La chiesa di San Francesco
e lo sviluppo urbano

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La costruzione della Chiesa di S. Francesco è dovuta ad un repentino e massiccio aumento di popolazione.
Esisteva ad Altessano un filatoio che richiamava in paese molti forestieri, e questa industria dava anche molto lavoro agli Altessanesi con l’allevamento dei bachi da seta.
Questa filanda era in proprietà dei marchesi Barolo, nel 1900 era diretta da Carlo e Luigi Canfari, nel 1920 venne venduta ad una ditta di Biella, Manzetti e Invernizzi. Da quel momento prese il nome di Manifattura di Altessano. Nel 1925 veniva acquistata dalla Snia-Viscosa. I dirigenti di questa industria della seta artificiale che stava affermandosi per reperire manodopera necessaria, mandarono incaricati nel Veneto a reclutare operai a grandi squadre. Famiglie intere si trasferirono numerose a Venaria. Per dare alloggio a questa gente la Snia-Viscosa fece costruire un vasto complesso di Case Operaie.

Il parroco di allora Don Golzio si trovò di fronte al preoccupante pensiero e dovere di dover provvedere religiosamente.La Chiesa di S. Lorenzo era troppo distante dal centro abitato da questi immigrati, ecco perché si decise di dare inizio alla costruzione di una chiesa in onore di S. Francesco. La costruzione della nuova chiesa però, a causa di un progetto fin troppo ambizioso, si fermò all’abside.
Da Altessano si andava a celebrare ogni giorno la S. Messa; due Messe nei giorni festivi, poi si andò alla domenica sera anche per una funzione, si celebravano le Quarantore, si andava nella Quaresima per il catechismo ai ragazzi.
Alla fine del 2° conflitto mondiale venne creata nella zona una parrocchia autonoma, attorno a quella chiesa di S. Francesco. Nel mese di marzo del 1946 Don Pietro Arione, nominato primo parroco, faceva il suo ingresso parrocchiale.

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