Il convoglio " Duisburg "

9 novembre 1941

 

L'episodio del convoglio " Duisburg " fu uno dei più amari della storia della Marina nella Seconda Guerra Mondiale.

Alle 16.30 dell'8 novembre si trovò riunito a navigare dall'Italia verso la Libia un grosso convoglio, composto da ben 7 mercantili, che trasportavano 220 uomini, 390 veicoli, 1.600 tonnellate di munizioni, 17.000 tonnellate di combustibili e 13.000 tonnellate di materiale vario : 

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piroscafi Duisburg (7.389 tonn), San Marco (3.113 tonn), Sagitta (5.153 tonn), 

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motonavi Rina Corrado (5.180 tonn), Maria (6.339 tonn)

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navi cisterna Minatitlan (7.599 tonn), Conte di Misurata (5.014 tonn)

pesantemente scortato : 

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III divisione incrociatori pesanti : Trento, Trieste

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caccia della III divisione : Alpino, Bersagliere, Fuciliere, Granatiere

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cacciatorpediniere : Euro, Fulmine, Grecale, Libeccio, Maestrale, Oriani

Inoltre, per proteggere tale convoglio, era stata messa in moto una efficiente e numerosa organizzazione aerea, tanto che per tutto il giorno dell'8 furono sul cielo delle navi costantemente 8 aerei italiani e tedeschi.   Purtroppo a causa di carenze tecniche, quali l'assenza del radar a bordo degli aerei, la scorta diventava inutile, e cessava, con il calare delle tenebre.

Inoltre va notato che il Duisburg e il San Marco erano navi tedesche, sorprese mentre si trovavan in Italia dall'inizio della guerra nel settembre 1939.

Le navi della III divisione erano comandate dal Contrammiraglio Bruno Brivonesi.   La navigazione procedette tranquilla per tutte le ore notturne, ma il pericolo si stava avvicinando, provenendo da Malta, infatti nel pomeriggio dell'8 era partita da quella base inglese la Forza K, una formazione di incrociatori leggeri e cacciatorpediniere adibiti alla lotta contro il traffico italiano che prima di finire annientata su un banco minato posato da navi italiane produsse molti danni al traffico da e per la libia.   Si trattava delle navi : 

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incrociatori leggeri Aurora e Penelope

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cacciatorpediniere Lance e Lively

Le navi inglesi giunsero presso il convoglio italiano alle 00.40 del 9 novembre, mentre il convoglio navigava a 9 nodi su due colonne e la III divisione si trovava a poppavia ad una distanza di circa 4.000 metri.   Come detto, alle 00.40 il radar dell'Aurora individuò il convoglio, ed alle 00.52 furono individuate anche le navi della III divisione, ma furono ignorate dagli inglesi, che preferirono dirigere immediatamente sul convoglio considerando di primaria importanza l'attacco al traffico, e non alle grandi navi, che oltretutto avrebbero potuto, anche se non avvenne, ingaggiare battaglia.

La forza K aprì il fuoco alle 00.57 contro le navi italiane, che in un primo momento pensarono addirittura che si trattasse di un attacco aereo.   Prima il tiro fu centrato sui caccia Grecale e Fulmine, dei quali il Fulmine affondò, mentre il Grecale, pur danneggiato seriamente, si salvò e fu poi rimorchiato dall'Oriani.   l'Euro fu colpito e danneggiato mentre cercava di coprire i mercantili con cortine fumogene, mentre il Maestrale ebbe l'antenna radio abbattuta.   Essendo questa nave l'unità caposcorta, non poté trasmettere ordini al resto della scorta, che quindi si limitò ad imitare quanto stava facendo il Maestrale senza prendere iniziative di contrattacco.


Il caccia Maestrale, caposcorta del convoglio

A questo punto gli inglesi poterono dedicarsi alla distruzione del convoglio, che alle 01.45 non esisteva più.    Alle 13.50 del 9 novembre la forza K era nuovamente ormeggiata a Malta.

Questo per quanto riguarda quello che fece la scorta diretta, e la III divisione come si comportò?


L'incrociatore pesante Trento

Avvistate le navi nemiche dopo che era iniziato il tiro sulla scorta, le navi di Brivonesi eseguirono un'accostata verso l'esterno del convoglio, dalla parte opposta della forza K, con una manovra poco comprensibile che fece perdere molto tempo, ma alle 01.03 finalmente i due incrociatori riuscirono ad aprire il fuoco con i cannoni da 203 mm.   Inspiegabilmente le navi di Brivonesi stavano procedendo a soli 15 nodi, pur potendone sviluppare oltre 35, e quindi le unità stavano scadendo rispetto alle navi inglesi che procedevano a circa 20 nodi.   Alle 01.29 la divisione fece rotta per nord alla velocità di 24 nodi, con un'altra decisione inspiegabile che le portò ad allontanarsi ulteriormente dalle navi nemiche, le quali intanto stavano distruggendo i mercantili indifesi.

Per concludere, il giorno seguente, mentre erano in corso le operazioni per il recupero dei naufraghi, il sommergibile Upholder, lo stesso del Conte Rosso, attaccò il caccia Libeccio, che alle 11.15 affondò.

Il convoglio " Duisburg " era costato all'Italia la perdita, in una sola notte, di 7 mercantili carichi e di 2 cacciatorpediniere.

L'ammiraglio Bruno Brivonesi fu immediatamente sbarcato e sottoposto a processo, con l'imputazione di colpevolezza per la distruzione di tutte le navi del convoglio, dal quale uscì inspiegabilmente assolto il 5 luglio 1942 con l'incomprensibile motivazione che " il fatto non costituisce reato " .   Se qualcuno riuscisse a comprenderne il significato e volesse spiegarmelo, gliene sarei grato.

Si chiuse così un'altra pagina estremamente dolorosa della nostra storia, come molte altre volte sarebbe accaduto senza  che venisse individuato nessun colpevole.

 

 

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