Michael
Santhers
è nato a Cercemaggiore
(CB) e vive a Campomarino,ha
pubblicato i volumi: Piccoli
rumori dell'anima,
Vite
contromano,
Amori scaduti di un essere qualunque,
Pensieri che non dormono mai,
Una farfalla all'ombra della luna,
Quando gli alberi si rifiutano di ospitare le foglie,
Le rose piangono al tramonto,
Normalità incondivisibili tra maschere clonate,
Un temporale acclamato con nuvole dirottate,
Poesie cialtrone e parole fredde.
Ritorniamo
a parlare di Michael Santhers, Poeta prolifico e virile, uno dei più
sinceri della «rete»
Internet, che con altri tre della stessa forza poetica, forma il «Poker
d’Assi»
della poesia in questo pianeta innovativo, e non è vero che internet
faccia perdere l’odore della carta, anzi, con un po’ di fantasia
virtuale questo poker di Poeti con la P maiuscola ci fanno dimenticare
della sua esistenza, tanto è vero che il sottoscritto pur abituato alla
vendita dei libri di poesia con l’ultima raccolta sta facendo acqua, e
l’editore stesso, non ne incoraggia la pubblicità: «tanto
sono soldi perduti»,
afferma.
Scusate
la dissertazione e ritorniamo al nostro Poker di Poeti. Perché poker?
Perché ognuno di loro traccia il solco con profondità inaudita e
singolare. Ognuno di loro parla del tema più consono al suo «Mondo
Poetico»:Santhers
si allaccia al filone umanistico, Saya a quello della denuncia
sociale, come Santamaria a quello, fortemente sentito dalla
maggioranza, della Pace, come Remil a quello della rivoluzione
sociale. Lo stesso vale per il Poker di donne, non meno liriche dei
maschietti: Daniela Costantini, Sandra Cervone, Patrizia
Bossoni e Mirella Floris.
«Col
capitalismo ho perso un figlio
disse
il vecchio podestà
convertito
a forze moderate
mi
fanno rabbia alcuni cani albanesi
che
votano ancora comunista»
Michael
Santhers,
in questa lirica affronta umanisticamente all’immigrazione, con una
forte ironia e critica al vecchio regime e alla vecchia contestazione
partitistica; ma sembra non voler essere presente e vedere la macchia
d’olio dolorante che si allarga sempre di più.
Egli
guarda questo fenomeno, come la guardia dell’Inferno dantesco guarda i
cerchi: dell’alto. Come non gli interessasse del medio inferno affidato
a demoni, le cui figure sono ispirate al Vate dalla letteratura antica.
Eppure il contenuto della sua lirica non è mai priva di una certa maestà;
i versi appaiono in una luce di prestigio anche nel momento in cui la loro
sconfitta di fronte alla ragione palesa la sostanziale debolezza che si
cela dietro le loro apparenze crudeli, Egli ironizza per nascondere il
pianto dell’anima.
«la
moglie sentì tagliare l'aria dalle parole
e
si sentì come un tempo
deposito
curato di voglie senza effusioni
che
avvenivano di notte
dimenticate
dai giorni
che
dovevano servire per guidar la patria
per
percorsi razionali, pianificati»
In
questi versi la natura umana non è degradata, non è qualcosa d’ibrido
e deforme, quanto piuttosto colta in uno stadio di primitività, anteriore
al momento della riflessione, anarchica e spensierata. Gli emigranti
affrontano l’Inferno della vita senza tragicità, perché anche: «la
moglie sentì tagliare l'aria dalle parole/ e si sentì come un
tempo/deposito curato di voglie senza effusioni»
Le
parole con le quali Santhers manifesta la volontà sua e
dell’emigrante non paralizzano il lettore nel dolore, non ríbadiscono
in loro, nel ricordo di una condanna senza appello, la coscienza della
loro degradazione. Significativo, a questo riguardo, è un raffronto tra
il modo di reagire e il parallelismo di un indubbio sapore ironico. Le
effusioni che avvenivano di notte non hanno permesso la caduta
dell’amore, anche se avrebbe potuto manifestarla soltanto metaforica;
perché la sua anima spera ancora che la loro esistenza (degli emigranti)
non somiglia ad un annientamento totale, né consente alcuna distinzione
tra realtà interiore e realtà esteriore: la luce è in quelle parole che
lo convincono di non aver smarrito la capacità di significare, quanto il
dettato poetico gli suggerisce e gli fa scrivere e dire.
«l'odio
non si può scordare pensò la donna
e
l'amore ha bisogno di armonie
di
poesia che deve passare dentro gli occhi
perchè
il cuore è solo il mezzo per distribuirla»
Un’intelligenza
viva, capace di soste meditative, trionfa con la sua incommensurabile
saggezza. Il segnale dell’odio che potrebbe scaturire, suggella
umanisticamente la momentanea vittoria del pensiero primitivo sulla
complessità di forme razionali e tradizioni di alta civiltà che nella
figura dell’autore trovano la loro trasfigurazione poetica.
L’intuito
della ragione, non la tiene in nessun conto, in virtù dell’«Io
creativo» per la autorevolezza di una logica pienamente dentro
alla realtà della creatività poetica tutta travasata nel concreto, di
chi, come l’emigrante, cerca di salvare la famiglia e la propria
incolumità.
Il
verso
«l'amore ha bisogno di armonie»
è la
rappresentazione di tale intelligenza, che si afferma e dà i suoi frutti
nelle condizioni più avvantaggiate per una poetica che ala.
Da
un punto di vista lessicale la lirica è, come tutta la produzione
santhersiana, ricca di idiotismi e forme proverbiali. Queste particolarità
di stile non hanno soltanto la funzione di caratterizzare più da vicino
la storia narrata, come dono e di piano, per mezzo dei quali c’è
restituito nelle sue sfumature cariche di malizia l’ambito delle
preoccupazioni che tengono ancora desta e attiva la coscienza, ma si
estendono anche a quei punti nei quali parla in prima persona. Il
linguaggio contribuisce in tal modo alla creazione di un’atmosfera nella
quale tutti ci sentiamo emigranti, e Santhers con noi, che accomuna
tutti in un sentire che riscatta, sul piano dell’arte, la propria
manifestazione.
«quegli
occhi sono sempre torvi
non
è quello l'azzurro di un mare in pace
nei
suoi fondali ci sono ancora i morti
ancora
le ossa che sognano di tornare a galla»
Questo
è l’esempio della varietà tonale e di moduli compositivi che
caratterizza la poesia di Michael Santhers, varietà che esprime la
ricchezza di interessi del Poeta, la sua capacità di animare di vita
reale in fantastica trasfigurazione artistica, anche con fatti aridi ed
apparentemente insignificanti del reale stesso. Il Poeta, inoltre,
legandosi strettamente al versi iniziali all’ispirazione dell’«Io
creativo» attraverso un esempio tutto calato in raffigurazione
concreta, lo stato d’animo, la presentazione della storia attualissima,
cantata anche da Sandra Cervone, culmina e testimonia l’impegno
posto dal Poeta nel trattare la propria materia anzitutto come «racconto».
Per illustrare questa distinzione tra parti poetiche e parti meramente
strutturali nell’organismo della lirica, faccio ricorso all’immagine
degli «occhi sempre torvi che non hanno più l’azzurro di un mare in
pace», immagine robusta e massiccia, sulla quale si affaccia una
rigogliosa speranza.
«la
donna capì che l'amore lo doveva cercare
in
un'altra vita
e
quando il lupo si finge agnello
è
solo per provare a gioire
delle
paure che ha esercitato»
C’è
la seduzione di un’arte che percorre il tema con vigore senza mai
mostrare l’ispirazione vinta dalla razionalità. Questa descrizione
culmina in uno dei momenti più dichiaratamente pedagogici della
lirica:l’esortazione «per
provare a gioire/delle paure che ha esercitato»,
che
acquista serietà e vigore di risonanze dal proiettarsi in uno sfondo di
implicazioni simboliche, di raccoglimento Meditativo.
«la
trovarono senza vita
con
il sangue alle vene ormai secco
e
su un foglio fatti trovare...figlio
il
cielo non è poi così grande
così
lontano...»
La
meditazione fa scaturire improvvisamente il dramma che si tramuta in
tragedia perché nella disperazione, e in un momento di nostalgia
struggente, la donna desiderosa di amore, di comprensione e stanca del
disprezzo o dell’indifferenza degli indigeni, va a vivere l’amore in
fondo al mare. In questo nostro tempo, caotico e bizzarro, il Poeta ha
visto, nel rigore analitico che caratterizza la trasfigurazione,la poesia
dell’amore disperato, e della tragicità della vita, caratterizza la
riflessione sulla sua contraddittorietà, una tragedia che incombe sul
sentimento del Poeta dopo essersi lucidamente definita nel suo intelletto.