"Un Pittore Autodidatta a Pietrafitta"
di Angelo Robustino


Tratto dal giornale Cronaca di Calabria
N°36-Cosenza 7/06/1959


Roccagloriosa nella tradizione e nella storia

Dizionario degli artisti contemporanei

Nuova antologia degli artisti italiani contemporanei

Cronaca di Calabria

Per interessamento del fattivo e attivo parroco don Gabriele Vencia, il quale ha fatto restaurare la chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, è stato interessato per l'esecuzione dei lavori di pittura il modesto, intelligente ed onesto e dinamico Settimio Tancredi.
Il suo lavoro di pittura, pieno di vita e di arte sta a dimostrare un estro particolare e palpitante sia per i quadri dipinti con mano sicura e intelligente, sulle pareti dell'altare maggiore, e in special modo per quello della navata centrale.
Quest'ultimo che raffigura il battesimo di S.Giovanni Battista è un vero e splendido capolavoro d'arte pieno di espressione chiara e raffinata, soprattutto per l'intonazione dei colori, attirando pertanto l'attenzione e l'ammirazione dei fedeli e del pubblico competente che entra in chiesa.
Egli è pittore e, nello stesso tempo, scultore di gran valore (un autodidatta) e viene considerato da tutti come un vero professore. Tale titolo, a dir la verità, è ben dato se si pensi ch'egli non ebbe la fortuna di frequentare Scuole adeguate per il conseguimento di titoli. E la fortuna l'avrebbe avuta se i suoi parenti da piccolo, lo avessero aiutato. Il pittore Settimio Tancredi è discendente da una distinta e apprezzata famiglia pietrafittese: il padre era un insegnante elementare e fu mio amato e erudito maestro, uomo probo e di raffinata signorilità. Lo zio, fratello del padre era un valente magistrato, Sostituto Procuratore Generale alla Corte di Cassazione di Roma, signor Umberto Guglielmo Tancredi, al quale venne affidato l'incarico del processo Matteotti composto di quarantaquattro grossi volumi dell'istruttoria.
Egli dopo la morte del padre di Settimio, che era rimasto povero e orfano, all'età di circa otto anni, lo avrebbe potuto soccorrere data la sua personale influenza a Roma e la sua posizione economica, facendolo educare, se avesse voluto, in un Istituto di Belle Arti. Se così fosse stato, il Settimio sarebbe davvero riuscito, data la sua passione quasi da soffrirne e l'amore per la pittura e scultura, a divenire un vero Maestro! Ma purtroppo lo zio non se ne interessò e quindi rimase in balia delle onde nere della squallida miseria assieme alla povera madre e della di lui sorellina Ortenzia!
La madre, poverina, donna di casa, rimasta vedova con i due figlioletti di tenera età, non sapendo come fare a sostentare le sue creature, pensò, e riuscì ad avere la possibilità di chiudere Settimio nell' Istituto Vittorio Emanuele 2 di Cosenza. Tale ricovero fu, per Settimio Tancredi, un fortunato spiraglio di luce e di speranza in quanto gli illuminò la via e fu, perciò avviato, alle scuole Industriali. Ivi acquistò le prime cognizioni educative! Frequentò le classi inferiori, rivelando una particolare inclinazione per il disegno. Si appassionò tanto con animo sereno da promettere molto bene.
Allorquando all'età di diciotto anni se ne uscì, ritiratosi in famiglia con la madre, ormai vecchia, si diede a cercare ovunque lavoro per potere sostentare la madre ed ancora la di lui sorella. Da qui iniziò la sua carriera facendo per prima l'ebanista, scultore, intagliatore, pittore ecc. Man mano si perfezionò sempre più affezionandosi all'arte con spirito di sacrificio e di amore. In altri termini: ha comandato e sforzato il suo destino ad essere bello e tale è diventato!
Difatti tanto per citare qualcuno dei suoi lavori ovunque disseminati diremo che nel 1932 eseguì in Cosenza, nella chiesa di S. Francesco di Assisi il suo primo lavoro artistico qual è il "Pergamo" fatto tutto in legno scolpito. Fu ed è l'ammirazione del popolo cosentino veramente mirabile per la sua complessa scultura!
Ed ancora nella Chiesa del Ritiro di Rende, nell'aprile del c.a. ha eseguito in gesso lavori di raffinata scultura di quattro statue raffiguranti le quattro virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza, le quali per la loro espressione naturale e artistica sono state di sommo gradimento per tutto il popolo di quel Comune.
Inoltre a Tropea ha pure eseguito i lavori di un busto dell'illustre filosofo Pasquale Galluppi, tale busto troneggia nella sala della presidenza di quel Liceo. Per la sua opera scultoria meritò ed ebbe fatti molti calorosi elogi personali dal Preside e da tanti altri ammiratori.
Ed ora che si è fatto un nome, dopo aver sostenuto e combattuto molte battaglie per vivere, viene chiamato ad eseguire qualsiasi lavoro di pittura, non solo nella provincia di Cosenza ma anche da altre Province e Regioni.
Ultimamente fu nella provincia di Salerno e spesso e volentieri ha richieste di parroci e monaci da ogni parte.
Ha avuto occasione di vedere alcune richieste del genere nelle quali gli viene dato il titolo di professore. Lo meriterebbe davvero! Sinceramente parlando sarebbe degno di essere proposto per il conferimento del titolo accademico ad Honoris causa, pensando che è riuscito, senza l'aiuto di alcuno, in questo mare tempestoso che è la vita moderna, a crearsi un nome e a vivere decorosamente del suo lavoro.
Pertanto sentiamo il bisogno, attraverso questo giornale di congratularci sentitamente con Settimio Tancredi e formulare gli auguri più belli di un più felice, brillante e luminoso avvenire.