I lamenti della Settimana Santa a Montedoro
Inizia la Quaresima, e come ogni anno a Montedoro si rinnova il rito dei "lamienti". Infatti dal giorno delle Ceneri e per tutta la Quaresima, la sera, per le strade del paesino si diffondono le voci degli esperti cantori, che tramandano agli ascoltatori la tradizione della Passione, Crocifissione e Morte di Gesù. Per coloro che si aspettano una definizione tecnica dei lamenti, non essendo noi degli esperti, ci avvarremo del testo "I lamienti della Settimana Santa a Montedoro" di Ignazio Macchiarella, edito nel 1986 a cura dell'Amm. Comunale di Montedoro. In esso l'autore scrive: "Con il termine lamienti la ricerca etnomusicologica definisce le forme musicali polivocali di andamento salmodiante variamente connesse alle celebrazioni della Settimana Santa e imprescindibile da queste". I lamenti sono una tradizione molto diffusa in tutto il territorio siciliano, è sono generalmente strutturati nel seguente modo: la prima voce inizia la narrazione dell'evento e il coro si inserisce creando una serie di accordi che si sovrappongono, dando così luogo ad una struggente melodia. I lamenti, svolgono una funzione importante in tutto il periodo quaresimale, che trova il suo culmine nella Settimana Santa, durante la quale il coro dei lamentatori, scandisce tutte le fasi della Passione di Gesù accompagnando lo svolgimento di tutte le funzioni ecclesiastiche. La prima trascizione dei lamenti di Montedoro, si ha ad opera di Louise Hamilton Caico, che li descrive, come ammette lei stessa, con molta difficoltà, grazie all'aiuto dell'allora direttore del coro. Prima di all'ora non vi sono scritti sui lamenti, in quanto essi venivano tramandati di generazione in generazione solo oralmente, durante le lunghe ore di lavoro nei campi. Cio a cui si trovò di fronte la signora Hamilton, come dice lei stessa nel suo "Vicende e costumi siciliani", fu un miscuglio di parole in latino, siciliano e italiano, miscuglio dato appunto dalla tradizione orale che molte volte subiva stravolgimenti. Tanto interesse hanno suscitato nel tempo, da parte di appassionati e studiosi della cultura musicale di tradizione orale, i lamenti di Montedoro. Il gruppo dei lamentatori non è legato a un numero di componenti ben preciso, fermo restando che il numero minimo deve essere di quattro cantori, nessun vincolo pone un limite al numero totale degli stessi. La parte principale viene affidata alla prima voce, che ha il compito di dare l'intonazione a tutta l'esecuzione, ed è l'unica che svolge il testo verbale. La seconda e la terza voce, unitamente al basso, svolgono la funzione di coro, restando indipendenti l'una dall'altra, ovvero intonando accordi diversi. Un tempo esistevano diversi gruppi di lamentatori, che in un certo modo durante le uscite, entravano in antagonismo l'una con l'altra. Per cause di forza maggiore (emigrazione), con il passare degli anni, il numero dei cantori si è ristretto. C'è da dire però che da sempre in tutti noi montedoresi i lamenti hanno suscitato grandi emozioni, chi di noi può dire di non essere mai stato rapito dalla melodia dei lamenti, e chi di noi può dire di non aver mai provato con più o meno successo a scimmiottare qualche parola dei lamenti, cercando di intonare e riprodurre i cori. Da alcuni anni, attirati dalla magia di questa melodia e dal desiderio di rendersi protagonisti attivi di tale immenso patrimonio musicale, molti giovani si sono uniti al gruppo della nostra particolare corale. Seguendo i loro maestri, i novizi, cercano così di carpire segreti, che li aiutino a perfezionarsi nella loro arte, perchè quella del lamentatore è proprio un'arte che tutti noi dobbiamo impegnarci a non far mai tramontare, e il cui valore è stato riconosciuto in varie parti del mondo, dagli "addetti ai lavori" e non. Cliccando sul link sottostante, potrete scaricare un breve saggio, offertoci dal gruppo dei giovani lamentatori. Si lo sappiamo, il video dura poco, un motivo in più per visitare Montedoro e gustarne a pieno la tradidione e la sua gente.
Clicca qui per scaricare il video dei lamentatori.
vedi: Settimana Santa a Montedoro ; La sciarra di Pasqua
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