INIZIA LA STAGIONE 2002-03!
MILANELLO – È anche merito di Costacurta e Albertini se Shevchenko è maturato tanto in fretta. Nei primi mesi di Milan, estate ’99, Billy e Demetrio si sono comportati come due fratelli maggiori, un guida preziosa nel momento più delicato per uno che in Italia era sono venuto di passaggio. “Non dimenticherò mai tutto quello che hanno fatto per me. Ora mi sentirò un po’ più solo, anche se restano Ambro e Paolo (Maldini). Sicuramente il Milan ha perso un pezzo della sua storia, però bisogna guardare avanti. Le scelte della società vanno rispettate”.
Andriy
Shevchenko nomina i suoi ‘fratelli’ con nostalgia, ma anche con la
consapevolezza che, senza di loro, cresceranno le responsabilità, dentro e
fuori dal campo. È la dura trafila per diventare senatori. Sheva sta bene, è
sereno, e ha recuperato quel sorriso che nella passata stagione era sempre più
sbiadito. “Che Milan ho ritrovato? Un Milan che mi piace – spiega -,
costruito per far bene e per vincere. La società ha effettuato degli ottimi
acquisti, sono arrivati giocatori di grande spessore che rendono la squadra
ancora più competitiva. Avete visto Tomasson? Con la Danimarca ha fatto cose
meravigliose”.
“In
più – ha aggiunto – c’è Ancelotti dall’inizio; l’anno scorso subentrò
in corsa ereditando una squadra preparata da altri, ora, invece, ha potuto
lavorare come vuole dal primo giorno. Vedrete, avrà tutto il tempo necessario
per valutare, il modulo, l’assetto e la squadra ideale da schierare”.
Il
mercato caratterizzato dall’austerity, e la saggia politica del Milan, non
ridimensionano le sue ambizioni. “Non è la campagna acquisti a farti vincere
lo scudetto, e la storia recente lo dimostra - spiega -. Ritengo piuttosto che
sarà il gruppo l’uomo in più, l’elemento che potrà farci fare il salto di
qualità. Un giocatore può segnare tanti gol, però dietro di lui c’è il
lavoro di chi corre, di chi difende, di tutta la squadra insomma”.
Shevchenko è convinto che buona parte delle fortune di una stagione si
costruiscano sin dal mese di luglio, nel quale “è fondamentale fare una buona
preparazione”, e a questo proposito “sono davvero entusiasta di poter
contare su una struttura come MilanLab”.
Del
passato preferisce non parlare perché, dice, indietro non si torna. Però Sheva
ha voluto spiegare la flessione che ha ‘segnato’ la seconda metà del
campionato scorso. “Purtroppo non stavo bene. All’inizio dell’anno ho
avuto qualche problemino alla schiena, superato il quale mi sono infortunato
alla coscia. In più non bisogna dimenticare che ho dovuto convivere per tutta
la stagione con dei problemi al naso (se l’era fratturato il 28 ottobre contro
il Bologna a San Siro), che ha richiesto un’altra operazione a fine
campionato. Basti pensare che nei primi due anni di Milan avevo saltato 4-5
allenamenti in tutto, la stagione scorsa 50-60, e vi assicuro che non sono
pochi”.
Sheva ha infine voluto spazzar via, una volta per tutte, anche le voci
sull’interessamento del Real Madrid. “L’ho ripetuto tantissime volte: non
ho mai pensato di andarmene dal Milan, perché qui voglio giocare e iniziare a
vincere qualcosa d’importante. E questo può essere l’anno giusto”.