APPUNTI SUI CAMBIACOLORI (da aggiornare)
Ho di recente avuto
l'occasione di confrontare alcuni cambiacolori grazie
all'interessamento di Ennio "Ginger" Fanton, della Globos
di Padova. Ecco il mio punto di vista sul proiettore "Par Color"
della ditta Teclumen.
Il Parcolor è
uno dei pochi proiettori che impiegano la sintesi additiva. In un
contenitore che per forma e dimensioni ricorda i PAR tradizionali
sono riusciti ad inserire tre sorgenti luminose comprese di parabola
e relativi filtri dicroci, l'elettronica di controllo ed un sistema
di ventilazione forzata. Sul retro alloggia un display che visualizza
il canale DMX di ricezione, l'ingresso ed uscita DMX ed tre pulsanti
per vari settaggi (canale di ricezione, possibilità di
ricevere i comandi per la regolazione dei colori su tre canali
indipendenti, uno per colore oppure su un unico canale con i colori
regolati in maniera sequenziale, funzionamento in "stand
alone"). Il peso dell'apparecchio è contenuto (circa 4.5
Kg, quanto un normale QPS), come pure il prezzo che lo rende un
apparecchio molto concorrenziale. L'assenza di parti meccaniche ne
fanno della robustezza una nota di merito.
Il principio sul quale
funziona è appunto quello della "sintesi additiva".
Tre lampade da 575 W (HPL 575 della OSRAM, vedi
qui alcuni
commenti in merito) alloggiate nelle proprie parabole sono schermate
da filtri dicroici dei colori primari: rosso, verde e blu. Regolando
la luminosità di ognuna di queste, le luci colorate emesse si
sommano dando origine ad un'ampia gamma di colori. Con le tre lampade
accese al massimo si ottiene il bianco.
Quando ho avuto
l'occasione di testarlo mi ha colpito negativamente la forma poco
omogenea del fascio luminoso proiettato. Ho regolato i tre canali RGB
al massimo (che colore ne scaturiva, secondo voi?) per misurarne
l'intensità luminosa ed ho notato che in alcune zone si notava
un cambiamento di tonalità cromatica. In pratica la luce
proiettata aveva alcune zone leggermente più verdastre, altre
più gialle ecc. Nell'impossibilità di collimare su ogni
distanza le tre sorgenti è comunque logico che in alcune zone
la luce acquisti la dominante della lampada che in quel punto
sviluppa più delle altre la propria energia. Per evitare
questo problema è di recente stato immesso sul mercato un
accessorio in vetro temperato da inserire sulla bocca di uscita del
proiettore. Sembra una grossa lente con una faccia corrugata per
mescolare meglio la luce, una specie di morbido frost che migliora
notevolmente l'uniformità di emissione a scapito però
della luminosità.
L'illuminamento
misurato senza schermo diffusore, a 10 metri è di circa 130
lux. Il fascio, a questa distanza, misura poco più di 5 m di
diametro.
In conclusione lo considero un proiettore conveniente,
in relazione agli usi per i quali viene acquistato. Difficilmente lo
vedrò in teatro, dove a causa della scarsa omogeneità
del fascio luminoso e della impossibilità a controllarne il
diametro e la forma non verrebbe nemmeno preso in considerazione. I
services che si occupano di allestire concerti e discoteche, meno
interessati alla "pulizia" del fascio luminoso, potrebbero
godere della robustezza ed alla praticità d'uso nonchè
del basso investimento per acquistarne una batteria da piazzare in
fronte al palco, giusto per dare quella nota di colore in più
che proprio non guasta. Chi ne fa uso mi assicura che quattro
proiettori bastano per arricchire il piazzato di un palco di medie
dimensioni (non per "fare il bianco"!).
(continua)