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La prima statua del Santo comprata da Gaetano e Francesco Alfano

Il culto di S. Calogero a Montedoro

Anticamente a Montedoro non esisteva un' immagine del Santo che i fedeli potessero venerare o portare in processione, anzi a dire la verità il culto di S. Calogero ha avuto origine a Montedoro, grazie al Sig Calogero Falci e suo padre Mastru Nicu, che comprarono a loro spese a Naro una statua in cartapesta che ritraeva il Santo nero e grazie ai fratelli Gaetano e Francesco Alfano che costruirono la vara in legno per ospitare la statua, che usavano addobbare nel giorno della festa con fiori di ciliegio e amarena per poi portarlo in processione, fino ad allora i fedeli si recavano a Naro per rendere grazie a S. Calogero, affrontando con i carretti o a dorso di mulo, un viaggio che impegnava tutta la nottata. Inizialmente quella di S. Calogero a Montedoro fu una festa per i bambini che si riunivano davanti la casa dei fratelli Alfano annunciando la festa a suon di tamburi. In seguito fu Mons. Alfano (Don Vito) che sostituì, nelle funzioni dedicate a S. Calogero, la piccola statua di cartapesta con un suo dipinto che ritraeva il Santo. Fu poi Padre Piccillo, parroco del paese, che fece costruire una cappelletta sulla strada per Bonpensiere, dove ancora oggi ci si reca in processione il 18 Giugno, giorno appunto dedicato al Santo, in seguito sorse intorno alla piccola cappella votiva rivestita in maiolica, una villetta dove i fedeli potevano trovare un luogo tranquillo di preghiera, ma che a causa della non curanza delle autorità, molto spesso diventa luogo di ricovero per le pecore. Fu alla fine degli anni '80 che grazie alla collaborazione dei fedeli e con l'impegno delle sorelle Sferrazza, si è potuto acquistare la statua che si porta oggi in processione e poi grazie a una donazione dei coniugi Calogero e Paolina Scalia si ebbe pure il basamento (la vara) sul quale viene esposta e portata in processione la statua del Santo, che viene raffigurato con un bastone da pellegrino e una borsetta dove l'eremita teneva le erbe medicinali. E' uso tra i devoti a S. Calogero, a Montedoro come altrove, preparare "lu pani di San Calò", forme di pane che rappresentano parti del corpo (gambe, braccia ecc...) a seconda della grazia chiesta o anche forme aventi sembianze umane, che hanno il valore di ringraziamento per grazie ricevute o attese, altra usanza è "lu viaggiu scanzu" anch'esso una forma di ringraziamento e devozione al Santo, che consiste nel partecipare alla processione a piedi scalzi, alcuni compiono addirittura il viaggio scalzo lungo la strada per Naro o Campofranco, comunità dove il culto del Santo è fortemente radicato.

Perchè San Calogero è nero?

Il Santo è nero inquanto di origine asiatica, ma i contadini di un tempo dicono che San Calogero divenne nero a causa del sole, visto che si trovò tutto da solo a dover mietere in un solo giorno 7 Feudi di terra tutti a grano.

Si ringrazia per la collaborazione nella realizzazione di questo articolo Padre Amedeo Duminuco Parroco di Montedoro che si è sempre mostrato disponibile nonostante i molti impegni.

Un grazie va anche al Sig. Nicolò Falci che ci ha aiutato nel completare le informazioni in nostro possesso riguardo la statua in cartapesta.

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I tamburini

Pausa

Il comitato organizzatore

Benedizione del pane

Spartizione del pane ai fedeli

 

 

Padre Duminuco Amedeo

Cappelletta del Santo

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La statua che viene portata in processione

L Cppelletta di S.Calogero

Leggi la Poesia di Nicolò Falci