Questa è la storia di Ricky, uno splendido gatto che ha avuto la fortuna di incontrare un angelo custode di nome Tina e che, probabilmente, è stato il primo ad essere dotato di uno speciale carrellino per aiutarlo nella deambulazione e nei movimenti.

 

Un fortunato incontro dal veterinario

 

Un giorno Tina, fan accanita di tutto ciò che ha una faccia a dir poco felina, si recava dal veterinario presso il quale lavorava Gianluca, quale "padrona" di altri mici - anche se tale termine non è molto bello, i mici non sono cose di cui essere proprietari, ma esseri umani in tutto e per tutto uguali a noi - per curare e lavare un piccolo micino.

Mentre attendeva il proprio turno, leggendo una rivista a tema, guarda caso di nome Gattizia, fu protagonista di un incontro straordinario e dagli sviluppi imprevedibili.

Dentro una piccola gabbia, ma comunque sempre ampia per le sue zampine, si era appena svegliato da un lungo e ristoratore sonno un micetto dal pelo bianco e rosso che, forse avendo fame, cercava di richiamare l'attenzione di tutti i presenti con miagolii striduliaprendo la propria bocca e spalancando grandi occhioni gialli vivaci quanto quelli di una nobile tigre della Malesia.

Tina si era accorta che, pur essendo molto vispo, il micino era poco mobile o, comunque, aveva un che di particolare.

Chiese a Gianluca cosa quel micino avesse e questi, con un rospo in gola, spiegò che quel bel gattino era incorso in un inusuale incidente domestico in casa della propria padroncina: il piccolo e gracile corpicino di appena due mesi di vita era rimasto schiacciato nel battente di una mastodontica e pesante porta blindata, riportando la paralisi completa delle zampine posteriori.

Ma la cattiva notizia non era tanto la gravità della diagnosi, quanto la volontà della padroncina di sopprimere il piccolo gatto con il quale ormai, come un giocattolo rotto, non si poteva più giocare a rincorrerlo.

Ma il micino era ben visvo, voleva vivere, aveva fame e, soprattutto, aveva un cuoricino che ancora batteva per la sua padroncina, così Tina decise di adottare quel piccolo essere sfortunato e lo ribattezzò con il nome di Ricky.

Una volta salvata la vita al gattino, bisognava accelerare la strada di un parziale recupero, così, dopo tante cure ed attenzioni, il gattino si stabilizzò, non correndo più alcun pericolo e, anzi, riacquistò il parziale uso della coda e delle zampe posteriori che comunque non riuscivano ancora a sostenerlo.

Ma non era sufficiente averlo adottato e curato, bisognava cercare di aiutarlo ad essere, nell'handicap, un gatto come gli altri, capace di giocare, di correre e di saltare come tutti i gatti.

Pensa che ti ripensa, un Angelo, di nome e di fatto, che già lavorava per alleviare le sofferenze degli umani con problemi motori, mettendo alla frusta giorno e notte lo staff tecnico di cui disponeva, studiò una ingegnosa soluzione, la prima sperimentata su un gatto a memoria d'uomo e di animale, costituita da un tutore con ruote che, allacciato al corpo del micino, gli permetteva con le zampe anteriori di trainare sulle ruote del tutore anche le zampe posteriori, ritornando così a correre e giocare. Ecco spiegato il nomignolo che fu poi affibbiato a Ricky-Trespolo, per gli amici solo Trespolo, ma sempre con molto rispetto.

Ormai sono trascorsi molti annida quei giorni, Trespolo cresce, gioca e in cuor suo è contento che Tina, Gianluca, Angelo e molti altri amici lo abbiano aiutato a vivere tornando ad essere un gatto temuto e rispettato con cui è uno spasso giocare e sicuramente, anche se al prezzo della grave infermità di Trespolo, abbiamo imparato che la vita è un valore che non si può calpestare: ogni vita, anche quella di un piccolo gattino, per lui e per tutti noi, vale la pena di essere vissuta, dall'alba al tramonto.

Prossimamente on-line le foto di Ricky, tornate a trovarci!

Ultimo aggiornamento: lunedì 07 agosto 2006
Webmaster: Debora Antuoni