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Jean e Hildegard GOSS. Movimento Internazionale della Riconciliazione. MIR

La sig.ra Hildegard a Trento - febbraio 2008

Estratto da una chat sul tema:

La nonviolenza, non è altro che un cammino d’amore fatto con Qualcuno.

Noi l’abbiamo scoperto, senza saperlo, a partire a Cristo.

 

Perché ci sia un'ingiustizia locale o mondiale c'è bisogno di due gruppi di uomini: un gruppo che commette l'ingiustizia, consciamente o inconsciamente, e un gruppo che la subisce, sia per poter mangiare, sia mediante il suo silenzio complice.  In questo modo l'ingiustizia poggia anche su noi stessi; al punto che senza di noi essa non potrebbe esistere.  Vediamo, allora, che la tecnica della lotta non-violenta, deve consistere nel considerare in che modo rifiutare la nostra partecipazione all'ingiustizia.  Perciò:

a)    contro la menzogna imbracciamo l'arma potente della verità;

b)         contro la violenza e l'omicidio che mancano assolutamente di rispetto all'uomo, prendiamo le armi della nonviolenza-attiva-dinamica-aggressiva contro il male e l'ingiustizia (mai contro l'uomo), e che dona all'uomo la sua vera dimensione che è creatrice e redentrice.

c)          contro l'odio, frutto della violenza, prendiamo la spada dell'AMORE che porta come frutto la Giustizia, la Libertà e la Pace.

La strada da fare è dunque la seguente:

1)    Dire la verità, denunciare l'ingiustizia, svegliare le coscienze.

2)    Rifiutarsi assolutamente di partecipare all'ingiustizia, alla menzogna e all'assassinio.

3) Creare e ri-creare in noi e intorno a noi, oggi, un'umanità nuova.

E’ in questo modo che dodici poveri palestinesi, divenuti moltitudine, nel vivere la parola di verità dei Cristo, hanno rovesciato in tre secoli l'impero più crudele dell'epoca.  E senza versare una sola goccia di sangue, se non il loro.  Come aveva fatto il Messia, che insegnava una maniera radicalmente nuova per risolvere i conflitti e le ingiustizie.  Ai nostri giorni, alcuni uomini riscoprono questa verità fondamentale.

Uomini come Gandhi, Luthuli, King o Chavez hanno esercitato un'influenza decisiva sullo sviluppo della lotta nonviolenta grazie alla loro personale apertura spirituale.  Sono diventati guide spirituali e politiche.  Il loro dinamismo veniva dal più profondo dei loro essere e non da una teoria filosofica o religiosa.  La loro morte ha coinciso col declino della lotta che avevano, intrapreso.  Ma non dovrebbero portare da soli l'intera responsabilità della lotta.  E il caso, in particolare, dei movimenti nonviolenti indiani e americani... Ciò che è avvenuto in India e negli Stati Uniti dimostra che è politicamente pericoloso mettere la direzione dei movimento in mano a un piccolo numero di uomini, anche se di grande levatura, perché possono essere facilmente eliminati dal potere al governo, o perché i gruppi di base avranno tendenza a dipendere da loro per la responsabilità, invece di assumere ognuno la propria.

Gli uomini provvidenziali hanno un ruolo provvidenziale, ma niente più. E’ quindi indispensabile che ognuno intraprenda un cammino personale invece di attendere che un ipotetico profeta venga a fargli da guida.

 

Nella vita noi contiamo sulle nostre forze, sui nostri soldi e sul nostro cervello.  Con tutto questo non si fa molta strada, anche se vi si tracciano sopra segni di croce.  Il vero cambiamento è l'avventura, è andare verso l'ignoto.  Metto la mia salute in pericolo col digiuno e con continui strapazzi, rinuncio a guadagnarmi da vivere come fanno tutti, me ne infischio dei diplomi, perché? con quale risultato?  Sono pazzo io, è pazza Hildegard?  E’ vero: dovunque parliamo di vangelo i parroci ci guardano di traverso!  Siamo pazzi! E’ vero. Un giorno, in Argentina, ho parlato a un ministro cattolico di nonviolenza e lui ha capito.  Sai cosa ha fatto?  Mi ha messo immediatamente alla porta!

Hildegard era in Africa del Sud.  Quando il governo ha saputo chi era, non ha perduto tempo: l'ha arrestata e interrogata.

Se io, Jean Goss, contassi sulle mie forze, sul mio piccolo cervello, se dovessi aspettare che tutti i grandi e i meno grandi mi approvassero, farei molto meglio a comperarmi una rivoltella.

Questa è la violenza.  Credere che noi siamo soltanto piccole scimmie perfezionate... ma noi siamo più di quello che crediamo o che vediamo.  Siamo convinti che se lasciamo crollare le nostre povere certezze ci ritroveremo completamente nudi, ancora più incapaci di quando eravamo vestiti. E’ tutto il contrario. E’ allora che cambia qualcosa in noi e intorno a noi.  E quando ha lasciato tutto che san Francesco ha sentito nascere in sé una forza e ha illuminato il mondo: e continua a illuminarlo.

 

Jean, Hildegard Goss

 

Tratto da Giovani e Missione il 2/11/2008

 

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