Quando cadono le stelle by Enry CAP.3: LA BATTAGLIA Seya lasciò i due compagni e si incamminò nuovamente verso il palazzo reale, che guizzava sopra a tutti gli altri edifici con la sua forma irregolare ma armonica insieme, e che scintillava ai raggi del sole. Gli uccelli cantavano come ogni altro giorno, e il cielo era terso, attraversato velocemente solo da qualche nuvola bianchissima di passaggio. Come poteva essere la vigilia di una battaglia probabilmente durissima e lunga? Sembrava una bella giornata d’estate come tante altre… No. C’era qualcosa di insolito nell’aria, qualcosa che diceva chiaramente “Guai in vista”: il silenzio assoluto. A parte gli uccellini in cielo, non si sentiva il minimo un rumore per le strade, non c’era nemmeno una persona in giro. L’atmosfera era irreale. I negozi quella mattina non avevano aperto, e solo qualche finestra aveva la saracinesca aperta a metà, con il vetro chiuso dietro, le altre erano tutte sprangate ermeticamente. Molte famiglie, avvertite del pericolo da telegiornali e da interventi speciali alla TV, avevano fatto in tempo ad allontanarsi in fretta e furia prendendo il primo volo o qualunque altro mezzo. Le strade fuori dalla capitale erano infatti intasate, in quel momento, mentre lì era tutto silenzio e solitudine. Purtroppo molte altre persone per vari motivi non avevano potuto muoversi da Cristal Tokyo, ed era a loro che tutte le Sailor e i Cavalieri pensavano con più angoscia. L’importante era che non venissero coinvolte nella battaglia che avrebbe avuto luogo non appena il re avesse respinto l’ultimatum di consegnare la regina. Finalmente Seya giunse in prossimità del palazzo, e vide che nel cortile Endymion stava passando in rassegna l’esercito e stava dando altre istruzioni più dettagliate sulla strategia bellica che si sarebbe dovuta utilizzare il giorno dopo. Quando notò il Cavaliere che si avvicinava, congedò i sodati incitandoli a proteggere il regno e la regina, e li lasciò andare.
-Quanto entusiasmo! constatò Seya con amara ironia Hai forse trovato il modo di sconfiggere quegli esseri? -No. E l’ho già detto sia ai miei ufficiali sia ai soldati. Volevo che sapessero a cosa andranno incontro, e per che cosa lottavano. Temevo che si sarebbero ribellati alla prospettiva di andare a morire per salvaguardare la regina… -Ebbene? -Devo dire che la grande maggioranza ha accettato l’idea. Tutti amano la regina Serenity.
Sul viso di Seya passò un’ombra fuggevole mentre mormorava Già, tutti la amano… Endymion non si rese conto di ciò che sottintendeva Seya, ma sorrise dicendo Sono davvero felice che anche gli Stars Knights siano qui ad aiutarci. Forse tutti insieme…
-Ne dubito. Se questi guerrieri che “Endymion cattivo” chiama Ghosts sono davvero invincibili, temo che nemmeno la forza di noi Cavalieri potrà avere qualche risultato. -Può essere, ma devo dirti che anni di amore per Bunny mi hanno insegnato ad avere fiducia, e ad essere più ottimista. -Sì, la piccola Bunny è contagiosa! osservò Seya senza riuscire a reprimere un sorriso Ma come sta lei ora? -Per la verità, non riesco a capirlo nemmeno io. È combattuta tra il desiderio di combattere e quello di proteggerci consegnandosi.
Più in alto, intanto, in una delle stanze reali del palazzo, Serenity continuava a camminare avanti e indietro senza riuscire a calmarsi. Nella sua mente si affacciavano tantissimi pensieri, ora positivi, ora negativi. Per lei era terribile: fino a quel momento aveva sempre combattuto per proteggere la Terra e tutti i suoi abitanti, ora invece si trovava a coinvolgerli in una battaglia combattuta per proteggere lei. Si sentiva tremendamente egoista. E quell’uomo che si faceva chiamare Endymion? Chi era in realtà? Perché la voleva ad ogni costo? Le ritornarono alla mente le sue parole: “L’ultima volta che ti vidi eri ancora una principessa giovane e ingenua, innamorata di un terrestre…” Allora l’aveva già conosciuto! In un primo momento non ci aveva nemmeno fatto caso. Si sforzò di ricordare, di ritornare con la mente alla sua vita di principessa della luna, al periodo in cui si era innamorata di Endymion. Ma non riusciva a focalizzare proprio nulla che avesse a che fare. A parte lo stesso Endymion, ovviamente. A proposito: come poteva assomigliargli tanto? Forse aveva ragione Seya, forse era tutto un trucco. Ma a lei non era parso così; ma allora, come poteva quell’uomo avere lo stesso identico volto di Endymion?! Era una cosa impossibile, tant’è che nemmeno il re si ricordava di lui… Il giorno passò in un lampo per Serenity, che avrebbe voluto che il tempo si fermasse e impedisse quella battaglia nella quale non si sapeva nemmeno chiaramente chi fosse il nemico. L’ultimatum arrivò presto, all’alba. Ma Endymion con i suoi soldati, le Sailor e i tre Cavalieri erano già pronti da un pezzo: si erano disposti in attesa già dalla mattina prestissimo, scegliendo come campo di battaglia uno spiazzo erboso fuori Tokyo. Era lo stesso prato dove, tre giorni prima, Bunny e le Sailor Inners erano andate a fare una gita fuori città, e avevano ricevuto la notizia dell’attacco dei Ghosts. Improvvisamente il cielo sopra di loro si oscurò di nuovo, e gli uccelli che avevano ricominciato a cantare per salutare il nuovo giorno si zittirono all’improvviso. Sull’esercito schierato calò l’ombra, creata da quello che ora si sapeva essere un buco nero. I soldati guardarono su, e cominciarono a rumoreggiare: la tensione era tangibile, il silenzio quasi insopportabile. Endymion fece cenno ad un ufficiale di avvicinarsi, e gli mormorò un ordine. Sailor Moon, circondata dalle sue guerriere e dagli Stars Knights, fece un passo avanti, stringendo nella destra lo scettro col cristallo d’argento. Ad un tratto i guerrieri Ghosts spuntarono dal buco nero, e atterrarono sul suolo di fronte all’esercito di Cristal City. I soldati si prepararono a estrarre le armi, ma Endymion fece cenno di non muoversi: ancora quei mostri non sembravano voler combattere. Infatti, a mano a mano che scendevano, si andavano a mettere ordinatamente in riga, ma rimanevano immobili e muti, come un esercito spettrale. Il peggio era che continuavano a uscire dal buco nero, sembravano non finire mai: in poco tempo, ci si rese conto che avrebbero surclassato il numero dei soldati del re. Finalmente anche l’ultimo dei Ghosts scese dal buco nero e si andò a mettere al suo posto. Eppure non dettero segno di voler attaccare. Sailor Uranus e Sailor Mars, le più “focose” del gruppo, fecero per spezzare la tensione attaccando per prime, ma Sailor Moon scosse la testa: non era il momento. Da ultimo, scese “Endymion cattivo” in persona dal buco nero, che subito dopo si richiuse. Con calma, raggiunse il terreno e andò a posarsi proprio tra i due eserciti. Allora tutti videro che, era proprio vero, era la copia perfetta del loro re: non si era trattato di un trucco. Non aveva solo lo stesso volto, ma inoltre era alto quanto lui e aveva la sua stessa corporatura: sembrava fosse la sua immagine riflessa in uno specchio. L’unica differenza era il vestito. Il re indossava l’armatura, pronto per combattere. Lui no. Portava una giacca nera orlata di ricami d’argento e chiusa da bottoni, anch’essi d’argento, che brillavano ad ogni suo movimento, calzoni neri e scarpe nere lucide; indossava un mantello, immancabilmente nero, che ricordava un po’ quello di Milord. Sembrava che stesse per partecipare ad una festa, invece che ad una battaglia.
-Sono venuto a prendere la regina esordì, con la stessa semplicità con cui avrebbe detto di essere venuto a prendere un gelato ma, a quanto posso vedere, avete deciso di contrastarmi. Grave errore. -Taci, mostro! gridò Sailor Uranus, che ormai non si tratteneva più: come le sarebbe piaciuto sparargli una “Bomba di Urano” direttamente in mezzo agli occhi! -Difenderemo la regina, e difenderemo la Terra! affermò Sailor Jupiter con convinzione. -Davvero? Ma che brave! le prese in giro lui Voglio proprio vedere se sarete così baldanzose anche quando vi farò attaccare dai miei Ghosts! -Non ci fai paura! gli rispose Sailor Venus. -Meglio così. La vittoria mi darà più soddisfazione. ATTACCATE, GHOSTS!
In una frazione di secondo, l’esercito di quegli strani esseri immortali era già addosso a quello di Cristal Tokyo. Una reazione talmente rapida, che gli uomini non si resero nemmeno conto immediatamente di essere stati attaccati: la schiera retrocesse subito e le file più esposte si disgregarono.
-Mantenete le posizioni! urlò Endymion respingendo tre o quattro Ghosts che lo avevano preso di mira Mantenete le posizioni, soldati! Le file interne rimpiazzino i caduti!
Le Sailor e gli Stars Knight diedero immediatamente man forte all’esercito: grazie ai loro poteri riuscivano ad ammazzare con facilità i Ghosts, che però immancabilmente resuscitavano come per magia. Endymion si fece largo a suon di fendenti nell’esercito nemico, cercando comunque di non rimanere troppo isolato; c’era una sola persona contro cui gli interessava rivolgere la propria spada: quel tizio che si faceva passare per lui e che minacciava di togliergli la donna che amava. Ma non riusciva a vederlo, lì intorno: dopo l’attacco dei suoi Ghosts, sembrava sparito nel nulla.
-DOVE SEI, MALEDETTO?! gridò Endymion con tutta la forza del suo odio Dove ti nascondi? Sei soltanto un vigliacco! Mi senti? Sei UN VIGLIACCO! -Io sarei un vigliacco? gli rispose una voce alle spalle.
Allarmato, Endymion si voltò di scatto, ma davanti a sé non vide nessuno. Uccise un altro Ghost che stava per colpirlo e poi si guardò intorno freneticamente: quella voce… se l’era sognata? All’improvviso qualcuno lo colpì duramente alla nuca togliendogli per un attimo il respiro. Cadde in ginocchio e la spada gli scivolò di mano, ma si sforzò di riprendere il controllo immediatamente; alzò gli occhi e vide, piantato davanti a lui, il suo nemico in persona. Lui sorrise cattivo e guardò Endymion come si guarda un topo in trappola - Oh, non ti avevo detto che posso rendermi invisibile, Endymion? disse beffardo - Che sbadato che sono! Proprio una frana! Il re cercò di rimettersi in piedi, ma in quello stesso istante vide un gran fiotto di sangue rosso vivo sgorgare violentemente proprio accanto al suo viso. Impiegò un paio di secondi per comprendere che quel sangue era suo. Nello spazio di una frazione di secondo, “l’Endymion cattivo” gli aveva piantato la sua stessa spada, raccolta da terra, in profondità nella spalla, e subito dopo l’aveva estratta lasciando uscire il sangue. Lo aveva letteralmente trapassato da parte a parte. Il dolore, atroce, arrivò quasi subito, ed il re non poté trattenere un grido. In quel momento Sailor Moon stava combattendo esattamente nella parte opposta del campo di battaglia, e al suo orecchio non poteva certo giungere quell’urlo di dolore, ma nonostante questo sentì rimbombare nel suo cervello la voce di Endymion. Ebbe un attimo di smarrimento, e si guardò attorno abbassando le difese. Intervenne Sailor Mercury a proteggerla da un nuovo attacco di alcuni Ghosts.
-Sailor Moon, che ti prende? le domandò con il fiato corto: era già stanchissima. -Endymion… Marzio… sta male… -Cosa? Ma come puoi… -Devo andare da lui. concluse seccamente la regina, voltando le spalle all’amica, e iniziando a correre verso il punto da cui, ne era sicurissima, aveva sentito provenire la voce del suo amore.
A nulla servirono i richiami di Sailor Mercury, che temeva che l’amica potesse incontrare il suo nemico: in un attimo, Sailor Moon era già sparita nella calca.
-Perché… - mormorò Endymion stringendo la spalla ferita Perché non mi hai ucciso?… -Perché mi servi vivo. rispose l’altro. L’espressione del suo volto nel dire queste parole era cambiata: da beffarda divenne carica d’astio, un odio smisurato che mai Endymion aveva visto negli occhi di un uomo. -Tu mi detesti, non è vero? disse il re con un filo di voce Mi detesti come nessun altro ha mai fatto. Ma non capisco il motivo del tuo odio. -TACI! gli ordinò rabbiosamente, sottolineando la parola con un calcio terribile che raggiunse direttamente la parte sinistra del volto di Endymion. Il re, già in ginocchio, cadde nella polvere, mandando sangue dalla bocca.
Improvvisamente, una voce spezzò la tensione altissima concentrata tra loro due: la voce di Sailor Moon - Ti prego, smettila! Endymion sollevò leggermente la testa e la vide mentre gli correva incontro, con le lacrime agli occhi. Appena lo raggiunse, si gettò in ginocchio e lo abbracciò forte.
-Ti prego, basta. disse poi rivolta all’uomo che li stava a guardare Ti supplico. Ferma questa battaglia. -Hai deciso di consegnarti, regina? fece lui con un ghigno.
Sailor Moon restò un momento in silenzio. Sentiva i rumori della battaglia, le grida disperate dei feriti e di chi stava soccombendo. Attorno a loro, il terreno era già coperto di cadaveri dei soldati di Cristal Tokyo.
-Vai via, Bunny la riscosse la debole voce di Endymion Scappa lontano da qui. Ti coprirò io. -No. disse con decisione Non scapperò. Guardati intorno, Marzio: guarda quante vite si sono già spente, per la mia. Chi pagherà il prezzo di tutto questo sangue? Ferma la battaglia, tu che ti fai chiamare Endymion. Verrò con te. -NO! si oppose il re alzandosi a fatica e mettendosi tra i due Non ti perderò in questo modo, mia regina. Non potrei mai accettare una cosa del genere.
Era lacero, ferito gravemente, privo della spada, ma guardò quell’uomo che aveva il suo stesso volto con una sfida silenziosa negli occhi.
-Che c’è, Endymion? chiese lui recuperando l’aria beffarda Non ti sei ancora arreso? Ma guardati! Non faresti paura ad un bambino! -Non voglio farti paura. Voglio sconfiggerti.
Al sentire quelle parole, l’uomo scoppiò a ridere di gusto. In quel momento arrivarono le guerriere Sailor, chiamate da Sailor Mercury, l’ultima ad aver visto Sailor Moon.
-Non toccare il re e la regina! gli intimò Sailor Pluto. -Oh, ma guarda, siete arrivate anche voi, Guerriere. constatò il nemico con tono falsamente sorpreso - Un po’ in ritardo, però, perché come vedete ho già fatto un buco in corpo al vostro prezioso re!
Le Sailor fecero per attaccarlo, ma lui sollevò con noncuranza la spada fino a sfiorare con la punta affilata la gola di Endymion Provate ad alzare un dito contro di me minacciò e potrete dire ciao ciao al re Endymion. guardò intensamente le Guerriere, una per una, poi il suo sguardo tornò su Sailor Moon Vieni qui al mio fianco, regina. Sailor Moon ebbe ancora un momento di esitazione, ma poi gli si avvicinò con fare deciso.
-Ora ferma i tuoi Ghosts gli disse appena gli fu vicino. -Ma certo. acconsentì lui FERMATEVI, MIEI GHOSTS!
In un attimo, quei mostri immortali si arrestarono, obbedienti agli ordini del padrone. Sulla piana ritornò una relativa tranquillità.
-Ti prometto che verrò con te disse ancora Sailor Moon ma voglio poter salutare i miei amici. -Per me va bene, mi fido della tua parola. rispose l’uomo, con un tono di voce che non aveva ancora mai usato: sembrava che provasse rispetto per lei.
Sailor Moon salutò una a una le Sailor, e per ognuna ebbe una frase dolce e un sorriso. Dovette trovare la forza di rifiutare la proposta di molte di loro di tradire la promessa fatta al nemico e di riaprire le ostilità. Per ultimo salutò Endymion. Ormai con le lacrime agli occhi, Serenity gli diede un leggero bacio sulle labbra e gli raccomandò con voce rotta di curare bene la profonda ferita alla spalla. Poi si voltò per raggiungere di nuovo l’uomo che ormai l’aveva in suo potere, ma Endymion la abbracciò forte da dietro con l’unico braccio che poteva usare in quel momento. - Ti prego mormorò cercando inutilmente di trattenere le lacrime Ti prego, non andare. Io… non riuscirò a vivere senza di te! Sailor Moon sentì le sue labbra sfiorarle il collo, le sue lacrime bagnarle la pelle, e avvertì un’intensa fitta al cuore. Ciononostante, cercò di ignorare il dolore suo e del suo amore e si liberò delicatamente dalla stretta di Endymion. Appena fu vicina a lui, il nemico alzò una mano al cielo che, come obbedendo ad un silenzioso ordine, si aprì in un grande buco nero. A quel punto, sorprendentemente, l’uomo strinse a sé Sailor Moon, un po’ come aveva fatto pochi secondi prima Endymion, e poi si lasciò risucchiare, insieme all’esercito di Ghosts, dal buco nero. In un attimo, era già sparito dalla vista delle Sailor portandosi via la regina. L’esercito stesso impiegò poco tempo a scomparire nel buco nero, che si richiuse appena l’ultimo Ghost fu entrato. Tornò a splendere il sole, che, con la sua allegria, contrastava con il campo di battaglia cosparso di morti e feriti. Endymion, che era rimasto a fissare il punto in cui era sparita la sua regina, cadde nuovamente in ginocchio, sopraffatto dal dolore e dalla debolezza causata dalla grande perdita di sangue. Per due volte urlò al cielo il nome di Serenity. Poi, incurante degli sguardi dei soldati, lasciò libero sfogo al pianto che aveva cercato fino ad allora di reprimere. Capitolo 4 Torna alla pagina degli shoujo Torna all’indice delle fiction |