L’inizio del Mito
E’ difficile decidere se l’inizio del
"MITO" sia la fondazione dell’Impresa Franke & Heidecke,
o la presentazione della loro prima fotocamera, la Heidoscop, o l’introduzione
della loro prima biottica Rolleiflex; ma andiamo con ordine. Siamo nel
primo decennio del secolo scorso; Franz Heideke era un giovane ma
geniale tecnico che lavorava come Responsabile di Reparto presso la….Voigtlander,
nota e prestigiosa Società produttrice di apparecchiature ottiche e
fotografiche. Questa era la più anziana azienda fotografica del mondo
essendo nata a Vienna nel 1756; aveva iniziato a produrre apparecchi
fotografici nel 1840 e si era spostata a Braunschweig nel 1868; ma
questa è un’altra storia!. Evidentemente l’incarico andava stretto
per le idee di Heideke e ciò probabilmente fu evidente anche per Paul
Franke; questi era invece uno scalpitante commerciale che si era formato
alla …Voigtlander per poi passare ad altri incarichi come Responsabile
Commerciale in altre aziende del settore ottico-fotografico. E’ quindi
probabile che i due si fossero conosciuti proprio alla Voigtlander e lì
avesse avuto inizio la stima reciproca, basata su una convinzione
comune: gli apparecchi fotografici dovevano essere connotati
innanzitutto dalla precisione meccanica che significa poi alta qualità
(non che le creazioni Voigtlander non avessero queste prerogative,
anzi!) ; decisero infatti di dar vita ad una propria azienda che
chiamarono Franke & Heidecke aggiungendovi il termine
"Prazisionsapparate", ciò nel 1920. E’
interessante notare come l’intreccio con Voigtlander fosse iniziato
già agli albori del secolo; dapprima la prestigiosa casa fu la culla
per Franke e Heidecke ma dopo molti decenni essi ebbero la soddisfazione
di crescere fino a dover "resuscitare" il marchio da un oblio
inglorioso in cui Zeiss Ikon l’aveva relegato. Il primo parto della
neonata azienda non fu però la biottica che tutti amiamo.
Infatti nel
1921 vide la luce, e fu un successo, la Heidoscop
(definita Baby a causa del formato 4,5x10,7
mentre le successive versioni usavano il formato
6x13) poi seguita nel 1926 dalla Rolleidoscop. La prima fu un
apparecchio per stereofotografia il cui nome trasse ispirazione dal suo
progettista (Heidecke – Heidoscop) e fissava le immagini su
pellicola piana o lastre fotografiche. Nel 1926 vide la
luce la versione Rolleidoscop il cui nome trasse origine
dal supporto fotografico diverso: il rullo fotografico.
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E’ importante
notare che da questo momento il suffisso "Roll"
unito alle due prime sillabe di Heidecke determinò il
nome "Rollei" e divenne il marchio che avrebbe contraddistinto
per sempre ogni prodotto di questa azienda. Quindi per quasi tutto il
decennio dei ’20 la produzione fu contraddistinta dalle macchine
stereoscopiche; è solo nel 1929 che nasce la prima "Rolleiflex"
(all’originario Rollei viene aggiunto il "flex" da reflex)
dopo che circa una decina di prototipi erano stati messi a punto nel
corso del 1928; questo modello verrà in seguito definito da taluni come
"Original" e sarà l’inizio di una lunghissima vita giunta
fino ai giorni nostri con la Rolleiflex 2,8 GX e producendo in totale
oltre 3 milioni di esemplari. Vediamo ora cosa accadeva nel contempo nei
"dintorni" di Rollei. La stereofotografia innanzitutto; in
quegli anni era assai in voga questo tipo di fotografia ed altre case vi
si erano cimentate. Ricordiamo tra le altre: Goerz Stereo Tenax, Nettel
Stereodekrullo, Anthony Stereo Solagraph, Contessa Duchessa Stereo,
Zeiss Citoskop, Ica Plaskop Stereo e Stereolette, Hernemann Stereo,
Demaria Stereo, Kodak Stereo Hawk-eje, Lumiere Sterelux, Macis-Bucher
Nil Melior Stereo, Plaubel Pokoskop, Richard Paris, Voigtlander
Stereflektoscop.
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La tipologia "Stereofotografia" ebbe poi un
risveglio a cavallo degli anni’50/’60 (ricordate i dischettini Wiew
Master?) con alcune splendide realizzazioni quali la Stereo Realist, la
Stereo Graphic, la Stereo Mikroma e la meravigliosa, originale e
Italianissima (su formato 120) Iso Duplex Super 120.
Tuttavia questo tipo di fotografia rimase sempre a
livello di fenomeno di élite, una raffinata esercitazione di tecnica
fotografica da parte dei progettisti, un passo importante nella storia
della fotografia, ma mai un durevole strumento di lavoro e men che meno
un fenomeno di massa. E’ indubbiamente una nicchia del collezionismo
fotografico tra le più affascinanti alla cui tentazione è
piacevolmente facile cedere.Venendo invece alla tipologia della
Rolleiflex,
definita TLR (Twin Lens Reflex), è necessario precisare che questa non
fu un’invenzione di Reinhold Heidecke; la tipologia biottica infatti
risaliva al secolo precedente. La New Academy di Marion
& Co. Ltd. di Londra fu nel 1887 il primo esempio di
cui si abbia notizia certa di TLR su lastre fotografiche; i formati
andavano dal 3x3 all’ 8x11 circa (le misure originali erano in
pollici).- La Rolleiflex fu invece la prima macchina in cui tutte le
prerogative erano presenti insieme e armonicamente; la macchina aveva
una portabilità da "compatta" per quell’epoca, il vetrino
di messa a fuoco era luminoso in virtù del cappuccio che lo proteggeva
dalle infiltrazioni di luce diretta dai quattro lati e produceva
esattamente l’immagine che poi la pellicola avrebbe registrato. Era
presente già da allora una lente d’ingrandimento per la messa a fuoco
di precisione, e vi era persino una livella a bolla d’aria inserita
nel vetro smerigliato di messa a fuoco. L’otturatore era un Compur con
velocità da 1/300 + pose BT mentre l’ottica era uno Zeiss Jena Tessar
nelle versioni f.4,5 e poi f.3,8. Vi erano l’attacco per il flessibile
e la possibilità per pose multiple. In questa prima versione non vi era
un contapose ma una finestrella rossa sul dorso per il conteggio di esse
all’avanzamento pellicola.
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Nelle prime versioni (dal n° 1 al 199.999)
la pellicola prevista era il Film 117 (B1) ma già alcuni dei primi
modelli vennero modificati dai loro proprietari per le pellicole 120 e
620; dalla versione "Old Standard – Type 1 - >
n°200.000" la pellicola usata sarà esclusivamente in formato 120
e sarà inoltre presente la manovella di avanzamento film anziché il
bottone. Il successo di questa macchina fu talmente grande che molte
imitazioni apparvero sul mercato. Accenniamo solamente i nomi delle
macchine "coetanee" più conosciute annotando che il fenomeno
Rolleiflex iniziò ad essere "imitato" quando ci si rese conto
del suo travolgente successo; pertanto le macchine veramente in grado di
competere apparvero solamente nella fase di grande maturità della
creatura di Franke & Heidecke, ovvero quando, pur in presenza di
prodotti davvero eccellenti, si poteva solo rincorrere ed emulare una
stella ormai troppo alta ed irraggiungibile nel firmamento della
fotografia. Citiamo innanzitutto la serie delle Zeiss Ikoflex (dal
1934), le Voigtlander Brillant (dal 1932) e Superb (dal 1933), le Welta
Superfekta (dal 1932) e Perfekta (dal 1934), la Cornu Ontoflex (dal
1934), la Foth Foth-Flex (dal 1934), la Eho Altissa Altiflex (dal 1937),
la Minolta Minoltaflex (dal 1937), la Kuribayashi First Reflex (dal
1937). Altre certamente vi furono, ma queste erano tecnicamente e
qualitativamente più assimilabili alla Rolleiflex. Fu invece a cavallo
tra gli anni 40/60 che le "imitazioni" divennero estremamente
raffinate, avvicinandosi talvolta di molto alla qualità tecnica, ottica
e meccanica di Rolleiflex. Prossimamente ne vedremo e raffronteremo
alcune rappresentanti.
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