Lo scontro di Capo Spada

19 luglio 1940

 

Nel luglio 1940 Supermarina decise di intervenire nella lotta al traffico inglese tra Alessandria e la Grecia, volto a portare rifornimenti alle truppe impegnate a combattere contro il Regio Esercito a fianco dei greci, distaccando una squadra di unità leggere nel Dodecaneso per effettuare veloci puntate offensive.

Per l'operazione furono scelti i leggeri e veloci incrociatori della II divisione, cioè il Bande Nere ed il Colleoni, sotto il comando dell'ammiraglio Casardi.


L'incrociatore Bande Nere, nave ammiraglia di Casardi

Le unità partirono da Tripoli, Libia, nella sera del 17 luglio,intorno alle 21.00, dirette a Lero.

Quel giorno si trovavano casualmente in mare nella zona di Capo Spada, dove doveva transitare la II divisione, anche la 2a flottiglia cacciatorpediniere britannica, composta dai caccia Hyperion, Hero, Hasty, Ilex.   Inoltre ad una quarantina di miglia di distanza incrociavano l'incrociatore Sydney ed il caccia Havock.


L'incrociatore Colleoni

Alle 06.17 del 19 luglio gli incrociatori italiani ed i cacciatorpediniere inglesi si avvistarono reciprocamente.   Le navi di Casardi aprirono il fuoco sui caccia alle 06.27 da una distanza di 17.500 metri, tenendosi fuori dalla portata dei 120 mm dei caccia.   Questi ultimi fecero fuoco dalle 06.32 alle 06.43, lanciando anche tutti i siluri a disposizione ma senza colpire.   Poco dopo i caccia inglesi iniziarono un'azione di ripiegamento, alla quale gli incrociatori risposero con un inseguimento, che durò fino alle 07.26, ovvero quando il Sydney avvistò le unità di Casardi.


I cannoni da 152/52 prodieri e il torrione del Colleoni

Il Sydney aprì il fuoco alle 07.30, contro le navi italiane che non avevano ancora avvistato l'incrociatore nemico.   La II divisione, ritrovandosi in netta minoranza, invertì la rotta ed aprì il fuoco con le torri poppiere, ma alle 08.23 il Colleoni fu colpito da un unico proietto a centro nave che provocò seri danni all'apparato motore i quali causarono l'arresto dell'unità.   A questo punto Casardi ordinò il disimpegno, per non restare solo a combattere contro forze soverchianti, ed accostò verso le coste libiche.   


Il Colleoni immobile privo della prua 

Il Sydney, con i caccia Hero e Hasty, inseguì la nave italiana fino alle 09.30, ora in cui desistette.   Nel corso dell'inseguimento il Bande Nere fu centrato da un proietto da 152 mm che provocò lievi danni, e alle 09.26 venne centrato invece il Sydney da un colpo che danneggiò la zona del fumaiolo.   Fu questa la ragione per cui l'inseguimento venne abbandonato da parte degli inglesi, nonostante la netta superiorità.

Il Bande Nere giunse infine a Tripoli il 22 di luglio, e poi diresse per l'Italia.

Il Colleoni immobilizzato fu poi affondato col lancio di siluri dai caccia Ilex e Havock.    Furono salvati 525 naufraghi, tra cui il comandante Novaro, che decedette però pochi giorni dopo.


Il Colleoni in via di affondamento

Inutile parlare dell'aviazione.   L'intervento aereo fu richiesto da Casardi ancora prima dell'inizio dello scontro, e gli aerei giunsero a cose fatte, mentre era in corso il soccorso dei naufraghi, riuscendo così solo a impedire che venissero tutti tratti in salvo.   Solo l'Havock fu colpito, con il lieve danneggiamento di una caldaia.

Ovviamente il centro che provocò l'arresto del Colleoni fu un colpo fortunato, tanto è vero che nel corso di tutto lo scontro, solo un altro proietto venne messo a segno, sul Bande Nere, senza provocare danni.   Il Bande Nere a sua volta riuscì a colpire con le torri poppiere il Sydney costringendolo a desistere.   Quindi non si trattò di particolare perizia degli inglesi o viceversa di imperizia da parte italiana, il fatto é che le navi della classe "Giussano", prime realizzazioni di incrociatori leggeri del tipo "Washington" in Italia, erano, al pari delle costruzioni del periodo portate avanti dalle altre Marine, praticamente sprotetti, sacrificando la corazzatura in favore della velocità e dell'armamento.   Fu così che un solo colpo a segno in un punto vitale della nave ne provocò l'arresto condannandola.   In pratica quello che accadde all'incrociatore da battaglia inglese Hood durante lo scontro con la Bismarck, un unico colpo a segno condannò infatti l'unità.
Da notare in questo caso l'aggressività dell'Ammiraglio Casardi, che volle accettare battaglia contro un elevato numero di unità nemiche.   Probabilmente se si fosse trattato di due incrociatori delle classi più recenti lo scontro sarebbe terminato in maniera differente.

 

I rapporti di forza :

  ITALIA INGHILTERRA
Comandante superiore Amm. Casardi  
Incrociatori Bande Nere

Colleoni

Sydney
Cacciatorpediniere nessuno Hyperion, Hasty, Havock, Ilex, Hero

 

 

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