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Tutta la scuola, partecipa quest'anno ad un grande progetto che
coinvolge tutte le scuole del Circolo di Azeglio per la valorizzazione
del territorio (legge 285 /98).
La nostra scuola insieme alla scuola materna di Bollengo e alla scuola
materna elementare e media di Burolo, si occupa della valorizzazione
della Serra "la Morena più bella del mondo". Noi di Bollengo abbiamo
pensato di andare alla riscoperta degli antichi mestieri e usanze
di questa zona della Serra.
In questo primo numero raccontiamo di come si vendemmiava e di come si
vendemmia oggi, degli animali che si trovano nei cortili delle
nostre case e di come si faceva il bucato una volta.
Nei prossimi numeri racconteremo di altre usanze e mestieri.
LA VENDEMMIA IERI ED OGGI
I bambini di prima e di seconda hanno voluto conoscere come avveniva la
vendemmia una volta e come viene fatta oggi a Bollengo.
IERI
Tanti anni fa, a Bollengo, ogni famiglia aveva una vigna. La
vendemmia era considerata una festa che coinvolgeva più famiglie che si
spostavano di vigna in vigna
aiutandosi a vicenda.
Mentre si raccoglievano i grappoli, si cantava e si invitavano le
persone a non smettere di cantare, così si era sicuri che i
vendemmiatori non avrebbero mangiato l'uva, ma l'avrebbero deposta tutta
nelle ceste di vimini.
In genere si trattava di canti di montagna: "Quel mazzolin di fiori", "La
montanara".
Arrivata l'ora del pranzo,, si smetteva di lavorare, ci si sistemava in
un posto tranquillo della vigna e si mangiava il “pranzo al sacco"
preparato precedentemente a casa. Poi si ritornava a vendemmiare.
Quando le ceste erano piene, venivano svuotate nella bigoncia;
quando anche questa era piena, veniva portata a casa, vicino alla
cantina.
Qui i bambini si divertivano a pigiare l'uva con i piedi nudi,
precedentemente lavati, e venivano aiutati dagli adulti.
Qualcuno, invece dei piedi, usava dei grossi bastoni.
Il prodotto ottenuto della pigiatura veniva poi messo nelle botti
di legno, in cantina, a fermentare.
Dopo un po' di giorni si doveva
fare l'operazione della torchia cioè usare il torchio per
separare le vinacce dal vino,
e .... a San Martino il mosto diventava vino.
OGGI
La vendemmia è considerata un
lavoro "in più", un problema da risolvere poiché i contadini sono pochi
e la maggior parte dei proprietari delle vigne ha già un suo lavoro
principale. Quello del vignaiolo è un lavoro da fare nei momenti liberi
.
Per questo la vendemmia avviene preferibilmente di sabato e di domenica.
Si ha fretta di far presto, perché il tempo libero è poco.
I grappoli vengono staccati dai tralci e messi nelle ceste di
plastica, poi nella bigoncia o direttamente nella sgranatrice, una
macchina che schiaccia i grappoli e separa gli acini dai graspi.
Il prodotto ottenuto viene messo in
cantina nelle, botti
di cemento o quelle di vetroresina
o in quelle di acciaio inossidabile.
Dopo un po' di giorni si fa la torchiatura utilizzando il torchio
idraulico, che è più piccolo, più maneggevole e più veloce del torchio
tradizionale.
E ... a San Martino il mosto diventa vino.
LA
CLASSE PRIMA VA ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO
Ogni settimana noi facciamo delle uscite sul territorio. Durante il
tempo della vendemmia siamo andati a vendemmiare nella vigna di
Gianna.
Abbiamo osservato i grappoli appesi ai
filari, abbiamo usato le forbici per staccarli e metterli nelle ceste.
Le ceste sono state svuotate nella sgranatrice.
Noi abbiamo guardato come gli acini vengono separati dai graspi.
Dopo la vendemmia, la torchiatura nella cantina di Gianna.
Abbiamo guardato come si fa a torchiare.
Si toglie il mosto dalle botti che hanno finito di fermentare. si
prendono le vinacce e si mettono nel torchio.
A turno
abbiamo girato il braccio del torchio e abbiamo visto
che cade del mosto nel mastello che è sotto.
Lo abbiamo assaggiato: è dolce.
OSSERVIAMO GLI ANIMALI CHE VIVONO DA NOI
Nei nostri cortili vengono allevati oche, anatre, polli, tacchini, nelle
gabbie i conigli,, nelle stalle
vitelli e maiali. Siamo andati a casa di alcuni nostri compagni per
osservarli da vicino.
Nella stalla dei nonni di Alberto abbiamo visto un vitellino tutto nero,
piccolo che ci leccava le mani;
nel recinto i maiali che grugnivano, nel cortile le oche dal becco nero.
Dai nonni di Sara abbiamo rincorso i
tacchini, la nostra attenzione è stata attirata dai bargigli che
pendevano sotto al becco.
Dai nonni di Nicole abbiamo visto le galline, i conigli e abbiamo
giocato con i gatti.
Presto andremo a vedere le arnie che sono vicino alle
casa di Manuela.
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