Disclaimers: i personaggi di questa fan fiction non sono miei (purtroppo) ma appartengono al grande sensei Inoue (se Rukawa fosse mio non credo passerebbe tanto tempo a giocare a basket….^___^) e ad altri gentili signori che non menzionerò.Questa fan fiction non è stata scritta a scopo di lucro (e chi pagherebbe qualcosa per questa storia?Nessuno!)e ovviamente io ci guadagno solo qualche eventuale complimento o qualche cesto di verdura da mettere in frigo ( i pomodori che almeno siano freschi….)!

POV di Hanamichi. Spero si noti il cambiamento del modo di pensare di Hanamichi rispetto a quello dei primi due capitoli. Se non si nota posso dire di aver miseramente fallito… ;___;
Dedico questo capitolo a tutti coloro che hanno avuto il coraggio di arrivare fin qui. COMPLIMENTI!!! ^_____^
Al solito commenti positivi o negativi al mio indirizzo elemistery@libero.it. E ricordate che in chat il mio nick sarà Hanako.
Enjoy!!!

 

I’M WAITING FOR YOU

Prefettura di Kanagawa, un luogo come tanti vicino al mare

Me ne sto seduto su questa spiaggia e non so nemmeno da quanto sono qui.

Forse da un minuto, forse da quando se n’è andato. Perché quando è partito ho smesso di vivere e ho cominciato ad aspettare. E’ strana la vita costruita sull’attesa, perché ti porta a vivere in funzione di quell’attimo in cui l’attesa avrà fine. Il resto perde di significato. Il tempo sovente lascia cercare vane logicità in nozioni di misura, ma io so benissimo che è un solo lunghissimo attimo quello che separa le nostre esistenze.

E’ tramonto su questa spiaggia anche se magari per lui ora il sole splende.

Il tempo è un fatto così relativo….

S’infrangono le ombre serali come le onde di questo mare eterno. Gli ultimi raggi di questo sole sono un muto riverbero di sogni morenti.

Lontano, la città. Distanti risuonano echi indistinti di migliaia di persone impegnate a dare un senso alla loro frenetica esistenza. Chissà se fra loro c’è qualcuno infelice quanto me… Qualcuno che nell’aspettare vede l’unico modo per sopravvivere.

Seduto su questa sabbia aspetto.

In fondo nella grande clessidra siamo tutti granelli minuscoli di sabbia, in attesa del nostro momento di felicità.

Ora giunge la notte con passi lievi e una lunga veste scura. Dolce è la notte quando appaga i ricordi e le fantasie, quando avvolge nel suo manto gioie e dolori per cullarmi lentamente.

Su un tappeto di stelle vorrei adagiare le mie pene e pregare, io che non so pregare, affinché io sia libero da questo infinito dolore. Eppure non posso chiedere grazia per questa condanna inflittami dal destino perché spero in una successiva felicità.

Ora dormirò e dimenticherò ogni cosa, per arrivare al domani sorridendo.

In fondo ogni giorno che nasce sono un poco più vicino alla realizzazione del mio sogno.

 

Prefettura di Kanagawa, Liceo Shohoku

Un mese dopo

C’è frenesia nell’aria da parte delle matricole. In fondo sono nervoso anch’io. Oggi è un giorno importante e lo si sente nell’aria.

Di tutto questo devo ringraziare Hanako: è davvero brava se si impegna. A volte mi ricorda Ayako con il suo fare da ape operosa e la sua innata capacità organizzativa. Haruko invece in questo non è mai riuscita ad assomigliare ad Ayako nonostante sia stata sua allieva diretta e l’abbia più volte vista all’opera.

L’idea di organizzare tutto questo è stata di Hanako ed è stata lei ad occuparsi di ogni cosa… perfino io che sono il capitano so solo lo stretto necessario!

Mi ricordo ancora perfettamente quando circa tre settimane fa mi ha fatto questa proposta.

*FLASHBACK*

Anche per oggi abbiamo finito. Gli allenamenti oggi sono stati piuttosto duri, ma non per questo non mi sono divertito. Le matricole di quest’anno sono piuttosto dotate e dato che ormai lo Shohoku è una squadra piuttosto famosa, sempre più giovani promesse del basket decidono di iscriversi qui.

Ormai sono usciti tutti dalla palestra e Haruko se n’è andata da un pezzo. Hanako invece si è fermata ad aspettarmi come ogni sera. Abita poco lontano da casa mia e spesso facciamo la strada insieme.

Sono contento di averla così vicina in questo momento non propriamente allegro per me.

Chiudo la palestra a chiave e ci avviamo lentamente verso casa, con la cartella che le sbatte sulle ginocchia ad ogni passo come a dettare il ritmo di questa passeggiata serale.

Ad un tratto rallenta fin quasi a fermarsi e si volta con la testa verso di me.

" Sempai, io avrei un’idea che mi piacerebbe realizzare…." Esordisce col fare impacciato che la contraddistingue in quei momenti in cui non sa se una sua affermazione possa far arrabbiare il suo interlocutore.

"Parla…" la incito io con fare gentile.

"ehm…sì…insomma… io vorrei organizzare una rimpatriata con i vecchi giocatori dello Shohoku! Quelli che giocavano quando tu eri una matricola sempai…E organizzare una partita tra loro e i nostri giocatori di adesso…" dice tutto d’un fiato come per togliersi un peso dalla coscienza.

"E’ un ottima idea Hana- chan!!" replico allora io realmente entusiasta

"Io avrei pensato di chiedere a Mitsui, Miyagi e Akagi, ma sareste solo in 4 e non so proprio chi altro chiamare!"

In questo memento il nome Rukawa sarebbe il primo a volermi uscire di bocca ma lo so che non è possibile che quel ghiacciolo umano torni dagli USA per una semplice rimpatriata!!! Il mio cervello s’impone quindi sul mio cuore ed è lui a parlare.

"Potresti chiedere a Kogure! Lui è così gentile che non rifiuterà di certo e poi giocava sempre come prima riserva, per cui per una volta sarà felice di fare il titolare!"

Lo sguardo di Hanako mi sembra un po’ strano ora, forse però è solo un impressione dovuta alla scarsa illuminazione di questa strada.

Dopo alcuni minuti di silenzio esclama:

"Bene sempai! Dammi tre settimane e vedrai che organizzerò tutto alla perfezione!!! Fidati di me….."

"Certo….sono sicuro che non mi deluderai!" le dico con voce convinta.

Lei allora fa il segno della vittoria con la mano e riprende a camminare a passo spedito. Ad un tratto sento il rombo di un aereo che passa sopra le nostre teste. Rimango impalato a fissare il cielo cercando le luci lampeggianti che mi permetterebbero di individuarlo, ma vedo solo miliardi di stelle. "Sbrigati sempai!!!! Altrimenti arriveremo tardi!!!" La voce squillante della mia amica mi riporta alla realtà. Comincio a correre. Forse riuscirò a dimenticarmi di lui. Almeno per un po’.

*FINE FLASHBACK*

In effetti Hanako è stata di parola. Sono passate nemmeno tre settimane ed è riuscita a rintracciare tutti. E’ riuscita a convincere perfino Akagi e Kogure, ormai al secondo anno di università e sommersi dagli impegni. Davvero stupefacente!

Sono già arrivati tutti e abbiamo formato le squadre. Le matricole con la divisa bianca, noi veterani con quella rossa. Anche se ormai mi spetterebbe la maglia col n.4 l’ho ceduta volentieri ad Akagi anche perché abbiamo adottato tutti i vecchi numeri che avevamo il primo anno. La maglia col numero dieci mi ricorda tante esperienze felici, ma soprattutto mi ricorda quella scena così comica per accaparrarmi questa maglietta che mi aveva visto protagonista prima dell’amichevole contro il Ryonan.

C’è aria di nostalgia in palestra. Ritrovarsi a giocare di nuovo insieme dopo tanto tempo ci fa sentire stani e nel mio animo si mischiano commozione e aspettativa.Manca solo lui ma nessuno si sente di farne menzione. Miyagi si sta scaldando mentre Mitsui sta parlando amichevolmente con Kogure ed Akagi approfittandone per raccontare i suoi successi cestistici nella squadra di cui ora fa parte. Voglio proprio vedere come gioca ora.

Mi scappa un sorrisetto al pensiero della faccia che farà il gorilla appena vedrà quanto sono migliorato… Miyagi e Mitsui mi hanno visto migliorare e cambiare a poco a poco l’anno scorso e quasi non si sono resi conto di quanto io abbia enormemente affinato la mia tecnica, ma scommetto che il gorilla si sorprenderà non poco. Ora sono un giocatore davvero serio ed impegnato.

E tutto solo per lui. Per non deluderlo al suo ritorno quando ci sfideremo di nuovo. Nessuna vittoria facile. Nessuna sconfitta umiliante. Solo io e lui di nuovo su questo campo.

Mi giro in cerca di Hanako e non la vedo. Con lo sguardo esploro per intero la palestra. Non è con il signor Anzai perché il nonno sta ora parlando con Mitsui e Akagi. Non è con le matricole che si stanno invece guardando attorno improvvisamente impaurite al pensiero di sfidare dei così bravi giocatori.

Non è insieme ad Haruko che se ne sta seduta sulla panchina a preparare i grafici. Ma dove cavolo si è cacciata?

L’ultima volta che l’ho vista stava parlottando con alcune sue amiche, ma questo è successo almeno un quarto d’ora fa.

Ad un tratto eccola che sbuca dallo spogliatoio e con un allegro "Capitanooo!" mi indica di andare da lei mentre sfoggia un sorriso a trentadue denti che le va da una parte all’altra della faccia. Il sorriso di quando sta tramando qualcosa alle mie spalle… Incrocio le braccia sul petto e mi avvio con aria dubbiosa.

Ho un tremendo sospetto che nello spogliatoio ci sia una delle sue amiche di prima pronta a saltarmi addosso. Una di quelle amiche a cui Hanako difficilmente rifiuterebbe un favore, anche se trattasse di attentare all’incolumità del sottoscritto.

Hanako mi prende per un braccio trascinandomi verso la porta dello spogliatoio mentre mi rivela le sue vere intenzioni:

"C’è una persona che ti vuole vedere! Fammi un favore ed entra sempai!!!"

"Hanako! Ferma! Lo sai che non mi interessa minimamente!!!!" le dico con fermezza impuntandomi lì dove sono. Ovviamente lei non riuscirebbe mai a smuovermi nemmeno se usasse tutta la sua forza, per cui adotta una tecnica diversa. Mi guarda con gli occhi tristi e malinconici da animaletto bisognoso d’affetto e con voce volutamente piagnucolosa mi dice "Ma sempaiii…. Per favore! Solo per questa volta… se non ti piacerà potrai strozzarmi !!! Lo giuro!!!". Io allora le regalo il mio sorriso più malefico e le rispondo con un gelido "Preparati a essere strozzata Hana- chan!" mentre rassegnato apro la porta. "Io non ne sono così sicura!" replica prontamente. Il mio sarcastico "sì, certo…come no…" però, mi muore in gola.

In quella stanza appoggiato tranquillamente al muro c’è il mio sogno e il mio incubo: Kaede Rukawa.

Sbatto le palpebre più volte per capire se si tratta di un miraggio o di qualcosa di ugualmente ingannevole, ma lui non scompare.

E’ identico a quando è partito, forse solo un po’ più alto. La stessa pettinatura, lo stesso viso perfetto, la stesso sguardo.

Perfino la divisa col numero 11 e la fascia nera di spugna al braccio.

Sembra non sia passato nemmeno un minuto da quel giorno in cui gliel’ho vista addosso per l’ultima volta. Forse è proprio così, perché tutto il tempo che ho trascorso senza di lui mi pare talmente breve da essere quasi inesistente.

Finalmente la mia attesa è finita.

Beh, Hanako, tutto sommato, credo proprio che non ti strozzerò…

Capitolo 05

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