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     La Poesia di Pessoa     

"Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d'essere niente.
A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo"

Le Isole Fortunate

Quale voce viene sul suono delle onde
che non è la voce del mare?
E' la voce di qualcuno che ci parla,
ma che, se ascoltiamo, tace,
proprio per esserci messi ad ascoltare.

E solo se, mezzo addormentati,
udiamo senza sapere che udiamo,
essa ci parla della speranza
verso la quale, come un bambino
che dorme, dormendo sorridiamo.

Sono isole fortunate,
sono terre che non hanno luogo,
dove il Re vive aspettando.
Ma, se vi andiamo destando,
tace la voce, e solo c'è il mare.

Stanca Essere

Stanca essere, sentire duole,
pensare distrugge.
Estranea a noi e fuori,
frana l'ora e tutto in essa frana.
Inutilmente l'anima piange.
A cosa serve? E cosa deve servire?
Abbozzo pallido e lieve
del sole invernale che ride sul mio letto…
Vago sussurro breve.

Delle piccole voci con cui il mattino
si desta,della futile promessa
del giorno,morta sul nascere,
nella speranza assurda e remota
nella quale l'anima confida.
 

Nulla mi lega a nulla.

Voglio cinquanta cose

 allo stesso tempo.

Bramo con un'angoscia

di fame di carne

quel che non so cosa sia-

definitivamente l'indefinito.

Dormo irrequieto

e vivo in un irrequieto sognare

di chi dorme irrequieto,

 mezzo sognando.

Amo tutto ciò che è stato

Amo tutto ciò che è stato,

tutto quello che non è più,

il dolore che ormai non mi duole,

l’antica e erronea fede,

l’ieri che ha lasciato dolore,

quello che ha lasciato allegria

solo perché è stato, è volato

e oggi è già un altro giorno.

Rientro e chiudo la finestra.

Mi portano il lume e mi danno la buona notte.

E la mia voce allegra dà la buona notte.

Magari la mia vita fosse sempre questo:

il giorno peno di sole, o addolcito dalla pioggia,

o tempestoso come se finisse il Mondo,

la sera mite e la gente che passa

guarda con interesse dalla finestra,

l'ultimo sguardo amico alla quiete delle piante,

e poi , chiusa la finestra, il lume acceso,

senza leggere niente, senza pensare a niente,

senza neanche dormire,

sentire la vita scorrere in me

come un fiume nel suo letto.

E fuori un grande silenzio,

come un dio che dorme.

Tutte le lettere d’amore

Tutte le lettere d’amore
sono ridicole.
Non sarebbero lettere
d’amore se non fossero ridicole.

Anch’io ho scritto ai miei tempi
lettere d’amore, come le altre,
ridicole.

Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere ridicole.

Ma dopotutto
solo coloro che non hanno
mai scritto lettere d’amore
sono ridicoli.

Magari fosse ancora il tempo
in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore ridicole.

La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.

(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente ridicole).

Questo
D icon che fingo o mento
quanto io scrivo. No:
semplicemente sento
con l’immaginazione,
non uso il sentimento.

Quanto traverso o sogno,
quanto finisce o manco
è come una terrazza
che dà su un’altra cosa.
É questa cosa che è bella.

Così, scrivo in mezzo
a quanto vicino non è:
libero dal mio laccio,
sincero di quel che non è.
Sentire? Senta chi legge.

da "Poesie Inedite"

Ricordo bene il suo sguardo.
Attraversa ancora la mia anima
Come una scia di fuoco nella notte.
Ricordo bene il suo sguardo.
Il resto…Sì, il resto
è solo una parvenza di vita.
Ieri ho passeggiato per le strade
come una qualsiasi persona.
Ho guardato le vetrine
spensieratamente
E non ho incontrato amici
con i quali parlare.
D'improvviso
mi sono sentito triste,
mortalmente triste,
così triste che mi è parso
di non poter vivere
un altro giorno ancora,
e non perché potessi morire
o uccidermi, ma solo perché
sarebbe stato impossibile
vivere il giorno dopo
e questo è tutto.

Fumo, sogno,
adagiato sulla poltrona.
Mi duole vivere
in una situazione di disagio.
Debbono esserci isole
verso il sud delle cose
Dove soffrire è qualcosa
di più dolce, dove vivere
costa meno al pensiero,
e dove è possibile
chiudere gli occhi
e addormentarsi al sole
e svegliarsi senza dover pensare
a responsabilità sociali
né al giorno del mese
o della settimana che è oggi.

Dò asilo dentro di me
come a un nemico
che temo d'offendere,
un cuore eccessivamente
spontaneo che sente
tutto ciò che sogno
come se fosse reale
che accompagna col piede
la melodia delle canzoni
che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade
strette quando piove.

Nella casa di fronte a me e ai miei sogni

Nella casa di fronte a me e ai miei sogni
che felicità c’è sempre!

Vi abitano persone sconosciute
che ho già visto senza vedere.
Sono felici, perché esse non sono io.

I bambini, che giocano sugli alti terrazzi,
vivono tra vasi di fiori,
eternamente, senza dubbio.

Le voci che salgono dall’intimità domestica
cantano sempre, senza dubbio.
Sì, devono cantare.

Quando è festa qua fuori, è festa là dentro.
E così deve essere laddove tutto si adatta:
l’uomo alla Natura, perché la città è Natura.

Che grande felicità non essere io!

Ma anche gli altri non penseranno così?
Quali altri? Non ci sono altri.
Quanto pensano gli altri è una casa
con la finestra chiusa, o se si apre,
è perché i bambini possano
giocare sulla veranda inferriata,
tra i vasi di fiori
che non ho mai visto quali fossero.

Gli altri non sentono mai.
Chi sente siamo noi,
sì, tutti noi, perfino io,
che ora non sento più nulla.

Nulla? Non so...
Un nulla che fa male...

Libertà

Ma che piacere
non compiere un dovere,
avere un libro da leggere
e non farlo!
Che noiosa la lettura,
che pochezza la cultura!
Il sole splende senza letteratura.
Il fiume scorre, bene o male,
senza edizione originale.
E la brezza che passa,
naturale e mattiniera,
sa che ha tempo, e non ha fretta...

I libri sono carta inchiostrata.
Lo studio è una cosa ove è indistinta
la distinzione fra il niente e cosa alcuna.

Quanto è meglio, se c’è bruma,
aspettare Don Sebastiano,
venga o non venga
Grande è la poesia, la bontà e le danze...
ma le cose migliori son l’infanzia,
fiori, musica, chiar di luna, e il sole, che pecca
solo se invece di nutrire secca...

E ancor meglio di questo
è Gesù Cristo,
che non sapeva niente di finanze
né consta che avesse biblioteca.

Non sto pensando a niente

Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale,
che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l’aria notturna,
fresca in confronto
all’estate calda del giorno.

Che bello,
non sto pensando a niente!

Non pensare a niente
è avere l’anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita...
Non sto pensando a niente.
E’ come se mi fossi
appoggiato male.
Un dolore nella schiena
o sul fianco,
un sapore amaro
nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente...

 

Dicono?

D icono?
Dimenticano.
Non dicono?
Hanno detto.

Fanno?
E' fatale.
Non fanno?
E' uguale.

Perché
aspettare?
- Tutto è
sognare.

La morte è la curva della strada

La morte è la curva della strada,

morire è solo non essere visto.

Se ascolto, sento i tuoi passi

esistere come io esisto.


La terra è fatta di cielo.

Non ha nido la menzogna.

Mai nessuno s’è smarrito.

Tutto è verità e passaggio.

  

Scrivetemi e pubblicherò con immenso piacere le vostre Poesie, i vostri Pensieri, i vostri Racconti...

penelope.sm@libero.it

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