WARNING: tutto ciò è stato scritto in un momento di evidente squilibrio mentale…. L’analista lo dice sempre che non dovrei scrivere ma io lo faccio lo stesso!!
NOTE: Dedico questo a Pam chan che lo voleva leggere… Non so quanto ti sia convenuto!
DISCLAIMERS:Ehm…Rukawa non è mio e nemmeno Hanamichi, per vostra fortuna me li hanno solo prestati
It is what it is 8
Betray
E’ passato più di un mese.
Conto i giorni che passano confrontandoli col tempo che abbiamo trascorso insieme.
Perché?
Perché sei andato lontano da me?
In questi giorni orribili mi manca la forza di andare avanti.
Mi mancano i tuoi baci, le tue parole, i tuoi sorrisi.
Mi manchi tu, in poche parole.
E tu non tornerai che fra tre mesi.
Tre mesi….sopravviverò?
Non credo.
In questi giorni gioco pure da schifo. Non riesco a concentrarmi.
Appena metto piede in palestra rivedo i nostri corpi nudi allacciati sul parquet come se il ricordo di te ristagnasse ancora su questo pavimento.
E se ne sono accorti tutti. Tutti cercano di farmi coraggio.
Ma non è questo a mancarmi, sei tu.
Basta! Non posso continuare così!
Mi metto le mani tra i corti capelli e cerco di impormi l’impossibile: togliermi la tua immagine dalla mente anche solo per un minuto.
Ma tu sei sempre lì, restio ad andartene come nella realtà non sei stato.
Quanto vorrei che tutto avesse finalmente fine.
Che noi tornassimo a stare insieme.
Sono un debole senza la tua forza.
Non posso farne a meno, ormai.
Legato a te da un filo invisibile.
Il mio amore per te è come una corda che mi lega al tuo ricordo ferendomi.
Non posso fare nulla se non ricominciare ad aspettare.
****
AEROPORTO DI NARITA
Il giorno della partenza.
Questo biglietto è la chiave della mia felicità.
Questo foglio stampato a caratteri monotoni mi porterà da te.
Non desidero nient’ altro in questo momento che godermi questa gioia.
Ancora una volta Hanako ha fatto per me più di quanto potrà mai immaginare.
Mi ha regalato insieme ai miei compagni un biglietto per Los Angeles.
Sono stati loro a regalarmi la felicità.
Domani sarò nella tua stessa città, vicino non solo al tuo cuore, ma anche al tuo corpo.
Bramo il tuo corpo come si può bramare una vetta lontana.
E ora la raggiungerò.
uestoQQuesto è davvero un giorno felice, perché oggi ho capito che la mia diversità non faceva schifo ai miei amici.
Che mi accettavano per quello che ero, che non si ritraevano inorriditi, che non mi odiavano, che non mi insultavano, ma desideravano semplicemente la mia felicità.
Anzi, mentre mi regalavano questo biglietto per Los Angeles che probabilmente costa un sacco di soldi mi hanno addirittura augurato buona fortuna.
Hanako ha perfino fatto una battutina tipo:
"Sempai, sia chiaro che il prossimo anno niente regali di compleanno! Questo consideralo già un regalo anticipato!!! E se torni qua senza un sorriso come minimo ti strozzo!" al che tutti siamo scoppiati a ridere.
Ayako mi ha dato un paio di consigli su come vestirmi, ma credo che eviterò accuratamente di seguirli!!! Potrei sembrare un pazzo o una specie di damerino!
Non mi vedrà mai in giacca e cravatta!
Adoro quelle due, perché mi fanno sentire accettato, anche se mi consigliano di portargli dei cioccolatini… La più grande cavolata concepibile!!!
Haruko invece mi ha deluso. Ha detto di odiarmi e ha aggiunto con uno sguardo furente che avrebbe dovuto capirlo subito che ero una maledetta checca, quando quelle dell’allora Rukawa fans club gliel’avevano detto.
Ma non mi importa. Lei non è compresa fra i miei amici, non lo è mai stata.
Ed è solo un’oca gelosa perché lui è MIO.
Ora sono geloso delle sue attenzioni verso la mia volpe quanto lo sono di ogni ragazza di questa terra. E forse anche di qualche ragazzo.
Lei mi odia, credo.
Mi odia perché sono diverso.
E perché anche lui è diverso e non può più alimentare le sue infantili fantasie.
Mi odia perché gliel’ho rubato con una facilità che l’ha lasciata interdetta.
Anzi, non gliel’ho rubato: semplicemente non le è mai appartenuto.
Kaede Rukawa appartiene solo a se stesso.
E a me.
Ma questa è un’altra storia.
Una storia in cui lei ha fatto solo la comparsa.
Io e lui siamo i protagonisti e questo amore ha per palcoscenico l’intero mondo.
Sfido il mondo a condannarmi per questo.
Lo sfido.
E sono sicuro di vincere, perché finché ci sarò io e ci sarà lui e i nostri amici, nulla avrà senso.
Nessun fottutissimo senso.
Io non ci tengo a farmi insultare. Non l’ho mai sopportato.
E ora ancora meno perché se qualcuno ha qualcosa da ridire dovrebbe farsi un esame di coscienza per capire se è lui quello normale.
Se quel ragioniere che non ama sua moglie e la tradisce con una puttana qualunque è normale. Se è normale una donna che sta con un uomo solo perché è ricco.
Bene, mondo, ecco la mia idea.
L’amore è la risposta alla domanda che nessuno ha il coraggio di porsi.
Quella domanda che assilla anche chi finge di non essersela mai posta.
Quella domanda che ristagna in fondo al nostro cuore: Perché siamo al mondo?
E forse, un giorno avrei risposto: ‘per essere il primo.’
Ma ora capisco che la risposta più giusta è: ‘per stare insieme a lui.’
Sai Haruko, pensavo fossi una persona migliore.
Pensavo che nonostante l’apparenza in quella testa ci fosse qualcosa.
Ho sbagliato, lo ammetto.
Anche il Tensai può sbagliare ma ora ho qualcosa di più importante a cui pensare.
Sto aspettando impaziente che chiamino il mio volo, ma il tempo passa troppo lentamente e probabilmente arriverà in ritardo.
Uffa! E dire che quando era il mio Kaede a dover partire erano immancabilmente in orario!!!
Mi siedo impaziente su una scomoda poltroncina e appoggio la schiena sullo schienale con un sonoro sospiro di disappunto.
L’unico pensiero confortante è che gli farò davvero una bella sorpresa!
Prendo l’anello e lo tengo in mano rigirandolo come una reliquia.
Le iniziali incise risplendono di una luce speciale. Sono certo che andrà tutto bene.
*******
* Los Angeles *
College S. Bernardino
Sono appena sceso dal taxi che mi ha accompagnato al college.
Quel tassista ha messo a dura prova il mio inglese fin troppo scolastico impicciandosi negli affari miei…
Se avessi saputo come dirlo sicuramente gli avrei sbattuto in faccia la verità: Sto andando a trovare il mio ragazzo.
Almeno sarebbe stato zitto un momento.
O forse mi avrebbe buttato fuori a calci dal taxi.
Ma siamo in America e questa è la patria della libertà.
Spero che i pregiudizi non mi abbiano seguito dal regno del conformismo, il modernissimo Giappone.
L’aria è frizzante, il sole è alto e splendente nel cielo e spira un leggero venticello.
I prati sono verdi e sui rami sono poche le foglie che hanno cominciato ad ingiallire.
E’ qui, Kaede è qui.
Il college è bellissimo, con quei vialetti ordinati pieni di studenti e quella struttura imponente.
Sorrido.
In fondo il mio sogno si è realizzato.
Sono in America con lui.
E ora lo vedrò.
La stanchezza che mi pesava addosso sembra sparita.
Al diavolo il fuso orario e le ore di sonno.
Non sono venuto qui per dormire!
^^^^^^^^^
Nell’edificio principale una segretaria tanto grassa da far invidia ad Anzai sensei con un pacco enorme di fogli in mano mi ha indicato l’ala del dormitorio che ospita i maschi e mi ha detto che avrei potuto chiedere una volta lì.
La cosa strana è che ha parlato giapponese.
Un po’ stentato magari ma era inequivocabilmente giapponese.
La comunità nipponica qui deve essere davvero numerosa, altrimenti nessun pazzo si studierebbe una lingua così complicata!
Complicata per me che poi sono un genio… Ed è tutto dire!
Mi avvio a passo veloce verso l’ala destra dell’enorme edificio bianco passando davanti alla palestra.
Chissà se qualcuno si sta allenando…
Sento il rumore di una palla da basket.
Evidentemente qui si allenano a tutte le ore del giorno…
Beh, dopo passerò a dare un occhiata al campo. Probabilmente sarà bellissimo, come quelli delle partite dell’ NBA che vedo via cavo.
Prendo il ciondolo fra due dita e lo tolgo dal collo facendolo dondolare piano davanti ai miei occhi neanche fosse un pendolino che possa indicarmi la strada verso Kaede.
Lo stringo nel palmo e riprendo a camminare.
Sono troppo impaziente.
Quasi mi tremano le mani e sento il cuore battermi nel petto più veloce.
Appena arrivo ai dormitori capisco che sarà difficile trovare Rukawa: sono enormi!!!!
Tre edifici identici di tre piani lunghi… Kami, non so nemmeno io quanto, ma sicuramente un sacco!
Lo Shohoku non regge neanche lontanamente il confronto!
Mi faccio coraggio ed entro nel primo degli edifici, ma una volta all’interno non so proprio che fare.
Mi guardo intorno spaesato.
Poi, ad un tratto due ragazzi mi si avvicinano.
Uno è piuttosto alto, forse un metro e ottantanove. Più o meno come me insomma. E devo dire che è piuttosto affascinante con i capelli biondi corti e lo sguardo profondo.
L’altro invece è del tutto insignificante, con un paio di occhiali dalla montatura nera e dall’altezza che non supera il metro e settantacinque.
"Ehi! Cerchi qualcuno?" mi chiede quello alto in un americano sciolto.
Io balbetto un pochino e alla fine riesco a dire in un inglese stentato "S- sì, Sto cercando un giapponese, Kaede Rukawa." .
Spero lo conoscano o avrò fatto una figura schifosa per niente.
"Certo." Risponde questo in giapponese anche se sembra un po’ scocciato.
Probabilmente parlare il giapponese non gli piace molto.
"Parli giapponese?" chiedo un po’ stupito
"Ovviamente. Qui ci sono un sacco di giapponesi o nippo americani. Ma come vedi non parlo molto bene."
Mi affretto a rassicurarlo sulla sua pronuncia anche se non è poi granché.
Ma non sottilizzo, l’ importante è che mi porti da lui.
"Mi spiegheresti dove posso trovare Kaede?" domando di nuovo.
"Perché lo cerchi? Sei un suo amico?"
Arrossisco involontariamente perché mi sento le guance in fiamme.
Abbasso la testa un po’ imbarazzato.
Lui mi lancia una strana occhiata.
"Giocavo a basket con lui."
"Ah, allora devi essere Sakurami!" fa lui all’improvviso.
"Sakuragi" lo correggo "Ha forse parlato di me?"chiedo allora
Chissà, magari ha raccontato che stiamo insieme! Mi viene da sorridere ma mi trattengo.
"Ha detto che giocavate insieme. E che eri piuttosto bravino al rimbalzo come un nostro compagno di squadra."
"Solo questo?" dico rimanendoci un po’ male. Anche perché io non sono solo BRAVINO ai rimbalzi: io sono IMBATTIBILE!!!!
Ma in fondo capisco che Rukawa non sia andato a sbandierare il nostro rapporto ai quattro venti… Sono pur sempre un maschio.
"Certo. Perché?" mi dice lui alzando un sopracciglio con aria antipatica.
"Niente…" mi affretto ad aggiungere io gesticolando un po’.
"Beh, dato che lo conosci meglio di me potresti anche dirgli di fare un po’ meno baccano, la notte. Magari te ti ascolta! Siamo tutti stufi di sentirlo mentre si diverte a fare giochetti con il suo compagno di stanza! La notte anche noi vorremmo dormire…" aggiunge lui allora ridacchiando con aria superiore.
Il ragazzo con gli occhiali sembra voler aggiungere qualcosa, ma l’altro lo zittisce.
Io sono shockato.
Non voglio credere a ciò che ho appena sentito.
Forse ho capito male.
DEVO aver capito male.
Non può esser ciò che penso.
"Giochetti?" riesco a dire dopo qualche secondo.
"certo! Non sai che è omosessuale?" fa lui candido.
Poi sembra accorgersi della mia espressione. Mi sorride divertito e sprezzante.
"Dai, non fare quella faccia! Mica è un delitto! E poi sicuramente non cercherà di mettertelo in quel posto, se la spassa già con Matt!" dice con voce squillante dandomi una pacca sulla spalla.
Mi viene da piangere.
Ma forse sono solo voci.
Sono sicuramente malignità.
Probabilmente sono solo amici.
Lui non può avermi usato.
Voglio parlare con lui. Ne ho assoluto bisogno.
Bisogno che lui mi regali un sorriso e mi rassicuri che è tutto un grosso equivoco. Che sono gli altri a pensare male.
Ne ho bisogno: ora!
"Mi accompagni?" riesco a fatica a dire.
"OK" fa lui facendomi cenno di seguirlo lungo i corridoi e abbandonando l’amico all’ingresso senza nemmeno scambiare con lui una parola.
Sembra quasi abbia fretta.
Ma io sono sicuro di averne molta di più.
Saliamo una rampa di scale e mi si apre davanti un piccolo salotto con cucinino, e due corridoi pieni di porte rosse con un piccolo numero dorato sopra.
"E’ la 77E", mi dice lui indicandomi il corridoio di sinistra.
"Beh, ci vediamo.Salutami Rukawa e digli che lo aspetto ad allenamento dopo."
Praticamente corro fino alla porta.
Perché sopra alla maniglia è legato un fazzoletto?
Non capisco.
Mi fermo.
E li sento.
Quegli ansiti.
Quei gemiti.
"Koibito" dice una voce roca in un sospiro.
Koibito??? Ma questo è giapponese! Chi potrebbe parlare in giapponese durante il sesso se non un GIAPPONESE??
Non voglio credere a ciò che sento.
Desidero solo che sia la mia immaginazione.
Solo un incubo.
Eppure il dolore che provo stingendo nella mano l’anello che mi ha regalato è reale.
Abbasso la maniglia ed entro come una furia.
Su uno dei letti due persone stanno inequivocabilmente facendo l’amore.
E sotto…
Sotto…
Mi giro, non voglio vedere…
Quei capelli neri….
Quei ciuffi corvini….
Kaede.
"RUKAWA SEI UN MALEDETTISSIMO BASTARDO!!!! TI ODIO!!!! TI SEI PRESO GIOCO DI ME E DEI MIEI SENTIMENTI!!!!!TI ODIO!" urlo in giapponese ed esco sbattendo la porta.
Finite pure quello che stavate facendo, non vi rovinerò il divertimento.
D'altronde cosa può importarti se ora il mio cuore è distrutto,se si sta rompendo in milioni di minuscoli pezzettini?
Butto a terra quell’anello.
Menzogne, quell’anello è fatto solo di menzogna.
Falsità.
Nulla altro che questo.
E scappo via con il cuore che sanguina e le lacrime che non smettono di scendere.
In fondo cosa volevo?
Solo un po’ d’amore.
Chiedevo forse troppo, Kaede?
Era troppo per te chiamare solo me ‘amore mio’?
Fedeltà è un concetto così inconcepibile?
Mi odio e ti odio.
Odio te perché mi hai tradito e non mi ami.
Me perché non ho saputo farmi amare.
Sono salate e tristi queste lacrime.
Tristi come i miei sogni infranti, come la mia felicità spazzata via, come il mio sorriso scomparso.
E non riesco a smettere di correre.
E non vedo la fine; la via della disperazione è estremamente lunga.
(CONTINUA….)
Commenti!!!!!
Fatemi sapere quello che ne pensate!
Io ho scritto questo capitolo su sollecitazione da parte di terzi e non l’ho nemmeno rivisto…
Per cui io non ho colpa…
Baci,
Hanako
Capitolo 9 Slam Indice delle fanfic