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[Minimo 7 - Aprile 1998]

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Questa è la triste storia di una ragazza come noi, solo che la storia la racconto io, poiché mi hanno chiesto di scrìvere un articolo e siccome scrivere un centinaio di volte il non era il massimo (solo un articolo avevano chiesto!), eccomi quindi qui (e quo, e qua) a scrìverlo.

La povera Alice era una ragazza complessata. I suoi complessi risalivano al periodo del liceo quando aveva creato il suo primo gruppo in cui suonava il basso, in effetti era stato difficile per lei suonare il basso, perché non riusciva mai a trovare un nano che accettasse di essere pizzicato, sia perché non conosceva molti nani ladri che fossero disposti a farsi incastrare dalla polizia sia perché non riusciva a colpire con l'accetta il nano che accettava di fare il basso. Comunque Alice era riuscita a superare questo lieve in conveniente con la decisione di suonare il piano dì una nota marca, pi greco, anche se lei suonava pure la retta ed all'occorrenza anche il punto. Alice voleva ad ogni costo esplodere nel mondo della musica e così decisero dì esibirsi alla festa della scuola. La loro prima esibizione fu anche la loro ultima, perché a quella stessa festa vi era la sua insegnante di matematica che decise in vìa del tutto autonoma, fiscale (aveva il codice dalla sua ed il marito finanziere) e un po' stronzo dì interrompere l'esibizione subito dopo il primo pezzo che si intitolava "Quanto è grande Epsilon?", dicendo che certi sacri misteri non vanno assolutamente indagati da menti limitate e che il gruppo dì Alice non era un gruppo Abeliano e quindi non in grado di soddisfare certe regole dello stare insieme.
Presa così dallo sconforto e dalla delusione Alice cominciò a drogarsi leggendo "La 5umma Mathematicae", avendo delle strane allucinazioni sensoriali, come quella in cui cominciava ad intuire come poteva costruire intorno a sé un insieme di persone che potesse essere anche un gruppo ma che potesse anche essere non disgiunto dalla realtà, riuscendo così a risolvere tutti i problemi dell'essere ed anche dell'avere sia in forma transitiva che in forma intransitiva. Quando sua madre lo intuì la mandò al Sert per alcune analisi, uno o due al massimo, e qui (quo, qua) Alice andò in escandescenze (sì era accesa una sigaretta). Ebbe uno shock anafilattico e fu subito ricoverata all'Hospital, dove ebbe una serie di allucinazioni, fra di loro tutte convergenti. Erano allucinazioni molto amare, un po' Ramazzottì un po' infinito, vedeva sé stessa che rincorreva un giornale con il logo.sys di un coniglio gigante e che le diceva che nel suo paese erano riusciti a raggiungere la nota più bassa mai raggiunta, la mitica nota a piè di pagina, la mitica nota che ricerca ogni suonatore di basso che alzi al massimo il volume, e vi assicuro che alzare un volume della Trecconi senza che dei cani ti abbaino contro è molto difficile. In corsi a conobbe un altro ricoverato, un punk da strada, che per arrotondare prendeva le marche da bollo e le tagliava molto fini. 5ì innamorò dì luì, ebbero una figlia, che cresciuta avrebbe seguito le orme del padre diventando panchina, ma quella è un'altra storia. Alla fine ruppero e il punk scrìsse un libro "Alice & Alici, la vera storia dì un maionese impazzita", diventato in seguito un film dì Tinto Brass, con la sceneggiatura di 5alvatores e girato, per espresso volere del regista in Messico, ne! centro del Chiapas, mentre Alice partiva per Cuba doveva voleva entrare nel gruppo terrorìstico "Gruppo Abeliano per la Liberazione delle Masse Ricche del Terzo Mondo Dall'Invasione Neo-Consumistica Delle Masse Povere Del Primo Stato", un gruppo che più che terrorista era terrorasta. Il primo attentato fallì perché il terrorasta non riuscì a gridare il nome del gruppo e a lanciare la dinamite nello stesso tempo, il secondo purè, il terzo =, il quarto nemmeno, e così via fino a che il gruppo sì sciolse, anzi si decompose. Alice decise quindi di espiare le sue colpe e di recarsi a piangere al Muro del Pianto di Gerusalemme, ma le sue colpe erano tante ed il muro era corto, così decìse dì recarsi in Cina presso la Grande Muraglia, dove si mise a piangere ed a strapparsi le vestì davanti i flash dei turisti giapponesi colà di passaggio. Piangi e piangi ecco nascere dalla terra un tenero alberello, che cresciuto sarebbe diventato un salice naturalmente piangente, e che la catapultò direttamente sulla Luna. Dopo aver vagabondato per lo spazio in apnea e aver trascorso dei momenti che avrebbero messo nell'angolo chiunque, ritornò a casa ed alzando gii occhi al cielo disse : "Quanto è grande I'Epsilon?", mentre nella piena mondovisione una voce in stereofonìa nelle zone già raggiunte da questo servizio rispondeva : "E che ne so ? prova a chiedere ad un prete loro sì che se ne intendono di funzioni". Alice speranzosa capì che le sue tribolazioni erano finite e che aveva trovato il suo ■ ruolo nel mondo : fare la missionaria, poiché, sì diceva, se negli allevamenti nascono i vitelli, non sarà che negli allievamenti nascono gli allievi ? E così Alice visse felice e contenta e missionaria presso degli allevatori che allevavano anche mucche.

P.S. Un ultima nota felice, determinata per finire l'articolo : La.




11 motivi per cui un cane è meglio di un uomo


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[Sopra il prof.Yury Kevieni; a destra il prof. Max Mezzoretta.

1.  I cani non hanno problemi ad esprimere il loro affetto in pubblico.

2.  I cani sentono la tua mancanza quando non ci sei.

3.  I cani si sentono in colpa se fanno qualcosa di male.

4.  I cani non si vantano di con chi hanno dormito.

5.  I cani non criticano i tuoi amici.

6.  I cani lo ammettono quando sono gelosi.

7.  I cani non si sentono minacciati dalla tua intelligenza.

8.  I cani capiscono cosa vuol dire "no".

9.  I cani non si sentono minacciati se tu guadagni più di loro.

10. I cani lo ammettono quando si sono persi.

11. I cani di mezza età non sentono il bisogno di abbandonarti per un padrone più giovane.

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