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  Ultimo aggiornamento: 30-09-04

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La Repubblica
Applausi e standing ovation alla Festa dell'Unità a Genova "La sinistra ha le carte in regola, anche se c'è qualche matto..."

Prodi: "Per la pace in Iraq serve l'unità dell'Europa"
"Le primarie servono a mobilitare. O si hanno i soldi, o il cuore" Gli attriti con Rutelli: "Sono discussioni in famiglia"
10-09-2004

GENOVA - "Se vinciamo le elezioni politiche, dopo i primi cinque anni di mandato non ho intenzione di rimanere il quel posto". Un impegno che dice di prendere "solennemente" Romano Prodi, protagonista questa sera di un dibattito con il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, alla Festa dell'Unità a Genova. Un'accoglienza da star, quella riservata all'ex presidente della Commissione Ue, richieste di autografi e standing ovation all'arrivo nella Sala Berlinguer, riservata ai dibattiti. Ha chiarito i termini della "discussione in famiglia" - così ha definito i recenti attriti con Rutelli -, ha parlato di primarie e ribadito la sua proposta di attivare una consultazione nel centrosinistra per la leadership, e si è soffermato sulla questione irachena, rispetto alla quale "la sinistra italiana ha le carte in regola - ha detto -, ma c'è sempre qualche matto". Il vero problema è la "disunione europea" di fronte alla crisi. Iraq e ostaggi. "La voce comune non può non essere ascoltata. Spero che sia più forte del rumore dei bombardamenti". Così Prodi risponde alle domande sulla crisi irachena e la vicenda degli ostaggi. "Abbiamo rivolto un appello anche ai leader iracheni che abbiamo incontrato qui stasera - prosegue - spero che ci sia una volontà comune per trovare la via per la liberazione di questi ostaggi. E l'Italia dev'essere unita, non c'è alternativa". Sulla questione irachena, aggiunge, "la sinistra italiana ha le carte in regola, ma c'è sempre qualche matto. I matti però credo siano distribuiti simmetricamente a destra come a sinistra". "L'antiamericanismo nella sinistra è finito - ha proseguito - serve una posizione adulta sulla politica americana, come si fa con ogni altro stato: non è, infatti, possibile dire che siamo contro il popolo ebreo quando critichiamo la politica di Sharon. Con chi fa terrorismo - ha concluso - per noi non ci può essere intesa o dialogo". In quanto al ruolo dell'Europa, Prodi dice di non ritenere, "la disunione europea un fatto provvisorio, ma ce la porteremo avanti qualche tempo, finché non avremo delle regole sulla politica estera dell'Europa". E lamenta il fatto che "non abbiamo nessuna politica comune su temi come la pace e la guerra e questo non è ancora realisticamente possibile". Ma, avverte l'ex presidente della Commissione Ue, "fino a quando l'Unione europea non avrà una politica estera comune, non saremo in grado di rispondere ai bisogno del Medio oriente". Le primarie. "Le primarie vanno fatte prima delle elezioni per ripulire il pavimento dal sangue che scorre... per le primarie". Secondo Prodi, le primarie in Italia "servono per mobilitare, per aprire un gran dibattito e nominare un candidato. Non servono per pesare i partiti. Se ragioniamo in quest'ottica sbagliamo del tutto. Abbiamo bisogno di persone che vadano in giro e parlino alle persone. O si hanno i soldi - osserva - o si ha il cuore". "Se vinceremo - aggiunge Prodi -, quello che farò non sarà un governo contro i partiti: ci sono delle regole e, come per la Commissione europea, le rispetteremo". Rutelli, "discussione in famiglia". "Ho il diritto di parlare delle cose della Margherita perché ne sono tra i fondatori. Fa parte della mia storia e della mia vita". Prodi sottolinea il suo legame con la Margherita, e al direttore di Repubblica, che gli chiede "Cosa sta succedendo tra te e Rutelli", risponde: "Lasciamo stare le mie intemperanze giovanili che sono parte del dibattito. Non c'è nessun fatto personale o di diversità radicale. Io ho una necessità - aggiunge -, siamo vicini ad una sfida importantissima per il Paese che per me è una enorme responsabilità. Ci troviamo come nei film americani, quando il prete, prima di sposare, dice: 'Se c'è qualcuno che ha qualcosa da dire, lo dica subito o taccia per sempre'". Tasse. Contro il suo avversario Silvio Berlusconi Prodi usa il sarcasmo. "Le imposte non sono diminuite affatto, ma sono rimaste almeno alte di quando noi eravamo al governo, ma noi con quelle tasse lì abbiamo risanato il paese e questo con lo stesso livello di pressione fiscale, forse ancora più alto, l'hanno distrutto". "Per favore - prosegue Prodi animandosi - cominciamo a chiarire le cose, le parole e i fatti". "Il problema - osserva - non è quello di alzare o abbassare le tasse, ma è un problema di equità, di profonda equità". "Non solo le tasse non sono diminuite - ribadisce il leader dell' Ulivo - ma è aumentata l' iniquità". Prodi parla di un "demoniaco stringere i bulloni per obbligare le Regioni e le Autonomie locali ad aumentare le imposte locali, in modo da dire 'non sono stato io ma lui'".