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Il primo e il secondo Giovedì di carnevale, Montedoro li dedica totalmente a due ricorrenze mangerecce. Ovvero rispettivamente il Giovedì dei Compari e il Giovedì delle Comari. In occasione di questi due giorni, i compari e le comari di San Giovanni, (compari o comari di battesimo), come da tradizione in gran parte dell'Isola si riunivano per trascorrere una giornata in compagnia, dimenticandosi per quel giorno le proprie economie, per dare onore alla comparanza, legame ben più forte della parentela di sangue. Naturalmente, si univano ai compari gli amici facenti parte della comitiva. Era un momento di riunione e di convivialità, al quale veniva dato molta importanza, tantò che un proverbio riportato da Giuseppe Pitrè in "Usi e costumi credenze e pregiudizi del Popolo siciliano Vol I" così recita:

"Lu Jòviri di li cummari

Cu' 'un havi dinari si 'mpigna lu fadali."

Per il Giovedì delle comari

Chi non ha soldi, pur di festeggiare, impegna anche i vestiti, pur di festeggiare

Ovvero:

"Lu Jòviri di li cumpari

Cu' 'un havi dinari, s' 'i fa 'mpristari"

Per il Giovedì dei compari

Chi non ha soldi, se li fa imprestare, pur di non mancare questo appuntamento

C'è da dire che oltre questi due Giovedì un tempo e ancora oggi festeggiati a Montedoro, Altri due Giovedì compaiono nell'opera del Pitrè sopra citata.

Lu Jòviri di li parenti, giorno dedicato ai congiunti che si riunivano per festeggiare. A riguardo la saggezza popolare ci regala un'altro proverbio:

"Lu Jòviri di li parenti

Cu' 'un havi dinari si munna li denti"

Per il Giovedi dei parenti

Chi non ha soldi si pulisce i denti, non anendo niente da spendere per festeggiare

Basta mettere a confronto i due proverbi, si capisce ancora di più la valenza simbolica della riunione dei compari, che in un modo o nell'altro và onorata, cosa che non succede con i parenti:

Lu Jòviri zuppiddu (Giovedì dello zoppetto), giorno in cui si doveva mangiar di grasso, su questo Giovedì, scrive il Pitrè in "Usi e costumi credenze e pregiudizi del Popolo siciliano Vol I", che in alcuni casi, lu zuppiddu, può cadere o di Mercoledì, o di Venerdì. Viste le due varianti dello stesso proverbio:

"Lu Jòviri zuppiddu

Cu' nun si càmmara, è peju pr'iddu! "

"Lu Vennari zuppiddu

Cui nunsi càmmara, sàcusa è pr' iddu,"

Ovvero, per chi nel giorno di lu zuppiddu non avesse mangiato di grasso (cammariarisi), sarebbe stato peggio per lui, visto che sarebbe rimasto tra i pochi a non festeggiare.

cull'origine certa di questa usanza non c'è molto, si è persa ormai nella notte dei tempi.

Lu Jòviri grassu o lardaloru, ultimo Giovedì del carnevale, prima della Quaresima:

"Lu Joviri grassu

Cui nun ha dinari s'arrùsica l'uossu."

Per il Giovedì grasso a chi non ha soldi per festeggiare, resta solo la possibilità di accontentarsi dei resti degli altri.

O anche:

"Lu Jòviri lardaloru,

Cui nun havi dinari si 'mpegna lu figghiolu.

Per il giovedì lardaloro, chi non ha soldi è disposto a vendere anche il figlio.

Dice il Pitrè, ancora nella sua opera, che lardaloru è un termine ancora più antico di grasso, e che prenda il suo nome da un minestrone nel quale il principale ingrediente, sono dei grossi pezzi di lardo.

Di tutti questi Giovedì, a Montedoro se ne festeggiano soltanto due, Lu Juavi di li cumpari, e Lu Juavi di li cummari, per quanto abbia chiesto nessuno ricorda gli altri descritti sopra. Una tradizione, dobbiamo dire, quella Montedorese, che muta coi tempi. E forse è anche giusto che sia così. Infatti pur continuandosi a festeggiare il Giovedì dei compari e delle comari, non lo tranne si fà quasi più come un tempo. Ora la maggior parte delle comitive preferisce alla tradizionale arrustuta cu l'amici, il più sicuramente più comodo ristorante, dove si possono trovare le migliori prelibatezze, come trippa, stigliole, robba cotta. Peccato era, a mio giudizio più divertente e piacevole prima.

Sicilianamente ha ritenuto degna di nota e di un riconoscimento particolare, l'iniziativa del Centro Incontro Noela Carlotta. In quanto le donne dell'associazione hanno deciso di riunirsi e festeggiare tutte insieme questo giorno. Balli e canti hanno fatto da cornice a questa bella serata carnevalesca.