Disclaimers: I personaggi di Slam Dunk appartengono allo zio Take. Ci vediamo in fondo!

Capitolo Tredicesimo – I Love You

Oramai sono quasi tre settimane. Se ci ripenso mi sembra una barzelletta! Ma del resto alla signora Sendoh – anzi, Aiko, perchè se non la chiamo così mi insulta – è sufficiente che io le dia una mano al bar di suo fratello nei finesettimana. Del resto la cosa non mi è affatto di peso, dal momento che se ci sono io, al bar c’è sempre anche Akira. E poi è pure poco distante da casa. Il lato migliore di tutto ciò, è che potrò finire con certezza perlomeno questo anno di scuola. Inoltre posso pure condividere la stanza con il mio adorato. E così dormiamo sempre avvinghiati come due orasacchiotti infreddoliti, al punto che sua madre ci ha pure preso un letto a due piazze, dopo l’ennesima mattina in cui ci ha trovati in quella strana posa a cui ci costringeva la mancanza di spazio. Ricordo benissimo il comportamento di Akira, la prima sera sul nostro nuovo giacilio: si è pure messo a saltellare sul materasso come un bambino.

Asciugo l’ultimo bicchiere, sorridendo.

"Cosa c’è da ridere?" m’interroga l’uomo più curioso del Ryonan.

"Niente, pensavo a te..." gli rispondo con un sorrisino.

"Ragazzi, io qui ho chiuso. Ci vediamo domani, va bene?"

"Ah, no, zio! Domani abbiamo la partita!"

"Va bene, Akira. Allora ci vediamo settimana prossima. Mi raccomando, non disfate il locale: è l’unico che ho..." proclama il fratello di Aiko, disegando un sorrisino sulle sue labbra.

Il mio bel playmaker lo osserva allontanarsi, poi torna rapido a rivolgermi l’attenzione, interrogandomi più approfonditamente su quale fosse il contenuto dei miei pensieri. Così gli riassumo rapidamente ciò che avevo in mente, mentre lui si porta dietro di me e mi cinge il torace. Finisco di parlare, e poi storto la testa in modo da riuscire a baciarlo. Lui si dondola un po’ sui fianchi, poi mi stringe ancora di più, spingendo il bacino contro il mio fondoschiena. Un gesto assolutamente inequivocabile.

"Finalmente soli..." sussurra al mio orecchio, prendendo poi a mordicchiarlo.

"Akira... Vuoi farlo qui...?" chiedo, incerto.

"Tu lo vuoi?" dice con una voce sensualissima, che mi fa salire la pressione di colpo.

"Non lo so... E se arriva qualcuno...?"

"Alle due di notte? Ma scherzi?"

"E poi domani abbiamo la partita..."

"È di pomeriggio: dormiremo tutta la mattina... Che c’è? Hai paura?"

"P-paura io? M-ma scherzi?"

"Vedrai che andrà tutto bene..." dice, acarezzandomi sul torace scolpito, dopo essersi intrufolato fra gli spazi della mia camicia. Deglutisco. Siccome finora non eravamo ancora stati completamente soli, questa cosa non l’avevamo mai presa in considerazione. Ma ora... sembra terribilmente sicuro di sè! Mi mette quasi i brividi. Purtroppo, però, è anche l’unica persona che conosce e può sfruttare tutti i miei punti deboli. Così inizia a passare morbidamente la lingua sul mio collo, accompagnando quell’umido tocco con le sue labbra. Le sue braccia si stringono ancora di più intorno al mio ventre, poi il primo bottone della mia camicia si apre. Il secondo lo segue a ruota dopo pochi attimi. E intanto lo sento respirare profondamente vicino al mio orecchio.

Senza schiudere tutti gli occhielli, mi fa scivolare il mio indumento più in basso, quasi imprigionando le mie braccia, liberando però le mie spalle. Inizia a percorrere queste ultime con le labbra, talvolta mordicchiando anche la mia pelle bollente. Contemporaneamente le sue lunghe e bellissime dita scivolano fino all’apertura dei miei jeans.

Apro gli occhi. Fuori c’è la notte, qui solo una fioca luce che viene dal bancone. La spengo, facendo in modo che i nostri corpi precipitino in una penobra romanticissima. La luna splende nel picco del suo corso, mentre i suoi raggi si uniscono a quelli dei lampioni che ancora ravvivano le strade deserte di questa città. La mia pelle è diventata blu, così le sue mani e tutto il resto. Sono solo i nostri occhi a brillare. E io mi rilasso, finalmente certo che nessuno potrà vederci. Inizio a lasciare fuggire i sospiri dalla mia gola, mentre sento il mio compagno, attaccato al mio corpo, eccitarsi sempre di più.

"Stavolta non mi scappi!" mormora, riempiendo ancora il mio collo e le mie spalle di baci sensualissimi, mentre finisce di togliermi la camicia e la fa scivolare per terra.

"Akira..." sussurro io. Poi mi giro, lo guardo negli occhi e lo privo della maglia che indossa con un gesto quasi fulmineo.

"Va bene, adesso siamo pari!" sorride lui. Passa meno di un secondo da quell’attimo a quando mi attacco alle sue labbra. Le mie mani percorrono la sua schiena lungo tutta la spina dorsale, provocando in lui un brivido eccitato. Anche la sua pelle è caldissima. Porto una mano all’altezza del suo fallo e stringo.

"Ah!..." mormora, aprendo la bocca e chiudendo gli occhi.

"L’hai voluto tu! Non ci fermeremo a questo, stanotte!" proclamo, slacciando i bottoni che gli chiudono i pantaloni. Infilo una mano nell’apertura che si è creata e lo accarezzo sensualmente sulla morbida stoffa dei suoi boxer. Lui geme di nuovo, stringendo le mie spalle con più vigore.

Questa volta sono io che inizio a torturare il suo collo, senza interrompere le mie dita dalla loro nuova attività. Sento i suoi muscoli fremere, come se chiedessero qualcosa di più. Soddisfatto, mi stacco un poco da lui e porto entrambe le mani ai bordi ruvidi dei suoi pantaloni. Lui abbassa la testa per osservare il mio gesto, mentre lentamente inizio a far scivolare l’indumento sui suoi fianchi. Un centimetro, due centimetri... Mi muovo con una lentezza quasi sadica, mentre scorgo impazienza mista ad eccitazione nei suoi occhi. Poi mi blocco.

"Adesso cosa c’è?" mi domanda lui, nervoso.

"La porta sul retro..." rispondo. Tacciamo un attimo, finchè una voce non ci raggiunge, scandendo il mio nome.

"Ma questo è Shiro!" sussurro.

"Oh cazzo!" dice lui, ricoprendosi più rapido di un fulmine. Lo osservo un momento, poi scoppio a ridere, rivelando la mia presenza a colui che mi cerca, e riaccendendo la luce che prima avevo spento. E infatti, dopo un istante, ecco il mio fratellino affacciarsi alla porta che dà sul retro.

"Ah, siete qui davvero..."

"Certo che siamo qui!" borbotta spazientito il mio lui.

"Ciao, Shicchan! Come mai da queste parti?" dico, ancora ridacchiando.

"C-che razza di domande mi fai?! Sono più di due settimane che cerco di raggiungerti! A scuola non ti trovo mai, a casa Sendoh non rispondi al telefono..."

"Beh, si vede che hai sfortuna... Ultimamente sono molto preso da un sacco di cose, e quindi non ho molto tempo per..."

"Ma mi prendi per il culo?!! Perchè non sei tornato a casa?!" mi interrompe, arrabbiato.

"Ti sembra anche il caso di chiederlo?" interviene Akira, al suo fianco.

"Certo! Insomma, papà era un po’ nervoso, lo so, ma la mamma è disperata, e..." dice, tutto d’un fiato.

"Un po’ nervoso?! Solo un po’?! Ma guarda che roba! Pensavo giusto che il tizio che l’altro giorno per strada mi ha gridato di stargli lontano, fosse solo un suo sosia con qualche grillo!"

"C-che cosa...?!" balbetta lui, shoccato. "Dai, non dire stronzate! Non ci credo!"

"Ehm, valgo come testimone oculare?" dice il terzo, alzando la mano destra. Shiro lo fissa stranito, senza parole.

"Vedo che ti ha riassunto proprio bene la scena di qualche sera fa, quando mi ha cacciato di casa..."

"M-ma lui aveva detto c-che... Insomma, che l’avevi aggredito..."

"Questo è vero! Per quanto riguarda il resto..."

Mio fratello mi guarda con gli occhi spalancati e la bocca aperta, mentre io gli riporto pari pari tutto ciò che è accaduto, compresa la scena di pochi giorni fa, quando, incrociato il mio genitore per caso, mi sono avvicinato a lui nel tentativo di comunicare almeno un saluto.

"...e si è messo a strillare come un’acquila. La cosa buffa è che in squadra l’ha accettato pure il nostro allenatore: l’ultimo da cui me lo sarei aspettato! Beh, certo, è stato dopo che ci hanno beccati negli spogliatoi che ci slinguavamo peggio che Romeo e Giulietta sul balcone, però..."

"Kami-Sama, non riesco a crederci!" decreta lui, appoggiandosi una mano sulla fronte e mostrandomi una delle sue espressioni più sconvolte.

"Dì alla mamma che mi dispiace se lei ha sposato un idiota. A casa ci torno dopo che lui mi avrà chiesto perdono in ginocchio. E questo non avverrà mai, quindi..." gli rispondo, mentre riabbottono la mia camicia. Poi guardo Akira, che si limita ad annuire silenzioso, come se stesse dicendo "già già!".

"Adesso me ne torno a casa! In una casa dove tutti mi vogliono bene! Andiamo, Kira-kun?"

"Beh, non è necessario che tu sia incazzato anche con me, Kojiro!" mi bolcca l’angelo bianco.

"Se non ti dispiace, dovremmo chiudere. Non vorrai passare la notte qui." dico io, senza girarmi.

"Dai, non fare così, Koji! In fondo tuo fratello ti ha cercato tanto..." cerca di ammorbidirmi il mio uomo.

"Lasciatemi in pace!" ribatto, allontanandomi in fretta da loro, sempre senza girarmi. Ci metto poco a raggiungere l’uscita. Non voglio più piangere! Non per quel bastardo di mio padre! Ho versato tante di quelle lacrime, per questa storia! Adesso basta!

"Aspetta, Jiro-kun!" mi raggiunge la voce del ragazzo che amo, dall’altro lato della strada. Mi volto solo un attimo, e vedo sia lui che mio fratello che mi fanno segno di aspettarli. Ma io non ne ho intenzione. Non voglio che Akira debba sopportare ancora i miei singhiozzi! Ne ha sentiti davvero troppi! Inizio a correre, senza fare più caso a nulla. Corro soltanto. E intanto le voci dei due ragazzi che erano con me fino a poco fa chiamano ancora il mio nome. Non mi fermo, ma giro la testa in modo da vedere la strada che mi lascio alle spalle. Ormai li ho distanziati parecchio, sono in grado di seminarli. Voglio restare un po’ da solo. Eppure non mi mollano. Mi muovo rapido per qualche altro metro, finchè sento la voce di Akira strillare "attento" alle mie spalle. Volto la testa e vedo soltanto un’automobile lanciata in corsa che tenta di frenare. Per un solo istante, incrocio gli occhi del conducente, che mi guarda spaventato. E, contemporaneamente, mi sento invaso dal terrore. Dura pochissimo, e già sono a terra diversi metri più in là, con un dolore tremendo che mi lacera il ventre. Vedo solo sangue, poi più nulla. Solo, sullo sfondo della mia mente, due voci maschili che gridano e si fanno più vicine. Tutto rimbomba, ed io non percepisco più niente. Poi vengo avvolto da una grande e caldissima luce. Alzo gli occhi e vedo un tunnel splendente di candore sopra di me. Come se mi stesse chiamando. Allungo un braccio verso quel messaggero di pace, poi lo ritraggo e mi volto. Akira tiene il mio corpo fra le braccia e grida con tutto il fiato che ha nei polmoni. Shiro è attaccato al cellulare e parla agitatissimo, tremando, mentre delle lacrime di paura gli rigando il volto. L’automobile si è allontanata rapidissima.

Torno a fissare la luce, e mi pare di sentire il mio nome. Poi le sirene di un’ambulanza rimbombano nelle mie orecchie, ed io ancora non capisco se sono vivo o morto.

*******

Faccio pochi passi, limitandomi ad appoggiare i fiori che ho comprato sul tuo comodino. Narcisi bianchi. Mi hanno detto che se li voglio neri devo tingerli con il lucido per le scarpe. Che idiozia, sapevo benissimo che non ne esistono altri! Tu sei davvero l’unico!

Mi siedo e ti prendo una mano. È freddissima. Quand’è che ti deciderai ad aprire quei cazzo di occhi per guardarmi di nuovo? I tuoi occhi scurissimi, come due perle nere. Profondi, caldi, passionali. Non ce la faccio, senza quello sguardo che si rispecchia nel mio! Smettila di farmi penare, ti prego! Sono mesi che vengo qui a piangere, accanto al tuo letto, e tu non ti sei mai mosso di un millimetro! Oh, Kojiro, amore mio! Ti prego, apri gli occhi! Ti prego, ti prego!

"Ciao, Akira..." mi saluta una voce tranquilla e un po’ triste alle mie spalle.

"Ciao, Shiro..." rispondo, senza voltarmi. Asciugo le palpebre e vado a cercare il suo sguardo. Sayaka, al fianco del fratello del mio amato, mi saluta con la mano. Io mi limito ad annuire, prima di alzarmi.

"Ho sentito che ieri sono passati i ragazzi..." riprende lui.

"Già, sono venuti tutti. Mi dispiace tanto che abbiamo perso nei quarti di finale. Sono certo che il campionato nazionale l’avremmo vinto, se lui non..." mi blocco. La mia voce ha iniziato a tremare. Mi copro il viso con le mani. Ah, se solo penso a quanto lui adorava le mie mani!

"Avremmo dovuto vincere per lui!..." riprendo, cercando di celare al meglio la mia voce piangente. Shiro mi si avvicina, apoggiandomi una mano sulla spalla.

"Ora pensa solo a finire l’anno meglio che puoi. Lui avrebbe voluto anche questo, ne sono certo..."

"P-perchè dici così? Parli come se fosse morto..." lo fisso, e lui abbassa lo sguardo. Lo afferro per la camicia. "Qui non siamo in un cimtero! Questa è una stanza di ospedale, e lui riaprirà gli occhi, prima o poi! Io lo so! Ne sono certo! Lui tonerà da me! L’ha promesso..." concludo, affondando il viso sulla sua spalla e scoppiando di nuovo a piangere. Non so davvero quante volte si sia già ripetuta questa scena! Credo che ormai lui ci abbia fatto l’abitudine. Ma tutti questi mesi non mi sono stati sufficienti a dimenticare. No, neppure un istante di ciò che abbiamo passato insieme! Mai!

Di nuovo lo stesso sfondo. Oggi tuo fratello non verrà a trovarti, perchè ha un esame. Ma ci sono qui io, stai tranquillo! Io non ti lascerò mai solo! Lo sai, studiare qui, accanto a te, mi fa molto bene. I miei risultati sono migliorati. In compenso non sono più andato a pescare. Non vado neppure più ad allenamento, perchè ormai non ha senso. Preferisco restare qui accanto a te, a studiare. Ho sempre odiato studiare, però ora qualcuno deve pur farla, la tua parte, no? Ho letto quasi tutti i libri che avevi, sai? Sembro stupido, ma... Mi sono piaciuti molto. Soprattutto quello che avevi fra le mani la prima volta che ci siamo incontrati.

"Torna da me, ti prego! Sono insopportabili le notti, senza di te! Ci metto ore ad addormentarmi!... Lo sapevi? Oggi compio gli anni. Non puoi farmi un regalo e aprire ‘sti cazzo di occhi?! Brutto stronzo, smettila di farmi soffrire! Non capisci che non ce la faccio, senza di te?!!" alzo lo sguardo, di nuovo. Lui continua a respirare con un ritmo esatto, profondamente, come se stesse dormendo. E intanto un monitor mi rimanda con "bip" regolari i battiti del suo cuore. Regolari e lenti.

Ormai l’hanno compreso anche i muri, qua dentro, che ti amo da impazzire! All’inizio le infermiere non capivano bene perchè fossi tanto affezionato a te. Poi una, un giorno, è entrata mentre piangevo come un pazzo e mormoravo per l’ennesima volta quanto ti amo. Se penso che tu non me l’hai mai detto... Insomma, dicevi sempre "lo so", "anch’io", oppure "idem", come in quel film che ti piace tanto. Forse non hai mai capito quanto avrei voluto sentirtelo dire. Sono certo che se l’avessi saputo, l’avresti detto! Ne sono sicuro!

Oggi la mia crisi è più grave del solito. Lascio ricadere la testa sul tuo petto, anche se mi hanno proibito categoricamente di farlo. Non me ne frega nulla! Oggi è il mio compleanno, e tu...

"Tu sei solo mio! Cazzo, idota! Non sei Sam, lo sai?! Tu non sei morto, non te ne devi andare come lui! Non devi imparare da un fantasma a spostare gli oggetti o farmi dire "idem" da una medium! E poi non mi piace neppure quella parola! Devi solo aprire ‘sti cazzo di occhi e dirimi, una volta per tutte, che mi ami! Devi farlo! Oggi compio gli anni, devi farmelo, questo regalo!! Kojirooooooo!!!" continuo a piangere senza alzare più la testa. Ormai l’ho capito anch’io, che lui gli occhi non li riaprirà più. E sono disperato. Ma non voglio, non posso crederci! Non posso!! I miei singhiozzi sono così rumorosi che non sento neppure quegli orribili "bip" a cui tanto ho fatto il callo, nel momento in cui il loro ritmo cambia.

"Ti amo..." mormora una voce fievole, mentre una mano mi accarezza la testa. "Tanti auguri, Akira..."

***

Sob, sob! Non resisto ai lieto fine! Mi dispiace! Sigh! Spero sia piaciuta anche a voi... Sob! E poi non potevo assolutamente uccidere il mio amato protagonista!

Beh, fatemi sapere... Se volete.

Credits: come avrete capito, il film di cui si parla è "Ghost", da cui ho tratto un po’ d’ispirazione per la scena dell’incidente... Time goes by so slowly, and time can do so much... on you… Still mine… I need your love…

-> Adoro "Unchained Melody"!!

Per finire dirò che questa fiction è tutta dedicata alla mia adorata Chloe, siccome le è piaciuta tanto tanto... Beh, io mi sono divertita tantissimo a scriverla! Spero sia piaciuta anche a chi l’ha seguita fino a qui!

Ringrazio inoltre tutte le bravissime ospiti del sito di Stella: non sono ancora riuscita a trovare una ff che non sia bella! Brave, e grazie per l’ispirazione e la voglia di scrivere che mi regalate!

E, per quelli a cui piace il "pepe", c’è anche un capitolo extra: una vacanza di fuoco fra i miei due pupilli (per fortuna uno è mio davvero!). Eh, Chloe ha ragione: ‘sti poveracci venivano sempre interrotti! Per questo ho dedicato loro un capitolo lemon… Oh, se non lo volte leggere state tranquilli: la storia funziona benissimo anche senza!

Adesso basta, vi saluto davvero. Ah, per quel che riguarda il mio ultimo credito: la canzone che Kojiro ha sentito alla radio nel cap. 12 era "Fire Soul Love", la canzone di Sailor Mars dalla colonna sonora di Sailor Moon R.

Ciao a tutti, e a presto!!

Ps: se qc vuole il ritratto che ho fatto di Kojiro, me lo faccia sapere. La mia mail l’avete, quindi… Del resto è mio, avrò pur diritto di disegnare la sua faccia, no? (-> beh, non aspettatevi questa mega-opera…) Oki, adesso smetto sul serio! Sayonara!

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