RICORDI DI UN MITO.

 

 

 

Proseguiamo con alcuni ricordi di persone, artisti o semplici fans, che hanno assistito ad uno dei concerti al Piper Club, ricordi preziosi di quelle serate indimenticabili.

 

 

 

  I Boom 67 al Piper

 

  Intervista a Vittorio Lombardi (by Claudio Pescetelli).

- "Voi avete addirittura aperto per i Pink Floyd: che ricordi hai di quella serata considerando che nessuno sospettava che diventassero quello che sono poi diventati?"

"Quando finimmo l'esibizione li incrociammo nei corridoi degli stanzini e ci fecero dei complimenti al volo. Poi ci chiesero di riascoltare il nostro ultimo brano, avevamo fatto "Tutta mia la città", e la improvvisammo insieme nel corridoio… magari ci hanno pure preso in giro!"

- "Mah, non credo: erano ancora giovani e sconosciuti… forse anni dopo avrebbero potuto farlo, ma in quel periodo non credo… E poi che è successo?"

"Io poi salii a gustarmi il concerto sulla balconata a destra del palco. Ricordo le strabilianti proiezioni dei liquidi cristallini sullo sfondo, opera del tecnico del Piper, il bravissimo Peppe Farnetti… Era musica innovativa e faticavo a seguirla, ricordo un amico al mio fianco che diceva: "Senti cosa stanno facendo? Hai capito come fanno?" E io gli rispondevo: "Ma che hai capito! Non hai capito niente!" Proprio perché per noi era musica totalmente nuova, la ascoltavamo ma ancora non la capivamo. Quella primavera aprimmo anche per gli Small Faces, per lo Spencer Davis Group… ci chiamava Bornigia stesso."

- "Ricordi qualcosa della scaletta dei concerti dei Floyd?"

"Purtroppo no, i ricordi sono molto sbiaditi riguardo le canzoni che hanno fatto i Floyd, anche perchè erano dei perfetti sconosciuti in Italia e la loro musica era nuova".

(Vittorio Lombardi - Voce e basso dei Boom '67 - intervista per gentile concessione di Claudio Pescetelli; 2007 - Stefano Tarquini giugno 2022).

© 2007 Claudio Pescetelli ; © 2022 Stefano Tarquini

 

 

 

 

  Intervista a Ruggero Stefani (by Claudio Pescetelli).

- "Tocchiamo un altro argomento interessante: i Fholks hanno suonato al Piper insieme ai Pink Floyd…"

"Non ho ricordi chiari e, se ti sembra incredibile, ti sembrerà ancora più incredibile sapere che a quei tempi i Pink Floyd non mi piacevano. Era un genere che non amavo particolarmente. E' incredibile… ogni frammento di eventi dell'epoca mi fa tornare alla mente, potrei dire si trascina dietro, altri ricordi. Quel manifesto che annuncia i Pink Floyd al Piper.. qualche tempo dopo averlo rivisto ho avuto un flash nitidissimo: ricordo perfettamente un ragazzo davanti al manifesto dire ad un suo amico: "Ehi, guarda chi suona: Pink Floyd, Thane Russel, Mike Liddel's Creation. Ah, pure i Fholks Noise, questi so' forti, li conosco!" Aveva interpretato i nomi - due gruppi distinti - come un tutt'uno… i Fholks Noise… Io ero dietro a loro e la cosa mi fece molto ridere, ma a questo nitido flash non si associa quasi nient'altro. Questo mi porta alla riflessione che quando vivemmo quell'epoca, nessuno si rese conto che stavamo scrivendo la storia. O perlomeno per me fu così, quindi molte cose furono messe in quella parte della mente che conserva gli eventi non particolarmente significativi. Successivamente ognuno ricordò come voleva o poteva, me compreso, naturalmente, e la memoria umana è fallace. Io qualche punto fermo ce l'ho, ma alcuni eventi mi sono completamente sfuggiti dalla memoria... O forse sono solo addormentati da qualche parte..."

(Ruggero Stefani - Batterista dei Fholks - Intervista per gentile concessione di Claudio Pescetelli; 2007).

© 2007 Claudio Pescetelli

 

 

 

 

  Mick Brill (bassista dei Primitives).

"...Salve, sono Mick Brill, bassista di Mal and The Primitives. Scusa se non ho risposto prima alla tua e-mail, ma ho avuto un po’ da fare ultimamente. Sto scrivendo i testi per una decina di canzoni, e come puoi capire mi occupa parecchio tempo.
Si, é vero che stavo al concerto dei Pink Floyd al Piper Club, ma devo confessare che non mi ricordo molto della serata. Sono passati quasi quarant’anni, e la memoria non e più quella di una volta! Mi ricordo dei bellissimi giuochi di luci “psichedeliche” che venivano proiettati su di loro usando 2 proiettori per diapositive molto potenti. Al posto delle diapositive venivano inseriti 2 sottile piastrine di vetro con in mezzo dei colori ad olio abbastanza liquidi. Con il calore dei proiettori, questi colori si mischiavano, e si muovevano, creando delle figure veramente stupendi. Non ti dico in che condizioni erano i tecnici responsabili di questi luci alla fine del concerto. Posso solo dire che erano dei veri mostri (ma di bravura!).
Un'altra cosa che mi ha colpito è che usavano un organo FARFISA. Chiaramente credo che era molto modificato, perché aveva dei suoni stupendi che non avevo mai sentito prima, specialmente da altri organi dello stesso tipo usati da gruppi qui in Italia. Credo che parecchi tastieristi del epoca si sono chiesti come cavolo facevano!...".

(Michael Brill, bassista dei Primitives; intervista via email, 2007).

© 2007 Stefano Tarquini

 

 

 

 

  Stefano Pogelli (giornalista Rai).

"...Nel 1968 avevo dodici anni e capivo poco di quello che mi accadeva intorno. Percepivo la realtà in movimento grazie alle canzoni dei Beatles e dei Rolling Stones trasmesse dalla Hit Parade, leggevo le strisce di Charlie Brown su Linus, capivo dai discorsi preoccupati dei miei genitori che c’era casino nelle università e nei licei, guardavo ipnotizzato le minigonne delle ragazze più grandi, quelle della terza media. Non avevo la minima idea allora di chi fossero i Pink Floyd, poco sapevo di quella splendida turbolenza, di quell’eruzione di idee che avrei conosciuto qualche anno dopo come "psichedelia". Solo qualche brano filtrava timidamente nei programmi della radio dedicati ai giovani, sommerso in una melassa di canzoncine da classifica. Guardo quelle foto, le ingrandisco con PhotoShop e mi sembra di vivere in una personale riedizione di "Blow Up" di Antonioni: riesco a riconoscere la balconata del Piper Club, la marca degli amplificatori... Dietro a Roger Waters si vede la parte inferiore di un poster, quattro paia di gambe maschili inguainate nei jeans aderenti, gli immancabili stivaletti, un frammento di scritta. Un collega della Rai crede di riconoscere un poster dei Giganti, quelli di "Mettete dei fiori nei vostri cannoni...".

(Stefano Pogelli, giornalista della RAI; intervista telefonica, 2005).

© 2005 Stefano Tarquini

 

 

 

 

  Alberto Marozzi (showman, spettatore).

"...Ricordo i concerti dei Pink Floyd, ero un assiduo frequentatore del Piper Club dalle sue prime serate, e quella serata mi invitò Eddie Ponti nel camerino, dove scattai tre o quattro fotografie, mentre loro erano tranquilli in attesa di entrare per il loro secondo spettacolo di quel giorno...Mi ricordo che Eddie scherzava con loro, specialmente con Waters, raccontando barzellette oscene...".

(Alberto Marozzi, showman e assiduo frequentatore del Piper Club; intervista telefonica, 2005).

© 2005 Stefano Tarquini

 

 

 

 

  Pericle Sponsilli (Reale Accademia Musica).

"...Ciao Stefano, come saprai ancora non suonavo con i Fholks. Avevo 17 anni e andavo ancora a scuola. Posso aiutarti così, parlando del concerto di maggio.... Ho suonato nei Fholks dall'estate 1969 all'estate 1972 quando registrammo la Reale Accademia di Musica. Ho guardato il link della tua ricerca e ti confermo le tre giornate di festival di Roma (due al Palaeur e l'ultima al Piper, ...perché il palaeur era immenso per i pochi ascoltatori di buona musica che c'erano) i Pink c'erano..... Immagino che la locandina che ti ho girato già l'avessi, o no?

Alla prima serata c'era mio fratello che li aveva visti al Piper ad aprile, ne era stato entusiasta e ricorderei se mi avesse detto che c'erano stati di nuovo. Ti confermo i Grapefruit nella serata dei Fairport Convention e dei Ten Years After. Gli anni passati sono tanti..... ma ho alcune immagini vividissime.... dei Fairport, di Alvin Lee, che non sapevo chi fosse.... dei Family .... ed anche dei Grapefruit che non mi dissero niente, ma che si diceva fossero prodotti dai Beatles....".

(Reale Accademia Musica; intervista via email, 2007).

© 2007 Stefano Tarquini

 

 

 

 

  Costanzo Di Giovanni (spettatore).

"Ho le due locandine: sono le solite di quell'epoca, ma perfettamente conservate. Per quanto riguarda i biglietti, sono certo che fossero generici. Portai a casa le locandine senza piegarle perché non si rovinassero e le ho conservate per 50 anni. Se i biglietti fossero esistiti, li avrei conservati, come ho fatto per quelli di altri concerti: The Who (1967), Rolling Stones (1967 e 1970), Ten Years After (1971), Deep Purple (1971), Emerson, Lake & Palmer (1972 e 1973). Molto probabilmente si trattò di semplici biglietti della SIAE, come quelli che all’epoca si usavano al cinema, e come fu per i concerti al Teatro Brancaccio di Jimi Hendriix (un mese dopo il concerto dei PF, che tempi!) del quale conservo una grande locandina e Jethro Tull (1971)".

"Come certamente saprete, prima del concerto al Piper Club, dei Pink Floyd non era stato pubblicato quasi niente dai giornali. Spesso si andava ai concerti a scatola chiusa: erano talmente pochi gli eventi per i giovani nella sonnacchiosa Roma degli anni Sessanta! Ricordo un solo articolo che parlava del gruppo (forse pubblicato da "Ciao Amici" o "Ciao Big") e presentava il loro innovativo “light show” come un tentativo di fornire le sensazioni date dall'hashish, senza l’uso dello stesso. Pensa te! Lo ricordo benissimo, perché riassunsi l’articolo per una rivista studentesca ciclostilata, che apprezzò molto quella finalità. Le cose poi andranno diversamente!"

"Molto spesso in quegli anni, si andava ai concerti senza sapere nulla del gruppo che si andava ad ascoltare. Facevano rock e venivano dall’Inghilterra: per noi era sufficiente. Andò così per molti gruppi. Ricordo Colosseum, Uriah Heep, Yes, Genesis che scoprimmo assistendo ai concerti. Le scalette delle loro esibizioni non le ho dimenticate: semplicemente non le ho mai memorizzate, perché non conoscevo il loro repertorio! Più o meno andò così anche con i Pink Floyd. Ebbi la fortuna di ascoltare una sola volta “The Piper at the gates of dawn”: fu sufficiente per avere un’idea di ciò che avrei ascoltato, ma non abbastanza per associare un titolo (ammesso che lo ricordassi) alle canzoni. Pur essendo molto vicino al palco, non ricordo nulla della strumentazione. Ciò che mi colpì (oltre al cinturone di Roger Waters) fu l’effetto di quella specie di diapositive: un sandwich costituito da due vetrini ed un fluido gelatinoso, che, scaldandosi con il calore del proiettore, formava bolle sempre cangianti, sui corpi dei musicisti e sul semplice sfondo. Una cosa elementare, ma mai vista prima!".

(spettatore; intervista a voce, 2018).

© 2018 Stefano Tarquini

 

 

 

 

  Maurizio Baiata (giornalista, spettatore).

"...PIPER CLUB, non ricordo il giorno, ma mi sembra pomeriggio, tipo 18.30. Considera che avevo 17 anni. Poco dopo l'inizio del concerto, uscì da uno degli altoparlanti un boato infernale che ridusse il mio timpano sinistro in frantumi. Un'esplosione che lo costrinse a interrompere, credo, "Astronomy Domine". Non ne sono certo, ma a quell'epoca pensavo ci fosse anche Syd Barrett ero convinto che se ne stava in disparte, seduto sulla sinistra, guardando il palco...".

(Maurizio Baiata; intervista via email, 2018).

© 2018 Stefano Tarquini

 

 

 

 

  Henryk Topel "Nenè" (cantante dei Fholks).

"...Ricordo poche cose... all'epoca eravamo a contratto con Crocetta, che era il boss della Five Records. I Pink Floyd non erano conosciuti, nessuno di noi sapeva chi erano quel giorno, ma sicuramente provocarono delle sensazioni indescrivibili e nuove per quei tempi. Erano sulla pedana fissa a destra e non occupavano proprio tutto il palco. Impressionante era la loro amplificazione e le loro casse pompavano alla grande, all'epoca si usava spesso un Semprini 160W, ma quelli lì bucavano l'aria della sala... Ricordo delle lampade sotto i piedi, con luci colorate, e fu una sorpresa vedere i loro effetti di luci colorate fatte con i vetrini, Farnetti ne era preso, lui li provò insieme al loro tecnico... purtroppo delle canzoni non ricordo nulla, sono passati troppi anni...".

"...Abbiamo aperto i concerti dei Pink Floyd al Piper Club, con i Fholks, senza sapere chi fossero in realtà. Poi, loro erano attenti al nostro soundcheck del pomeriggio. Lo spettacolo fu innovativo, con quegli effetti di inchiostro di china molto particolari, mai visti finora. Inutile dire che ci cambiò il nostro modo di pensare a livello musicale...".

"...Purtroppo non posso aiutarti per stabilire quale fu la scaletta dei concerti: perché ho vaghi ricordi dei brani che suonarono non essendo, ancora, molto conosciuti da noi a quei tempi, mi ricordo piuttosto bene tutto ciò che era visivo, tanto che in seguito noi Fholks tentammo di copiare i loro effetti scenici, ma la scaletta proprio non la ricordo, non ricordo che pezzi suonarono, anche perché quando loro suonavano noi eravamo talvolta in camerino. Mi dispiace non poterti essere d’aiuto...".

(Henryk "Nene" Topel - Cantante dei Fholks; intervista telefonica, 2018).

© 2018 Stefano Tarquini

 

 

 

  Danilo Stolzi "Manitù" (spettatore).

"...Non ho molti ricordi della scaletta in particolare, più o meno era la stessa scaletta che tu hai segnalato, ma nei miei ricordi c'è anche "See Emily Play", che manca, e ce ne saranno al massimo altre due che però non ricordo ...da considerare che nel 1968 in italia gli LP dei Pink Floyd erano sconosciuti...".

© 2022 Stefano Tarquini

 

 

  Filippo Bianchi (spettatore).

"...Personalmente ricordo solo "Set the Controls fo the Heart of the Sun" molto bene, considera che all’epoca in Italia erano quasi sconosciuti quindi trovo curioso che qualcuno rammenti l’intera scaletta, io ricordo quello perché indagai sul nome del brano per le ragioni scritte nell’articolo che ho scritto. Concerti ne vidi due, quello di maggio e quello del mese prima. Di più non saprei dirti, mi spiace...".

© 2022 Stefano Tarquini

 

 

 

  Alessandro Dionisi Vici (spettatore).

"...Per caso ho letto la tua ricerca di anni fa del concerto al Piper Club dei Pink Floyd. Non so se avete ancora interesse a ulteriori prove o dettagli sui concerti, ma io ero lì e li ho fotografati. Ho assistito al concerto del primo giorno, portando una Nikon con me, la notte ho sviluppato i rullini e la sera del giorno dopo sono andato di nuovo al Piper Club con qualche stampa, che ho regalato a Nick Mason. Quindi confermo il fatto che il concerto sia stato proprio al Piper Club, anche se non ricordo la data esatta. E devo dire che Marco Sersale ha ragione a dire che Waters avesse una grinta in "Interstellar Overdrive", poichè una delle mie foto più belle l'ha colta...".

"...Della scaletta che hai ricostruito ti posso confermare sicuramente i primi due brani ("Astronomy Dominè", "Pow R. Toc H")e gli ultimi due pezzi ("Set the controls for the heart of the sun", "Interstellar Overdrive"), degli altri due non saprei dire. Io ho assistito ai due concerti romani della primavera 1968, Piper Club e Palasport, con grande piacere e sorpresa: piacere, perchè avevo da pochi mesi sentito il primo LP dei Pink Floyd, che mi aveva colpito moltissimo; e sorpresa, per il primo concerto, perchè il Piper Club lo conoscevo come un locale da musica funky e non underground, ma è stato meglio così. In quei primi mesi del 68 avevo colto al volo quei due eccezionali concerti e altri due, non meno straordinari, di Jimi Hendrix a Milano e a Zurigo, dove ero andato in autostop (come mi stavo abituando a fare in quegli anni, poi ho smesso perchè era frustrante e pericoloso, imparando sulla mia pelle nel 1970 in una avventurosissima andata e ritorno dal festival dell'Isola di Wight)...".

© 2022 Stefano Tarquini

 

 

In conclusione, un approfondimento circa la presenza delle luci "psichedeliche" usate in quel periodo, attraverso due testimonianze, quelle di Patty Pravo e di Beppe Farnetti.
 

 

 

 

 

 

[N.B. : i link di questa pagina sono riferiti al periodo della prima ricerca; pertanto, alcuni di essi potrebbero non essere più disponibili, poichè, nel corso degli anni, le pagine a cui sono riferite possono essere state cancellate o non più funzionanti o non aggiornate]

 

 

 

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