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MONTEDORO
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Da qualche anno stiamo assistendo all’italianizzazione di una festa che per tradizione non ci appartiene. Oggi 31 ottobre l’Italia intera festeggia Halloween; lo si capisce dal lavoro meticoloso delle vetriniste dei negozi, dai pub e pizzerie che si agghindano di fantasmi, zucche e scheletri e dai cioccolatini e dolcetti, destinati al giovane pubblico, che ti propongono gadgets a tema.
Bene, parliamo di Halloween! In molti film e in praticamente tutte le tv-movies americane, troviamo una puntata dedicata alla “festa delle streghe”, per questo molti sono portati a pensare che sia una festa tipica degli States. Ma l’America, gli Americani tutti (tranne ovviamente i “pellerossa”) e le loro tradizioni, sono frutto di ibridazioni, “saccheggi”, e “revival” delle culture e tradizioni dei popoli migranti che hanno arricchito il nuovo continente, anche con le feste originarie dei loro Paesi, per fare dell’America un luogo dove sentirsi come a casa propria. Halloween nasce infatti in Nord Europa, precisamente nelle terre celtiche e probabilmente, come sostengono alcuni studiosi, risale al V secolo A.c. Il simbolo della festa è una zucca intagliata come una faccia malvagia, dentro la quale si pone una candela accesa. I celti credevano che nella notte tra il 31 ottobre e il primo novembre, i defunti vagavano per la terra, in cerca di un corpo da possedere; al fine di esorcizzare questa paura, le popolazioni celtiche erano solite spegnere i fuochi nelle case per renderle fredde e poco accoglienti e si abbruttivano il viso e il corpo per far sì che quest’ultimo non venisse scelto dai defunti. Furono perciò gli irlandesi, nel 1840 ad importare in America questa tradizione che col passare degli anni si è trasformata in una sorta di carnevalata versione horror.
I nuovi mezzi di comunicazione insieme alla grande distribuzione dell’industria dolciaria, hanno fatto sì che anche gli italiani cominciassero a farsi “contagiare”. Non voglio infierire in questa occasione, sulla ormai abituale commercializzazione di ogni evento e ricorrenza, ne tantomeno chiuderci a riccio nei confronti di altre culture. Le “contaminazioni” culturali, sono nelle maggior parte dei casi una ricchezza. Diventano invece pericolose e inaccettabili, a nostro avviso, se soppiantano completamente gli usi e costumi di un intero popolo, come halloween sta facendo con la nostra cara vecchia FESTA DEI MORTI.
La nostra tradizione riguardo ai defunti, trae anch’essa origine dai culti pagani ma con connotati e risvolti del tutto diversi. Per il popolo siciliano il giorno dei Morti è una Festa; non nasce per esorcizzare la paura della Morte e dei Defunti, ma per onorarli, per farli tornare per un giorno insieme a noi, per poter raccontare di loro ai nostri bambini. In fin dei conti la Festa dei morti è sempre stata incentrata per lo più attorno ai bambini, e in questa occasione nostri defunti diventano nella notte tra il primo e il 2 novembre tanti “babbi natale”, e portano ai “loro nipoti” dolci e giochi. La mattina del 2 i bimbi si alzano alla ricerca frenetica dei loro doni, nascosti negli angoli più impensati della casa. Oggi i bambini prediligono giocattoli e i “morti li accontentano”, ma sino a qualche anno fa, quando mangiare un dolce era un lusso e una festa i morti portavano i loro dolci tipici e preferiti, tra le quali la frutta di martorana(*), e li “Pupi di zuccaru” , pupi fatti interamente di zucchero e poi dipinti, che generalmente raffiguravano uomini a cavallo o dame o figure tipiche del folklore siciliano.
Stanotte festeggiate halloween se volete…ma domani nascondete un dono sotto il letto dei vostri figli e raccontate loro che nella notte, i morti sono usciti apposta, per portare questo regalo…è un modo meraviglioso per farli rivivere.

(*)La Martorana è un dolce lavorato con la farina di mandorle e poi dipinto, a cui viene dato la forma di vari tipi di frutti, alcune elaborazioni sono delle vere e proprie opere d'arte per la sorprendente somiglianza a frutti veri. Il nome Martorana deriva dalla Chiesa della Martorana di Palermo, dove a partire dal XII secolo le monache cominciarono a produrre questi dolci diventati insieme al cannolo ed alla cassata tipicamente identificata dell'arte dolciaria siciliana.

Se avete dei bei ricordi della Festa dei Morti e volete condividerli con noi, scriveteci!

Viva i morti e la loro festa

I dolci dei morti Frutta di martorana e pupi di zucchero

 

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