fotocronaca 4 febbraio
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4 febbraio
La Messa dell'Aurora


E' uno dei momenti più suggestivi di tutta la festa. Un oceano di folla osannante invade la Cattedrale: è il trionfo della fede e l'apoteosi del folclore.

Le note dell'Inno di S. Agata si spande solenne all'interno del Duomo, mentre la folla di devoti col tradizionale "sacco", assiepata davanti la Cappella di S. Agata, grida festante: 
"e ccu razia e ccu cori, 
ppi santaituzza bedda 
ca sta niscennu...
 
semu tutti devoti tutti!  
Citatini! . .. citatini!... 
Evviva Sant'aita... 
Citatini!... citatini!


Dopo la messa S.Agata viene portata fuori la Cattedrale e qui, dopo il fragoroso saluto con i fuochi d’artificio, inizia il cerimoniale della sistemazione dello Scrigno e del Busto Reliquiario sulla Vara, che si compie al suono della campana di S. Agata, posta nel campanile del Duomo. 

 


Quindi il prelato proferisce l’elogio di S.Agata

Ha inizio il giro esterno della processione.

Il fercolo si muove tra un mare di folla e, partito da Piazza Duomo, attraversa Porta Uzeda, dove ha inizio la tradizionale "Calata da' marina", cosiddetta perché fino al 1866  quella strada era lambita dal mare.

 

Il giro prosegue per Via Dusmet 

 

 


Via Porticello
Via Calì
Piazza Cutelli


Via Vittorio Emanuele

Piazza dei Martiri
 

 

Qui si trova, al centro della piazza, la Stele di S.Agata, dedicato dai catanesi alla Patrona in occasione dell’epidemia di peste del 1743 che, miracolosamente, lasciò indenne Catania.

 

 


Via VI Aprile
 

 

 

 


Viale Della Libertà

Piazza Jolanda

Via Umberto 

Via Grotte Bianche 

Piazza Carlo Alberto


Piazza Stesicoro

La salita dei Cappuccini 
(a 'nchianata de' Cappuccini)

Giunta nei luoghi in cui si consumò il suo Martirio, la Santa viene fatta sostare lungamente a piazza Stesicoro a fianco dell'Anfiteatro Romano e un prelato rievoca il significato liturgico del Martirio di Agata. 

Dopo la tradizionale "partuta de' palluncini" e un nutrito sparo di fuochi artificiali, ha inizio la salita dei Cappuccini che costituisce, assieme alla salita di S. Giuliano (sera del 5 febbraio) e all'entrata in Cattedrale (la mattina del 6 febbraio) uno dei momenti più spettacolari dei festeggiamenti. 

Il fercolo viene trainato di corsa in salita dai devoti e in questo tragitto passa innanzi alla Chiesa della Fornace, dove S. Agata subì l'ultimo Martirio e alla Chiesa del Santo Carcere, dove rese l'anima a Dio.


Al termine della salita arriva a Piazza S. Domenico e Piazza S. Agata la Vetere, dove la processione effettua una lunga sosta.
 

 


Nel pomeriggio si riparte per la Via Plebiscito, una via densamente popolata e di grande devozione. La processione procede molto lentamente per le continue soste dovute allo sparo di mortaretti, alle offerte di denaro e di ceri, alle preghiere davanti ai tanti "altarini" dedicati a S. Agata che ci sono nella zona. Spesso risulta vano (se non addirittura offensivo) il prolungato suono della campanella da parte del Capofercolo che incita i devoti a proseguire la marcia. 

 


Dopo aver percorso Via Vittorio Emanuele, Piazza Risorgimento, Via Aurora e Via Palermo si arriva a piazza Palestro, dove si svolge uno spettacolare fuoco pirotecnico. Quindi, dopo aver percorso via Garibaldi, via Plebiscito, via Dusmet, si arriva in piazza Duomo, dove si conclude la prima giornata della festa.

 

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