Raimondo Tono (Anolf) “denuncia”
l’eccessiva lentezza della burocrazia
In fila dalle sei per ottenere una risposta
«La legge Bossi-Fini è nel caos, il sistema operativo in tilt», «Vogliamo il diritto all'unità familiare», «Siamo lavoratori non ostaggi», questi alcuni slogan ripetuti a gran voce ieri dagli immigrati che hanno presidiato pacificamente la Prefettura, in piazza della Libertà, per protestare contro la sanatoria che ha stabilito norme per la regolarizzazione e quote per la permanenza degli stranieri in Italia. L'iniziativa organizzata dalle tre confederazioni sindacali, da Anolf, Centro di ascolto, Gus e Arci fa parte di campagna di mobilitazione che culminerà il 24 e 25 febbraio davanti al ministero del Lavoro.
«Da due mesi sono stati regolarizzati poche centinaia di persone — dice Raimondo Tono (Anolf) — rispetto alle 3.400 domande pervenute da tutta la provincia. Troppa lentezza burocratica. File normalizzatili di immigrati già alle sei del mattino in coda per avere una risposta. Siamo al limite del paradosso — sbotta — qui ci sono situazioni vicino alla schiavitù: dipendenti extracomunitari ai quali, in prospettiva della regolarizzazione, è stato dimezzato lo stipendio; rifugiati politici che in attesa del rilascio del permesso di soggiorno hanno avuto il foglio di espulsione pur avendo un regolare contratto di lavoro». E’ accaduto anche a Gasi Fatam, 26 anni, del Kosovo, che ha chiesto asilo politico: vive a Macerata dal '99 e lavora come carpentiere a Tolentino con un contratto a tempo indeterminato, ma il suo permesso di soggiorno è scaduto il 30 giugno 2002 e il 17 dicembre gli hanno notificato il foglio di espulsione. Farà ricorso. ...................................................................Alicia Battisti, 38enne di Santo Domingo vive a Macerata e aspetta invano il foglio di soggiorno. Da tre anni si arrangia assistendo anziani, riesce a racimolare 600 euro al mese, ne spende 160 di affitto per un stanza.
A. G.



Il Resto del Carlino 9 febbraio 2003
MACERATA — Tempi troppo lunghi per la regolarizzazione degli immigrati. Per questo un'ottantina di loro ieri mattina hanno manifestato davanti alla Prefettura, come avvenuto in tutte le province italiane. «Ci vuole un anno per essere messi in regola», spiega Matteo Pintucci, della Cgil, che ha curato la manifestazione assieme a Samy Kounon, della Cisl. «In questo periodo di attesa e di precarietà, gli immigrati si trovano in difficoltà con i datori di lavoro. Anche perché molti non sanno che, anche se perdono il posto, hanno comunque sei mesi di tempo per trovare una nuova occupazione e mettersi in regola».
L'iter burocratico comunque è molto complesso e basta un errore di trascrizione di una lettera del nome sui documenti per ingarbugliare ancora di più il completamento della pratica. In Prefettura, comunque, i sindacalisti hanno sottolineato che Macerata stia lavorando meglio che altrove. «Il numero di pratiche svolte qui è superiore alla media nazionale. E inoltre — dice ancora Pintucci — stiamo cercando di far partire subito il tavolo di coordinamento per l'immigrazione con Ufficio del lavoro, Prefettura, Questura, sindacati e patronati; altrove neppure si parla del tavolo di coordinamento, che pure è imposto dalla legge per trattare in maniera organica i diversi problemi dell'immigrazione».
La manifestazione è servita comunque a sollevare la questione, nel tentativo di fare quanto possibile per facilitare le pratiche di regolarizzazione per chi ne ha diritto.
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