OSSERVATORIO LETTERARIO

 

*** Ferrara e l'Altrove ***

 

ANNO VII – NN. 33/34    LUGLIO-AGOSTO/SETTEMBRE-OTTOBRE 2003     FERRARA

 

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E d i t o r i a l e

 

 ______________di Melinda Tamás-Tarr ______________

 

 Gentilissimi Lettori,

   Vi ho salutato con la speranza di poter evitare una grande tragedia umana, ma le proteste, le manifestazioni contro la guerra in tutto il mondo non sono servite niente…

   Adesso, a metà maggio, mentre scrivo il presente testo, oltre alla preoccupazione per la grave situazione postbellica, la quale però in pratica non è  ancora terminata abbiamo di nuovo l'angoscia per il terrorismo risvegliato: su Al Jazira l'appello in un'audiocassetta dell'egiziano al-Zawahiri: «Mussulmani, siate forti, attaccate le ambasciate di America, Gran Bretagna, Australia e Norvegia; poi toccherà ai Paesi arabi tutti ipocriti». Sono stati lanciati avvertimenti anche tramite e-mail: «Musulmani lasciate New York». Due messaggi di posta elettronica intercettati dai servizi segreti statunitensi hanno esortato i musulmani abitanti nelle grandi città soprattutto a Boston, a New York e Washington, a mettersi in salvo perché presto saranno colpite «di un attacco devastante nelle prossime 48 ore» si leggono le notizie  nei quotidiani del 22 maggio.

 

   Il secolo scorso fu travagliato da gradi confitti sanguinosi mondiali: la prima e la seconda guerra mondiale. La causa occasionale della prima guerra mondiale fu l'eccidio di Sarajevo del 28 giugno 1914, in cui trovarono la morte l'arciduca ereditario d'Austria Francesco Ferdinando e la moglie, per opera di uno studente irredentista serbo, Gavrilo Princip. Ma le vere cause della guerra sono più remote e complesse:

1) il contrasto austro-russo per l'egemonia nei Balcani (vittoria dell'Austria nel Congresso di Berlino del 1878; annessione, da parte dell'Austria, della Bosnia e dell'Erzegovina nel 1908; costituzione di un grande stato serbo per opera della Russia durante le due guerre balcaniche, ecc.);

2) il contrasto franco-tedesco (vittoria prussiana del 1870 ed acceso sentimento di revanche da parte francese; interventi tedeschi nella questione marocchina, ecc.);

3) il contrasto anglo-tedesco (crescente potenza politica ed economica della Germania nel mondo);

4) gli irredentismi, come nel caso dell'Italia che aspirava a Trento e Trieste; e della Serbia che aspirava alla Bosnia e all'Erzegovina.

   In seguito all'eccidio di Sarajevo l'Austria, ritenendo la Serbia responsabile dell'accaduto, inviò al governo serbo un ultimatum con condizioni particolarmente umilianti.

   La Serbia accettò tutte le condizioni, tranne quella che «funzionari austriaci partecipassero all'inchiesta giudiziaria contro gli attentatori», per cui l'Austria ritenendo insufficiente tale risposta, dichiarò guerra alla Serbia esattamente dopo un mese dall'attentato, il 28 luglio 1914. Dal 15 al 30 luglio furono fatti tentativi per impedire che la guerra divenisse generale; ma la Russia, per sostenere la Serbia, ordinò la mobilitazione generale, venendo in tal modo a minacciare l'Austria e la Germania.  Di fronte a questo pericolo la Germania dichiarò guerra alla Russia (31 luglio); la Francia, alleata alla Russia, entrò anch'essa in guerra (2 agosto); e pochi giorni dopo anche l'Inghilterra, che si vedeva minacciare il suo predominio nel mare del Nord, intervenne nel conflitto (4 agosto). L'Italia, nonostante facesse parte della Triplice Alleanza, proclamò la propria neutralità, per le seguenti ragioni: a) il trattato di alleanza aveva carattere difensivo e non offensivo (art. III), mentre in questa occasione era stata Austria stessa a provocare la guerra. B) Il medesimo trattato dichiarava che, se l'Austria o l'Italia fossero state costrette a mutare lo «status quo» in Oriente, avrebbero dovuto prendere precedenti accordi sul principio del reciproco compenso (art. VII), mentre in questa occasione l'Austria aveva dichiarato la guerra all'insaputa dell'Italia. La guerra finì con vari trattati di pace  dei quali  il più ingiusto  degli stati potenti fu il Trattato di Trianon (4 giugno 1920, nella cosiddetta palazzina del parco di Versailles), il quale costrinse l'Ungheria a cedere i due terzi del suo territorio storico: la Galizia alla Polonia ed alla Cecoslovacchia, la Transilvania alla Romania, alcune zone a mezzogiorno alla Jugoslavia, e a riconoscere Fiume come Stato indipendente, oggetto di gravi contestazioni fra l'Italia e gli altri stati vincitori. Questo Trattato di Trianon fu preceduto dal Trattato di Saint-German (10 settembre 1919) con l'Austria-Ungheria che sancì lo smembramento dell'Austria-Ungheria nelle repubbliche di Austria, di Ungheria e di Cecoslovacchia Inoltre i territori italiani (Trentino, Alto Adige, Venezia Giulia) furono ceduti all'Italia; i territori slavi (Croazia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina) alla Serbia che perse il nome Jugoslavia.

 La causa della seconda guerra mondiale fu costituita dalla questione di Danzica, con le rivendicazioni della Germania hitleriana sul corridoio polacco, che le avrebbe concesso di poter unire la Prussia occidentale alla Prussia orientale. Ma le vere cause della guerra invece furono anche in questo caso più remote e complesse:

1) il contrasto franco-tedesco, determinato dal risentimento della Germania, che aveva dovuto cedere alla Francia l'Alsazia e la Lorena; dagli attriti nel bacino carbonifero della Saar e dalla contesa per il primato militare europeo.

2) Il contrasto italo-francese, determinato dalle divergenze d'interessi, soprattutto nell'Africa (Tunisi) e dalle clamorose rivendicazioni italiane su Nizza, la Savoia e la Corsica.

3) Il contrasto italo-inglese, determinato dall'atteggiamento ostile dell'Inghilterra nei  nostri confronti al tempo dell'impresa etiopica e dalla preoccupazione che davano gli aspetti più aggressivi della politica italiana nazionalistica nel Mediterraneo (Suez, Malta).

4) Il contrasto cino-giapponese, sfociato nel 1937 in guerra aperta.

5) L'avvicinamento italo-tedesco,  tra l'Italia fascista e la Germania nazista, determinato dall'identità della posizione ideologica; dagli accordi economici e politici al tempo dell'impresa etiopica e della guerra civile spagnola e dalla medesima tendenza al revisionismo e alle rivendicazioni territoriali.

   Questo avvicinamento aveva trovato la sua sanzione nella firma dell'Asse Roma-Berlino (ott. 1936), nell'adesione di Mussolini al Patto Anticomintern (1937) e nella firma del Trattato di alleanza italo-tedesco, cosiddetto patto d'acciaio (1939). Tutte queste cause però si possono ridurre ad una: la più vera e profonda causa della seconda guerra mondiale fu infatti la brutale aggressività del programma pangermanistico…

   Prima delle due guerre mondiali, 100 anni fa, nel  periodico settimanale tedesco, satirico e politico  «Simlicissimus» nel numero dell'anno 1902/03  si legge uno scritto, un compito scolastico il quale è  purtroppo ancora attuale. Ora ne riporto la mia traduzione fatta sulla versione ungherese di Judit Pompéry, mia connazionale, residente a Berlino; letta sulla pagina nel topic «Pubblicistica» del Forum MagyarOnline.Net, portale degli Ungheresi dispersi al di fuori del bacino dei Carpazi:

 

  «La guerra ("bellum") è quella situazione in cui due o più stati attaccano gli altri. La nozione è conosciuta dai tempi remoti e come appare frequentemente nella Bibbia, la chiamano santa. Nell'antica Roma chiusero  il santuario quando s'iniziò la guerra, perché forse il dio Giano non volle saperne. Ma questo è una ridicola superstizione e cessò col cristianesimo, il quale non chiuse i suoi templi in caso di guerra.

 Esiste la guerra di religione, guerra di conquista, guerra esistenziale, guerra nazionale, etc. Se un popolo perde, allora tutto ricomincia da capo e questa è la guerra di vendetta.

   Prima le guerre religiose furono la più frequenti, perché a quei tempi gli uomini vollero che tutti adorassero il Dio nello stesso modo e per questo si pestavano a morte. Al giorno d'oggi esistono piuttosto le guerre commerciali, perché oggi il mondo non è più idealista.

   Nell'era antica anche gli dèi fecero guerra.  Gli uni  sostenendo una parte, gli altri invece l'altra parte dei combattenti. Si può leggere questo anche da Omero. Gli dèi si sedettero su una collina e da là osservavano tutto. Quando s'odiavano annientavano  reciprocamente i loro capi. Cioè nell'antichità gli uomini credevano questo. È veramente ridicolo ed infantile pensare  che fossero i vari dèi che facevano guerra uno contro l'altro. Ma oggi gli uomini credono in un solo Dio e quanto è possibile  gli chiedono di aiutarli. I sacerdoti delle due parti sostengono che Dio è accanto loro, il che è impossibile, dato che sono in due. Ma questo si schiarisce più tardi. Chi perde, dice che il Dio ha soltanto fatto la prova con lui. Quando inizia la guerra suonano. La gente sulla strada canta e piange. Questo è l'Inno. In ogni popolo in quest'occasione il re guarda fuori dalla finestra all'entusiasmo cresce. Allora tutto prende l'inizio. Comincia la guerra stessa che si chiama battaglia.  Prima pregano. Poi sparano e uccidono gli uomini. Quando finisce il re fa un giro per verificare il numero dei morti. Tutti dicono che è triste e che questa cosa non dovrebbe succedere. Ma chi rimane in buona salute dice che questa morte è la più bella. Dopo la battaglia di nuovo cantano delle canzoni  religiose delle quali hanno creato tante pitture. I caduti vengono sepolti nelle fosse comuni e risposano finché i professori non li riesumano. E dopo la loro divisa si troverà nei musei. Ma in generale soltanto i bottoni durano nel tempo. Il luogo in cui vengono uccisi gli uomini verrà chiamato la terra della gloria.

   Se si stufano, allora i vincitori tornano a casa. C'è grande felicità ovunque per la fine della guerra e la gente va in chiesa per esprimere la gratitudine a Dio. Ma c'è chi pensa che sarebbe stato più saggio non iniziare la guerra, ma questa persona è un socialdemocratico e verrà carcerato E poi arriva la pace in cui la gente si distrugge, come Schiller lo dice. Prima di tutto gli invalidi di guerra vanno a rovina, perché non ricevono alcun soldo e non sono capaci di lavorare. Alcune persone ricevono il wurlizer che fa suonare i canti patriottici per entusiasmare la gioventù e così anche loro  colpiranno se inizierà la guerra. Tutti coloro che hanno fatto la guerra ricevono dei medaglioni che fanno un gran rumore chiassoso quando il suo portatore va al passo. Tante persone prendono il reuma e diventano bidelli come il nostro del nostro liceo.

Così anche nella guerra c'è qualcosa di buono e feconda tutto. Maxl»

 

     Non so, ma ho la sensazione che l'intero mondo sia impazzito e c'è  poco da rallegrarci o da scherzare. L'essere umano non ha imparato niente dalle grandi tragedie della storia passata, continua i massacri, ripete gli stessi  gravi e devastanti delitti contro se stesso. Si parla della pace, della gran voglia di pace, della difesa della pace dove c'è ancora, ma si agisce al contrario: fanno la guerra in preda dell'odio… All'inizio del ns. Terzo Millennio gli uomini non sono nient'altro che homo hominis lupus

Gens Homine! Quo vadis?

   Ora Vi saluto augurandoVi di trascorrere le ferie estive meritate in pace, serenità ricca di umani sentimenti e sperando che questo stolto mondo finalmente ritorni sui binari giusti e finalmente ognuno di noi possa vivere veramente degnamente! 

   A risentirci in autunno, sperando che questo nostro attuale stolto mondo si raddrizzi!…

 

 

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