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Cosa succede in città
by Ottavia

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Capitolo 1

 

Tutta la squadra era radunata sul piazzale della scuola in attesa della partenza. Be’, quasi tutta la squadra. In realtà mancava ancora qualcuno. La  cosa strana era che non si trattava del solito Kyota, che, quanto a puntualità, lasciava molto a desiderare.

Bensì il ritardatario era Maki,  l’irreprensibile capitano del Kainan. Stavano già iniziando a preoccuparsi quando lo videro arrivare.

Se erano rimasti sorpresi del suo ritardo, lo furono ancora di più dalla scena che si presentò ai loro occhi. Maki, infatti, si stava avvicinando con passo piuttosto affrettato, aveva  uno zaino in spalla e una  borsa in mano.

Fin qui niente di particolare, quello che lasciava tutti perplessi era il fatto che con l’altra mano tenesse sollevata per la vita una ragazza. Appena raggiunto il resto dei compagni, Maki posò a terra la ragazza e chiese scusa per il ritardo.

“Lei è Arimi, mia sorella, si è offerta di accompagnarci a questo  ritiro. Era talmente entusiasta che non ho potuto dirle di no. Non è vero mia cara?”

La ragazza sollevò lo sguardo, che fino al quel momento era rimasto incollato a terra.

“Come no?  Sprizzo gioia da tutti i pori.”   rispose con tono sarcastico.   “Se sostituite si è offerta volontaria con è stata obbligata avrete un’idea più precisa della realtà”

Per il resto del viaggio Arimi non pronunciò una parola. Se le veniva fatta qualche domanda si limitava a rispondere a monosillabi, con uno sguardo truce. Arrivati  in albergo furono assegnate le camere.

Arimi prese la chiave della sua stanza e sparì per le scale. Sistemò le sue cose e poi si gettò sul letto. Ultimamente andava davvero tutto storto.

Prima la storia di Rei e ora questo. Certo Rei non era la sua anima gemella e non si erano mai promessi amore eterno, ma questo non significava che le avesse fatto piacere trovarlo nel garage  con quella gallina senza cervello di Aika.

Quel brutto sgorbio, tappo, pieno di lardo, impasticcato. Lo detestava. Come aveva osato farle una cosa del genere.

Il bello era che il Traditore aveva negato  l’evidenza, arrampicandosi sugli specchi. Ma non si rendeva conto di quanto era patetico? Raccontare bugie era un’arte che lui certo non padroneggiava.

La cosa migliore che era riuscito a inventarsi era che Aika aveva una cosa nell’occhio e lui la stava aiutando.  Voleva passare per il buon samaritano!

Non capiva che più faceva così, più la faceva infuriare. Alla fine stanca di quella sceneggiata penosa,  gli aveva assestato un paio di ceffoni e se n’era andata. Aika si era dileguata non appena l’aveva vista apparire, adducendo come scusa un impegno tanto improvviso, quanto chiaramente inventato.

Infine però, era riuscita a sistemare  anche lei; del resto nessuno poteva sfuggire alla sua vendetta. L’aveva beccata in strada e con la scusa di doverle parlare,  le aveva mollato una cinquina da pronto soccorso.

Quando aveva saputo che il ritiro di Shinichi con la squadra di basket corrispondeva alla settimana in cui i suoi sarebbero stati via per lavoro, aveva fatto i salti i gioia. Quella sarebbe stata  l’occasione per risollevare il suo spirito ferito.

Aveva iniziato a pensare a come organizzarsi, chi invitare e quando. Insomma stava progettando una settimana di baldoria e divertimento. Sfortunatamente tutti i suoi progetti erano andati all’aria non appena i suoi l’avevano saputo.

Non volevano assolutamente saperne di lasciarla sola per un’intera settimana. Probabilmente avevano paura che mandasse a fuoco la casa. I suoi genitori tendevano a pensare a lei come una bambina di 5 anni e non come una ragazza di 16. Solo non sapevano che fare, rimandare gli impegni di lavoro era impossibile  e per Shinichi era impensabile rinunciare al ritiro.

Così alla fine avevano avuto questa geniale trovata. Avevano spiegato la situazione al sig. Takato il quale, non aveva sollevato obbiezioni. Fino all’ultimo aveva sperato che l’allenatore cambiasse idea. Invece niente.

Quella mattina aveva giocato la sua ultima carta. Aveva fatto finta di non ricordare che fosse quello il giorno della partenza e si era comportata come una bambina capricciosa, sperando che suo fratello la mandasse la diavolo, lasciandola a casa.

Shinichi invece le aveva fatto la borsa e visto che lei non si muoveva, l’aveva sollevata come fosse un sacco di patate, e l’aveva trascinata all’appuntamento con gli altri.

Diede un’occhiata all’orologio.

Cavolo era già tardi, doveva darsi una mossa se voleva essere puntuale per cena. Certo mancava poco più di un’ora, ma visto quanto impiegava per dare un aspetto decente ai suoi capelli, non era poi molto tempo. Detestava quei suoi capelli castani, ogni volta che voleva tenerli sciolti le toccava passare mezz’ora con spazzola e phon per stirarli. Quando scese nella sala ristorante si accorse che il gruppo era molto più numeroso rispetto a prima..

Chi diamine erano tutti quei ragazzi?

Arimi si avvicinò a Kyota per chiedergli spiegazioni. Lei e Nobunaga erano vicini di banco nonché grandi amici, anche se si divertivano molto a stuzzicarsi a vicenda.

“hey Nobu  chan chi cavolo sono tutti ‘sti tipi?”

“ma come non lo sai , sono i giocatori del Ryonan e dello Shohoku. Sono in ritiro con noi.”

“ah ecco mi pareva di aver già visto qualcuno di loro.”

“ma  dimmi Arimi  cara  disse Nobu in tono suadente  che fine hanno fatto tutti i tuoi meravigliosi progetti per questa settimana?”

“Vedi  di non rigirare il coltello nella piaga. Tu poi sei l’ultimo che può permettersi di sfottere, visto la patetica figura che hai rimediato ieri.  Credo che tu sia l’unico al mondo ad aver copiato l’indice, invece che le soluzioni.”

“tse, io avrò anche copiato l’indice, ma tu hai mangiato il bigliettino di diritto, per distruggere le prove, visto che il prof ti aveva beccato a copiare”

“avevi promesso di non tirar e mai più  fuori questa storia“   disse Arimi con aria offesa

“Be’ anche tu avevi promesso di non dire niente riguardo a ieri.”

“ok significa che siamo pari. Adesso andiamo a mangiare che ho fame.”

I due ragazzi non si  erano però accorti che la loro discussione aveva attirato la curiosità generale. Così dopo cena furono presi d’assalto dai  compagni.

“Kyota, cos’è questa storia dell’indice? Io sono il tuo migliore amico e non mi racconti niente?” gli chiese Jin.

Il povero Nobunaga arrossì fino alla radice dei capelli.

 “non c’è niente da raccontare” disse.

Arimi scoppiò a ridere.

“avreste dovuto vederlo. È stata una delle cose più divertenti a cui mi sia capitato di assistere. Nobu aveva dimenticato di fare i compiti di fisica e aveva sentito dire che in fondo al libro c’erano le soluzioni. Così ha pensato bene di copiarle. Quando però il prof lo ha chiamato per correggere il compito, qualcosa non quadrava. Infatti, a domande del tipo trasforma  i seguenti gradi centigradi , in gradi Celsius , lui aveva risposto il motore a scoppio piuttosto che la pressione isobarica.

Il prof cominciava a pensare che fosse impazzito o che lo stesse prendendo in giro. A quel punto a qualcuno è venuto il sospetto che anziché le soluzioni, avesse copiato il sommario; ha controllato ed ha scoperto che era proprio così.  Il prof non ci poteva credere.”

Hanamichi era piegato in due dal ridere.

“ahahah solo un’idiota  come te Nobu scimmia poteva fare  una cosa simile. A me non sarebbe mai successo, del resto il grande genio sa sempre tutto.”

“Non mi pare grande genio  che  la tua idea per saltare il compito di economia si sia rivelata molto efficace.”  - disse Mitsui 

“beh sì forse non ha ottenuto l’effetto sperato, ma non certo per colpa mia. E comunque è stato molto divertente vedere il bidello cercare la bomba nel cestino”  rispose Hanamichi.

“una bomba nel cestino?”  chiesero all’unisono i presenti.

Hanamichi  iniziò a spiegare, mentre Mitsui non la finiva di sghignazzare.

“Allora,  è successo un paio di settimane fa. All’ultima ora avevamo un compito di economia che nessuno aveva voglia di fare.  Così mi è venuta l’idea di chiamare in segreteria dicendo che c’era una bomba nella scuola, sperando che ci facessero sgomberare. La cosa però non è sembrata sortire alcun effetto, così abbiamo fatto il compito. Poco dopo che avevamo iniziato, si è aperta la porta ed è entrato il bidello.  Ha dato un’occhiata al cestino e stava per andarsene. A quel punto tutti sono scoppiati a ridere e lui con aria seria ha detto Ragazzi non ridete, hanno chiamato dicendo che c’era una bomba ed io sto controllando tutte le classi.. Come se qualcuno potesse mai mettere una bomba nel cestino.”

Andarono avanti per tutta la sera raccontandosi aneddoti. Da chi aveva pensato di bigiare uscendo dalla finestra e si era fatto stampare in pieno dal prof, a chi per saltare un compito di cui non si ricordava, aveva finto un malore con tanto di svenimento.

Quando ritornò in camera ad Arimi faceva male la pancia per il troppo ridere.

Forse quel ritiro si sarebbe rivelato più interessante del previsto.

***continua***

Capitolo 2

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