion appena li raggiunse  cosa c’è?

Lei si fermò e riprese fiato  C’è riuscita!  esclamò poi, ancora col fiatone.

    -Chi è riuscita a fare che cosa?  chiese Endymion di rimando, mentre una speranza gli si accendeva nel cuore.

    -Sailor Pluto è riuscita ad individuare la dimensione dove Bunny è tenuta prigioniera!

Appena sentita la notizia, Endymion voltò loro le spalle e corse verso il palazzo. Non poteva crederci. Doveva verificare di persona.

Seya sorrise guardandolo allontanarsi  Hai visto com’è schizzato via?  disse  Corre dalla sua donna.

 

Endymion spalancò la grande porta bianca decorata. Nella stanza c’erano già tutte le Sailor e anche Taiki e Yaten; attorniavano Sailor Pluto, seduta su una sedia rivestita di velluto celeste. Doveva essersi stancata molto nella ricerca mentale di Serenity, e stava cercando di riprendersi. Il suo bastone con la sfera giaceva a terra, di fianco a lei.

    -Sydia!  esclamò il re entrando a grandi passi  è vero quello che mi hanno detto?

    -Sì, Endymion, è vero  rispose lei sorridendo  Ho trovato la nostra regina.

    -Puoi fare in modo da portarci da lei?  chiese Marta.

    -Sì, ma c’è un problema  Sailor Pluto si alzò dalla sedia e raccolse il suo bastone  Io sono sicura di poter teletrasportare nello spazio una sola persona.

In quel momento entrarono anche Seya e Morea. Ora erano al completo.

    -Non posso arrischiarmi a teletrasportare più persone  continuò Sailor Pluto - perché c’è il novantacinque per cento di probabilità che io non riesca a sopportare un teletrasporto di due, tre, quattro persone. Rischierebbero tutte di perdersi nello spazio.

    -Allora andrò io da Serenity  si offrì Seya.

    -No.  di oppose Endymion  Serenity è mia moglie. Andrò io.

Sydia annuì col capo e disse, rivolta al re  Per me va bene. Una volta in quella dimensione dovrai riuscire a trovare il modo di formare uno di quei buchi neri, così che potremo raggiungerti anche noi.

- Ho capito. Se ce la fai, io sarei pronto anche ora.

 

Capitolo 6

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