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Memories
di Kurai

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03. Slam Dunk!

Io e Haruko raggiungemmo i ragazzi alla panchina: ridevano e scherzavano come se quella partita fosse un’amichevole, e non una delle finali di qualificazione al campionato estivo. Mentre gettavo le braccia al collo di Kaede, lanciai un’occhiata agli avversari: sembravano stanchi e Taoka li stava rimproverando. Sbraitava come un matto, mentre Sendoh faceva di tutto per trattenersi dal ridergli in faccia (ovviamente con scarsi risultati).

Fischio dell’arbitro: incominciava il secondo tempo. Diedi un bacio sulla guancia a Kaede e gli augurai buona fortuna, poi presi la mano di Haruko e ritornammo al nostro posto.

La partita ricomincio’ e la palla era di nuovo in mano allo Shohoku: Hisashi mise dentro 4 canestri da 3 punti... tutti di fila... mostruoso!

Lo Shohoku... questo team era partito con due elementi buoni ed in un anno si era trasformato in una squadra degna di arrivare in vetta ai campionati nazionali. Era incredibile, mi chiedo come ci sia riuscito il nonno. Ma poi ripenso agli occhi di quei ragazzi e capisco: loro amano il basket, proprio non possono farne a meno e sono determinati come non mai a vincere.

Piu’ li guardavo e piu’ li ammiravo... loro avevano osato attraversare quella barriera di cui io avevo cosi’ paura, erano arrivati dove io ero affogata.

Un rumore mi assordo’ e mi confuse le idee *BOM* *BOM* *BOM*... era una palla da basket. Una ragazzina stava palleggiando in una grande palestra vuota... non sembrava molto felice, eppure stava facendo quello che le piaceva, stava giocando a basket! Piano piano la palestra si riempi’ e le sue compagne di squadra apparirono. Una di loro le passo’ la palla e le grido’ di provare con un tiro da 3 punti, in modo da non andare ai supplementari. La ragazzina torno’ indietro, usci’ dalla linea dei 6,25 metri e lancio’ la palla: canestro!

Un suono riempi’ l’aria: sembrava una sirena. La partita era finita: gli spettatori si alzarono in piedi e urlarono lanciando coriandoli e stelle filanti da ogni punto delle tribune. Le sue compagne di squadra erano felici all’inverosimile, ma lei no... lei piangeva, e sicuramente non di gioia.

“Nacchan... hey, Natsuko! Che hai? Non stai bene?” era la voce di Haruko che mi riportava alla realta’.

“No, sto benissimo, grazie. Sono solo un po’ stordita. Quell’idiota mi ha sbattuta giu’ dal letto nemmeno un’ora fa!” dissi ridendo.

La risata della ragazza si uni’ alla mia e andammo avanti cosi’ per una 20ina di secondi. Nel frattempo Mito e gli altri continuavano con le scommesse. Ormai era ovvio che Hanamichi avesse fatto una grande partita... i suoi errori si contavano a mala pena sulla punta delle dita. Andammo avanti a ridere, ma presto qualcosa colse la nostra attenzione: Sakuragi aveva la palla in mano e stava andando a canestro.

Prese la rincorsa, mentre una delle matricole del Ryonan, Norio Ishikami, cercava di bloccarlo. Ishikami era il nuovo pivot; aveva preso il posto di Uozumi e si difendeva piuttosto bene. Aveva un solo difetto: mancava di modestia e questo lo portava a sottovalutare gli avversari e, di conseguenza, a commettere parecchi errori.

Come immaginavo, il muro venne oltrepassato facilmente e tutta la forza di Hana si concentro’ in una bellissima schiacciata: “SLAM DUNK!” urlarono i ragazzi della panchina.

Con questo dunk, eravamo a quota 64. Ormai mancavano solo 6 minuti alla fine e il distacco era di 17 punti. “Mi spiace Ryonan, questa volta va cosi’!” pensai soddisfatta.

Il tempo passo’ in fretta e il Ryonan non recupero’. Quando il fischio dell’arbitro segno’ la fine della partita il punteggio era di 75 a 61. “Complimenti ragazzi, ce l’avete fatta! Voi... voi ce l’avete fatta un’altra volta! Siete grandi, andrete ai nazionali!!! E questa volta la storia sara’ diversa, sara’ completamente diversa! Questa volta potrete tornare a casa a testa alta, portando con voi un trofeo... il trofeo dei migliori!” pensai soddisfatta.

Presi lo zaino e scesi velocemente il passaggio che portava al campo. Mi gettai in mezzo alla mischia e partecipai all’abbraccio di squadra... poi sentii un caldo intenso al cuore e una lacrima mi scese sulla guancia. E iniziai a piangere come una bambina. Kaede era sconcertato “Scema, perche’ piangi? E’ solo una stupidissima partita di qualificazione!” disse guardandomi un po’ male.

“Lo so, ma... ma io...” non riescivo a parlare. Non sapevo perche’ mi ero emozionata cosi’ tanto... non avevo pianto per 3 anni e adesso arrivavano questi idioti a distruggermi un record?

“Guarda che se non la smetti allaghi la palestra e poi mi fai affogare Sakuragi... lo sai anche tu che i mentecatti non nuotano!” mi disse dopo un po’.

A questo punto iniziai a ridere e piangere insieme. Che scema che ero!

“MENTECATTO A CHI?!?!” urlo’ Hanamichi. “Brutto stronzo, vieni qua se ne hai il coraggio, invece di farti difendere dalla quella santa della tua ragazza!” aggiunse agitandosi come un matto.

Questa era la goccia che fece traboccare il vaso. Io la ragazza di Kaede?! Smisi di piangere e iniziai a ridere come una pazza. Ayako e Seiichi mi guardavano sconcertati ma a me non interessava. Ero felice e niente avrebbe potuto rovinare quel momento!

Mentre il palazzetto si svuotava, i ragazzi tornarono negli spogliatoi per farsi una doccia e cambiarsi. Ci misero una mezz’oretta abbondante; nel frattempo noi li aspettavamo seduti sulle tribune. “Ma tu guarda quelli! E’ sempre cosi’, sono peggio di un branco di belle donne! Ma quanto ci mettono a farsi una cavolo di doccia?!” sbotto’ Ayako.

“Ayakuccia, non e’ che per caso ti manca il tuo Ryo-chan? Eddai, che sono solo 30 minuti che se ne e’ andato!” ridacchiai io.

“Ma non dire fregnacce! Tra me e Miyagi non c’e’ assolutamente niente!” rispose lei indignata.

“Non credo che lui sia dello stesso avviso...” Ayako mi fulmino’ con lo sguardo, ma arrivarono i “campioni” a salvarmi!

Ancora una volta gli feci i complimenti “Bravissimi, ragazzi! Siete stati spettacol...” non feci in tempo a finire la frase che Hanamichi inizio’ con le sue manie di grandezza “Ovvio che abbiamo vinto, in squadra c’e’ il Grande Genio Sakuragi!” disse convintissimo.

Mi scappo’ un sorriso: tutti gli altri borbottavano che era un pallone gonfiato, ma in fondo era simpatico e a me andava bene cosi’ com’era.

"Natsuko Kiyosawa!" una voce maschile interruppe l’allegra brigata. "Hey, tu, ragazzina coi capelli neri... tu sei Natsuko Kiyosawa, vero? Sapevo che ti avrei trovata qua!" chi mi chiamava? Era una voce familiare... cosa voleva quell'uomo da me?

Ryota si giro’ e mi interrogo’ con lo sguardo; lo stesso fecero Hisashi e Kacchan. Guardai il nonno... la sua espressione era cambiata radicalmente, non era piu’ rilassata come qualche secondo fa. Cosa stava succedendo?

Mi voltai anche io e rimasi pietrificata. Le gambe iniziarono a tremarmi e le mani mi diventarono di gelatina: lo zaino cadde per terra e un rumore di vetri infranti mi rimbombo’ nelle orecchie.

"Che... che... tu... perche’ TU... perche’ sei QUA?!"

 

Capitolo 4

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