Democrazia organica

«Alla teoria classica che fonda la democrazia borghese, non più rispondente alle realtà attuali, si deve sostituire una teoria nuova che presuppone una diversa concezione della separazione dei poteri: l’esecutivo governa, le istituzioni rappresentative controllano. Analogamente, all’interno del nuovo Stato economico in via di costituzione, le istituzioni rappresentative, cioè fondate sull'esercizio del diritto al suffragio individuale, eserciteranno un semplice diritto di ispezione e controllo. L’esercizio del diritto di gestione invece si fonderà sulla delega di poteri da parte dell’esecutivo e su un controllo esercitato dalla rappresentanza degli interessi corporativi» (Henri De Man, Il socialismo davanti alla crisi, «Vie socialiste», 22 dicembre 1934)

Nel dominio delle scelte economiche che lo Stato ha il diritto e il dovere di compiere, così come in tutte le scelte indotte che consistono nelle sue ricadute sociali e territoriali (fisco, tributi, politiche abitative, partecipazione del settore economico alla determinazione della politica nazionale) è necessario escludere ogni sorta di frazionismo. Non esistono soluzioni valide una quanto l'altra a seconda di opinioni, ma una sola soluzione più efficiente delle altre, per ogni tematica. Le soluzioni meno efficienti sono dettate solamente dalla stupidità ed ignoranza di chi la sostiene. Il problema sorge quando a poter decidere, cioè chi detiene il potere, è un ente stupido ed ignorante, che sia una persona o una folla di votanti. Se la democrazia parlamentare esplica la sua funzione specifica impedendo agli "0" di prendere il potere, a causa dei medesimi "paletti" impedisce pure ai "10" di farlo (rivelandosi perciò come un governo dei "5" ossia dei mediocri). Sullo stesso piano la critica che la democrazia organica applicata in Spagna (dal 1969) ed in Portogallo (dal 1973, quindi solo per un anno) perdipiù in forme sbagliate ha causato il risorgere di congreghe locali di tipo mafioso/feudale... che è come dire che una macchina blu si muove perché è blu... e quindi ogni oggetto di colore blu si muove solo perché è di quel colore... certo che in seguito all'introduzione della democrazia organica ed abolizione della dittatura erano sorte influenze mafiose, ma la causa non era la forma organicista (cioè "il colore blu"), ma la forma democratica decentrata tanto quanto in qualunque altro tipo di democrazia del mondo! Facile dire che è "la democrazia organica a far risorgere le congreghe mafiose"... Prima le congreghe mafiose (che mica nascono con la democrazia!) erano castrate dal centralismo di potere proprio della dittatura franchista! Ovvio che con l'introduzione della forma democratica, qualunque essa sia, e conseguente decentramento del potere, gli viene più facile strumentalizzarlo! Vale per la forma applicata nella penisola iberica tanto quanto vale per qualunque tipo di sistema che preveda un decentramento democratico del potere! Solo per questo motivo la cosa era riscontrata in modo accentuato nei due paesi, essendo l'organicismo la forma di decentramento più spinta. Ma non che ne sia prerogativa! Quindi vogliamo più decentramento con la conseguenza di avere più mafia, o vogliamo abolire del tutto la mafia grazie alla dittatura centralistica? Scegliete voi. Purtroppo la lotta alla mafia è da sempre inficiata dalla mancanza di comprensione di COSA SIA la mafia, poiché essendo un fenomeno sociologico che solo la concezione personale può identificare come mera criminalità (alla quale anzi la mafia è avversa!), in quanto tale è inestirpabile per definizione stessa a meno di eliminare fisicamente fino all'ultimo siciliano, di conseguenza l'unica possibilità realistica è identificarla non più come un problema ma per quello che in realtà è, e quindi istituzionalizzarla in modo da poter indirizzare e controllare anziché pretendere utopisticamente di reprimere. Dalla sostituzione del sistema competitivo con quello meritocratico è facile intuire che verrebbero messi in difficoltà tutti gli ambiti nei quali il comportamento competitivo oggi risulta vincente a discapito di quello meritorio, ovvero in primis la mafia.
L'organicismo è un decentramento accentrativo, poiché sarebbero le leggi locali partendo da quelle quartierali ad essere estese agli organismi superiori (i cui amministratori lo ritengano utile), e non il percorso opposto come nel sistema odierno. Segue perciò il principio della "devoluzione" (da non confondere col termine "involuzione"!) ovvero del devolvere il più possibile le competenze agli enti inferiori. La democrazia organica si fonda sul concetto sussidiaristico e personalistico del trasferire la maggior parte dei poteri agli organismi inferiori, enti locali, ed estenderlo in maniera piramidale dal basso verso l'alto, di conseguenza pur essendo formalmente un decentramento territoriale è effettivamente un accentramento ("devoluzione"): le competenze non sono dall'alto al basso come oggi, ma dal basso all'alto; l'alto controlla, estende, o blocca, ma non decide, non impone. Ciò sarà reso possibile dall'inversione della regola del silenzio-diniego con quella del silenzio-assenso. Oltre al massimo decentramento, la filosofia distributista del credito sociale si affianca inevitabilmente a sistemi gestionali riducenti al minimo tutto ciò che non è libera iniziativa, per questo motivo trova il suo ideale nell'inserirsi in un sistema organicista, che è il non plus ultra della riduzione al minimo dell'amministrazione pubblica ("miniarchia", oltre vi è solo l'anarchia) dal lato politico, ed il cui equivalente dal lato produttivo è il corporativismo e da quello amministrativo la sua estensione “democrazia organica”. Per questo il sistema amministrativo della democrazia organica si inserisce appieno in un sistema critocratico ovvero nel quale l'unica amministrazione pubblica nei servizi sia sulla giustizia e sulla difesa sia interna (polizia) che esterna (esercito). Tutto il resto è lasciato all'iniziativa privata, con unica compensazione il reddito di cittadinanza da usarsi in autonomia. La programmazione non è attuata mediante coercizione dirigistica o sovvenzionamento ma mediante incisione e concorrenza diretta. Base ne è il “principio di sussidiarietà”, principio antropologico che esprime una concezione globale dell’uomo e della società, in virtù del quale fulcro dell’ordinamento giuridico è la persona umana, intesa sia come individuo sia come legame relazionale; altresì viene intesa in senso politico come solidarietà tra le comunità e interazione tra i poteri (eresia nei paesi della protestante "sovranità delle sfere"). Esso è contrapposto all'individualismo tipico delle ideologie pseudo-religiose anti-cattoliche.

"Non già uomini burocratici nominati dallo Stato bensì da tutti i fattori produttivi dell’azienda: lavoro, tecnica, dirigenti" (Angelo Tarchi)

L’organicismo identifica il sistema sociale di una nazione come un organismo gerarchico in cui ogni “cellula” svolge una funzione utile a tutto l’“organismo”; è quindi una filosofia rifacentesi al personalismo (il personalismo è la concezione filosofica opposta all’individualismo); secondo l'organicismo ogni attività di una persona va inquadrata nei risvolti che provoca nell’ambito sociale, e non fine a se stessa. Essa è un tipo di democrazia rappresentativa indiretta che coniuga l’organigramma corporativo con l’amministrazione politica, in un governo di tecnici (rappresentanti corporativi) anziché di politici.

“Il governo migliore è quello che meno governa” (didascalia dell’“United States Magazine and Democratic Review”)

"Per cui meno governo abbiamo, meglio è - più ridotto il numero di leggi e il potere che è delegato" (Ralph Waldo Emerson, 1844)

Il risultato di ciò è chiaramente una forma di democrazia (essendoci alla sua base comunque il suffragio universale), definita perciò "democrazia organica". Perciò il maggior potere è affidato ai quartieri (non quelli di oggi, ma l'unità minima gestibile da cui ne consegua il perfetto compromesso tra efficienza senza che ne derivi uno spreco di capacità specifiche, quindi attorno i 5.000 abitanti al massimo), e mantenendo comuni province regioni e stato solo come "sovrintendenti" e coordinatori (in pratica il loro apparato si ridurrebbe al solo singolo amministratore eletto o poco più, oltre ai consiglieri che non sono apparato amministrativo ma controllori popolari e quindi per logica conseguenza non retribuibili dall'apparato stesso che essi desiderano controllare). Presumendo che tra 15-20.000 amministratori di quartiere ve ne sia qualcuno dotato di competenza e buon senso (e a maggior ragione tra gli omologhi superiori), nonché essendo più vicini ai cittadini abbiano più possibilità di captarne le istanze (in pratica fungendo da tramite tra i cittadini e le istituzioni alla pari di un U.R.P.), venendo perciò a realizzare l'apoteosi del concetto di "mente collettiva" quindi senza i difetti impliciti nell'attuale concezione di democrazia incardinata sui parlamenti, tanto che per questo motivo nella democrazia organica essi sono esautorati del potere legislativo, non sussistendo più alcuna necessità in tal senso. La legislazione nella democrazia organica si svolge perciò secondo l'attuale concetto di "decreto", da parte dei presidenti degli enti (direttamente o come firmatari dei decreti proposti dagli assessori e ministri corporativi), sui quali i consigli e il parlamento non avrebbero alcuna voce in capitolo. Le funzioni dei consigli e del parlamento perciò sarebbero notevolmente ridotte, rendendo possibile ridurre il numero di consiglieri e parlamentari e la cadenza delle sedute plenarie (probabilmente limitate ad una media di 10 all'anno), mentre l'attività delle commissioni rimarrà grossomodo l'attuale e costituirà la gran parte del lavoro di consiglieri e parlamentari. Su un decreto emesso dall'amministratore di quartiere, il sindaco avrebbe tot giorni a disposizione per negarne l'estensione all'intero comune; in caso di silenzio il decreto verrebbe esteso all'intero comune; a questo punto (o in caso di decreto di un sindaco), il presidente provinciale avrebbe tot giorni di tempo per negarne l'estensione all'intera provincia; in caso di silenzio il decreto verrebbe esteso all'intera provincia; idem per regioni e stato; garante del funzionamento sarà questore e prefetto. Unico limite alle possibilità legislative la costituzionalità del decreto (vagliata appunto da questore e prefetto), per cui ad esempio un quartiere non potrebbe dichiarare l'indipendenza o legalizzare l'omicidio. Come si può intuire il sistema della democrazia organica grazie alla sua impostazione sussidiaristico-personalistica nella gestione della "mente collettiva" si rivelerebbe potenzialmente come governo dei "10" ossia dei migliori (meritocrazia), poiché nessuno dei 58 milioni di italiani sarebbe a priori escluso dalla partecipazione diretta a tale "mente" e sarebbero spontaneamente le idee migliori ad affluire all'alto partendo dal basso (mentre oggi il concetto di "partecipazione" dal basso è inteso solo come muta approvazione elettorale di candidati stabiliti arbitrariamente su una teorica media statistica e quindi inevitabilmente mediocri, escludendo perciò sia gli "0" che i "10"). Se ne ricava che la democrazia organica coniuga i pregi della democrazia a quelli delle dittature, eliminando i difetti di entrambe. I 4 connotati di Juan Linz sono rispettati.

"Non è vero che nella socializzazione delle gestioni è la massa che dirige, ma il contrario. Nelle aziende socializzate è l’aristocrazia del lavoro, intesa come selezione dei migliori che gestisce l’azienda ed equipara il capo della famiglia al dirigente dell’impresa nel senso che gli eletti, se sono veramente migliori, devono curare anche gli interessi di coloro che non ebbero la ventura di essere migliori. Non è vero che è la massa che decide; la massa indica quelli che sono i più atti a decidere" (Angelo Tarchi)

La filosofia della democrazia organica non è la scelta politica più popolare, ma quella più opportuna dal punto di vista dell'efficienza (alla stregua della politeia aristotelica). Per questo motivo una tale spontanea elitarizzazione del potere di voto ("timocrazia") non può altro che giovare rispetto all'attuale oclocrazia. Si consideri che i concetti di democrazia e libertà sono due concetti del tutto indipendenti l'uno dall'altro e non certo sinonimi: la democrazia è un sistema politico di scelta di chi deve governare, la libertà invece è... la libertà. Un governo eletto può anche essere fautore della completa negazione delle libertà, mentre un governo non eletto può anche essere fautore del massimo delle libertà in tutti i campi. La differenza sta solo nelle modalità nelle quali il governo è divenuto tale ("democraticamente" o no).

“La democrazia fondata sull’uguaglianza assoluta è la più assoluta tirannide” (Cesare Cantù, 1871)

"Come uomini razionali...dovremmo preoccuparci solo di manipolare il comportamento in una direzione desiderabile, e di non farci ingannare da mistiche idee di libertà, esigenze individuali o volontà popolare" (Noam Chomsky)


I quartieri

Il primo passo per l'attuazione della democrazia organica dev'essere la creazione dei quartieri. I quartieri non saranno unità amministrative territoriali ma residenziali, ovvero non basate necessariamente su un territorio dai confini delimitati nettamente ma sui residenti; difatti la gestione dei territori oggi demaniali, le zone industriali, portuali, artigianali, commerciali, direzionali, militari, montane e acquee prive di abitanti non farebbero parte di un quartiere ma amministrati direttamente dal comune. I compiti degli amministratori di quartiere saranno quelli oggi svolti dagli organismi superiori, tipo l'anagrafe, il catasto, l’illuminazione pubblica, l’assistenza sociale, la cura del verde pubblico, la gestione dei servizi in appalto ecc, che possano essere espletati efficientemente anche in comunità piccole senza che ne risulti uno spreco specialistico; ove necessario, tali specializzazioni rimarranno affidate agli enti superiori. I ruoli dei comuni saranno quindi esonerati da questi servizi; probabilmente permarranno solo quelli su biblioteche, scuole materne, distretti sanitari, centri di salute mentale, case di riposo, ricoveri per senzatetto, tutti privatizzati ma finanziati a discrezione su precisi parametri (tipo tot erogazione per assistito), eventualmente gestiti da consorzi tra più comuni. Perciò gli organigrammi comunali saranno notevolmente sfoltiti, a favore di quelli di quartiere, che probabilmente disporranno di un numero di segretarie consono all'estensione del quartiere, che prenderanno il posto degli attuali vari impiegati comunali nei vari compiti; vi sarà poi un poliziotto di quartiere (che potremmo definire sorta di "sceriffo"), disarmato e non con compiti di vigilanza sul campo (che rimarrà prerogativa delle varie forze di polizia, municipale, metropolitana, provinciale, regionale, statale, carabinieri, ed eventuali vigilanti privati) ma finalizzato alla conoscenza del territorio e dei suoi abitanti (ruolo che potremmo paragonare a quello una volta svolto dai parroci) e al controllo sulla conduzione delle attività produttive e commerciali (direttamente interessato dato che le sanzioni per irregolarità riscontrate dagli agenti preposti saranno comminate al quartiere e non all'attività stessa; le multe alle attività per la violazione dei regolamenti sarà proprio solo lui a poterle comminare) su licenze commerciali ed edilizie, controlli sanitari, verifica dell’agibilità abitativa, il coordinamento degli ausiliari del traffico (attività dalla quale saranno totalmente sgravate le altre polizie generiche) e della protezione civile (che assumerà un ruolo molto più attivo che oggi, in conseguenza della privatizzazione dei vigili del fuoco). Tutt'al più potrà emettere multe per comportamenti incivili (imbrattamenti, disturbo quiete pubblica, bullismo, stalking, ecc) di livello moderato che non sia possibile far rientrare nel penale (e tale ruolo consentirà di poter modificare radicalmente i codici nel senso di una loro semplificazione). Altri ruoli affidati all'amministrazione di quartiere saranno l'assistenza sociale (il cui delegato coordinerà anche il volontariato sociale e diventerà il punto di riferimento per ogni problematica personale del cittadino per la quale questo non voglia rivolgersi direttamente agli organismi preposti tipo le forze dell'ordine, in tema ad esempio di stalking, bullismo, dipendenze, e problemi psichiatrici) ed i lavori di pubblica utilità "a regìa" affidati come ammortizzatore sociale ai disoccupati da maggior tempo (ovvero incollocabili, estromessi dalle liste di collocamento ed affidati al proprio quartiere su graduatoria). Il quartiere gestirà i servizi quali il medico di base (che dal lato dell'assistito sarà ad abbonamento annuale) ed altri specialisti (dentista, barbiere, idraulico, elettricista, soccorso stradale, autofficina, difensore civico, psicologo, ecc) secondo gare d'appalto (che comunque anche altri potrebbero svolgere liberamente l'attività nel territorio del quartiere, ma la gara d'appalto per quelli di riferimento ha come scopo la definizione dei prezzi-guida nei servizi difficilmente valutabili dall'utente e altrimenti arbitrari, sui quali per via della libera concorrenza anche tutti gli altri tenderanno ad adeguarsi), e lo stesso per i servizi di trasporto sanitario, funebre, antincendio, manutenzione fognaria, e raccolta rifiuti; avrà facoltà di gestire le modalità del trasporto pubblico (conseguentemente alla privatizzazione di questo e affidamento mediante appalti comunali) mediante sovvenzionamento dei servizi richiesti; avrà anche facoltà notarile (per cui si presume che la professione di notaio, figura che oggi nel mondo non esiste più eccetto che in Italia, scompaia definitivamente); ovviamente nei quartieri molto piccoli (comunità isolate) tutti i ruoli gestionali sarebbero ricoperti solo dall'amministratore unico, mentre al crescere dell'ampiezza del quartiere disporrà via via sempre di maggior personale, inizialmente svolgente tutti i ruoli per poi specializzarsi all'aumentare di numero; è da presumere che nei quartieri più altolocati vi sarebbe maggior personale (e più specializzato) a parità di abitanti rispetto a quelli poveri. Una realistica valutazione conduce ad un massimo di 10 dipendenti diretti (staff) dell'amministratore di quartiere (sia in quelli poveri ma più grandi che in quelli ricchi ma più piccoli), più ovviamente i lavoratori socialmente utili a seconda non delle necessità effettive del quartiere ma del numero di incollocabili residenti nel quartiere (essendo il suo scopo l'ammortizzazione sociale, con stipendi gravitanti sui 200 euro al mese per ciascuno, ed orari di lavoro adeguati a tale cifra), e più i volontari sociali (organismo nel quale verrebbero a confluire e sciogliersi tutte le attuali organizzazioni di volontariato, rese inutili dai risvolti del reddito di cittadinanza e dalla diversa impostazione dei servizi sociali che li renderà più efficienti).

“È necessario che l’autorità suprema dello Stato rimetta ad assemblee minori ed inferiori il disbrigo degli affari e delle cure di minore importanza in modo che esso possa eseguire con più libertà, con più forza ed efficacia le parti che a lei sola spettano [...] di direzione, di vigilanza, di incitamento, di repressione, a seconda dei casi e delle necessità” (Da Quadragesimo Anno di Pio XI, 1931)

Facendo un rapido calcolo i quartieri sarebbero in tutta Italia 15-20.000. Ovviamente venendo essi da soli a sostituire apparati complessivamente ben più costosi e meno efficienti, il bilancio per i cittadini sarebbe più che positivo rispetto ad oggi. E' presumibile che i quartieri periferici tenderanno al raggiungimento dei 5.000 abitanti, mentre quelli centrali o di lusso a grandezze inferiori, sui 3-4.000 abitanti, in considerazione che le spese andrebbero suddivise tra gli abitanti del quartiere e quindi a maggior grandezza corrisponde maggior suddivisione e quindi minor spesa pro capite, ma a quartieri più piccoli maggior efficienza, di conseguenza presumibilmente in quartieri più altolocati corrisponderanno richieste di cifre (ovvero detrazioni dal reddito di cittadinanza) maggiori che in quartieri depressi. Ciò causerà la tendenza ad un ulteriore accentrarsi (cioè essere più piccoli) dei quartieri più esclusivi, con la progressiva “fuga” da essi di chi desideri abitare in un settore ritenuto meno oneroso, e quindi al formarsi di settori più piccoli nei quartieri più redditizi, e settori più grandi nei quartieri periferici, con l’involontaria conseguenza (dato che il voto per abitanti si attua solo dal comune in sù) di regolare tramite questo mezzo i differenti valori di ogni voto a seconda del grado sociale (si tenga presente che con il reddito di cittadinanza, diversamente da oggi, i redditi saranno determinati dalle effettive capacità, compresa quindi presumibilmente anche quella di giudizio politico), ovvero nei quartieri alti ci sarà ad esempio un amministratore (e quindi un voto per gli organi superiori) ogni 3-4.000 persone grossomodo, in quelli depressi uno ogni 5.000; per ovviare ad eventuali eccessi il voto sarà permesso solo agli amministratori di quartieri superiori ai 1.000 abitanti; i territori geograficamente isolati con pochi abitanti saranno gestiti da un delegato di zona dell'amministratore del quartiere più prossimo. Le città più grandi di 250.000 abitanti saranno suddivise in più comuni classici (ad esempio Roma in 5, Venezia in 2) ai quali potranno eventualmente aggregarsi comuni limitrofi, che assieme formeranno la città metropolitana.


Schema elettorale

L'auto-governo continua nel cantone, il quale è un vero stato, il quale da sé si fa le sue leggi, se le vota nel suo parlamento e le applica per mezzo dei propri consiglieri di stato, senza uopo di ottenere approvazioni da Berna; e Berna, ossia il governo federale, a sua volta, per le cose di sua competenza, ha un parlamento per deliberare le leggi sue proprie ed un consiglio federale per applicarle ed amministrarle. E tutti questi consessi ed i 25 cantoni e mezzi cantoni e la confederazione hanno così numerosissimi legislatori e centinaia di ministri, grossi e piccoli, tutti eletti, ognuno dei quali attende alle cose proprie, senza vedersi mai tra i piedi il prefetto, ossia la longa manus del ministro o governo più grosso, il quale insegni od ordini il modo di sbrigare le faccende proprie dei ministri più piccoli. Così pure si usa governare in Inghilterra, con altre formule di parrocchie, borghi, città, contee, regni e principati; così si fa negli Stati Uniti, nelle federazioni canadese, sudafricana, australiana e nella Nuova Zelanda. Nei paesi dove la democrazia non è una vana parola, la gente sbriga da sé le proprie faccende locali, senza attendere il la od il permesso dal governo centrale. Così si forma una classe politica numerosa, scelta per via di vagli ripetuti. Non è certo che il vaglio funzioni sempre a perfezione; ma prima di arrivare ad essere consigliere federale o nazionale in Svizzera, o di essere senatore o rappresentante nel congresso nord americano, bisogna essersi fatto conoscere per cariche coperte nei cantoni o negli stati; ed essersi guadagnato una qualche fama di esperto ed onesto amministratore. La classe politica non si forma da sé né è creata dal fiat di una elezione generale. Ma si costituisce lentamente dal basso; per scelta fatta da gente che conosce personalmente le persone alle quali delega la amministrazione delle cose locali piccole; e via via quelle delle cose nazionali od inter-statali più grosse. (Luigi Einaudi)

Lo schema elettorale della democrazia organica è piramidale dal basso. Il sistema è quello proporzionale normalmente usato oggi per le elezioni dei sindaci con ballottaggio se nessuno dei candidati supera il 50%.
Le candidature per l'amministrazione di quartiere non sottostanno ad impossibili raccolte firme che vanno solo a favore dei partiti di massa, ma ad un numero chiuso (ad esempio 10) nel quale si rientra innanzitutto per classifica a seconda di determinati parametri (primo dei quali l'età) qualora i candidati siano molti (fattore di cui i partiti dovranno tener conto nella scelta dei loro candidati), e una volta così ridotto il numero (ad esempio a 20), i 10 saranno determinati per gara in busta chiusa nella quale ad ottenere la candidatura saranno i 10 che chiederanno la cifra minore. In ogni caso vi sarà tale gara, poiché è con questo metodo che viene stabilito l'emolumento destinato all'amministratore; di conseguenza il voto avverrebbe anche in presenza di un solo candidato (con "no" o "si"), per dar modo agli elettori di approvare o rigettare la sua richiesta (in caso di rigetto si andrebbe a nuova votazione dove interesse del candidato sarebbe abbassare la cifra richiesta).
Per le camere vi sarà una ripartizione di fatto di competenze fra le due Camere (funzione politica alla camera amministrativo-politica e funzione economica a quella corporativa); il bilancio dello stato sarà votato solo dalla camera politica e non da quella corporativa (poiché essa ne potrebbe avere un conflitto d'interesse).

Parte amministrativa

Tra essi i cittadini di un quartiere eleggono l'amministratore di quartiere
I cittadini di un comune eleggono il sindaco tra gli amministratori di quartiere
Gli amministratori di quartiere eleggono il presidente provinciale tra i sindaci
I sindaci eleggono il governatore regionale tra i presidenti provinciali
I presidenti provinciali eleggono il presidente del consiglio tra i governatori regionali

eletto da tra sfiduciabile da candidabile a vota per
cittadini - - - amministratore di quartiere amministratore di quartiere (+ 16 anni)
sindaco (+ 25 anni)
amministratore di quartiere cittadini (+ 16 anni) cittadini (+ 25 anni) consiglieri di quartiere sindaco presidente provinciale (eccetto in città metropolitane)
sindaco metropolitano (in città metropolitane)
sindaco cittadini (+ 25 anni) amministratori di quartiere consiglieri comunali presidente provinciale (eccetto in città metropolitane)
sindaco metropolitano (in città metropolitane)
governatore regionale
sindaco metropolitano amministratori di quartiere dei comuni che compongono la città metropolitana sindaci dei comuni che compongono la città metropolitana consiglieri metropolitani presidente provinciale presidente del consiglio
presidente di provincia amministratori di quartiere sindaci
sindaci metropolitani
consiglieri provinciali governatore regionale presidente del consiglio
governatore di regione sindaci presidenti provinciali consiglieri regionali presidente del consiglio -
presidente del consiglio presidenti provinciali +
sindaci metropolitani
governatori regionali deputati della camera amministrativa - -


Stante la maggioritarietà netta di tale sistema nel caso ognuno avesse un singolo voto, per limitare la nettezza di tale maggioritarietà ogni grande elettore (non nei quartieri ma dal sindaco in sù, essendo i quartieri grossomodo tutti di grandezze simili) avrà invece un numero di voti commisurato agli abitanti del territorio che amministra (tipo un voto ogni 40.000 abitanti i sindaci, ogni 500.000 abitanti i presidenti provinciali e i sindaci metropolitani).
I presidenti e i consiglieri non hanno voce in capitolo sulla nomina degli assessori / ministri; i consiglieri e gli assessori / ministri non hanno voce in capitolo sulla nomina dei presidenti (perciò non sono i presidenti a formare la propria giunta / governo, ed essi non devono sottostare all'approvazione dei consigli / parlamenti come voto di fiducia). Non ci sono scadenze elettorali: il decadimento di presidenti e ministri / assessori avviene per sfiducia da parte dei rispettivi consiglieri secondo questo schema finalizzato a garantire la governabilità ma lasciando aperte le porte al ricambio: nel primo anno di mandato è necessario il 100% di sfiducianti; il 2° anno il 90%; il 3° anno l'80%, e via così. Alla sfiducia avviene una nuova votazione dove anche l'uscente può essere ricandidato; il conto dei voti di sfiducia ricomincia dall'inizio anche qualora gli elettori ritengano di confermare la fiducia al presidente uscente. In tutte le elezioni sarà previsto il ballottaggio tra i due candidati che abbiano preso il maggior numero di voti quando nessuno abbia superato la maggioranza assoluta nel primo turno; per ovvi motivi ciò non sussisterà nel caso della presenza di soli due candidati al primo turno (Trentino-Alto Adige, Umbria, Molise, Basilicata, comuni composti di due quartieri); farà eccezione il caso in cui vi siano due candidati più quello uscente, in cui non sarà previsto il ballottaggio ma basterà la maggioranza relativa pur essendo i candidati tre (la ragione è per favorire la possibilità di ricambio). Dove vi sono due soli candidati ovviamente non vi sarà ballottaggio; anche dove vi siano 2 candidati (comuni composti di due quartieri, regioni Trentino-Alto Adige, Umbria, Molise, Basilicata) più l'uscente, non sarà previsto il ballottaggio; dove vi sia un solo candidato la votazione avverrà comunque con "si" o "no" ed in caso di prevalenza dei "no" l'elezione dovrà ripetersi con la possibilità del candidato di modificare la propria richiesta economica. Nel momento in cui un politico viene eletto a ruolo superiore (o deceduto), per il ruolo lasciato vacante si svolge una nuova elezione nel caso del ruolo amministrativo e corporativo, mentre per il ruolo consiliare il posto viene preso automaticamente dal successivo nella lista elettorale delle ultime elezioni. Tra i ruoli amministrativo e corporativo, chi sfiduciato e non rieletto retrocede automaticamente al suo precedente ruolo spostando indietro tutta la catena amministrativa sotto di lui, ed i rispettivi computi per la sfiducia ricominciano partendo però non dal 100% ma dal 50%; le firme di sfiducia dell'organismo retrocesso vengono annullate; la possibilità di sfiducia passa al nuovo organismo (il computo temporale rimane invariato).
Gli organismi consiliari sono eletti tramite lo stesso sistema piramidale, ma a differenza di oggi hanno solo ruolo di valutazione dei bilanci (possono approvare o rigettare ogni spesa) e controllo sulle attività dei presidenti (le odierne "commissioni"), non sull'emanazione delle leggi che spetta solo ad assessori / ministri (limitatamente all'ambito della loro corporazione) e ai presidenti in maniera piramidale (cioè l'approvazione di una legge emessa dall'amministratore di quartiere spetta al sindaco e via così, per silenzio-assenso, che può anche estenderla a tutto il territorio da lui amministrato); così come per il parlamento nazionale, è da aspettarsi che di sedute plenarie se ne svolgano una decina all'anno. Organismi odierni quali la Corte dei Conti, il Consiglio di Stato, la Corte Costituzionale diverranno in pratica commissioni parlamentari, ognuna di 15 membri stabiliti dai partiti presenti nella camera consiliare.
L'elezione dei consiglieri di quartiere e comunali è col sistema proporzionale a lista bloccata (senza cioè voto di preferenza) progressiva nella quale debbano essere rispettati precisi contingenti (quote rosa, quote territoriali, quote linguistiche, ecc), con un numero massimo di candidati equivalente a tutti i seggi disponibili + un numero equivalente al massimo raggiungibile dai passaggi degli eletti agli enti superiori (quindi 50 ma è realistico che si accosti sui 25 al massimo); ovviamente sarà possibile anche un solo candidato, e non è necessaria la specifica di un partito (le candidature sono personali, il responsabile è il capolista, la designazione partitica può essere definita come referenza). L'elezione dei consiglieri metropolitani, provinciali, regionali, nazionali, è sempre col sistema proporzionale, ma con voto di preferenza; il numero di seggi sarà assegnato sulla base del risultato del partito, e l'assegnazione ai candidati di quella lista sulla base delle preferenze personali ottenute. I consiglieri di quartiere saranno 10 (o meno ove non vi siano abbastanza candidati), quelli comunali tra 10 e 20 a seconda degli abitanti del comune (su tutti i consiglieri quartierali), quelli provinciali tra 20 e 30 (su 50 tra tutti i consiglieri comunali), quelli regionali tra 30 e 50 (su 70 tra tutti i consiglieri provinciali), quelli nazionali 100 (su 180 tra tutti i consiglieri regionali). La riduzione dei candidati al numero massimo stabilito avverrà col sistema della gara d'appalto.
I consiglieri di quartiere sono 10 indipendentemente dal numero di abitanti; laddove non vi siano abbastanza candidati, il numero sarà quello disponibile; potrebbe anche non essercene alcuno.
In ogni elezione sarà garantito un eletto automaticamente per territorio, cioè, nel caso le due cose non coincidano, sarà eletto il candidato che abbia ottenuto il massimo numero di voti tra tutti quelli espressione di un dato territorio cui spetta di diritto un seggio anche qualora abbia ottenuto meno voti di un candidato cui non spetti un seggio territoriale (poiché già assegnato o non spettante):
Elezioni comunali: 1 per ogni quartiere per i comuni composti da meno di 10 quartieri; per i comuni composti da più di 10 quartieri è invece posto un limite massimo di 2 eletti per ogni quartiere
Elezioni provinciali: 1 per i comuni sopra i 20.000 abitanti ed in ogni caso per il capoluogo; 2 per quelli sopra i 40.000; 3 per quelli sopra i 100.000; 4 per quelli sopra i 200.000
Elezioni regionali: 1 per ogni provincia ed in ogni caso per quella capoluogo; 2 per quelle sopra i 300.000 abitanti; 3 per quelle sopra i 500.000 abitanti; 4 per quelle sopra 1.000.000 di abitanti
Elezioni nazionali: 2 per ogni regione; 3 per quelle sopra i 2.000.000 di abitanti; 4 per quelle sopra i 3.000.000 di abitanti; 5 per quelle sopra i 4.000.000 di abitanti; 6 per quelle sopra i 5.000.000 di abitanti

consiglieri comunali consiglieri metropolitani consiglieri provinciali consiglieri regionali
10 sotto 5.000
11 5-10.000
12 10-15.000
13 15-20.000
14 20-30.000
15 30-40.000
16 40-50.000
17 50-75.000
18 75-100.000
19 100-150.000
20 oltre 150.000 sotto 200.000
21 200-250.000
22 250-300.000
23 300-350.000
24 350-400.000
25 400-500.000
26 500-750.000
27 750-1.000.000
28 1.000.000-1.500.000
29 1.500.000-2.000.000
30 sopra 2.000.000 sotto 400.000
31 400-800.000
32 800.000-1.200.000
33 1.200-1.600.000
34 1.600-2.000.000
35 2.000-2.400.000
36 2.400-2.800.000
37 2.800-3.200.000
38 3.200-4.000.000
39 4.000-5.000.000
40 sopra i 5.000.000


I consiglieri nazionali sono 100.

Benché siano esautorati dal potere legislativo, hanno potere di sfiduciare il presidente e quindi in caso di emissione di leggi palesemente assurde hanno questa possibilità (sistema "fire-alarm oversight"). Tra il momento della sfiducia e la rielezione l'emissione di leggi è congelata e il presidente rimane in carica per gli affari correnti amministrativi.
I consigli saranno sfiduciabili dagli elettori, secondo la regola del decremento annuale delle firme necessarie; nel caso dei consigli di quartiere e comunali, essendo eletti dalla popolazione, il numero di firme necessario dovrà essere giocoforza minore, ma con cadenza di decremento più limitata, ad esempio il 60% degli elettori il primo anno, il 55% il secondo, il 50% il terzo, e via così; dal computo sarà tolto un numero base fisso di potenziali firme statisticamente fisiologiche in una massa ampia, tipo 100 (che saranno perciò influenti solo in ultima istanza e comunque in ogni caso il minimo necessario per la sfiducia anche quando azzerato il decremento percentuale). Le rielezioni dei consigli sono indipendenti da quelle dei presidenti, e quelle dei presidenti da quelle dei consigli; cioè l'uno può rimanere in carica anche quando sostituito l'altro; le elezioni non avvengono necessariamente in contemporanea. Il mandato non è vincolante. I presidenti non possono essere sostituiti o sfiduciati dal partito o dagli elettori, ma solo dai consiglieri con la sfiducia che rimanda a nuove elezioni. Ovviamente presumendo che la maggioranza almeno relativa dei consiglieri sia del suo partito, sarebbe comunque agevole sostituirlo tramite la sfiducia da parte dei suoi consiglieri.

eletto da tra sfiduciabile da candidabile a vota per
consigliere di quartiere (10) cittadini (+ 14 anni) cittadini cittadini (+ 25 anni) consigliere comunale (30 candidati) consiglieri metropolitani
consiglieri provinciali
consigliere comunale (10-20) cittadini (+ 21 anni) consiglieri di quartiere consiglieri di quartiere consigliere provinciale (40 candidati)
consigliere metropolitano (35 candidati)
consiglieri regionali
consigliere metropolitano (20-25) consiglieri di quartiere consiglieri comunali consiglieri comunali consigliere provinciale (40 candidati) consiglieri regionali
consigliere provinciale (20-30) consiglieri di quartiere consiglieri comunali
consiglieri metropolitani
consiglieri comunali
consiglieri metropolitani
consigliere regionale (60 candidati) deputati
consigliere regionale (30-40) consiglieri comunali consiglieri provinciali consiglieri provinciali deputato (180 candidati) -
deputato (100) consiglieri provinciali consiglieri regionali consiglieri regionali presidente della Repubblica -

Se ne deduce che non esisteranno più elezioni generalizzate di tutta la popolazione dello stato, ma singole elezioni localizzate dilazionate e a ciclo continuo (cioè in pratica ogni giorno ci saranno varie elezioni locali in qualche parte del paese), che renderanno la gestione molto semplice e per cui la loro organizzazione sarà affidata ad aziende private apposite, il cui onorario sarà pagato dagli erari degli enti che le commissionano su gara d'appalto. Ponendo in 10 i consiglieri di quartiere, i seggi sarebbero assegnati matematicamente così: 5-15% = 1; 15-25% = 2; 25-35% = 3; 35-45% = 4; 45-55% = 5; 55-65% = 6; 65-75% = 7; 75-85% = 8; 85-95% = 9; 95-100% = 10; tra il 5 ed il 15% il seggio sarebbe assegnato anche sotto il 5% al primo dei partiti che vanno a formare il residuo sotto il 5-15%, qualora appunto tale residuo sia formato da più vari partiti.
Nei comuni sotto i 5.000 abitanti (cioè quasi la metà di quelli italiani) la carica di sindaco e amministratore di quartiere coincideranno, ma è da aspettarsi che molti comuni si fonderanno, portandone il numero dagli attuali 8.000 circa a 6.000.
Per le città metropolitane gli amministratori di quartiere voteranno tra i sindaci il sindaco della città metropolitana, che sarà egli (e non i sindaci dei comuni metropolitani) candidato a presidente provinciale; a votare per il presidente di regione saranno però i sindaci comunali, non quello della città metropolitana; esso invece vota assieme ai presidenti provinciali per il presidente del consiglio.
Per la regione Valle d’Aosta, composta di una sola provincia, presidente regionale e presidente provinciale coincideranno: sarà eletto dagli amministratori di quartiere tra i sindaci, ma sarà eleggibile (oltre che elettore) a presidente del consiglio essendo già governatore di regione.
Probabilmente i risultati deriveranno dal compromesso tra il voto tendenziale al proprio referente territoriale e quello del proprio partito (che non necessariamente possono coincidere), quindi anche laddove vi siano due candidati stante l'assenza di ballottaggio anche in presenza dell'uscente come terzo candidato, non sarebbero a priori favoriti i candidati facenti riferimento a territori più popolosi (quindi potrebbe benissimo essere anche il presidente della provincia di Isernia ad essere eletto governatore del Molise).

Parte corporativa

Per l'amministrazione produttiva (corporativismo) si applica lo stesso sistema ma anziché agli abitanti dei territori, alle attività produttive:
I dipendenti ed i proprietari di un azienda eleggono il rappresentante politico della stessa (che non ha ruoli dirigenziali nella gestione dell'azienda ma solo di rappresentanza politica e di mediazione tra proprietà e dipendenti; i candidati non devono necessariamente essere dipendenti dell'azienda stessa)
I dipendenti ed i proprietari di tutte le aziende di una corporazione di un comune eleggono tra i rappresentanti politici aziendali quello comunale (cioè l'assessore comunale di quella corporazione; nel caso vi sia una sola azienda, il ruolo sarà automatico; nel caso non ve ne siano, non vi sarà assessorato; gli assessorati di tutte le corporazioni formano la "giunta")
I rappresentanti delle aziende di un comune eleggono tra gli assessori della loro corporazione comunale l'assessore provinciale
Gli assessori comunali eleggono tra quelli provinciali quello regionale
Gli assessori provinciali eleggono tra quelli regionali quello nazionale ovvero il ministro di quella corporazione

eletto da tra sfiduciabile da candidabile a vota per
rappresentante aziendale addetti dell'azienda addetti dell'azienda consiglieri aziendali assessore comunale assessore metropolitano
assessore provinciale
assessore comunale addetti delle aziende presenti nel comune rappresentanti aziendali consiglieri corporativi comunali assessore metropolitano
assessore provinciale
assessore regionale
assessore metropolitano rappresentanti aziendali assessori comunali consiglieri corporativi metropolitani assessore provinciale ministro
assessore provinciale rappresentanti aziendali assessori comunali
assessori metropolitani
consiglieri corporativi provinciali assessore regionale ministro
assessore regionale assessori comunali assessori provinciali consiglieri corporativi regionali ministro -
ministro assessori provinciali
assessori metropolitani
assessori regionali consiglieri corporativi nazionali (della seconda camera) - -

Anche qui non ci sono scadenze elettorali: il decadimento di assessori e ministri avviene per sfiducia da parte dei rispettivi consiglieri secondo questo schema finalizzato a garantire la governabilità ma lasciando aperte le porte al ricambio: nel primo anno di mandato è necessario il 100% di sfiducianti; il 2° anno il 90%; il 3° anno l'80%, e via così. Alla sfiducia avviene una nuova votazione dove anche l'uscente può essere ricandidato; il conto dei voti di sfiducia ricomincia dall'inizio anche qualora gli elettori ritengano di confermare la fiducia all'assessore uscente. Dove vi sono due soli candidati ovviamente non vi sarà ballottaggio; anche dove vi siano 2 candidati più l'uscente, non sarà previsto il ballottaggio; dove vi sia un solo candidato la votazione avverrà comunque con "si" o "no" ed in caso di prevalenza dei "no" l'elezione dovrà ripetersi con la possibilità del candidato di modificare la propria richiesta economica. ---------staff ecc ???? ------- Nel momento in cui un assessore viene eletto a ruolo superiore (o deceduto), per il ruolo lasciato vacante si svolge una nuova elezione, mentre per il ruolo consiliare il posto viene preso automaticamente dal successivo nella lista elettorale delle ultime elezioni. Tra gli assessori, chi sfiduciato e non rieletto retrocede automaticamente al suo precedente ruolo spostando indietro tutta la catena amministrativa sotto di lui, ed i rispettivi computi per la sfiducia ricominciano dall'inizio partendo però non dal 100% ma dal 50%; le firme di sfiducia dell'organismo retrocesso vengono annullate; la possibilità di sfiducia passa al nuovo organismo (il computo temporale rimane invariato). Gli organismi consiliari sono eletti tramite lo stesso sistema piramidale, ma a differenza di oggi hanno solo ruolo di valutazione dei bilanci (possono approvare o rigettare ogni spesa) e controllo sulle attività dei presidenti (le odierne "commissioni"), non sull'emanazione delle leggi che spetta solo ad assessori / ministri (limitatamente all'ambito della loro corporazione) e ai presidenti in maniera piramidale (cioè l'approvazione di una legge emessa dall'amministratore di quartiere spetta al sindaco e via così, per silenzio-assenso, che può anche estenderla a tutto il territorio da lui amministrato); così come per il parlamento nazionale, è da aspettarsi che di sedute plenarie se ne svolgano una decina all'anno. L'elezione dei consiglieri corporativi di quartiere e comunali è col sistema proporzionale a lista bloccata (senza cioè voto di preferenza) progressiva nella quale debbano essere rispettati precisi contingenti (quote rosa, quote territoriali, quote linguistiche, ecc), con un numero massimo di candidati equivalente a tutti i seggi disponibili + un numero equivalente al massimo raggiungibile dai passaggi degli eletti agli enti superiori. Per quanto riguarda gli organismi consiliari vale lo stesso discorso di quelli amministrativi, ma probabilmente il loro consiglio sussisterà in effetti in modo permanente solo a livello nazionale (ovvero a livello locale fungeranno solo da eleggibili ed elettori, e sfiducianti del loro assessore, sussistendo sugli assessori già il controllo da parte del presidente dell'ente e relativo consiglio), dove quello corporativo viene quindi a rappresentare la seconda camera; i consiglieri saranno 5 (per questa ragione, un maggioritario molto spinto, saranno probabilmente espressione di generici sindacati piuttosto che di specifici partiti) per corporazione in ogni livello (si ricordi che essi effettuano solo attività sporadiche), quindi a livello nazionale (camera corporativa) saranno in totale 150.

eletto da tra sfiduciabile da candidabile a vota per
consigliere aziendale addetti dell'azienda addetti dell'azienda addetti dell'azienda consigliere corporativo comunale consigliere corporativo provinciale
consigliere corporativo metropolitano
consigliere corporativo comunale addetti delle aziende consiglieri aziendali consiglieri aziendali consigliere corporativo metropolitano
consigliere corporativo provinciale
consigliere corporativo regionale
consigliere corporativo metropolitano consiglieri aziendali consiglieri corporativi comunali consiglieri corporativi comunali consigliere corporativo provinciale consigliere corporativo nazionale
consigliere corporativo provinciale consiglieri aziendali consiglieri corporativi comunali
consiglieri corporativi metropolitani
consiglieri corporativi comunali
consiglieri corporativi metropolitani
consigliere corporativo regionale consigliere corporativo nazionale
consigliere corporativo regionale consiglieri corporativi comunali consiglieri corporativi provinciali consiglieri corporativi provinciali consigliere corporativo nazionale -
consigliere corporativo nazionale (seconda camera) consiglieri corporativi provinciali consiglieri corporativi regionali consiglieri corporativi regionali - -

Anche in questo caso la maggior attività consisterà in commissioni, in particolare per quanto riguarda la camera corporativa il Cnel, il Cipe, la Consob, l'Enac, e le altre autorità indipendenti verranno ad essere commissioni parlamentari della camera corporativa (quindi saranno composti ognuno di 28 membri, uno per corporazione). Se ne ricava che tale sistema permetterebbe l'affidamento ad istituzioni personalmente interessate degli organismi interministeriali dedicati quali il Cnel e il Cipe, ed altre sovrastrutture oggi incaricate di fungere da contrappesi al potere (Consiglio di Stato, Corte Costituzionale, Corte dei Conti, ecc). Il meccanismo della sfiducia agli assessori è lo stesso di quello per i presidenti. Così come per la parte amministrativa, anche in quella corporativa ogni grande elettore avrà un numero di voti commisurato al numero dei dipendenti dell'azienda o della somma degli addetti delle aziende presenti nel territorio cui è riferito. Nelle elezioni aziendali la proprietà (“shareholders”) avrà un totale di 20 voti (in caso di più soci la scelta di voto sarà decisa con elezioni primarie), in modo che tendenzialmente nelle aziende più piccole il rappresentante politico sarà espressione più della proprietà, mentre in quelle più grandi più dei dipendenti (“stakeholders”), dovendo comunque mantenere una condotta super-partes che è il suo ruolo.


Presidenza della Repubblica

In caso di scelta per un sistema presidenzialistico, il ruolo di presidente della Repubblica e quello di presidente del consiglio coincideranno in un unica persona. In caso di scelta di un sistema non presidenziale il presidente della Repubblica è eletto da tutti i presidenti amministrativi (quartierale, comunale, metropolitano, provinciale, regionale, nazionale) tra i consiglieri nazionali (deputati), tra i 20 che ricoprono la carica da più tempo (a parità, a seconda dell'inizio della carriera ovvero elezione ad amministratore di quartiere, o per età); il presidente del consiglio avrà 100 voti, quelli regionali 10. Al ballottaggio votano solo i presidenti amministrativi metropolitano, provinciale, regionale (5 voti), nazionale (10 voti). La sua prerogativa principale è di avere l'ultima voce sulle eventuali diatribe tra altri amministratori; in assenza di diatribe non può intervenire (cioè le leggi non sono sottoposte necessariamente alla sua approvazione). Essendo la formazione e revoca del parlamento e la nomina e revoca del presidente del consiglio sottoposte ad altri meccanismi (avente come fine la separazione dei poteri), non ha potere di sciogliere il parlamento né di nominare e rimuovere il presidente del consiglio. Tra le altre prerogative vi è quella di indire referendum (proprio in relazione alle diatribe, qualora ritenesse di non poter prendere una decisione la affiderebbe al voto popolare), che non sarà possibile indire per altre vie a causa degli effetti deleteri che tale istituto ha mostrato avere nel corso della storia italiana, quindi per eliminare l'oclocrazia; l'indizione di referendum dovrà avere l'approvazione anche delle camere e del presidente del consiglio. Anche per il Presidente della Repubblica non ci sono scadenze, il decadimento avviene per sfiducia da parte o della camera amministrativa o di quella corporativa secondo il consueto schema: nel primo anno di mandato è necessario il 100% di sfiducianti; il 2° anno il 90%; il 3° anno l'80%, e via così. Alla sfiducia avviene una nuova votazione dove anche l'uscente può essere ricandidato. Nel caso di sfiducia, egli ritorna deputato.


Finanziamento

Il finanziamento dell'amministrazione pubblica avviene con due sistemi diversi:
Per quello amministrativo, i candidati presidenti devono presentare in busta chiusa prima delle elezioni la somma totale annua o mensile che richiedono, comprensiva delle spese per lo staff, e quella e solo quella sarà; non esisterà più in nessun caso il concetto di mettere in conto nel bilancio pubblico le spese personali anche se determinate dallo svolgimento del ruolo. Qualora in corso d'opera un amministratore pubblico ravvisasse la cifra come insufficiente (ovvero finisse i fondi prima del compimento dell’anno), l'unica possibilità per l'amministratore sarebbe la dimissione e nuove elezioni (alle quali, ricandidato, potrà presentare richiesta di una cifra maggiore, rischiando però di non essere rieletto).
A pagarla agli amministratori di quartiere saranno i cittadini del quartiere automaticamente tramite detrazione da parte dell'erario quartierale della cifra dal reddito di cittadinanza (perciò la cifra chiesta potrà essere influente sul voto, e quindi tenderà ad essere chiesta la più bassa possibile).
A pagarla al sindaco saranno gli amministratori di quartiere.
A pagarla ai presidenti provinciali saranno i sindaci.
A pagarla ai governatori regionali saranno i presidenti provinciali.
A pagarla al presidente del consiglio saranno i governatori regionali.
Di conseguenza l'amministratore di quartiere, che sta alla base di ciò, nello stabilire la cifra da chiedere dovrà valutare questo versamento piramidale che dovrà fare al sindaco (e che anche in questo caso potrebbe influire sul voto).
Gli organismi consiliari non ricevono soldi pubblici, essendo il concetto di consiglio incompatibile con un pagamento da parte dell'organismo controllato; ovviamente nulla impedisce che a pagarli siano i loro partiti.
A finanziare le attività di partiti e sindacati saranno i propri eletti del sistema amministrativo (poiché non ci sarà finanziamento pubblico diretto), e non il contrario come avviene oggi, per cui, sempre nelle cifre da chiedere all'atto della candidatura, i candidati dovranno tener conto anche di questo. Ai politici eletti spetterà la scelta e il pagamento del proprio staff, e quindi a completare tutto l’apparato amministrativo pubblico; è da presumersi che il loro staff diretto consista in 10 persone tutt'al più, mentre tutto il restante verrà affidato ad aziende gestionali private mediante gara d'appalto. In questo modo si verrà ad eliminare la mastodonticità dell’apparato burocratico pubblico, essendo gli amministratori eletti personalmente interessati a ridurne gli organici al minimo indispensabile: lo staff personale dovendolo pagare di tasca propria, e l'apparato burocratico (pur pagato dall'erario territoriale) essendo sottoposto a gara d'appalto e quindi al ribasso. Per questi motivi verrà a stabilirsi un sistema tipo "americano" "winner-take-all" ("chi vince prende tutto") anche per evitare sabotaggi e boicottaggi politici e di potere. Nel quantificare la cifra, essi terranno presente che qualunque servizio personale (staff, scorta, viaggi, alberghi, ristoranti, cinema) sarà a loro intero carico per tutta la durata del mandato, e che a loro volta dovranno finanziare il loro superiore eletto (con spesa diversa a seconda di quanto chiesto dai collegi superiori), ovviamente diversa a seconda di quanto corrisposto dai collegi inferiori. Quindi baseranno la cifra richiesta anche su queste prospettive di spesa.

Per quanto riguarda invece la parte corporativa, il percorso finanziario è inverso:
Premettendo che le corporazioni avranno un bilancio ("portafoglio") distinto ricevendo l'imposta corporativa stabilita in percentuale (approssimativa poiché stabilita da ogni corporazione) sulla somma degli altri due tipi di imposta (statale fissa e comunale di licenza) mediante la quale, agendo da sostituti d'imposta (ovvero avendo funzione ausiliaria volta all’attuazione della potestà impositiva cioè “potere esattivo”), ogni corporazione dovrà versare all'erario una certa cifra (mediamente 5-10 miliardi per ognuna delle 21 corporazioni produttive), ed il cui residuo sarà il bilancio spendibile per le attività della corporazione, per cui è spontaneo che vi saranno corporazioni in attivo (quelle produttive) che quindi verseranno le cifre derivate dalle imposte allo stato, mentre quelle assistenziali saranno autonome, e di quelle improduttive (difesa, polizia, giustizia) solo quella difesa riceverà soldi direttamente dallo stato, vi sarà in tutte un residuo da tali movimenti (l'esubero tra entrate e uscite), che sarà il loro bilancio spendibile per l'amministrazione interna, di conseguenza sarà il ministro a cedere il suo surplus agli assessori regionali, quelli regionali a quelli provinciali, quelli provinciali a quelli comunali, quelli comunali a quelli aziendali (anche se probabilmente quest'ultimo passaggio sarà comunque minimo e non sempre possibile dalle disponibilità, ed andrà non alla persona ma al suo sindacato di riferimento, facendo quindi dell'amministrazione aziendale un attività gratuita volontaria a meno che il sindacato gliene lasci una parte), per cui sul breve periodo le variazioni di entrate alle casse corporative influiranno solamente su tale percorso (e dalle casse statali su quello verso gli enti locali), determinando con ciò anche la tendenza sui risultati elettorali (ovvero a votare o non sfiduciare chi sulla base delle cifre affluite in basso si sia dimostrato più virtuoso e capace).
Anche in questo caso gli organismi consiliari non sono retribuiti, se non dal sindacato stesso (che come visto riceve i suoi introiti anche dal deflusso corporativo dall'alto).


Le corporazioni:

"Lo stato, infine, non ha più bisogno di controllare e d’intervenire dall’esterno, ed è sempre presente per il fatto stesso che la corporazione è un suo organo ed è un organo che s’innesta nell’organismo attraverso il Consiglio nazionale delle corporazioni. Lo stato non entra più come giudice conciliatore o come impresa di salvataggio, ma è la realtà stessa della corporazione vista nel sistema nazionale" (Ugo Spirito)

Produttive:
Agricoltura
Zootecnia e pesca
Alimentazione
Abbigliamento e tessile
Siderurgia e metallurgia
Meccanica e manifattura
Chimica
Elettronica
Informatica e ingegneria
Energia e acqua
Edilizia e lavori pubblici
Industrie estrattive
Arredamento, vetro, ceramica, legno, carta, ed editoria
Comunicazioni e informazione
Trasporti
Spettacolo e sport
Ospitalità e ristorazione
Professioni e servizi
Arti
Previdenza assicurativa - Risparmio e credito
Commercio

Autonome:
Sanità
Istruzione, cultura, e ricerca
Amministrazione pubblica
Manodopera


Improduttive:
Pubblica sicurezza
Difesa
Giustizia

------spostare tutto sulle varie voci sotto -------- Un azienda che si occupi di più settori di una filiera ("integrazione verticale") starà nella corporazione che riguardi il livello a monte, ovvero la produzione. Esempio: un azienda che produce scarpe sarà nella corporazione “abbigliamento”, un negozio che venda scarpe sarà nella corporazione “commercio”; nel caso l’azienda espleti entrambe le attività sarà inserita nella corporazione “abbigliamento” ma pagando le imposte per entrambe. In assenza di precisi parametri (aziende conglomerali) voterà per tutte le corporazioni a cui fa riferimento e dovrà pagare le imposte per esse.
Un azienda che produca elettrodomestici potrà optare tra “meccanica” ed “elettronica” a seconda del tipo di elettrodomestici prodotti (“meccanica” per quelli pesanti, “elettronica” per quelli leggeri).
Gli artigiani del vetro e della ceramica saranno nella corporazione “Arti”, mentre le industrie che producono lastre di vetro e sanitari in ceramica in quella “Arredamento, vetro, ceramica, legno, carta, ed editoria”. L’appartenenza ad una corporazione non sottostarà alla mansione svolta all’interno di un azienda, ma all’attività esplicata dall’azienda; esempio: un cuoco della mensa di un azienda meccanica starà nella corporazione “meccanica”, non “ospitalità e ristorazione” (a meno che non sia parte di un azienda in appalto); ovviamente potranno esistere libere associazioni trasversali di categorie, indipendenti dal meccanismo corporativo (confcommercio, confindustria, ecc). Nei giornali il settore tipografico e quello giornalistico potrebbero decidere di stare in due diverse corporazioni (“Arredamento, vetro, ceramica, legno, carta, ed editoria” e “Comunicazioni e informazione”).
Ruolo delle corporazioni è anche la sicurtà in relazione alla fissazione delle imposte, ad esempio in tema di cataclismi naturali (tipo grandine nell'agricoltura, o terremoti): ogni azienda è assicurata automaticamente dalla corporazione (senza spese per l'azienda) della cifra necessaria al pagamento delle imposte (dovendo essere pagate in ogni caso non essendo legate ai redditi), evitando perciò il fallimento ad aziende colpite da eventi non imputabili al loro valore. Nelle corporazioni autonome l'autonomia significa che le imposte che le aziende pagano restano all'interno della corporazione e quindi non vi è un flusso allo Stato.

Agricoltura


Zootecnia e pesca


Alimentazione


Abbigliamento e tessile


Siderurgia e metallurgia


Meccanica e manifattura


Chimica


Elettronica


Informatica e ingegneria


Energia e acqua


Edilizia e lavori pubblici


Industrie estrattive


Arredamento, vetro, ceramica, legno, carta, ed editoria


Comunicazioni e informazione


Trasporti


Spettacolo e sport


Ospitalità e ristorazione


Professioni e servizi

----------- barbieri, idraulici, elettricisti, pompieri, pozzi neri -------

Arti


Previdenza assicurativa - Risparmio e credito

----commercialisti qui -----

Commercio


Corporazioni autonome

Sanità

Per quanto riguarda gli ospedali il meccanismo è lo stesso, gli ospedali grandi pagheranno imposte che finanzieranno quelli piccoli, con la differenza che quelli non dotati di pronto soccorso e di un reparto gratuito di osservazione (corrispondente a minimo 1 / 10 di posti letto totali) per quanto riguarda quelli grandi pagheranno cifre ancora maggiori, mentre quelli piccoli non riceveranno finanziamenti interni. Essendo l'imposta sulle licenze finalizzata anche ad indirizzarne la distribuzione territoriale, ad essa saranno sottoposte anche le aziende delle corporazioni sanità e istruzione.

Istruzione, cultura, e ricerca


Amministrazione pubblica


Manodopera

Alla corporazione manodopera saranno iscritti tutti coloro che non abbiano un diploma di scuola superiore (che saranno chiamate corporative) ovvero una specializzazione corporativa, indipendentemente da quale attività lavorativa esplichino; però anche la corporazione manodopera avrà la relativa scuola superiore ed università, avente come prospettiva professionale la carriera sindacale. Il ministro e gli assessori della corporazione manodopera (ovvero il ministro del lavoro) saranno eletti dagli iscritti a tale corporazione col normale metodo piramidale.

Corporazioni improduttive

"Lo Stato ci dia una polizia, che salvi i galantuomini dai furfanti, una giustizia bene organizzata, un esercito pronto per tutte le eventualità, una politica estera intonata alle necessità nazionali. Tutto il resto, e non escludendo nemmeno la scuola secondaria, deve rientrare nell'attività privata dell'individuo" (Benito Mussolini)

Anche apparato giudiziario, polizia, ed esercito seguono le stesse regole corporative di tutti gli altri ambiti, quindi i relativi ministri derivano dal sistema elettivo piramidale dalla base (ma non le gerarchie interne, dall'alto come oggi). -----gerarchie locali anche per essi --------------

Pubblica sicurezza

Organizzazione significa come organizzare per esempio il servizio di polizia: puoi andare da un poliziotto per ogni abitazione a una centrale ogni tot abitanti con una pattuglia che gira per il quartiere. Sono due costi nettamente diversi. Ora, siccome ogni individuo è chiamato a contribuire, ciascuno valuterà l'efficienza della polizia in base alle sue aspettative e rispetto a quanto versato all'erario. Per dire, il riccone riterrà insufficiente la pattuglia e pagherà un extra per farsi i vigilantes privati. Le forze di polizia si baseranno sugli enti locali (grossomodo sarà l'unica competenza diretta di province, regioni, e piccoli comuni, e una delle poche residue dei comuni più grandi), cioè ogni ente locale avrà la sua polizia (i comuni piccoli in consorzio tra loro) con compiti distinti, ovvero a quelle degli enti inferiori sarà affidato più un compito sul territorio mentre a quelle superiori un compito più investigativo (quella di stato sul tipo dell'americano Fbi). Alla base ci sarà il poliziotto di quartiere coi relativi ausiliari del traffico presi dai lavori a regia (quello che Renzi chiama "lavoro di cittadinanza"). I quartieri potranno affidarsi anche a polizie private (probabilmente lo faranno i quartieri più altolocati). I carabinieri non saranno parte della corporazione di polizia ma di quella della difesa, ovvero saranno (come dovrebbero essere pure oggi, in teoria) parte dell'esercito dislocata sul territorio per la difesa dello stesso, l'unico collegamento con le altre forze di polizia sarà che saranno sottoposti a livello provinciale al coordinamento logistico da parte del questore (che non è parte della corporazione di polizia ma del ministero dell'interno sotto i prefetti regionali), ma pur sempre al comando del proprio comandante militare. Ai carabinieri verrà quindi riservato il compito più "basso" di controllo del territorio (in particolare il servizio notturno), mentre i loro attuali compiti investigativi e specialistici saranno accentrati solo negli organismi oggi appositamente dedicati (tipo il ris) in una sezione staccata. Questo perché non ha senso avere più forze di polizia aventi gli stessi identici compiti, ma casomai suddividerli in modo da sgravare alcune da funzioni ridondanti e sovrapposte. Le polizie specialistiche (ferroviaria, stradale, portuale, ecc) stante la privatizzazione dei relativi enti, sarebbero affidate da essi a istituti di vigilanza privata. Ovviamente si comprenderà come tale sistema (con alla base il poliziotto di quartiere e l'affidamento della maggior parte del servizio sul territorio ai carabinieri) porti una notevole riduzione del complessivo apparato di polizia amministrato direttamente dal settore pubblico. --------------polizia statale multa regioni ---- polizia regionale multa province ----- polizia provinciale multa comuni ----- polizia comunale multa quartieri ----- solo poliziotti di quartiere multa cittadini -------- carabinieri???? ------

Difesa

Anche l'esercito si baserà sul riservismo (suddiviso in attivo e inattivo) e un nucleo formato da un esercito professionale ridotto al minimo indispensabile, un sistema difensivo a cerchi concentrici insomma (carabinieri-esercito professionale-riservisti attivi-riservisti inattivi-richiamabili-difesa locale). Benché a molti possa sembrare irreale in quella che gli antifascisti definiscono agiograficamente l'epoca della pace 70ennale, le Forze Armate sono l'istituzione fondamentale per la sovranità di uno stato; diversamente si diventa servi del più forte, fuori non se ne esce per quanto ci si voglia dichiarare unilateralmente pacifisti. Il passato insegna che la storia si può ripetere. Il periodo più bellicoso della storia è stato quello successivo alla guerra che avrebbe dovuto mettere fine a tutte le guerre. L'Italia poi ha sofferto molto per il passaggio di prepotenti eserciti stranieri. Ma la memoria a senso unico l'omette. Avere Forze armate robuste per un paese come l'Italia non significa essere guerrafondai o non amare la pace: esse garantiscono la vera sicurezza esterna ed interna e sono strumento indispensabile per la sovranità di uno stato che voglia mantenersi indipendente. ----- si vota per residenza e non per luogo di impiego ------ ci sono o no assessori???? -------

Giustizia

------ avvocati in questa -------- La giustizia si baserà sull'affidamento delle cause civili ai difensori civici con ruolo conciliatore, le cui sentenze saranno sotto forma di arbitrato, per cui le preture mandamentali fungeranno da "appello" ai loro arbitrati. Il pretore è eletto dai difensori civici tra loro. Difensori civici e pretori sono pagati solo dal cittadino che intenta la causa, indipendentemente da chi la vinca. Questo metterà un freno agli squilibrati che intentano sofistiche cause solo per il misantropico gusto che evidentemente provano nell'infastidire il prossimo.
La qualifica di giudice così come per prefetti e ambasciatori seguirà ad un percorso carrieristico. I pubblici ministeri saranno avvocati che di volta in volta potranno fungere da difensori o accusatori (ma non tutti i difensori saranno autorizzati a fungere da accusatori, solo in seguito ad un percorso carrieristico), aventi a loro disposizione la polizia giudiziaria. Per entrambi il grado successivo di carriera è quello di giudice ordinario. A coordinare i giudici (assegnare le cause, ecc) vi sarà come oggi il presidente del tribunale, senza gerarchie di potere; difatti gli eletti corporativi saranno come per tutto il restante sistema corporativo solo rappresentanti politici, non superiori gerarchici. Come già detto, il questore sarà anche procuratore della Repubblica ovvero coordinatore (anche in questo caso non superiore gerarchico) dei pubblici ministeri come "parte civile" per conto del "popolo italiano", mentre il prefetto (divenuto regionale) sarà Magistrato di sorveglianza e presidente (anche in questo caso non nel senso di superiore gerarchico ma di coordinatore) del TAR. I pubblici ministeri riceveranno dal ministero dell'interno un fisso (tipo 100 euro per il tribunale ordinario e 1.000 per la corte d'assise) più un tot (ad esempio 500 fino ai 10 anni e 300 per gli ulteriori) per ogni anno comminato dai giudici all'imputato, più 50 euro per ogni 100 euro di sanzione pecuniaria comminata. Per questo motivo sarà abolito l'ergastolo e sostituito dall'estensione delle pene fino a 50 anni comminabili. A pagare il tribunale giudicante sarà sempre chi intenta la causa, sia esso un cittadino o il ministero dell'interno "in nome del popolo italiano" rappresentato dai pubblici ministeri, o un amministratore locale nel caso del TAR. I prezzi per un processo saranno fissati a livello nazionale a seconda di tribunale ordinario o corte d'assise, corte d'appello, cassazione, TAR, pretura. Ciò farà si che verranno intentate solo le cause sulle quali si ritenga ne valga davvero la pena. Al presidente della Repubblica spetterà come oggi il potere di grazia. ------carceri sotto corporazione polizia??? --------- garante detenuti: parlamentare ------- giurie popolari composte da consiglieri pubblici: 1 regionale, 2 provinciali, resto comunali di quella provincia -------- magistrato di sorveglianza: prefetto -------- Anche il sistema penitenziario sarebbe privatizzato, pagato mediante la detrazione dell'ultimo residuo del reddito di cittadinanza (che si presume non servire più a chi incarcerato, se non in minima parte); per via della diversa impostazione penale (descritta nella pagina sul reddito di cittadinanza) i detenuti si ridurrebbero notevolmente rispetto ad oggi, e quelli definitivi accentrati in apposite città penali (per cui il numero di carceri circondariali verrebbe a ridursi almeno di 9/10). Ai condannati verranno comminate multe a seconda della pena (tipo 1.000 euro ogni anno di pena) che andranno all'erario. Il loro reddito di cittadinanza invece verrà ceduto al carcere come mantenimento. -----------qui???----- Dal reddito di cittadinanza potranno essere detratte automaticamente le multe dagli enti che le emettono, con cadenza rateale massima di 100 euro al mese, eccetto verso chi solitamente non lo ritira (ai quali verrà inviato classico bollettino); le spese del sistema giudiziario verranno colmate con tale metodo (ragion per cui la sanzione economica prenderà piede come pena alternativa al carcere per i reati minori). --------- Indipendentemente dalla pena temporale comminata, essa potrà considerarsi espiata solo al pagamento di tale multa, per cui anche una volta scaduta la pena carceraria continuerà fino all'avvenuto pagamento (si tenga conto che ciò riguarderà solo i reati più gravi per via della diversa impostazione del codice penale). Le pene per reati amministrativi e finanziari (corruzione, bancarotta, evasione fiscale, ecc) saranno ridimensionate (per via di altri meccanismi tesi al loro impedimento) e in ossequio al decentramento funzionale delegate alla giustizia interna dei vari organismi, aziendale, consorziale, corporativo, amministrativo, ecc. Il sistema giudiziario sarà perciò suddiviso per competenze: nazionale, affidato a corporazione giustizia - interno, affidato a corporazioni, consorzi, aziende, amministrazioni pubbliche, qualora il reato riguardi solo il loro interno. Uscirà in quello nazionale solo qualora una delle parti si appelli alla sentenza interna. Solo quella nazionale può imporre l'arresto. Generalmente le pene sottostaranno ad aumento progressivo ad ogni condanna (per cui sarà punita la caratura criminale e depenalizzati gli eventi vicissitudinari), ed a riduzione al minimo della discrezionalità dei giudici (la quale è tipicamente fonte di ingiustizie) sostituita da regole UGUALI PER TUTTI. Sarà di conseguenza rifiutato sotto ogni punto di vista ed in ogni ambito l'aberrante concetto di "common law", secondo il quale ciascuna sentenza emessa da un giudice crea un precedente e un riferimento per la risoluzione dei casi analoghi che emergeranno in seguito, per cui la decisione discrezionale (perché nella maggior parte dei casi parlare di "errore" è fuorviante, casomai di "dolo") di un giudice finisce con il compromettere il buon senso anche in sentenze successive.
Garante dei diritti e della difesa legale dei cittadini sarà un avvocato di riferimento di quartiere (ruolo ottenuto per appalto come per altri servizi quartierali) come "difensore civico" che verrà a sostituire il gratuito patrocinio nei processi (ovviamente chiunque potrà rivolgersi a pagamento anche ad altri avvocati); suo ruolo sarà anche quello di gestire per conto dei cittadini le contestazioni su multe (il cui giudice sarà come oggi il prefetto, ma come presidente del TAR delegando le cause ai relativi giudici sottoposti) e le cause presso il TAR, ed intervenire in ogni situazione come ad esempio nelle perquisizioni ai cittadini del suo quartiere da parte delle forze di polizia e nei controlli sulle attività produttive da parte delle autorità preposte (comprese quelle da parte del poliziotto di quartiere). Gli avvocati saranno nella corporazione giustizia, non in quella professioni. --------------qui capitolo polizia-giustizia-difesa--- e corporazioni autonome ---?????-------------- vedere servizi segreti inglobati in carabinieri------

Ministeri non corporativi

Oltre ai ministeri corporativi che seguono le regole descritte sussisteranno i ministeri non corporativi dell'interno (comprende sviluppo e coesione territoriale), degli esteri, dell'ambiente (e del territorio), finanze (comprende lavori pubblici, infrastrutture, politiche sociali), seguenti altri meccanismi. ----- gerarchie locali anche per essi --------
I vari ministeri verranno sostituiti ed assorbiti dalla corporazione concernente il relativo ambito (ad esempio quello del lavoro dalla corporazione manodopera), facendo di questo un sistema tecnocratico (e non plutocratico, poiché tale sistema fa si che gli eletti non possano far riferimento alla sola proprietà).
Il ministro della difesa sarà l'eletto dalla catena corporativa, mentre i quattro comandanti al vertice delle armi saranno da lui nominati, e da essi i relativi gradi gerarchici inferiori. In questa corporazione (così come in quella di pubblica sicurezza e giustizia) gli eletti non coincidono con le gerarchie di comando che sono invece stabilite dall'alto; ma a stabilirle in effetti, essendo a partire dal relativo ministro, è il basso con la possibilità di sfiducia nel caso di scelte giudicate inappropriate dai rappresentanti corporativi.
A livello locale gli assessorati per gli ambiti di competenza dei ministeri non corporativi (in particolare ambiente e bilancio) sono ricoperti dai presidenti degli enti, che possono delegarle. Tutti sono sfiduciabili dai rispettivi elettori.

Ministero dell'interno

Data la creazione della corporazione di pubblica sicurezza, tale compito sarà tolto al ministero dell'interno, che fungerà solo da coordinamento dei prefetti, a loro volta coordinatori dei questori, prevedendo l'abolizione dei ruoli dei prefetti come intesi oggi, ceduti al questore che verrà a rappresentare il coordinatore provinciale tra le varie forze di polizia (centrale operativa e centralino unico) nonché il controllore da parte della collettività sul loro operato (il suo staff comprenderà l'attuale digos). E' inutile abolire prefetti e questori se poi comunque a qualcuno devono andare le loro funzioni. Casomai appunto si riuniranno in un unica figura tutte le funzioni complementari. Il questore sarà anche procuratore della Repubblica ovvero coordinatore dei pubblici ministeri come "parte civile" per conto del "popolo italiano". Ruolo dei prefetti è verificare il rispetto della costituzione nelle legislazioni e della loro estensione organica, il coordinamento dei questori, dei servizi segreti (accorpati ed inglobati nei carabinieri), e assumerà le funzioni di magistrato di sorveglianza e presidente del TAR. Il questore è nominato e rimosso dal prefetto tra gli agenti digos; il prefetto è nominato e rimosso dal ministro dell'interno tra i questori; il ministro dell'interno è eletto dalla camera tra i prefetti.

Ministero degli esteri

Gli ambasciatori sono nominati e rimossi dal ministro per classifica secondo determinati parametri (carriera diplomatica); il ministro è eletto dalla camera tra gli ambasciatori.

Ministero dell'ambiente

Il ministro dell'ambiente e del territorio sarà eletto dai deputati tra loro.

Ministero delle finanze

Il ministro delle finanze sarà eletto dai consiglieri nazionali della camera amministrativa tra quelli della camera corporativa; la sfiducia avviene da parte dei ministri corporativi secondo il solito schema.

Altri organismi

Tutti i vari organi, enti, comitati interministeriali, autorità indipendenti, pubblici registri, archivi, repertori, albi, agenzie, aziende autonome, cancellerie, garanti, intendenze, ispettorati, provveditorati, commissioni e istituti di vigilanza, ecc, diverrebbero parte delle relative corporazioni riguardanti il loro ambito di competenza ("decentramento funzionale"). Le partecipazioni pubbliche sarebbero vendute sul mercato (privatizzazione).

Spesa pubblica

Per i conti pubblici destinati al finanziamento di opere pubbliche la distribuzione è opposta rispetto a quello dell'amministrazione, dall’alto al basso: lo Stato versa il suo esubero sui conti correnti delle varie regioni, le regioni alle province, l'erogazione dalle province ai comuni va ad aggiungersi alle imposte comunali sulle licenze e sugli immobili, e dai comuni ai difensori civici, i quali potranno con il ricevuto ammortizzare la tassa personale riducendola ai cittadini, oppure migliorare il servizio offerto. Le modifiche al sistema fiscale determineranno l'abolizione di tutti gli organismi attualmente incaricati alla loro riscossione e gestione; tutti gli organismi di controllo sulle attività sarebbero accentrati nell'attuale guardia di finanza, che per questo scopo verrà mantenuta, come organo di polizia del ministero delle finanze, così come sarebbero accentrati tutti gli organismi di controllo sulla gestione ambientale nella guardia forestale organo di polizia del ministero dell'ambiente; assieme alle altre modifiche nel sistema economico (ad esempio l'inesigibilità legale di crediti non garantiti materialmente) ciò determinerà la chiusura di organismi incaricati dei prelievi coatti tipo equitalia. ------- modificare: Responsabili della gestione delle imposte diverranno gli organismi corporativi locali, personalmente interessati dato che al pagamento delle imposte è legata la ripartizione delle stesse e quindi l'entità per ciascuna azienda e il residuo per le attività della corporazione stessa e per i sindacati. ------- Generalmente in tutti gli ambiti i controlli del rispetto delle regole sarebbero affidati automaticamente ad organismi privati o collettivi (ovvero consorzi e corporazioni) direttamente interessati, anziché a quelli pubblici come oggi, disinteressati e quindi suscettibili di corruzione. Le spese pubbliche (appalti, manutenzione, finanziamento a servizi ed arti, borse di studio, ecc) statali e locali essendo imprevedibili non sono comprese nelle cifre richieste dai presidenti (che riguardano solo il loro emolumento e quello per il loro staff che è poco variabile), ma sottostaranno ad approvazione da parte degli organismi consiliari e messe a bilancio in aggiunta alla cifra fissa (per cui le detrazioni dai redditi di cittadinanza sarebbero comunque variabili); lo Stato verserà le cifre esuberanti dalle sue spese complessive (si tenga conto che lo stato sarebbe praticamente esente da spese per lavori pubblici, affidati tutti agli enti locali, e come spesa pubblica oltre al reddito di cittadinanza avrebbe solo i finanziamenti ad esercito e borse di studio) alle regioni per numero di abitanti -------vedere: ----- ma secondo uno schema a gabbia a causa della tendenziale differenza di reddito pro capite tra varie zone dello Stato, la redistribuzione dallo Stato alle regioni, pur tesa anche a riequilibrare sussidiariamente le differenze lasciate aperte dal sopravvenuto decentramento degli erari (“federalismo fiscale”), potrà non essere identica ma suddivisa in tre zone: nord, centro, sud. La differenza di redistribuzione perequativa sarà comunque minima (100-96-92) tenendo conto dell'equità territoriale derivante dal modo in cui saranno organizzate le imposte; dalle regioni alle province, queste ai comuni (che ricevono anche parte di imposte dalle aziende), e questi ai quartieri.---- fino qui vedere --------
Questo sistema adeguerà l'effettivo reddito di cittadinanza al costo della vita a seconda delle zone in maniera quasi perfetta, poiché la conseguenza sarebbe che in quelle dove il costo della vita è maggiore la detrazione sarà minore e dove esso è minore la detrazione sarà maggiore (per via della differente contribuzione pubblica derivante dalle imposte alle aziende agli enti locali). In tal modo nei quartieri più virtuosi dei comuni più virtuosi delle province più virtuose delle regioni più virtuose potrà capitare che non solo non vi siano detrazioni dal reddito di cittadinanza, ma perfino una "zonta" quartierale. Le medesime spese --------quali????----------- per quanto riguarda lo stato invece saranno effettuate tramite l'erario.
Risulta chiaro che nella prospettiva elettorale i presidenti chiederanno la cifra minore possibile (per "accountability", cioè il rendere conto all'elettorato di quello che si è fatto). Facendo un analisi ponderata, probabilmente lo Stato (tolto il reddito di cittadinanza ma sempre oscillante a seconda di quanto sarà l’avanzo del periodo) cederà alle regioni una percentuale gravitante attorno all’80% del resto della sua entrata fiscale, ma su una somma totale iniziale almeno del 30% inferiore ad oggi come abbiamo visto nella parte sulle modifiche fiscali, e perdipiù sostituite le entrate soprattutto da quelle dei quartieri, e le spese pubbliche accollate soprattutto ad essi; in generale le norme sia fiscali che amministrative proposte in tema di enti locali si possono definire “federalismo quartierale” ovvero basato sui quartieri anziché sulle regioni. Difatti i compiti di Stato, regioni, province, e comuni saranno molto diminuiti; le regioni a statuto speciale abolite (dato che l’autonomia sarà praticamente diffusa a tutte le regioni, ed anche maggiore di quella delle attuali regioni a statuto speciale).

Pubblica amministrazione

Nella pubblica amministrazione (l'unico ambito dove si possano stabilire precise regole sul lavoro, essendo il soggetto che le emette lo stesso che deve rispettarle e che ha interesse a farlo) si dovrebbe tendere ad attuare regolamenti tesi a "dare l'esempio", soprattutto sugli orari, ovvero partendo dal livello più basso della carriera pubblica cioè segretaria di amministratore di quartiere si dovrà stabilire un orario massimo uguale per tutte e molto basso, tipo 2 ore al giorno, al cui crescere di grado (promozione) cresca l'orario ma sempre senza mai superare le 6 ore al giorno (agli eletti essendo equiparabili a liberi professionisti non sarebbe possibile imporre un limite di orario). Da un rapido calcolo si può dedurre che per portare avanti l'intera amministrazione del paese solo per quanto riguarda la pubblica amministrazione (politici + impiegati) con questo sistema sarebbero necessarie 300.000 persone in meno rispetto all'attuale dal lato politico (inteso come attività totalizzante), e dal lato impiegatizio almeno in 3.000.000 in meno, ma non si esplicherebbe in una diminuzione di personale (quindi nessuno di essi sarà licenziato) ma in una riduzione degli orari di lavoro (come appena visto).
Riforma dell'amministrazione fondata sulla teoria dell'atto pubblico non amministrativo, sulla netta separazione della responsabilità politica da quella amministrativa che diviene personale e sulla sostituzione del principio del silenzio-rifiuto con quello del silenzio-assenso (inderogabilmente necessaria per via del nuovo sistema legislativo). Eliminazione della babele negli organigrammi della pubblica amministrazione con classificazione gerarchica unica dei gradi di carriera, alla cui base di accesso alla carriera la qualifica di segretaria di amministratore di quartiere nominata discrezionalmente dallo stesso (con il presupposto fondamentale del possesso del diploma scolastico della corporazione "amministrazione pubblica" e residenza stabile nel quartiere). L'amministrazione pubblica non pretendiamo renderla parificata al privato, ma l'inamovibilità va in qualche modo limitata, in particolare sarà prevista più la retrocessione al posto precedente che il licenziamento vero e proprio per cui solo l'ultimo gradino dell'organigramma cioè l'amministratore di quartiere potrà licenziare come iter finale delle retrocessioni. -----schema organigramma burocratico --------

--------cancellare e lasciare solo su altra pagina --------Il reddito di cittadinanza potrà essere usato a garanzia di prestito bancario solo fino alla cifra di 50 euro mensili (detraibili coattivamente in forma automatica dall'istituto bancario dalla scadenza del contratto), ragion per cui in un prestito basato solo su esso come garanzia l'istituto bancario considererà tale somma massima nella somma da prestare (in un arco di 10 anni 6.000 euro quindi, ad esempio).-------fino a qui-------

Scuola

Per quanto riguarda le scuole, oltre una certa metratura (scuole molto grandi) pagheranno un tot per ulteriore mq, tale imposta dovrà essere calcolata sulla base delle necessità finanziarie della corporazione comprensive del finanziamento alle scuole più piccole: a partire da una metratura minima compatibile con l'attività scolastica, mettiamo 10 mq riceveranno dalla corporazione una cifra massima di 10.000 euro annui, calante all'aumento dei mq fino ad azzerarsi al raggiungimento di una certa metratura, tipo 200 mq; per le residue eventuali esigenze potranno essere gli enti locali ad effettuare un finanziamento. Dal calcolo della metratura delle scuole piccole sono esentate le aree scoperte, che invece sono comprese nel calcolo di quelle grandi. ----------Le scuole sono di proprietà privata e di competenza della corporazione Istruzione, cultura, e ricerca, ma in quelle superiori e nelle università gli esami sono tenuti da incaricati della corporazione relativa a quell'ambito di studio. Alcune scuole superiori potranno essere di ----- di più corporazioni, con eventuali materie specifiche di ogni classe. Per alcuni ambiti professionali sarà necessario il diploma di due scuole superiori (ad esempio polizia + amministrazione pubblica per la carriera prefettizia; polizia + Previdenza assicurativa - Risparmio e credito per la guardia di finanza).------------
Il sistema scolastico andrebbe riformato in maniera radicale, intanto bisognerebbe dopo la terza media introdurre un biennio suddiviso tra tematica umanistico-artistica e tecnico-scientifica, poiché a 15 anni non si è ancora in grado di fare un scelta precisa, a cui seguono 3 anni di superiori nelle quali ogni corporazione ha la sua scuola (le corporazioni sarebbero 28) e dove si insegni SOLO la materia inerente quel tipo di corporazione e non cose che non servono a nulla (che si presume essere state acquisite quanto basta nel corso del precedente biennio generico, tipo musica a chi vuole studiare chimica per fare un esempio). Data la maggior flessibilità richiesta dal mercato del lavoro i 2 anni generici sono necessari per consentire questa maggior preparazione generica, oltreché per favorire la continuità scolastica a chi altrimenti vi avrebbe rinunciato (quindi in sostituzione degli istituti professionali dedicati). Per chi ha conseguito un diploma superiore sarà possibile ottenere una seconda specializzazione in un corso accelerato di un anno.
La privatizzazione delle scuole tra gli altri aspetti efficientistici contiene anche quello che permetterebbe la scomparsa del concetto di numero chiuso, dato che essendo private basano sulla legge domanda-offerta i loro prezzi. Per ovviare alle disparità ci sarebbero le borse di studio per i più meritevoli, in maniera molto più estesa che oggi. La corporazione istruzione e cultura sarà finanziariamente autonoma con un sistema redistributivo interno realizzato in modo da non far gravare eccessivamente su iscritti ed enti locali le piccole scuole site in località isolate. L'uniformamento delle gerarchie scolastiche con l'abolizione degli Ipsia non comporterà un abbandono scolastico, poichè ovviamente poi qualunque istituto privato potrà tenere corsi anche senza che debbano avere valore legale.
Le borse di studio non saranno sottoposte ad obblighi, ma saranno un mero premio teso ad incentivare il miglioramento culturale, ovvero chi le riceve non sarà obbligato ad usarle per iscriversi a scuole più costose (per quanto sia implicito che permetteranno di farlo); tenendo conto che la tariffa di una scuola deve essere uguale per tutti i suoi studenti, le borse di studio probabilmente andranno a coprire solo parzialmente la tariffa di listino della scuola prescelta dallo studente, mentre la cifra che esuberi non verrà fornita in più. Potendo usufruire di una somma potenzialmente maggiore a quella di cui potrebbe disporre da sé, sarà spronato a cercare la scuola migliore, anche se lontana dalla sua città. Sarà di stimolo all’accentramento sul tipo dei “college” americani. A partire dalle scuole elementari saranno inferiori sia come numero che come cifre per crescere col grado scolastico (circa il 5% di coperti alle elementari, fino al 90% alle superiori), per arrivare a cifre rilevanti per i master di ricerca post-universitari e continuare indefinitamente per i partecipanti a percorsi di ricerca (che saranno finanziati pubblicamente solo in questo modo). Le borse di studio non saranno finanziate dalle corporazioni (poiché potrebbero trovarsi in conflitto d'interesse) ma dall'erario e dagli enti locali. Le borse di studio pubbliche saranno a fondo perduto, mentre probabilmente gli istituti bancari saranno propensi a concedere prestiti mirati a tal scopo, sulla convenienza dell'erogazione in base alle prospettive di garanzia di restituzione, in pratica nella forma di una scommessa sul successo del finanziamento ovvero sulle capacità del finanziato. ---------vedere : ----------Per incentivare ciò sarà permesso il prestito anche ai minori di 18 anni verso i quali lo stato garantirà i prestiti ricevuti fino a 10.000 euro in caso di decesso prima della restituzione, in questo modo le banche saranno più propense a concedere prestiti ai minori fino a tale cifra utili sia per l'iscrizione alla scuola sia per spese sanitarie dei soggetti, senza pesare crudelmente sui parenti dopo il decesso.--------------- Le borse di studio, contingentate, basate sui voti scolastici e finalizzate all’instradamento delle specializzazioni sulle previsioni di tendenza delle necessità produttive (il “mercato del lavoro”), avranno lo scopo di pianificare i corsi sulla base delle previsioni delle capacità di assorbimento di ogni specializzazione da parte del mondo del lavoro, per instradare gli studenti verso un istruzione finalizzata ai settori lavorativi prevedibilmente più recettivi, prima di tutto tramite test di accesso: ad ogni facoltà sono riservati una quantità di borse di studio di una determinata cifra per ente locale; per le facoltà da incentivare i posti per le cifre più alte sono maggiori, viceversa per quelle da disincentivare. Anche le scuole superiori e le università come azienda faranno parte della corporazione istruzione cultura e ricerca ma gli esami saranno tenuti da delegati inviati dalle relative corporazioni; i professori autorizzati all'insegnamento saranno sottoposti all'approvazione della corporazione. L'iscrizione alle corporazioni (ovvero l'inserimento nella lista del centro per l'impiego sotto quella corporazione) avviene automaticamente al termine della relativa scuola superiore. Per chi non termina la scuola superiore è prevista al compimento dei 18 anni l'iscrizione alla corporazione "manodopera" che dà diritto al voto per tale corporazione il cui vertice nazionale equivale al ministero del lavoro. Non votano perciò per la corporazione nella quale trovano effettivo impiego. All’uscita dalla scuola le persone saranno inserite in una lista disponibile (tramite le corporazioni) alle aziende, elencante tutte le qualifiche (scuola frequentata, voto scolastico), nell'equivalente dell'odierno ufficio di collocamento. Stante ciò, assieme ai concetti espressi in altre parti del testo, la disoccupazione involontaria sarebbe ridotta a mera questione temporanea, e sarebbe eliminato il malcostume tipicamente italiano delle mansioni “assegnate” in maniera pressoché casuale anziché secondo le attitudini personali, in quanto nessuno avrà più necessità di “raccomandazioni” particolari o di raccattare per disperazione il primo posto che trova.

Collocamento

Ad esempio sul lavoro i controlli sarebbero interesse diretto dei centri per l'impiego (che sarebbero consorzi delle agenzie interinali, non più enti della provincia quindi, allo stesso modo per cui le motorizzazioni saranno i consorzi delle scuole guida) poiché essendo la classificazione in liste soggetta ad un pagamento a seconda del posizionamento in classifica (per favorire i primi ovvero i disoccupati da più tempo; solo per il primo in lista la cifra sarebbe 0), l'assunzione diretta non dichiarata (che per via della totale assenza di obblighi è resa inutile) determinerebbe il mancato guadagno da parte dei centri per l'impiego. Medesimo interesse lo avrebbero i sindacati, essendo le assunzioni sottoposte alla loro intermediazione per evitare (essendo abolite le leggi sul lavoro) che soggetti deboli vengano assunti a condizioni inaccettabili; la scelta del sindacato al quale far riferimento come intermediario equivarrebbe ad un iscrizione implicita (che non implica il dover poi votare per i suoi candidati essendo il voto segreto), quindi i sindacati sarebbero direttamente interessati, e tenderebbero a non acconsentire a contratti iniqui in un senso o nell'altro, poiché ciò li danneggerebbe dal punto di vista elettorale. Come si può comprendere, rappresenterebbe la scomparsa del concetto stesso di "lavoro sommerso". L'assunzione abusiva sarà comunque sottoposta ad una sanzione, equivalente a 10 volte la cifra prevista dal centro per l'impiego per l'assunzione di quella specifica persona secondo il suo posizionamento in classifica; sia chiaro che l'unico scopo dell'inquadramento in classifiche a tariffa è per favorire i disoccupati da più tempo e la relativa sanzione per la violazione è di garantire il rispetto della classifica ovvero il vantaggio acquisito dal disoccupato nel corso del tempo.
Oltre al posizionamento in lista, a supplementi sarebbe sottoposta l'assunzione al di fuori del quartiere, comune, provincia, regione, e di non appartenenti alla stessa corporazione (eccezion fatta per la corporazione manodopera, esente). Dal primo posto in lista si verrebbe tolti (per essere inseriti in quella dei lavori sociali di quartiere) dopo una settimana di permanenza (si presume che la permanenza ai primi posti sia già stata lunga quando si raggiunge il primo) nel caso la lista sia più lunga di 10 (in modo da permettere anche agli altri di avanzare), mentre se è meno lunga si rimane al primo finché la lista si allunga oltre i 10, ma non per più di un mese. Man mano che si sale verso il primo posto la cifra da pagare al centro per l'impiego diminuisce fino ad azzerarsi al primo posto, favorendo con ciò chi è in lista da più tempo. L'accesso alla lista è per data di iscrizione, tutti gli iscritti in uno stesso giorno saranno classificati per data di nascita (prima i più anziani), poiché è da presumere un iscrizione in massa ogni anno al termine delle scuole (e relativo esaurimento delle liste poco prima). Questo metodo non può rappresentare l'equivalente di un accisa sulle assunzioni, poiché le aziende hanno la possibilità di assumere a zero spesa il primo in lista della loro corporazione (o di quella "manodopera") del loro quartiere; se scelgono uno più in basso pagando è quindi solo loro scelta; il pagamento dovrà essere effettuato dopo 5 giorni di prova, non sarà necessario qualora il lavoratore fosse restituito entro i 5 giorni (e questa regola fungerà da caposaldo del lavoro temporaneo). L'intermediazione sindacale non è sottoposta a pagamenti da nessuna delle due parti: i sindacati ne hanno un interesse solamente dal punto di vista dell'immagine. Dato il venir meno di conflittualità sociali ed essendo i dipendenti legalmente considerati alla stregua di “liberi professionisti” e quindi potendo essere licenziati in qualunque momento anche senza alcuna motivazione, la capacità contrattativa dei sindacati sarebbe conseguentemente irrilevante a livello collettivo (mentre invece lo sarà a livello singolo come abbiamo appena visto). Perciò gli scioperi non ci sarà più alcuna necessità di regolamentarli, essendo resi inutili non potendo apportare alcun vantaggio a chi li attua.
La manodopera potrà riunirsi in cooperative.

tutto questo -------, ma sarebbe avversato da quelli che avrebbero la possibilità di realizzarlo, quelli che comandano, perché gli toglierebbe il potere. , il potere che gli deriva dall'intrico di inefficienza.

«...un programma che potrebbe essere immediatamente realizzato come programma di governo» (Henri De Man, L’idea socialista, Bernard Grasset, Parigi 1935)


Reddito di cittadinanza