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 La storia


 

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Era l'anno 1977 quando una microspia Fm di "Nuova Elettronica" fu convertita in trasmettitore "potentissimo" con cui irradiare, alla stregua di Guglielmo Marconi  (era anche il nome della strada) il primo segnale radio, modulato dalla voce di Elton John  con "Sorry seems to be the hardest word". Non aveva un nome, nessuno tranne noi (Camillo e Franco) poteva captarlo poiché il segnale moriva nel bidone d'immondizia posto sotto casa nostra..... eppure l'entusiasmo era alle stelle! Da quel giorno un pallino fisso... aumentare la potenza e la stabilità di un oscillatore libero. Ricerca di mercato e di soldi per approdare al primo eccitatore quarzato di 1 watt della ditta Lora (freq. 96.900 Mhz.) e la prima antennona a quattro dipoli chiusi della CTE, alta 10 mt. e installata sul tetto di casa ed  i primi borbottii di mamma e papà che vedevano quell'enorme ammasso di alluminio sopra i nostri tetti, con i tiranti proiettati in tutte le direzioni.

Bisognava costruire gli studi di trasmissione... semplice!

Tagliammo gli alberi del giardino, mandarini, limoni etc.. e armati di tanta volontà diventammo muratori (il povero papà avrà avuto tanta pazienza nell'assecondarci in queste nostre richieste di aiuto fisico).

Costruiti gli studi (tre mini-stanze), iniziammo finalmente e ufficialmente le trasmissioni: era il marzo del 1978, mese in cui l'Italia stava vivendo il dramma del rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Stavamo vivendo la nostra adolescenza in un triste momento storico, pieno di incertezze sociali e politiche. Da qui, anche la decisione di adottare un nome che non avesse nessun riferimento a luoghi, tendenze politiche o etichette varie, ma solo all'insegna della musica e del fascino che la Sfinge riusciva a comunicarci, mistero nel mistero del nuovo mondo che si stava aprendo ai nostri occhi. Era il 21 marzo 1978, era la primavera della nostra fantastica avventura - stava nascendo Teleradio Sfinge.

Seconda fase: installazione del ripetitore su monte San Michele a Maddaloni e copertura di gran parte della provincia di Caserta sulla frequenza 102.900 Mhz. Memorabili furono i viaggi con la Dyane di Tonino alla ricerca dell'onda radio che sembrava non scomparire mai; in attesa di collegare il ponte radio, mandammo in onda una cassetta continua con "born to be alive" che ci assordò per giorni interi. Sembrava un sogno, la radio si sentiva anche dietro le montagne, sulla riva del mare, dietro i cespugli; eravamo veramente soddisfatti di quel trasmettitore di 200w e di quell'antenna da 144 mhz modificata per la banda Fm.  I programmi andavano a pieno regime, c'era un avvicendamento continuo di persone per coprire le 24 ore di trasmissioni. La radio andava a gonfie vele con un altissimo indice d'ascolto perché si avvertiva l'energia sprigionata da tutte le parti. La qualità della musica era eccellente, ben presto passammo alla stereofonia, non accettammo compromessi di nessun genere, la nostra era pura passione...........

Ecco i  nomi  di coloro i quali hanno tremato e sudato davanti al microfono e poi riprenderò con la storia.

Avete visto quanti siamo stati? Mi sfuggono altri nomi, ma col tempo ricostruirò tutto.

Mi rendo conto che non è semplice riassumere un periodo così lungo a distanza di oltre 16 anni, tante sono le vicende vissute che mi affollano la memoria. Fortunatamente dopo tanto tempo si è assopita la rabbia per quella legge che ci ha tolto lo spirito hobbistico musico-sociale. La realtà di un ambiente che offre pochissimo, è tornata a sovrastare dopo la parentesi in cui avevamo creato un'opportunità di aggregazione e, purtroppo adesso, le stesse frequenze di allora sono occupate da potenti network nazionali.

C'est la vie !!!!

Chi ha visto il film    di Ligabue?

Tanti episodi ci hanno accomunato, ma è stato soprattutto la gioia di arrivare nelle case di tante persone con le quali non avresti mai potuto parlare, di ricercare l'onda radio in mezzo alla campagna, di alzare un palo d'antenna di 12 metri, di tarare un trasmettitore che si starava continuamente, di conoscere tante ragazze che ti sognavi di conoscere, di comunicare le tue emozioni attraverso la musica, di pagare la Siae, di distruggere la tua creatura dietro l'ordine di chi ha il potere di importelo...............

Del resto chi ha fatto un'esperienza radiofonica capisce profondamente tali sensazioni.

Il 1979 fu un anno fortunato e intenso: (la nostra energia era maggiore di quella elettromagnetica irradiata dalle antenne). Facevamo la colletta per comprare i dischi e andammo fino a Trani presso Radio Trani International dove Max  l'amico di Gennaro, ci fornì delle ultime novità disco-mix. Pernottammo negli studi e qualcuno dormì sdraiato, come un salame, sul banco di trasmissione. Fu l'anno in cui giungemmo al terzo posto nella classifica nazionale delle radio più votate, gara promossa dai settimanali "Il monello" e "Ragazza in". Il primo risultò un ragazzo di Milano di nome Claudio Cecchetto. La piccola differenza era forse chi  c'era alle nostre spalle e che nel mio paese, la ridente Macerata Campania (Caserta), l'unico manager che poteva sostenerci, effettivamente ci sostenne ma con cambiali da pagare ogni fine mese.

Simpatico fu pure il gemellaggio con  "Teleradio Caserta" con la quale, per un certo periodo, provammo a fare trasmissioni notturne trasmettendo lo stesso programma con un'interconnessione di frequenze e radioascoltatori.

In quel periodo il nostro ripetitore Elpro, irradiava il segnale da Caserta Vecchia ed era ubicato nel giardino del ristorante  "Da Teresa" (dopo di noi in quello spazio spuntarono tante antenne che sembrava una giungla d'alluminio).

In effetti il primo ripetitore lo installammo su monte San Michele (Maddaloni), ma qualche invidioso gli diede fuoco (incominciai a capire che davamo fastidio a qualcuno, avevo 21 anni e non inquadrai l'ambiente in cui vivevo). Quel trasmettitore lo stavamo ancora pagando a rate (eravamo andati fino a Firenze, dalla P.T.E elettronica per acquistarlo).

Nel 1980 giungemmo al quinto posto nella stessa competizione nazionale riproposta dai due settimanali, a conferma che effettivamente era tanta la gente che ci ascoltava. Tra alti e bassi, tra gioie e problemi superammo i dieci anni di trasmissione. Particolare fu la vicenda con la Siae, una commedia tragico-comica, stupisco ancora oggi, che vide un blitz dei Carabinieri del mio paese, i quali su ordine del tizio Siae, fecero irruzione nello studio di trasmissione, facendo venire un colpo ad Annamaria che stava conducendo il suo simpatico programma "Sfinge Stereo Italia", e sequestrarono una quarantina di cassette C3 (durata 3 minuti) con spot pubblicitari adducendo ad un reato (inesistente) di duplicazione di cassette. Morale della favola, era scattato il ricatto psico-economico che ne scaturiva dai sigilli che ebbero il coraggio di apporre al mixer, ai due piatti e alla piastra di registrazione. Nei giorni seguenti passammo al contrattacco mandando in onda, da un'altra piastra, un messaggio che spiegava ai radioascoltatori l'improvvisa mancanza di musica. Ecco il secondo blitz e sequestro della cassetta C3 a ciclo continuo che ancora custodisco come ricordo.

Qui di seguito, l'articolo apparso sul giornale "Nuove Antenne" del Settembre 1989, scritto dal giornalista Mario Albanesi.

Un altro episodio che ricordo con simpatia, adesso, fu quello di una multa della polizia postale che ci accusò di disturbi su frequenze militari, multa che dovetti pagare anche se il trasmettitore che disturbava era quello di una radio di Portico di Caserta che stava provando un suo ponte radio su una montagna che sovrasta Caserta e aveva scelto la nostra musica per fare il test dell'audio, non avendo ancora pronto il collegamento dagli studi (un caro pensiero a Lorenzo non più tra noi).

Ogni tanto saltava qualche transistor o si esaurivano le valvole  Eimac 4cx250b e noi di corsa su in montagna a sostituirle; capitava anche di improvvisare delle spedizioni, in pieno inverno, per rialzare l'antenna che qualche bufera di vento aveva buttato giù.

La nostra musica era presente 24/24h.

Nei successivi anni trasmettemmo regolarmente senza interruzioni, instaurando una indissolubile simbiosi con i radioascoltatori che, spesso, erano coinvolti nella nostra attività.

Nulla di avverso trapelava, eravamo all'oscuro che qualcuno, da qualche parte d'Italia, stesse definendo il nostro destino, qualcuno che voleva rendere impossibile la vita alle piccole radio. La nostra era "piccola" ma "libera" per scelta economica, poiché il nostro interesse era solo la musica intesa come educazione, cultura di altri generi musicali oltre quelli semplici e redditizi "commerciali".

Il 1990 fu l'anno in cui Radio Sfinge, come migliaia di altre radio, dovette allinearsi alle richieste della "legge" Mammì per il rilascio delle concessioni alle radio censite nei vari ambiti (locali e nazionali).

Da allora si è scatenato il finimondo dell'etere FM, la lotta del potere e dell'intrallazzo. Non avrei mai immaginato, con i miei principi da credulone, che lo Stato in cui credevo e credo, mi creasse uno scompenso emotivo così grande che ancora oggi, anno 2006, porto dentro e non riesco ad accettare.

Come Radio Sfinge, migliaia di altre radio sono finite nel "cimitero" della legge Mammì; se ognuno potesse gridare la propria delusione, nascerebbe il più potente network italiano, dalle Alpi a Lampedusa.

Il danno sociale è enorme per tutti, soprattutto per chi vive nei piccoli centri, dove l'informazione locale è soppressa, dove l'opportunità di aggregazione è minima, dove anche 100 watt di potenza di un trasmettitore posto su di un palazzo sarebbero bastati per comunicare e per garantire, al bisogno, un appello di pubblica utilità, una ricerca, un aiuto (come abbiamo fatto anche noi in occasione del terremoto del 1980).

A cosa serve sentire, su tutta la banda "limitata" FM, i network che arrivano da Milano o Roma o Napoli o Subasio, su più frequenze, con potenze assurde tali da inquinarti anche il cervello? Sento che ormai è tutto inutile, ci hanno mangiato anche le briciole; solo Internet mi sta dando la possibilità di comunicare liberamente, di informarmi liberamente e di capire di non essere il solo a provare queste cose.

Per la fine della storia cliccare su "La fine".

Per il momento il sito è in continuo e lento aggiornamento perché, compatibilmente con la mia attuale vita, voglio archiviare online tutto il materiale in mio possesso, al fine di condividere tutti i momenti della radio, fino all'ultimo ricordo.

 Camillo