Discendendo giu' dal monte Busamara,
su quel campo piuttosto sabbionaceo non appaiono massi o pietre
che ne rivestono la superficie
tutti questi tenimenti stavano una
volta ricoverti di boschi e di boscaglia, che vi si sono ormai nella massima
parte diradati e ristretti; sotto il monte soltanto vi predomina il suo
antico bosco ceduo
Fresche e dolci acque sgorgano da codesti luoghi
che bagnano il podere, e varie ghiacciaie o meglio neviere, sonvi al monte
sottostanti, che d'estate somministrano nevi a paesi vicini e lontani
Fu sul chiudersi del secolo XVIII e l'apparire del secolo XIX, che in
mezzo a codesti campi e boschi videsi quasi per incanto sorgere un sontuoso
Palazzo Regio, e nobili cascine ed altre estese abitazioni per opera dello
stesso Re, affine d'attendere a' suoi prediletti esercizi di caccia, all'agricoltura,
ed alla pastorizia; e fu al tempo stesso che questi luoghi divennero teatro
della piu' splendida magnificienza Regia, e della sua piu' grande umiliazione.
(1)
Re Ferdinando di Borbone (I
del Regno delle due Sicilie, IV del Regno di Napoli), grande appassionato
di caccia, acquista e riunisce gli ex feudi della Ficuzza, Lupo, Lupotto
e Cappelliere per farne una riserva venatoria; ai precedenti vengono annessi,
anche se a solo titolo enfiteutico, i sette feudi della Baronia di Godrano.
Il vasto complesso cosi' riunito, tutt'oggi indicato come Bosco della
Ficuzza, va a costituire oltre che riserva venatoria, una sorta di grande
azienda agricola.
La "Real casina di caccia", costruita dall'architetto G. Venanzio
Marvuglia tra il 1799 e il 1803, di chiaro stampo neoclassico, con l'imponente
mole della Rocca Busambra sullo sfondo, diventa una vera e propria masseria.
Bellissimi e curati i boschi, numerose mandrie di ogni specie, colture
e pascoli eccellenti, selvaggina abbondante erano il vanto del Re.(2)
Ferdinando II, ereditata la riserva, piu' intento a promuovere l'industria
agricola, che a coltivare " luoghi di delizia", abolisce la
riserva di caccia segnando la decadenza del bosco. Alcuni dati confermano
che dal 1825, anno di morte di Ferdinando I in poco meno di 10 anni, tre
quarti del vasto possedimento borbonico viene spogliato dal soprassuolo
boschivo a causa di pascoli sfrenati, tagli non regolati ed incendi.
Rovinata la foresta, cadenti i fabbricati, rese impraticabili le vie interne,
la proprieta' pervenne al Demanio del Regno d'Italia che alieno' quasi
tutte le terre gia' disboscate e dissodate.(3)
Dopo le ultime vendite, avvenute nel 1869, i boschi Lupo, Cappelliere
e Ficuzza, nel 1871 vengono affidati alla Amministrazione Forestale ed
il comprensorio dichiarato inalienabile; si
ha in questo modo l'opportunita' di riportare ordine, regolando e riducendo
i tagli e limitando il pascolo. Con la legge n° 535, 29 dicembre 1901
del Regno d'Italia, il "Bosco nazionale inalienabile di Ficuzza"
viene destinato a stazione climatica, divenendo, nel corso degli anni
successivi, meta preferita per il soggiorno estivo da parte di cittadini
palermitani, segno di una rinnovata sensibilita' verso il bosco e la montagna.
Il comprensorio comprende anche gli ex feudi di Godrano, ma mentre la
"Foresta Ficuzza" diviene di assoluta proprieta' dell'Azienda
di Stato per le foreste demaniali ( con atto del 1912), la "Foresta
di Godrano" viene posseduta solo in enfiteusi. All'atto di passaggio
all'Azienda, (il bosco) Godrano misurava 2010 ettari di cui 766
a ceduo, 731 vuoti o cespugliati, 613 seminativi, compreso un vivaio di
1,5 ettari
Le foreste Ficuzza e Godrano furono tecnicamente ed amministrativamente
tenute distinte fino al 30 Giugno 1920, data sotto la quale furono fuse
in unica gestione autonoma. (4) Successivamente, nel 1953, al complesso
sopra descritto vengono aggiunti 214,56 ettari, costituiti da soli prati
e pascoli, dei fondi Bosco e Canonica nel Comune di Mezzojuso.
Nonostante i vari "piani di gestione" compilati dalle autorita'
statali preposte, nel corso degli anni vengono condotti tagli senza mai
rispettare ordini prestabiliti e che prendessero in considerazione le
reali necessita' di utilizzo, ne' i turni da adottare. Un primo vero "Piano
di Assestamento" viene compilato nel 1914 (Piano Manfren), che prende
in considerazione, per la prima volta, gli obiettivi della legge 535,
miranti alla conservazione dell'alto fusto. Gli eventi bellici non consentono
l'attuazione di tali propositi, anzi, per soddisfare la necessita' di
carbone e legna da ardere, vengono intensificati i tagli; la massa legnosa
utilizzata durante il periodo bellico e' di 20.000 mc circa. Non minore
e' il disastro provocato durante la seconda guerra mondiale, quando alle
intense utilizzazioni seguono disastrosi incendi che distruggono ingenti
porzioni di bosco. Dal 1948 iniziano
i grandi lavori di rimboschimento del Demanio Forestale. Ed e' all'interno
del Demanio che ricadono la maggior parte dei terreni ricoperti da bosco.
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