Rivolta a chi è un po' romaticamente sulle nuvole (come me), non si stufa troppo in fretta di discorsi un po' divaganti e non sia schifato dal genere (chiaramente). Nota: forse ci aggiungo "un po'" di lime, prima o poi (questa è proprio una mia mania!) Per prima cosa dirò che i personaggi che vi sembra di aver già sentito nominare appartengono con ogni probabiltà a Takehiko Inoue. Per il resto, è la prima volta che mi dedico completamente a questo genere. Spero mi esca qualcosa di decente. Siccome i titoli dei capitoli di parecchie fic che ho letto sono in inglese, mi sono lasciata prendere pure io da questa mania (wow, viva la grammatica...). Divertitevi, bye! mailto sheeratuel@hotmail.com Capitolo Primo Reading a book “Malgrado ciò il guerriero si rese conto che le parole gli erano quasi scivolate di bocca, sciogliendo il dubbio che prima si era posto. Aveva pertanto deciso di seguire la prima ipotesi. Fermarsi ed aspettare gli eventi. Non aveva voglia di rimuginarci sopra. Preferiva di gran lunga l’azione al pensiero. Si alzò, prese la mano della ragazza e la condusse fuori dall’edificio, facendosi indicare l’abitazione del parente.” Cavolaccio, il libro che ho iniziato a leggere è davvero una cosa troppo avvincente. Certo, è strambissimo, però a me piace così. E poi il protagonista è proprio l’uomo dei miei sogni! Non ho mai letto di un tipo tanto fico nella mia vita! Peccato che lui sia già innamorato... Sospiro e scuoto la testa. In fondo è solo uno stupido libro! A volte penso che sia veramente perfetto per farci un manga con i fiocchi. Riaffondo gli occhi in quella pagina, prima di iniziare il capitolo successivo. E, in quel momento, mi vengono in mente tutti i commenti cretini che mi fa sempre mio fratello quando mi sorprende con qualcosa di cartaceo in mano. Dice che non sono affatto pertinente, perchè mi appassiono a libri complicatissimi e poi precipito in degli stupidi fumetti. E io che ci posso fare? Le cose che si possono leggere mi affascinano tutte quante! Chiudo le pagine spalancate davanti a me e osservo la copertina. L’autrice è occidentale. Mi sorride da una fotografia che si trova sul retro di quell’opera ricca di pagine. Mi sembra una bella donna, anche se non saprei dirlo con certezza. Sospiro di nuovo, ed apro un’altra volta il ladro del mio tempo libero. È ora di iniziare il quarto capitolo. Che diavolo succederà adesso? M’immergo nuovamente nella lettura, tanto che non mi accorgo quasi di aver appena conosciuto da vicino un oggetto sferico che mi precipita a terra, se non per il fatto che le frasi che tanto m’intrigano sono scivolate via dal mio campo visivo. Mi scuoto e mi guardo intorno. Dove diavolo è finito il mio libro? Quando lo vedo è una mano maschile a raccoglierlo. Una voce mi chiede se vada tutto bene, scusandosi e restituendomi il mio prezioso tesoro. Finalmente faccio correre lo sguardo lungo quel braccio teso verso di me, che m’invita ad alzarmi, e raggiungo così il viso del suo proprietario. Credo di avere un infarto. Non ho mai visto una cosa tanto stupenda in tutta la mia vita. Ha gli occhi blu e i capelli neri, a spazzola, nonchè un sorriso incredibile, che mi fa rimbalzare il cuore in gola. Credo di averlo fissato come un baccalà, perchè mi guarda e mi chiede di nuovo se sia tutto a posto. Sembra perplesso. Io finalmente mi lascio raccogliere dalla sua mano, raggiungendolo con la mia, e mi tiro in piedi. Ha una voce stupenda. Si scusa di nuovo. Il primo giorno in questa scuola, e già ci perdo il mio cuore. Credo proprio che rimpiangerò questo momento per tutta la vita! Lo osservo, quasi per scoprire un’insperata luce di ammirazione scintillargli nelle pupille. Nulla. Mi guarda con la stessa indifferenza con cui io osservo una ragazza. E, finalmente, mi svela il suo nome. Non vorrei neppure saperlo, eppure credo proprio che non riuscirò a non andare a vederlo giocare. Akira Sendoh, il capitano della squadra di basket del liceo. Frequenta il terzo anno. Scopro che è un vero campione. Comincio adirittura a pensare che il basket sia un sport meraviglioso. Chissà cosa succederebbe se m’iscrivessi al club? Intanto che si allontana lo fisso. È molto alto, ed ha un fascino incredibile. È rimasto un poco stupito dal mio silenzio. Del resto non parlo mai molto. Gli ho solo mormorato il mio nome, e di non preoccuparsi per avermi colpito con la palla: gli era sfuggita. Mi butto sul letto. Ho quasi voglia di piangere! Sono andato in palestra, oggi, e ho visto una marea di ragazze che sospiravano e urlavano il suo nome. Cavolo, è proprio circondato da un muro umano! Continuo a pensare che l’unico modo per avvicinarlo sia entrare nel club. Ogni tanto odio profondamente il mio stato. Sono un imbranato in qualsiasi sport: se mi avvicinassi alla palestra penso che mi sbatterebbero fuori. Ah, ma perchè non sono nato donna? Mi eviterei un sacco di problemi. E poi a lui sicuramente piacciono le femmine. Vorrei cambiare sesso solo per quello! Chiudo gli occhi e penso. Quando me ne sono reso conto? In fondo le ragazze non mi erano mai piaciute così tanto. Ho l’impressione che mi facessi un poco trascinare. Shiro, lui sì che è un vero assatanato. Non capisce perchè io sia tanto insensibile al gentil sesso. Fratello cretino, non la inquadri, che per me tu sei molto più attraente di una femmina? Quando ci si mette per trovarmi una ragazza è davvero insopportabile, poi! Ormai lo so da tre anni, eppure non ho mai avuto il coraggio di dirlo a nessuno. Sorrido al pensiero che Shiro pensi che io sia solo un ritardatario, perchè i miei ormoni devono aver avuto da fare altrove. Ripeto: cretino! Ho un anno di meno e pure più barba di lui! Ogni tanto mi passa qualche rivista dai non citabili livelli culturali. Tutte quelle donne nude mi fanno quasi senso. Eppure la scorro quasi morboso, alla ricerca di una presenza maschile. E, trovatala, la osservo per un sacco di tempo. Ah, com’è dure essere gay! Questo soprattutto quando i tuoi genitori non aspettano altro che la “brava ragazza” che finalmente gli porterai sotto il tetto. Del resto sono quasi sempre in giro per lavoro, così io e Shiro ci ritroviamo spesso a casa soli. E lui, con i suoi prono del cavolo! Ma che cosa ci trovano, poi, quelli “normali”, nelle donne? Non capisco. Continuo a rimuginare, finendo per addormentarmi. Quando mi sveglio sono coperto di sudore, e per di più c’è lui che mi fissa stranito. “Hai fatto un sogno erotico?” Ma che fratello scemo che ho! “Ho sognato di giocare a basket.” Chissà perchè, al posto di rispondergli nella stessa maniera deficiente, gli ho detto la verità? Sono un mistero anche per me stesso. E lui, chiaramente, ride. “Questa sì che è una buona idea! Lo sai che le ragazze muoiono dietro agli sportivi?” È come se mi si fosse accesa una lampadina. Ecco il modo per farlo smettere di rompere le scatole e per avvicinare Sendoh. Ormai ho deciso, m’iscriverò al club! Forse avrò meno tempo per leggere, ma al diavolo! Nulla riuscirà a trattenermi! Anche se credo che mi faranno sudare come un asino. “Ehi, Kojiro, sei ancora fra noi?” “Guarda che qui ci sei solo tu... E non ho ancora capito come mai ti permetti sempre di entrare nella mia stanza in questo modo!” “Uffa, va bene, me ne vado! Basket, eh? Ah ah ah!” Ma come mai si diverte tanto a prendermi in giro, si può sapere? E pensare che il suo nome lo dipinge come qualcosa di candido... Che se ne vada al diavolo! Come faccio ad avere un fratello così sexy e al contempo così rompipalle? Non so cosa mi abbia trattenuto finora dal saltare nel suo letto! Forse la consapevolezza che in questo caso si sarebbe messo a strillare come un pollo. Che sciocco sono! Mi passo una mano fra i capelli. Neri. Ma perchè da queste parti hanno tutti i capelli neri? Che cosa monotona! Mi viene voglia di tingerli! Capelli neri, occhi scuri... E mi vengono in mente due occhi blu che mi hanno stregato. Poi penso di nuovo a quel giorno di tre anni fa. Non riesco ancora a capire cosa accidenti fosse preso a Naozumi, proprio in quel momento. Eravamo in gita scolastica, ed io avevo solo quattordici anni. Ma si può essere così scemi? Lui mi entra sotto la doccia e mi bacia. Mi dice che lo faccio impazzire e che mi deve assolutamente avere. Io non capisco, sulle prime. Forse me ne sono reso conto proprio in quel momento. Lui mi piace. È molto bello, e io non riesco a non cedere alle sue carezze. Mi tocca ovunque, finchè porta una mano sul mio sesso. Gli mormoro di lasciarmi, perchè siamo troppo giovani per fare certe cose. Inutile. Mi avvolge in un asciugamano e mi trascina fuori dal bagno. Comincio a capire perchè ha tanto insistito per stare in stanza con me. Mi butta sul letto. Ho i capelli bagnati, ma non se ne cura. Inizia un’altra volta ad accarezzarmi ovunque, e io mi abbandono, non riuscendo più a resistere a tutte quelle emozioni che mi travolgono. Quando il suo bacio si posa sul mio fallo ho un sussulto. Stiamo esagerando. Mi alzo e cerco di andarmene. Lui mi tira per un braccio. Io lo fisso arrabbiato. Non voglio che si aprofitti così delle mie incertezze. Mi vesto con una rapidità che sorprende anche me stesso, ed esco. Non voglio più vederlo, ma so che sarà inevitabile, a meno che io quella notte non dorma in giardino. E infatti ci risiamo. Quando, alle due, finalmente cediamo e ci decidiamo ad abbandonare la stanza dei nostri compagni, in cui ci eravamo radunati tutti, e torniamo nella nostra, lui mi si appiccica di nuovo. “Sei diventato più alto di me, Koji-kun!” Che razza di commento bizzarro! Non sarà mica eccitato dal fatto che sono più alto di lui?! E poi come diavolo avrà fatto a capire che le ragazze non mi dicono nulla? Quando sento di nuovo la sua voce ho l’impressione che mi abbia letto nel pensiero. “Sei bellissimo! Si capiva che a te le ragazze non piacciono. Mi bastava guardarti. Facciamo l’amore, Koji-kun!” Alla faccia del romanticismo! Lo trovo carino, ma comincio a sentirmi totalmente seccato da quelle due braccia che mi stringono il torace. Lui è appoggiato sulla mia schiena. Inizio a convincermi che il mio corpo sia l’unica cosa che lo interessa. Quando glielo chiedo non si fa neppure problemi a non negarlo! Che razza di faccia tosta! Mi viene da prenderlo a pugni! “Lasciami andare!” perchè mi vengono in mente solo frasi fin troppo evidenti? A volte vorrei avere la fantasia di un oratore romano. E infatti lui non mi molla. “So che lo vuoi...” questa è il massimo! Lui sa! Come fa a pretendere anche solo d’immaginare che cosa ronza nella mia testa?!! Non capisco davvero perchè dovrei perdere la mia verginità con uno che neppure amo! Ma per chi mi ha preso?! Lo allontano scocciato da me. E lui mi minaccia di rivelare a tutti quanti il mio “segreto”. Che lo faccia, ribadisco. Ma in questo modo non farà che confessare il fatto che anche lui è “diverso”, proprio come me. Mi compiaccio di aver finalmente trovato una risposta intelligente. E da quel momento non mi rivolge più la parola. Del resto non faccio che scorgerlo mentre mi spoglia con gli occhi. Divento ancora più alto, fino a sfiorare il metro e ottantacinque. I miei muscoli s’ingrossano un poco, alcuni peli iniziano a spuntare prepotentemente sulla mia pancia. Ma chi li vuole? Poi mi lascio crescere un poco i capelli, fino a farli arrivare a coprire le mie orecchie. Ho una pettinatura poco decifrabile, ma in fondo mi piaccio così. Tutti dicono che i miei occhi hanno un che di profondo e terribilmente affascinante. Non per ultima una ragazza di nome Yuki, che, candida come la neve, mi dichiara di essersi innamorata di me sotto un scintillante firmamento estivo. Vado in panico e non so che risponderle. Finisco per essere freddo e insensibile. Lei non m’interessa. Ogni volta che incrocio uno specchio mi fermo a sistemare un poco quella chioma selvaggia che si è formata sulla mia testa. Capelli neri. Eppure lucenti. Non posso dire che mi trovo brutto. Shiro continua a dirmi che faccio colpo su un sacco di ragazze, soprattutto quando mi metto a leggere mentre cammino, e acquisto quell’aria da intellettuale un po’ trasandato. Come osa? Io non sono mai trasandato! Curo sempre il mio aspetto con una vanità quasi femminea. Del resto non è poi così strano, siccome ho anche i gusti di una femmina. Eppure in me si nota un carisma tremendamente maschile. Cavolo, dev’essere questo che mi frega di brutto! Sembro troppo maschio. Tuttavia la mia autostima mi impedisce di non essere fiero di me stesso, così finisco sempre per innamorarmi di ragazzi che non si accorgono neppure della mia esistenza. E, alla fine, ci soffro e mi dò del cretino. Continuo a camminare, ancora assorto in quel romanzo bizzarro. Poi mi blocco e alzo gli occhi. La palestra del Ryonan. Probabilmente si stanno allenando. Anche se sportivamente faccio davvero schifo, tranne che nella corsa, unica cosa che mi aiuta a scaricare i nervi, in fondo sono alto. Alla fine non riesco a trattenermi ed entro. Mi rivolgo ad un tizio che pare molto impegnato su non so che genere di appunti. È piuttosto basso, con un’aria da bimbo impacciato. Non mi dice molto. “Come si fa ad entrare nel club di basket?” Mi guarda storto, forse notando il libro che ancora porto sotto il braccio. Senza farci troppo caso, ostento indifferenza e lo nascondo nel mio zaino. Ripeto la domanda. Però non è lui a rispondermi. Una voce mi sorprende alle spalle. La stessa voce. Lo sento ridente, proprio come pochi giorni fa. “Devi solo compilare il formulario d’iscrizione. Sarà un piacere averti con noi!” Mi dà la netta impressione che sia un tipo tremendamente socievole. È fin troppo bello! “Era una curiosità. In realtà non so neppure giocare.” Non me la sento proprio di mentirgli. “Allora inizierai dalle basi. Sei alto, e mi pare che tu abbia un buon fisico. Credo che ci sarai utile.” Non mi ha riconosciuto, proprio come supponevo. Forse se fossi stato una bella fanciulla dallo sguardo languido si sarebbe eccitato al solo vedermi, proprio come ora sta capitando a me nei suoi confronti. Cerco di sembrare distaccato, ma non riesco assolutamente a non fissarlo. È davvero troppo bello. “A proposito, sono Akira Sendoh, il capitano della squadra! È un piacere!” “So chi sei. Qualche giorno fa mi hai tirato una pallonata.” Non riesco neppure a capire perchè mi sia uscito un tono tanto scorbutico. Per fortuna non pare essersela presa. Mi porge il palmo. “Kojiro Natsu” è tutto ciò che riesco ancora a dirgli. Che cognome scemo che ho! Dovevo proprio chiamarmi come la stagione che odio di più? Non sopporto il caldo afoso! “Va bene, Natsu. Se vorrai giocare le porte saranno sempre aperte. Ikoichi, dagli un formulario! È solo una cosa burocratica, sta’ tranquillo. Torna quando vuoi!” Mi limito ad annuire, mentro lo osservo tornare sulla palla. Se ne impossessa e inizia a palleggiare. La ruota rapidamente intorno al torace, le fa fare un altro rimbalzo e poi salta. Credo di non aver mai visto una schiacciata simile. Mi ha fatto aumentare i battiti cardiaci. Mi siedo e lo osservo per tutto l’allenamento, non riuscendo a non sorridere al puro e semplice fatto che mi ha rivolto la parola. Mi eccita quasi vederlo giocare. E in viso porto il mio caratteristico broncio, che le ragazze trovano tanto affascinante. Dicono che ho un’aria da duro. In realtà non mi viene mai in mente nessun’ altra espressione. Mi importa ben poco della mia aria. Quando gli allenamenti finiscono mi alzo dalla panchina e me ne vado. Per un attimo, solo per un attimo, il mio sguardo incrocia il suo. Mi sembra d’impazzire. Ma faccio finta di nulla, come al solito, e me ne vado. Sono davvero cretino! Ogni volta che m’innamoro riesco solo a mostrare indifferenza verso l’unico che riesce a farmi battere il cuore. Del resto lui pensa solo che io sia uno che s’interessa un po’ di basket. La cosa più difficile è che nessuno direbbe mai che sono gay, a vedermi. Eppure lo sono. Mi lascio cadere di nuovo sul letto. Oggi non ho neppure voglia di leggere. Non faccio che pensare agli occhi di Akira. Akira, già lo chiamo per nome. Il primo sintomo del fatto che sono grave. Domani entrerò nel club di basket, e già mi vedo la figuraccia che farò quando mi diranno di mostrare quel che so fare, tanto per saggiare le mie capacità. Ma adesso non voglio pensarci. Chiudo gli occhi e me lo vedo davanti mentre dorme. Non capisco neppure quanto sia contorta la mia mente. Dico, proprio mentre dorme? Eppure lo trovo stupendo. Mi abbandono alle mie fantasie. Domani sembrerò uno zombie. Ma per ora non m’interessa. Sto solo sognando di fare l’amore con lui, mentre le mie mani scorrono su tutto il mio corpo. Meno male che quelle che mi toccano sono le mani di un uomo! Allora, che ne pensate? Io preferisco non pensarci… Non è facile immaginare di essere un ragazzo. In compenso è facile immaginare di perdere la testa per Akira. Almeno qualcosa è dalla mia parte.Per ogni commento la mia e-mail (sheeratuel@hotmail.com) è a vostra disposizione! A presto, spero, con il secondo capitolo! Capitolo 2 Torna alla pagina di Slam Dunk Torna all’indice delle fanfiction |