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VESPRO METROPOLITANO

Di: Renato Milleri (Remil)  

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Spinto alle spalle,
anche di fianco,
la gente non ha pietà di me.
Un semaforo rosso mi ferma.
Non posso camminare,
è vietato.
Finalmente una chiesa aperta
nella periferia urbana
dimenticata da Dio

 

E' l'ora del vespro.
Misuro attentamente
Il rumore lento e rispettoso
dei miei passi come
colpi di cannone ovattati.
Vorrei volare per non ascoltarmi.
Sciami d'api
gli sguardi della gente
che mi ronzano addosso.
Tutti guardano me.
E' un’insopportabile sensazione
d'avere gli occhi degli altri
puntati addosso.
E se una bestemmia
dovesse uscire dalla mia bocca?
Proprio qui,
in chiesa!
E' un pensiero che tortura il cervello,
un grido terrificante
che viene da dentro.
e non puoi contenerlo.
Il terrore,
la paura di farlo davvero.
Tra il sudore della fronte
e quello delle mani,
mentre il corpo
appena si sostiene
appoggiato ad un dolore
che non conosce fine,
spingo la mia mente fuori
con tutta la forza che ho
a raggiunger la purezza
dei miei sentimenti più belli.

 

Due mani piagate
mi spiegano la sofferenza dell'uomo
e nel mio cuore
timida
una preghiera di ringraziamento
nasce.

 

Renato Milleri (Remil)

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