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MONTEDORO
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Museo delle zolfare.

L'area di progetto è situata all'ingresso del futuro parco urbano di Montedoro ne definisce uno dei margini e si pone a confronto con la piccola altura del "Calvario", luogo di culto tradizionale per gli abitanti del paese, offrendosi come punto di vista privilegiato verso l’abitato. Nel sito si trova un'antica fornace attualmente in stato di abbandono ma che un tempo serviva alla lavorazione del materiale estratto dalla vecchia miniera di zolfo di Montedoro. Nell'area immediatamente a monte della fornace il progetto prevede una piccola costruzione, parzialmente interrata che dovrà ospitare un museo delle zolfare. Si è preso spunto dal progetto del museo per ridisegnare buona parte dell'area in questione attraverso interventi minuti di pavimentazioni, scalette che mettono in comunicazione le differenti quote del terreno, piccoli recinti che racchiudono giardinetti, una fontana, un laghetto artificiale ed alcuni muretti che ripropongono, in altra chiave, i vecchi terrazzamenti già presenti sul luogo. La costruzione che occupa il museo è composta da tre corpi, disposti a L con un "perno" centrale, che ricalcano la planimetria di una vecchia costruzione esistente e quasi totalmente distrutta qualche anno fa da un' incendio. Tutti e tre i corpi sono rivestiti in pietra non levigata, presentandosi dunque come componenti di un unico "masso" incastrato al terreno: carattere che anche la costruzione precedente possedeva. All'interno del corpo centrale trova posto l'atrio d'ingresso ed una scaletta che porta ad un soppalco utilizzato come galleria espositiva. Nei due elementi che da questo corpo si dipartono trovano posto le due vere e proprie sale espositive, che si presentano come spazi allungati e facilmente fruibili destinati all'esposizione di reperti o opere d'arte attinenti alla vita della miniera. La parte superiore della costruzione potrà essere utilizzata come terrazza per esposizioni all'aperto.

Studio Itaca Architetti Associati. Lavori: inizio 06/1998 - fine 09/1999

Osservatorio astronomico.

L'edificio si trova nei pressi di Montedoro, piccolo insediamento della Sicilia centrale in provincia di Caltanissetta, su un'altura denominata "Monte Ottavio". Questo rilievo montuoso, che si trova ad ovest dell'abitato, costituisce una sorta di quinta scenografica posta di fronte al paese e, nello stesso tempo, un importante luogo di osservazione dell'abitato e del paesaggio circostante. Per tale motivo l'Amministrazione Comunale ha deciso di istituire in questo luogo il parco urbano di cui l'osservatorio costituisce un ulteriore servizio. L'area del parco si estende "a schiena d'asino" lungo un crinale posto tra due alture contrapposte: la più bassa (quota 469) viene considerata dagli abitanti un vero e proprio "monumento" ed è denominata "Calvario" perché ospita ogni anno le Sacre Rappresentazioni delle festività pasquali; l'altra, più alta (quota 532,80) è, appunto, il "Monte Ottavio" ed è raggiungibile da una strada che attraversa tutto il parco. Dalla sua sommità si gode una vista a 360 gradi su un ampia porzione dell'entroterra siciliano e si possono vedere e porre in relazione tra loro paesi come Sutera e Mussomeli. Per queste ragioni di carattere orografico, oltre che di opportunità didattico-turistica, si è scelto tale luogo per l'ubicazione dell' osservatorio astronomico. La particolare bellezza dei luoghi ci ha suggerito un intervento che, compatibilmente con le ovvie necessità funzionali, non imponesse una presenza eccessiva e arrogante, sulla delicata configurazione dell'altura. La costruzione, piuttosto, asseconda la pendenza naturale e la sottolinea, proponendosi come un prisma sottile e allungato che emerge appena dal terreno. Questo prisma è orientato, come l'ago di una bussola, verso il luogo "cardinale" del paesaggio costituito dalla straordinaria presenza del monte "mozzato" sulle cui pendici sorge la città di Sutera. Questa presenza "entrerà", visivamente, all'interno dell'osservatorio attraverso una parete vetrata che la inquadra e la stacca, come un fotogramma, dalla carrellata continua del paesaggio circostante. All'edificio si accede attraverso un percorso in trincea, per cui il rapporto visivo con il cielo, cui l'osservatorio è votato, viene conseguito attraverso un più intenso rapporto "tattile" con la terra. Terra e cielo costituiscono dunque i due poli che orientano il progetto. Le lastre di travertino, con le quali l'edificio è interamente rivestito (sia nelle sue parti verticali sia in quelle orizzontali), attraverso il loro colore e la loro grana, lo identificano pienamente con la terra e con i colori e le tessiture materiali che qui le sono propri. Su questo lineare prisma terroso emerge la cupola apribile, rivestita di rame. L'osservatorio di Montedoro sarà dunque rivolto sia al cielo sia alla terra e dichiarerà questa sua duplice appartenenza. È per questo che, oltre ad ospitare il telescopio con cui verranno osservati gli astri, esso si proporrà come una terrazza affacciata sul paesaggio. Gli ambienti ospitati nell'edificio sono pochi, semplici e di uso privato. Si tratta di una piccola stanzetta-dormitorio, di due bagni (di cui uno ad uso dei portatori di handicap) e di un locale per piccole riunioni di carattere scientifico, culturale o amministrativo tra gli astrofili che gestiranno l'osservatorio, posto ad una quota inferiore rispetto all'ingresso e raggiungibile attraverso una scala ed un elevatore (sempre ad uso dei portatori di handicap, i quali possono anche accedere, cosa non comune negli osservatori astronomici di piccolo calibro, alla torretta di osservazione, posta in diretto contatto con il piano di campagna). All'ingresso è previsto inoltre un piccolo locale destinato alla esposizione di una grande mappa del cielo. Il pilastro che servirà da supporto al telescopio è del tutto indipendente dalla struttura dell'edificio, ciò per evitare ogni possibile vibrazione che comprometterebbe la qualità e l'esattezza dell'osservazione.


Studio Itaca Architetti Associati. Data del progetto: 1999

Centro Sociale.

Troviamo non poche difficoltà a descrivere questo lavoro dal punto di vista delle funzioni. Si tratta infatti di un progetto quasi del tutto privo di indicazioni funzionali attendibili. La committenza (l'amministrazione comunale di questo piccolo paese della provincia di Caltanissetta con poco più di 1000 ab.) voleva disporre di alcuni locali da destinare ad attività imprecisate ma sicuramente plurime e, soprattutto, mutevoli nel tempo. Il progetto si articola in quattro corpi, due collegati tra loro e gli altri due del tutto indipendenti. Al primo livello dei due corpi uniti (ma snodati, a racchiudere una piazzetta lievemente più alta rispetto al cortile, e di forma grossomodo quadrata) dovrebbe essere ubicato un caffé-ristorante collegato dall'interno ad un lungo ambiente rettangolare che volge alla piazza una "pancia" vetrata e che presumibilmente servirà da sala riunioni e discoteca. I due corpi estremi e indipendenti dovrebbero ospitare a questo livello (almeno secondo i più recenti orientamenti della committenza) una piccola sala da barbiere e dei servizi. I locali situati al secondo livello presentano invece destinazioni più problematiche: su di esse non siamo in grado di vaticinare nulla. Nel cortile trova posto la piscina che si addossa al muro di recinzione al quale, dalla parte esterna, si appoggiava una rampa gradonata che collega due strade, a monte e a valle dell'intervento, attualmente del tutto prive di tratti di unione. Questa cordonata (che non verrà realizzata) si proponeva come primo tratto di una lunga passeggiata che, se fosse andato a buon fine un altro nostro progetto per un'area adiacente, avrebbe condotto direttamente dall'ingresso del paese sino alla piazza principale. Il cortile non è stato aperto verso le due strade esistenti (l'alta e la bassa) bensì trattato come un incidente di percorso della rampa, la quale interrompe la sua salita su un largo pianerottolo da cui la spina triangolare della scala penetra, riscendendo, fino al cortile.I tetti sono percorribili. La finitura esterna è in intonaco Livigni colore celeste, la pavimentazione delle terrazze è in piastrelle di Klinker bianche, gli infissi sono in alluminio preverniciato di colore bianco.

Studio Itaca Architetti Associati. Costruzione: 1990